Serie TV > Supernatural
Segui la storia  |       
Autore: Sarah1977    09/12/2011    1 recensioni
La stori ainizia sette anni dopo la fine della quinta stagione e non tiene conto di quanto accaduto nelle stagioni sei e sette. Dopo la morte del fratello Dean si è costruito una tranquilla vita normale. ha conosciuto una ragazza e si è sposato ed è anche padre. Ma questa tranquilità non è destinata a durare.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Dean Winchester, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
CAPITOLO 2
STRANI INCONTRI
 

 
 

Quello che era successo poco più di quindici giorni prima al parco aveva reso Dean più attento ad ogni particolare che lo circondava. Tuttavia non gli era più capitato di vedere quella persona che gli era parso di scorgere al parco e questo infondo lo tranquillizzava un poco. Quel pomeriggio sarebbe dovuto essere a casa per accompagnare Sarah a fare compere per la festa di primavera della domenica successiva ma la sua macchina, la vecchia Impala, aveva bisogno di urgenti riparazioni ed era rimasto in officina per eseguirle. Quell’automobile era l’unica cosa della sua vecchia vita che aveva conservato, non poteva liberarsene dopo tutto quello che avevano passato insieme e non voleva cambiarla anche perché era l’unica cosa appartenuta a suo padre che gli fosse rimasta e nel doppiofondo del bagagliaio conservava ancora alcuni degli attrezzi che usava prima di conoscere Sarah perché anche se sperava di non doverli più usare non ne era mai stato sicuro. Quante volte era stato sul punto di cambiarla ma poi non l’aveva fatto, quell’auto era ancora lì con tutta la sua storia ed i suoi ricordi. Gli era sempre piaciuto prendersi cura di lei ma quel pomeriggio ne avrebbe fatto volentieri a meno, sapere che la moglie e John sarebbero stati in giro da soli lo metteva stranamente in ansia. Per questo decise di fare il più velocemente possibile e raggiungerli.
 
Intanto a casa loro Sarah stava controllando nella dispensa cosa le occorresse per preparare le torte per la festa. Era sempre difficile fare queste cose quando era sola in casa con John perché il bambino non stava fermo un attimo e Sarah aveva una gran paura che si facesse male. Secondo Dean era troppo apprensiva e doveva lasciarlo capire da solo cosa era pericoloso, in fondo in casa non c’era niente di  così rischioso da costituire un grave pericolo per lui. Il mercoledì era il suo giorno libero dalla scuola e come al solito aveva dedicato la mattinata alle pulizie domestiche. Prima di pranzo era andata a prendere John all’asilo ed erano scesi da Bobby per mangiare insieme a lui e siccome il figlio era particolarmente agitato l’uomo si era messo a raccontargli una delle sue storie. Anche se l’aveva già sentita tantissime volte John adorava la storia dell’angelo che salva un giovane uomo dall’inferno e poi decide di aiutare lui ed il fratello nella loro battaglia contro il male. Per Sarah ascoltare quel racconto era sempre difficile perché sapeva cosa c’era, e chi c’era, dietro a quella narrazione, conosceva quello che aveva passato Dean in quei quattro mesi e quanto era stato pesante per lui raccontarle tutto quanto. Le sarebbe piaciuto incontrare Castiel, l’angelo del racconto di Bobby, per ringraziarlo.
Verso le tre chiamò John e lo preparò per uscire. Da qualche giorno non si sentiva molto bene: aveva ripreso ad avvertire quegli attacchi d’ansia di cui soffriva da bambina. Ma adesso non era più la bimba viziata che era stata descritta dai medici, secondo i quali era un problema caratteriale, e per di più la sensazione di gelo che accompagnava questi stati era molto più forte che in passato. Stava uscendo da casa quando una di queste crisi la colpì. “Sarah, stai male?” chiese Bobby che si era affacciato a salutarli e che aveva notato come improvvisamente la donna fosse diventata pallida. “Va tutto bene, non ti preoccupare” “Non ti starai stancando troppo vero? Non solo hai il tuo lavoro e la tua famiglia di cui occuparti ma ti preoccupi anche di questo inutile vecchio” “Lo sai che lo faccio volentieri Bobby!” “Sì … ma …” “Ti voglio bene. Ne abbiamo già parlato tante volte e io e Dean non ti permetteremo mai di chiuderti in una casa di riposo” “Non voglio essere un peso per voi due. Avete tutta la vita davanti ed è giusto che possiate viverla al meglio” “E tu sei parte di questa vita, lo sai … sai di essere importante non solo per Dean ma anche per me e John … in certi momenti senza di te non ce l’avrei fatta …”. Sarah decise di raccontargli delle sue crisi così che si rendesse conto che non era lui il problema. “E Dean non ne sa niente, vero?” chiese lui. “Niente. Non gliene ho mai parlato prima e non voglio dirglielo adesso. In questi ultimi giorni è più preoccupato del solito. Promettimi che non gli dirai nulla Bobby” “Penso che sia giusto che lo sappia ma mi fido di te e so che gliene parlerai al momento opportuno”. La voce di John li distolse dal dialogo. “E’ meglio che vada o faremo tardi. Ci vediamo dopo Bobby … Saluta lo zio, John”. Il bambino si avvicinò alla carrozzella dell’uomo che lo prese in braccio e lo abbracciò. “Ciao zio Boby … dopo storiella …” disse il piccino. Sarah e l’uomo si guardarono sorridendo, John non aveva ancora imparato a pronunciare correttamente il suo nome ed ogni volta la cosa li faceva ridere.
 
Siccome il negozio di alimentari dove andava di solito non era molto distante e la giornata era abbastanza calda decise di fare una passeggiata. Si trovò così a passare davanti alla casa dei genitori di Jessica, la sua amica d’infanzia, che non vedeva da quando lei e Dean avevano deciso di sposarsi: quel giorno Sarah era andata dall’amica subito dopo che lui le aveva chiesto di diventare sua moglie convinta che la ragazza sarebbe stata felice per lei ed invece la reazione di Jessica era stata estremamente fredda e l’aveva accusata di aver tradito la loro amicizia perché anche lei era innamorata di Dean ed era convinta che Sarah lo sapesse. Poco dopo il loro matrimonio l’amica era andata via e da allora non aveva più avuto sue notizie, almeno non direttamente da lei. “Buon pomeriggio Sarah, come stai?” chiese una voce femminile proveniente dal giardino della piccola casetta. Era la madre di Jessica che con grande felicità le comunicò che fra circa una settimana Jessica sarebbe tornata a casa. Sarah sapeva dei problemi che la sua vecchia amica aveva avuto in quegli anni, sapeva da altre persone che Jessica era stata ricoverata in una clinica per disintossicarsi, ma non osò chiedere nulla alla donna su questo. “Jessica è guarita dalla droga e può tornare a casa sua” le disse inaspettatamente la signora che in quegli anni aveva sempre fatto di tutto per evitarla. “Sono felice … veramente …” disse Sarah che sentendosi stranamente a disagio aggiunse “Devo proprio andare spero di poterla vedere presto”. “Non crederai che tutto tornerà come prima, vero? Solo perché Jessica torna finalmente a casa non penserai di poter cancellare quello che hai fatto. Eri la sua migliore amica e tu l’hai tradita e questo …” “Adesso basta Margaret! Sarah non sapeva che anche nostra figlia fosse innamorata di Dean … non puoi continuare così! Jessica ha scelto la sua strada da sola …” la interruppe il marito che era appena uscito da casa “Buona giornata Sarah ci vediamo domenica”. La donna capì dal suo sguardo che la stava aiutando ad uscire da quella situazione anche se lei avrebbe voluto chiarire la circostanza, difendere le sue scelte ed il fatto che non sapeva niente dei sentimenti dell’amica per Dean, ma non poteva poiché non voleva che il figlio vivesse quel momento e così ne approfittò: “Buona giornata anche a lei .. a domenica …”. E così dicendo proseguì per la sua strada. Lungo il tragitto non riuscì a smettere di pensare alla sua amica. Erano sempre state come sorelle fin da quando si erano conosciute, i genitori di Jessica collaboravano con suo padre e così loro passavano intere giornate insieme. Avevano sempre parlato di tutto e si erano sempre raccontate ogni cosa, sentimenti compresi, invece quella volta entrambe avevano evitato l’argomento. “Mamma triste?” chiese John e guardando quegli occhioni Sarah non poté fare a meno di sorridere: “No, cucciolo. Va tutto bene” gli rispose abbracciandolo. Quel bambino era la risposta ai suoi dubbi, se aveva sbagliato lo aveva fatto inconsapevolmente e John ne era la prova. Suo padre le diceva sempre che niente di buono poteva venire fuori da qualcosa di sbagliato, che ogni nostra azione ha una conseguenza uguale ma contraria. Perché in quelle ultime settimane stavano tornando a galla molte cose del suo passato? Perché aveva la sensazione che qualcosa volesse rovinare la sua vita e quella di Dean e distruggere la loro felicità? Sarah non poteva fare a meno di chiederselo sicura com’era che non avrebbe permesso a niente e nessuno di toccare la sua famiglia. Lei non lo sapeva ma anche Dean stava affrontando la sua stessa situazione, anche lui era alle prese con i fantasmi del suo passato.
 
Da solo, nell’officina dove lavorava, alle prese con la sua macchina da riparare, Dean pensava a suo fratello ed alla sua vita prima di conoscere Sarah. Nonostante le parole di Bobby e nonostante fossero passati sei anni senza che accadesse nulla l’aver pensato di vedere Sam quel pomeriggio al parco lo faceva preoccupare. Nonostante l’assurdità della situazione era sicuro di ciò che aveva visto. Dei passi lo distolsero dai suoi pensieri. “Ancora al lavoro ragazzo?” disse una voce maschile. “Buon pomeriggio signor Miller … stavo solo facendo delle riparazioni alla mia macchina”. Il signor Miller era il proprietario dell’officina. “Non ti giustificare. Avrei una proposta da farti, vieni in ufficio”. Dean non sapeva cosa dire e lo seguì all’interno. “Ormai sono vecchio. Fra qualche mese diventerò nonno per la seconda volta e mia moglie vorrebbe che mi dedicassi un po’ di più a lei. Questa officina l’ha creata mio padre e avrei voluto lasciarla a mio figlio ma siccome ho solo due figlie femmine la cosa non è possibile e ho deciso di lasciarla a te … se sei d’accordo, ovviamente” “Signore … io … non saprei cosa dire …” “Dimmi solo che ne parlerai con Sarah e poi mi farete sapere. Mia moglie e le mie figlie sono d’accordo, voi due ve lo meritate. Non preoccupatevi per i soldi … me li darete man mano che potrete”. Dean era sempre più senza parole. Quell’uomo era sempre stato gentile con lui, sua figlia Katy ed il marito erano stati i padrini del figlio, e adesso voleva lasciargli tutto quello. “D’accordo, questa sera ne parlo con Sarah e domani le faccio sapere” “Prendetevi pure tutto il tempo che volete per decidere tanto non ho intenzione di vendere l’officina a nessun altro Dean” “Sono sicuro che troverebbe qualcun altro a cui venderla” “Penso di sì ma voglio che sia tu ad averla ragazzo. In questi sei anni ho visto la passione che ci metti nel lavoro e credimi questo posto ha permesso a mio padre e a me di vivere in modo più che dignitoso per tutto questo tempo” “C’è sempre Jess, magari lui sarebbe interessato” “Tu parlane con Sarah e poi se decidete per il no proporrò la cosa a Jess”. Dean avrebbe voluto urlare che accettava ma c’era Sarah ed una decisione del genere la dovevano prendere insieme. “Se vuoi ti aiuto a finire le riparazioni alla vecchia Impala così puoi tornare prima dalla tua famiglia. Vuoi sapere una cosa strana a cui pensavo qualche giorno fa?” “Certamente …” “Circa quindici anni fa un uomo venne qui da me a fare delle riparazioni alla sua macchina, una Impala del ‘67 proprio come la tua: si chiamava John. So che quest’auto apparteneva a tuo padre e so che tuo figlio porta il suo nome … potrebbe essere stato lui quell’uomo?” “E’ possibile … è all’incirca quando ha comprato la casa dove abitiamo da quanto ne so … sarebbe una strana coincidenza” “E’ quello che pensavo anch’io ma devo dire che capirei perché la prima volta che sei entrato qui dentro ebbi la sensazione di averti già visto”. E così i due uomini si misero al lavoro insieme.
 
Sarah si stava allontanando da quella casa quando provò di nuovo quel senso di ansia ed un gran freddo e si accorse che un uomo poco distante da loro stava fissando lei ed il figlio in maniera insistente ma per fortuna il negozio era proprio lì davanti e vi entrò più in fretta che poteva. Quell’individuo era rimasto fuori ed anche il suo malessere era improvvisamente passato. Prese un bel respiro e si avviò ad acquistare tutto il necessario per le torte. Era un’impresa impedire al figlio di allontanarsi troppo da lei ma sentiva di doverlo tenere sotto controllo. Il bambino si stava distanziando per l’ennesima volta ignorando i suoi richiami ed allora disse: “John Winchester! Vuoi darmi ascolto … ti ho detto di rimanere vicino a me!” sapeva che chiamarlo con nome e cognome era il modo migliore per farsi ascoltare in certe situazioni. Tornando da lei il piccolo andò a sbattere contro un uomo lì vicino che nonostante la stagione indossava un impermeabile chiaro. “Angelo … angelo …” si mise a gridare il bambino. “John … basta …. Lo scusi ma gli piacciono le storie che racconta suo zio, specialmente quelle sugli angeli …” “Si figuri … mi chiamo James …” “Io sono Sarah … e lui si chiama John …”. Gli occhi di quell’uomo avevano una luce particolare e la donna si sentì stranamente al sicuro. “Non vorrei farvi perdere troppo tempo. Sono felice di avervi conosciuto … ciao John”. Sarah aveva la sensazione di doverlo ringraziare ma non ne capiva il perché e così lasciò che quella persona si allontanasse senza dire altro. Poco dopo stava controllando la lista della spesa per essere sicura di aver preso tutto quando l’ansia la prese nuovamente e più forte di ogni volta precedente. Si voltò di scatto e vide l’uomo che avevano incrociato in strada proprio dietro di lei. Istintivamente prese John e lo spostò dietro di sé. “Mi scusi ma vorrei proseguire” disse. Cercò di passargli a fianco ma l’uomo la prese per un braccio e la bloccò. Avrebbe voluto urlare ma non riusciva a parlare e la sua ansia aumentava. “Sei molto scortese Sarah” disse quell’individuo. La donna si chiedeva come facesse a sapere il suo nome visto che non si ricordava di averlo mai incontrato prima e riuscì solo a dire “Mi lasci andare subito … mi ha scambiata per qualcun’altra …” “Non così presto Sarah … non …”. “La signora le ha detto di lasciarla andare” intervenne qualcuno dalle sue spalle. Era l’uomo che avevano incontrato poco prima e così quell’individuo la lasciò libera. Mentre questi si allontanava, Sarah notò che i due uomini si guardavano intensamente come se si conoscessero e avessero qualche cosa in sospeso fra loro. “Grazie mille James. Quell’uomo deve avermi presa per qualcun’altra. Non so cosa volesse da me” “Di nulla Sarah è stato un piacere aiutarti. Penso che adesso non avrai più problemi”. La donna si voltò nella direzione verso la quale guardava l’uomo e vide Dean che stava arrivando. Sentì John dire “ciao angelo” ma quando si voltò per salutarlo James era sparito. “Scusa il ritardo amore ma il signor Miller è arrivato in officina ed ha voluto parlarmi. Dobbiamo discutere di una proposta che mi ha fatto”. Si accorse però che stava tremando: “Cosa è successo Sarah?”. “Andiamo a casa … poi ti racconto …” gli rispose abbracciandolo. Dean prese in braccio John e salirono in auto diretti verso la loro casa. Per tutto il tragitto Dean non poté fare a meno di stringere le mani di Sarah, quante volte lei lo aveva fatto con lui mentre le raccontava il suo passato, era il loro modo di sostenersi con un piccolo e silenzioso gesto che agli occhi degli altri passava inosservato ma che per loro aveva un’importanza enorme.
 
Arrivati a casa, lasciarono John a giocare nel salotto di Bobby mentre Sarah in cucina raccontava ai due uomini cosa le era successo. “Quella donna è insopportabile! Lo sa benissimo che io non sono mai stato innamorato di sua figlia. Deve smetterla di dare a te la colpa delle scelte sbagliate di Jessica!” “Non sono state le sue parole a ferirmi. La cosa più brutta è stato l’odio che ho sentito nella sua voce … la paura che ho provato mentre la guardavo” “Dovresti starle il più lontano possibile Sarah – intervenne Bobby – questa faccenda non mi piace”. “E non è tutto qui anche dopo mi è capitata una cosa alquanto inquietante” aggiunse la donna raccontando quello che le era successo dopo e di quei due strani incontri. Inoltre raccontò a Dean dei suoi malesseri. “Perché non me ne hai mai parlato?” “Era dalla morte di mia madre che non mi succedeva più ed ormai ero convinta che si trattasse veramente di un problema caratteriale”. In quel momento entrò John a reclamare la cena. “Ha ragione … guarda come si è fatto tardi. Vado a preparare” affermò Sarah guardando l’ora. “Se non ti dispiace io rimango un poco qui con Bobby, salgo fra mezz’ora … Ti amo Sarah”. Appena Sarah se ne fu andata Bobby prese per un braccio Dean e disse “Non mi piace dirlo, ragazzo, ma temo che Sarah e John si siano imbattuti in un …” “… demone” lo interruppe Dean. “Lo penso anch’io, Bobby. Secondo te dovremmo dirlo anche a Sarah? Non vorrei … ma stando in silenzio la metto ancor più in pericolo” “Non credo che ce ne sia bisogno per il momento. Ascolta: un uomo sui 35 anni, con un impermeabile chiaro, gli occhi azzurri ed i capelli castani. Non ti fa pensare a qualcuno che conosciamo?” “Stai pensando a Castiel? – chiese Dean stupito – Pensi che li stia proteggendo?”. “Credo proprio di sì. E dunque è inutile preoccuparsi troppo e spaventare Sarah. Con Cass che veglia su di loro la tua famiglia è al sicuro". Dean, invece, era agitatissimo; erano passati sei anni, pensava di essersi lasciato tutto alle spalle e si era costruito una nuova vita, e adesso? “Vado da loro, Bobby. Per quanto questa casa possa essere sicura preferisco esserci” “Prima vedi di darti una calmata! Così conciato Sarah capirebbe che qualcosa non va” “Se Cass è qui perché non è venuto ad avvertirmi?” “Non so. Magari è solo stata una coincidenza” “Però quel coso sapeva il suo nome! Quindi sapeva chi fosse!” “I demoni sanno un sacco di cose, l’hai dimenticato? Adesso basta. Calmati e vai da loro”. Così Bobby rimase solo nella sua cucina a pensare ad una cosa che lo lasciava perplesso: i malori di Sarah. Aveva una sua teoria che si era fatto ascoltando il racconto della donna per cui andò in camera da letto ed aprì il doppio fondo dell’armadio. Da anni non aveva più toccato quei libri che tante volte gli avevano permesso di aiutare i due ragazzi a sconfiggere i più diversi mostri che si erano trovati ad affrontare, ma adesso doveva scoprire se ciò che pensava potesse avere qualche riscontro.
 
Intanto, al piano superiore, Sarah stava finendo di preparare la cena mentre Dean si era messo a giocare con il figlio. A tavola l’uomo raccontò la proposta che gli aveva fatto il suo capo quel pomeriggio. “Le auto sono sempre stata la tua passione Dean. Sarebbe bello poter gestire quell’attività in prima persona, ti darebbe un sacco di soddisfazioni” “Sì … ma mi porterebbe via anche molto più tempo e ci costerebbe parecchio”. Sarah sapeva quanto il marito adorasse quel lavoro e sarebbe stato bello che avesse finalmente qualcosa di tutto suo ma effettivamente la loro situazione finanziaria in quel momento non era delle migliori, avevano da parte un po’ di soldi ma sicuramente non bastavano per acquistare l’officina. E poi c’erano quel suo ritardo e quei piccoli malesseri mattutini che aveva da qualche giorno. “Senti … magari ti sembrerà un’idea stupida … ma che ne diresti di proporre a Jess una società? Potreste rilevare insieme l’officina e dividere costi e ricavi”. Dean guardò la moglie stupito. Effettivamente poteva essere una buona idea: il lavoro sarebbe rimasto più o meno lo stesso per entrambi ed il costo sarebbe stato diviso. Sarah si accorse che il marito la stava fissando: “Cosa c’è? Ti sembra una proposta così insensata la mia?” chiese lei. “Assolutamente no! È un’idea stupenda, Sarah … solo che … sei bellissima amore mio” disse Dean alzandosi dalla sedia. L’uomo prese il figlio e lo sedette sulle gambe della moglie e poi li abbracciò entrambi: “Vi amo famiglia”. Sarah si accorse che l’uomo stava piangendo e dopo qualche insistenza riuscì a farsi spiegare cosa stesse succedendo. “E così l’uomo che ha allontanato quell’individuo sarebbe Castiel?” “Penso proprio di sì. Sono stato uno stupido a pensare di poter avere una vita normale! Un egoista che ha pensato solo a se stesso e non alle persone che amava!” “Non è vero … conoscevo il tuo passato quando abbiamo iniziato questa vita: quante volte mi hai ripetuto che se ti avessi sposato potevo trovarmi in pericolo? Questo è quello che hai sempre desiderato Dean ed insieme non permetteremo a niente e nessuno di rovinare ciò che abbiamo. Questa cosa mi fa paura, è vero, ma è più grande l’angoscia di perdere te … insieme abbiamo affrontato le tue paure e continueremo a farlo. Sei stato il primo uomo con cui ho condiviso un letto … con cui ho diviso me stessa, amore mio. Accanto a te sono diventa madre … sono diventa una donna …”. Gli occhi di Sarah brillavano di una luce particolare, quella stessa luce che aveva visto la prima volta che l’aveva incontrata e che l’aveva conquistato. Lo sguardo della donna aveva un qualcosa di unico che la rendeva speciale anche se Dean non ne capiva il perché. Solo una volta aveva visto quella luce negli occhi di una persona. Ma Anna era particolare ed unica, almeno era quello che pensava lui. “Ma sono stati anche sei anni in cui ti sei trovata a condividere il mio passato, i miei incubi, le mie crisi isteriche. In molti momenti ero uno schifo e so che non è stato facile per te. Ti sei trovata improvvisamente sola ed io invece di aiutarti ero un peso … mi dispiace cucciola” “Forse … in certi momenti … ma oggi …”. Le parole di Sarah furono interrotte dal piccolo John che era lì, seduto sulle sue ginocchia, e che reclamava l’attenzione del suo papà: “Andiamo giocare papà” disse. “Papà arriva fra un attimo piccolo mio” rispose Dean. “Guarda nostro figlio e dimmi che pensi veramente che questi anni siano stati brutti, Dean! A volte è stato difficile, è vero, ma quando vedo John so che ne è valsa la pena. Lui è la risposta a tutto … un bel fiore non può nascere da un seme cattivo. Ti amo e ti amerò per sempre” disse Sarah guardando il figlio che si sistemava nel suo angolo dei giochi. “Non volevo dire questo Sarah … ma a quante cose hai rinunciato per me? Quante cattiverie hai sopportato dopo il nostro matrimonio? Voglio solo che tu … che voi possiate essere felici. Vorrei solo invecchiare accanto a te e che nostro figlio crescesse con l’affetto e la presenza della sua mamma. Desidero che abbia tutto ciò che non ho potuto avere io. Questo è il mio piccolo angolo di paradiso”. Quando decisero di sposarsi molti abitanti della cittadina non si erano fatti problemi a criticare la scelta di Sarah, suo padre se n’era andato e la sua migliore amica la odiava. Per mesi avevano avuto gli occhi di parecchia gente puntati sulla loro casa nella convinzione che il loro matrimonio sarebbe presto fallito, che la differenza d’età era troppa e che Dean si sarebbe dimostrato un poco di buono e la ragazza si sarebbe ritrovata sola e magari con un figlio da dover crescere. Oltretutto c’erano i problemi di lui a rendere più difficile la situazione ma Sarah non aveva mai mollato ed ora tutti i suoi concittadini ammiravano la loro famiglia. Erano stimati e rispettati anche se avevano trovato dei veri amici solo nella famiglia del signor Miller e poi in Helen e Jess quando arrivarono in città. “Ed è anche il mio, amore. So che non pensavi che avessimo sbagliato, ma non voglio che tu ti senta in colpa per le cose brutte che sono capitate … a volte queste succedono e basta. Qualunque cosa accada l’affronteremo insieme come abbiamo sempre fatto. Mia madre mi diceva: segui sempre il tuo cuore e la vita ti ricompenserà. Adesso finiamola di parlare di tutto questo Dean. Va ha giocare con John mentre io finisco di riordinare la cucina, poi vi raggiungo”. Nello stesso momento Bobby aveva rinunciato a continuare nelle sue letture senza aver ottenuto i risultati sperati. Nessun libro aveva confermato o smentito quanto pensava, aveva solo il ricordo dei racconti della sua amica Pamela su come lei avesse scoperto di essere una sensitiva: il forte senso di paura e di vuoto che la prendeva prima di imparare a controllare le sue capacità. Purtroppo la donna era morta anni prima aiutando i suoi ragazzi e non avrebbe potuto facilitarlo in quella ricerca. Guardava la foto insieme a Dean ed alla sua nuova famiglia e non poté fare a meno di pensare al suo grande amico: “John, cosa faresti tu al mio posto? I tuoi ragazzi sono stati dei figli anche per me e non voglio che Dean passi ciò che hai subito tu”.
 
Qualche ora dopo Sarah e Dean erano nella loro camera da letto. Di solito quello era il momento dedicato a raccontarsi la loro giornata ma oggi ne avevano già discusso abbastanza ed erano lì a fissarsi l’un l’altra senza sapere cosa dire. “Ho passato anni a lottare contro ogni tipo di male … a difendere l’unico legame che mi era rimasto … Sono riuscito ad andare avanti dopo aver perso Sam e poi ho incontrato te. Un lavoro normale … una casa … un figlio … sei anni passati a costruire una vita tranquilla, e adesso?” “Uniti nella buona e nella cattiva sorte, questo è il matrimonio Dean. Qualunque cosa possa succedere io non ti lascerò mai!”. Dean la guardò avvicinarsi a lui ed appoggiare il viso al suo petto e non poté fare nient’altro che abbracciarla. Sentire il profumo dei suoi capelli, avvertire il calore del suo corpo ed il suo respiro, era qualcosa a cui non avrebbe mai potuto rinunciare. Stringerla fra le sue braccia così fragile ed indifesa gli faceva sentire una immensa responsabilità: la sua piccola dolce Sarah si era sempre fidata completamente di lui, aveva stravolto la sua vita per lui, sentiva il dovere di fare tutto per non deluderla. La osservava dormire e ripensò alla prima volta in cui avevano condiviso quel letto; quanto era cambiata da allora la sua vita e quanto era cambiato lui. Era diventato un uomo affidabile ed un padre ed un marito stimato, chissà cosa avrebbero detto i genitori, il fratello e gli amici della sua vecchia vita nel vederlo così.
  

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Supernatural / Vai alla pagina dell'autore: Sarah1977