Capitolo
V
17/3/1999
S’incontrarono
all’inizio delle
scale.
“Oh.
Ciao. Anche tu stai andando…
su?” gli chiese Hermione indicando con un cenno i piani
superiori.
“Sì.
Sono passato in camera a
lasciare dei libri.” rispose Draco.
“Anch’io.
Ho preso il libo di
Antiche Rune; tra poco c’è un compito, sai; solo
due settimane.”
“Solo?
– il ragazzo sorrise. –
Andiamo?”
Entrambi
fecero un passo verso le
scale; entrambi si tirarono indietro, indicando all’altro di
andare per primo.
Si guardarono per qualche secondo, imbarazzati ed indecisi, poi
Hermione fece
un passo avanti qualche istante prima del ragazzo.
Iniziò
a salire rapidamente; si
sentiva a disagio nel sapere che lui era dietro di lei, e non le
piaceva dare
le spalle a qualcuno. Si sentiva vulnerabile.
Superarono
i primi due piani in
silenzio; Hermione rallentò un po’ il passo, a
corto di fiato. Draco le sfilò
quasi la scarpa con il piede, inavvertitamente; si scusò
arrossendo e Hermione
accelerò di nuovo.
Terzo
piano. Non c’era nessuno in
giro; quella torre era poco frequentata perché fuori mano e
piena di aule
vuote. Piaceva molto ai fantasmi. E alle persone sole, naturalmente.
Quarto
piano. Draco si schiarì la
voce.
“Ho
scritto ai miei genitori. –
disse a metà tra quarto e quinto piano. – Non li
sentivo da Natale.”
“Ah.”
“Ho
scritto loro dei miei ultimi
voti. Sono migliorato parecchio, ultimamente. – Hermione lo
prese come un
tacito ringraziamento. – Penso che saranno
contenti.”
“Lo…
lo penso anch’io.” disse
Hermione senza voltarsi.
Quinto
piano. Percorsero
rapidamente il corridoio fino alla loro stanza; una volta dentro,
entrambi
tirarono un sospiro di sollievo.
***
19/3/1999
Poco
lontano dall’aula di
Trasfigurazione Draco si accorse di essere seguito; tra metri dietro di
lui
Hermione stava cercando i far entrare nella borsa una
quantità decisamente
eccessiva di pergamene.
Si
fermò ad aspettarla, ma lei no
si accorse di lui finché non le parlò.
“Ciao.
– Hermione sobbalzò, facendo
cadere parecchi fogli; Draco si chinò a prenderne alcuni.
– Non ti preoccupare,
non voglio rubarti gli appunti.”
“Sicuro?
L’ultima volta che ho
visto i tuoi appunti non ero nemmeno riuscita a decifrarli tutti; forse
ne
avresti bisogno. – Draco fece una smorfia, passandole i
fogli. – Grazie. Ho
visto che oggi eri in quinta fila.”
“Ultimamente
le lezioni sono
interessanti, così ho deciso di concedere più
attenzione alla McGranitt. Mai
provato ad allargare magicamente la borsa?” le chiese mentre
lei continuava a
litigare con le pergamene.
“Già
fatto; è al massimo della
capienza magica.” rispose girando la borsa verso di lui.
Sembrava una grossa
stanza colma di libri, pergamene, piume, ed ancora altri libri. In
lontananza
gli sembrava di aver visto anche dei vestiti ed un paio di bottiglie
d’acqua.
“Sei
sicura che tutta quella roba
ti serva?”
“Preferisco
essere… sempre pronta.”
disse Hermione stringendosi nelle spalle.
“Sempre
pronta ad un’interrogazione
su ‘Storia di Hogwarts’?”
“E’
uno dei primi libri che ho
letto sul mondo magico. Mi piace rileggerlo spesso.” rispose
arrossendo.
“Io
non l’ho mai letto. Mi bastano
le lezioni di Rüf, per quanto riguarda la storia.”
“Ma
la storia di Hogwarts è
diversa! Hogwarts è… diversa. – disse
Hermione sfiorando un muro con una mano.
– Quando ho ricevuto la mia lettera, ho sognato per quasi un
anno il momento in
cui sarei arrivata a scuola. Passo più tempo qui piuttosto
che nella mia vera
casa… quando sono con i miei genitori continuo a chiedermi
quanto manca al
ritorno a Hogwarts.”
“Io
non vedo l’ora di andarmene.
Non vedo l’ora di prendere i M.A.G.O. e finirla una volta per
tutte con questo
posto.” replicò Draco scrollando le spalle per
dissimulare un brivido. Hermione
si chiese se anche a lui era capitato di non passare nei corridoi
più bui per
paura di ciò che poteva nascondersi nell’ombra.
Lei una volta aveva proprio
cambiato piano.
“Nell’ultima
edizione di ‘Storia di
Hogwarts’ parlano della battaglia dell’anno scorso.
– disse la ragazza a bassa
voce. Una cosa detta a bassa voce sembra sempre meno reale. –
Non l’ho ancora
comprata.”
Draco
illuminò la punta della
bacchetta e la precedette in un corridoio buio.
***
23/3/1999
Hermione
guardò l’ora, cercando
contemporaneamente di sistemarsi la treccia; l’acconciatura
ordinata del
mattino era un lontano ricordo, dopo le lezioni del pomeriggio.
Affrettò
il passo nei punti in cui
i corridoi erano sgombri, per poi rallentare quando incrociava
qualcuno; non
voleva dare l’idea di essere di fetta, ma effettivamente
sapeva di essere in
ritardo.
Svoltò
l’ultimo angolo quasi di
corsa, guardandosi indietro per controllare un’ultima volta
che non ci fosse
nessuno, e andò a sbattere contro Draco.
“Ma
che… eri fermo in mezzo al
corridoio?!”
“Sì,
certo, aspettavo con
impazienza che qualcuno mi venisse addosso! Ti pare? Tu, piuttosto,
stavi
correndo?”
“No!
E’ vietato correre per i
corridoi.”
Si
guardarono dopo essersi
rialzati; entrambi erano sicuri di non essersi fatti scoprire.
“Be’,
già che ci siamo, andiamo su?
– chiese Draco dopo qualche secondo. Hermione
annuì in silenzio. – Però vai
avanti tu. Non voglio essere travolto di nuovo.” aggiunse
cedendole il passo.
***
25/3/1999
Hermione
guardò l’ora per la terza
volta in un minuto. Aveva deciso di non fermarsi a parlare con la
professoressa
di Antiche Rune ed usare quel tempo per tornare di corsa in camera e
cercare di
dare ai capelli un aspetto decente. Si era rifatta la treccia ed aveva
anche
cambiato la camicia, prima di affrettarsi verso le scale che facevano
di
solito.
Secondo
i suoi calcoli, avrebbe
dovuto arrivare in prefetto orario, ma di lui non c’era
traccia. Era lì già da
dieci minuti: per i primi tre aveva finto di sfogliare un libro, i
successivi
due aveva controllato gli appunti del giorno. Gli ultimi cinque li
aveva
passati a guardare l’orologio.
Hermione
contò fino a sessanta
camminando lungo il corridoio; alla fine sbuffò e si
avviò verso le scale,
chiedendosi perché fosse così arrabbiata.
Dopotutto non si erano mai dati
nessun appuntamento. Semplicemente, s’incontravano nella
stanza: era stato
stupido da parte sua pensare che lui avrebbe rispettato
quell’orario solo
perché era capitato così negli ultimi due mesi.
A
metà della rampa che portava al
terzo piano per poco non fu lui a travolgerla; erano così
assorti nei propri
pensieri che nessuno dei due aveva sentito i passi dell’altro.
“Oh.
Ciao. Eri già su?”
“Giusto
da una decina di minuti o
poco più.”
“E
perché stai andando via?”
“Io
ho… ho dimenticato un libro in
camera. Il libro di Trasfigurazione.”
“Domani
non abbiamo
Trasfigurazione.”
“Voglio
portarmi un po’ avanti. E’
così difficile da credere?”
“In
effetti, sì.” Disse Hermione
ridacchiando.
“La
tua compagnia mi fa male. Tu
stai andando su?”
“Sì.
Ci vediamo dopo, allora.”
La
ragazza cominciò a salire, ma
Draco rimase fermo.
“Senti,
ora che ci penso non ho
tanta voglia di andare fino in camera; puoi prestarmi il tuo
libro?” disse
velocemente.
“Certo:
basta che non lo pasticci
con la tua scrittura.”
Draco
fece una smorfia e la
raggiunse sulle scale.
“Tu
vai via per Pasqua?” gli chiese
Hermione all’altezza del quarto piano.
“Io?
Sì, sì, vado via. Andrò dai
miei per un po’.” rispose lui. La bugia gli era
venuta alla labbra non appena
aveva sentito la domanda.
“Anch’io.
Un po’ mi mancano, i
miei, anche se ormai conosco più Hogwarts di casa
mia.”
Quinto
piano. Entrarono nella
stanza e si sedettero ai loro soliti posti; ormai erano a meno di mezzo
metro
di distanza.
Hermione
annusò l’aria mentre
cercava il libro di Trasfigurazione.
“Ma…
lo senti anche tu questo
profumo?” gli chiese passandogli il libro.
“Oh,
sì, leggermente. Non è male.”
“No,
no. – Hermione annusò ancora,
e sorrise. – Però è un po’
troppo.”
Mentre
apriva il libro
fingendo di cercare una pagina, Draco si appuntò mentalmente
di mettere meno
profumo.
Buon
pomeriggio!
Come
sempre ringrazio per le
recensioni, questa volta Bambolinazzurra e Lumosmaximalove; ripeto, la
storia
nella mia testa è già finita, il problema
è solo trovare il tempo di mettermi
lì a scriverla… per ora sto approfittando del
ponte per portarmi avanti! ;)
Spero
che vi piaccia anche questo
capitolo, e ringrazio anche tutte le persone che seguono
silenziosamente…
A
presto,
Contessa