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Autore: Fiorels    09/12/2011    52 recensioni
E tutto va proprio come avevo immaginato; in poco, pochissimo tempo, resto sola. Sola con le mie lacrime, con i miei pensieri, con i miei ricordi.
Sola con quell’amore che doveva essere la nostra svolta.
Sola senza sapere di non esserlo davvero.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kristen Stewart, Nuovo personaggio, Robert Pattinson
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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TP - cap 3 Girls, dire che le vostre 63 (!!) recensioni al primo capitolo sono state inaspettate e sconvolgenti è assolutamente riduttivo. Non pensavamo che la storia potesse avere una simile partenza col botto e...beh, vi ringraziamo dal profondo dei nostri cuoricini *-----*
Purtroppo non possiamo rispondere a molte delle domande che avete posto o vi daremmo degli spoiler troppo evidenti ahahah u__u. Spesso siamo volutamente un pò criptiche perchè ogni cosa deve essere rivelata al momento giusto ;) 
Una cosa però ci tenevamo a precisarla. Quando Kris lascia Rob non sa di essere incinta, quindi quello non è il motivo. (Il vero motivo è una di quelle cose che scoprirete a momento debito u.u). E poi, come detto, quando cerca di riavvicinarsi a Rob e dirgli della gravidanza vede che lui è sereno e felice con un'altra e quindi.., quindi rinuncia. Atteggiamento criticabile ma cercate di capire Kris, soprattutto perchè aveva i suoi buoni motivi u.u ve lo garantiamo :)...(sempre tutto scoperto a tempo debito u.u)
Detto questo.... vi lasciamo al capitolo 2, sperando che la storia continui ad intrigarvi. Pronte per un salto nella mente di Rob?? ;)

Ci si risente fra cinque giorni,
Cloe&Fio

PS: Anche qui abbiamo un piccolo 
suggerimento musicale 





Capitolo 2

for a long time
 
POV Robert

“Kristen..”
E per quelli che dovevano essere i successivi 30 secondi non ebbi la forza di dire altro. Trenta secondi, trenta minuti, trent’anni..
A quel punto non capivo più neppure la differenza. Era come se il tempo si fosse cristallizzato ruotando intorno al viso della donna che mi stava davanti e lo scorrere avesse perso ogni tipo di logica o senso.
Il viso di una donna che un tempo avrei detto di conoscere bene, forse più di me stesso.
Teneva i capelli sciolti sulle spalle, lunghi e lisci come li aveva sempre portati e sembrava..sembrava sempre la stessa. Anche se erano passati..
Sette anni.
Sette anni?
Erano davvero passati sette anni da quando l’avevo vista l’ultima volta faccia a faccia?
Il primo, impulsivo, irrazionale istinto fu quello di sorriderle. Era l’istinto che la ricollegava a tutti i bei ricordi, ai momenti felici, ai baci, alle pause sul set, al suo profumo, al mio cuore che batteva per lei.
Inutile dire che quell’istinto si spense nell’istante in cui i miei occhi si spostarono nei suoi. Spalancati, impauriti della mia reazione, verdi e freddi. Gli stessi occhi con cui lo aveva massacrato, il mio cuore.
“E tu che ci fai qui?”
Le parole mi uscirono naturali, così come naturale fu il fare un piccolo ma rapido passo indietro e lasciare cadere la rivista nel palmo della sua mano aperta. Non l’avrei sfiorata. No, non avevo alcuna intenzione di farlo.
Nonostante facesse male i miei occhi non riuscivano a smettere di fissarla e di catturare ogni singolo gesto o reazione. Si passò la lingua veloce sulle labbra, le guance le si tinsero di rosa, le palpebre sbatterono decine di volte, il respiro divenne affrettato..
E io non smettevo di fissarla.
Perché non smettevo di fissarla?
E perché lei non smetteva di fare altrettanto?
Perché il mio cervello continuava a registrare i suoi piccoli, impercettibili movimenti come se non fosse passato neppure un giorno dall’ultima volta che ne era stato a contatto?
Qualcuno rise con forza poco distante e mi aggrappai a quel suono per sfuggire a qualunque cosa fosse quello strano momento. Distolsi lo sguardo, e mi fece male. Ma non tanto quanto me ne aveva fatto vedere lei.
“Io..” aggrottò le sopraciglia. Sembrava quasi che le parole le mancassero totalmente. Si guardò nervosamente attorno e mi parve un animale in gabbia.
Completamente terrorizzata.
E non era poi così assurdo che si comportasse a quel modo. Negli ultimi anni era completamente scomparsa. Insomma, lavorava e, nell’ambiente cinematografico, era molto conosciuta ma viveva a Vancouver e raramente partecipava ad eventi mondani. Ciò che sapevo era che passava la maggior parte del tempo a scrivere e..con sua figlia.
Deglutii, cercando di schiarire la mente.
Lei aveva la sua vita, io avevo la mia vita e il passato era esattamente quello. Passato.
“Voglio dire è..”
E’ bello rivederti?
Dopo quello che era successo non sembrava affatto la frase più appropriata da dire e neppure la più sincera.
“Sì è..” anche lei trascinò la frase e capii che, se non fossi intervenuto io, saremmo rimasti lì tutto il santo giorno.
“Lavori alla produzione del film?”
Mentre dicevo quelle parole sentii le viscere contorcersi. Non avrei mai accettato neppure di presentarmi a quel provino se avessi saputo che lei..
D’altra parte, però, il pensiero di lavorare ancora con Kris non mi fece scattare quell’angoscia che mi ero immaginato avrei provato. Il che era assurdo.
Avrei dovuto mettermi a correre il più lontano possibile da lì. Anzi, avrei dovuto scattare non appena i miei occhi si erano posati nei suoi e, invece, ero ancora lì come un grande idiota..
“No” abbozzò un piccolo sorriso che non sembrava affatto sincero “In realtà non so se sai che ho una figlia..e..lei, insomma non è che sia eccitata dalla cosa ma si è appassionata alla recitazione e quando l’ho detto a Catherine, lei..una cosa tira l’altra e..uhm.. Nemmeno io sapevo che tu fossi coinvolto o..”
“Sì, beh..uhm..Catherine ha detto che ero perfetto e ha insistito per mesi, così..”
Se quello era un qualche tentativo della nostra vecchia ‘amica’ di farci tornare a lavorare insieme, io..
“Se lo avessi saputo..”
Cosa?
Non si sarebbe presentata?
Il ricordo di ciò che era stato fra noi, dell’umiliazione, del dolore era ancora troppo vivido?
Sì..
Per me, almeno, lo era di certo.
“Beh io..devo sai..vado a rivedere la scena che dobbiamo..”
“Certo, certo” annuì veloce “Ci vediamo allora”
Scappò via così veloce che non ebbi il tempo di salutarla. Non che la mia mente avesse la capacità residua di farlo o..
Sentii l’impellente necessità di rimanere da solo anche solo per un paio di minuti. Infilai il copione in tasca e più velocemente possibile mi misi a correre verso il bagno. Era vuoto e non persi tempo ad infilarmi in uno dei cubicoli.
Cercai di respirare e di trovare la coerenza, il senso..in tutto ciò che era appena successo. Ma un senso non ce l’aveva. In quegli anni mi ero così tanto convinto che lei  fosse fuori dalla mia vita per sempre, che non l’avrei mai più rivista, che ora..ora mi sembrava di vivere un sogno.
Un incubo.
Un sogno..
No, un incubo. Un incubo.
Eppure, mentre chiudevo gli occhi e appoggiavo la fronte al muro, tutto ciò a cui pensavo non mi procurava orrore. Per niente.
Gli anni erano stati davvero gentili con lei:si era trasformata da una bella ragazza a una donna..spettacolare. I contorni del suo volto erano più definiti, gli zigomi sembravano più alti ed eleganti, la bocca più piena. Emanava un fascino sottile anche mentre mi guardava spaurita ed imbarazzata.
E un’ondata di rabbia montò in me, bianca, ribollente, quasi traboccante, prima che riuscissi ad arginarla. Quella forza improvvisa mi aveva colto di sorpresa. Erano anni che mi sforzavo di seppellire le mie emozioni e di controllare il mio carattere, il dolore e l’odio, e l’assurdo am..
No, l’assurdo affetto che una parte di me ancora provava per lei.
Avevo decisamente bisogno di calmarmi e c’era una sola persona che era in grado di farlo quando mi sentivo perso come, nel corso degli ultimi anni, ero stato spesso.
La linea squillò per così tanto tempo che quasi temetti che non avrebbe risposto.
No, avevo bisogno di parlare.
Ti prego, ti prego, ti prego..
“Pronto?”
“Era lì. Sono venuto al provino e lei era lì. Non l’ho riconosciuta subito ma quando le è caduta la rivista e io mi sono chinata a raccoglierla e lei si è alzata e..” mi passai una mano fra i capelli. Le parole mi uscivano sconclusionate ma non riuscivo a dar loro un senso logico neppure sforzandomi. “Ed era sempre la stessa ma..diversa. Più grande e più..più bella.”
Sentii Tom sospirare. “Rob ti ha dato di volta il cervello? Ok che non la vedi da un po’ di tempo ma non credo che tutti questi cambiamenti siano possibili in sette..”
“E invece sì! Mi si è bloccato il respiro non appena l’ho vista ed eravamo così vicini che potevo sentire il suo respiro sulla faccia e..”
“Beh, che c’è?” Tom sembrava quasi divertito “L’hai baciata?”
“Cosa?” esclamai
Ma si era bevuto il cervello?
“No, no che non l’ho baciata! Ero sorpreso e scioccato!”
“Beh, ma è stata una bella sorpresa no?”
Fissai allibito la porta davanti a me.
“Tom ma sei scemo?”
“Rob, è la tua fidanzata, vi sposate fra meno di un mese…sei scemo tu? Ok ti ha fatto una sorpresa ed è venuta a darti supporto al provino e so che quando ami qualcuno anche sette giorni lontani sembrano anni e sei felice ma..ma non esagerare ok?” borbottò lui “Oltretutto stavo mangiando e mi hai fatto andare di traverso il panino. Ah ho anche iniziato a scrivere il mio discorso da testimone..ahah ti dico solo che ci sarà da ridere.”
Mi morsi il labbro, alzai gli occhi al cielo, e presi un lungo sospiro. Aveva frainteso tutto. Ovvio, non mi ero spiegato, non..
“Tom non ho visto Shelby al provino. Lei è ancora a New York”
“E allora chi hai visto?”
“Kristen” mormorai “Ho visto Kristen”
Mi bastò il silenzio seguito dal suono di vetro infranto che avvertii dall’altra parte  per capire che Tom, in quel momento, doveva avere un’espressione molto simile alla mia di pochi minuti prima.
“Kristen?”
“Già..”
“Stewart? La nostra Kristen?”
Avrei tanto voluto dirgli che non era quella Kristen ma..
“Sì..”
La nostra Kristen..
“Cazzo” disse solo “Cazzo”
“Sì, beh..” mi bloccai quando sentii l’avviso di un'altra chiamata in arrivo. “Aspetta in linea un secondo”
Quando aprii l’altra conversazione sentii una voce famigliare tanto quella di Tom salutarmi.
“Amore!”
Per un attimo sussultai al tono allegro, gioviale e felice di Shelby ma subito mi ripresi. Dopotutto era una delle qualità che più amavo in lei. Era sempre stata così, solare e vivace, fin dal primo giorno in cui l’avevo conosciuta sul set, sette anni prima. Io che dovevo interpretare Jeff Buckley e..e non mi era stato affatto difficile calarmi nel personaggio. Non mi era stato difficile recitare la parte di un artista tormentato, depresso, infelice.
Mi bastava essere me stesso. Da quando era finita con Kristen mi ero chiuso in me stesso e non avevo lasciato a nessuno il permesso di aiutarmi, di entrare di nuovo nel mio cuore a lenire il dolore. Solo Tom di tanto in tanto, ma non era facile. Non quando lui aveva sofferto tanto quanto me quando lei ci aveva abbandonati.
E Shelby era stata letteralmente la mia boccata d’aria fresca; con la sua gioia di vivere e la sua spensieratezza mi aveva riportato ad avere un’esistenza quasi normale. Le dovevo tanto..tutto.
Mi aveva aiutato ad uscire dalla mia folle, ridicola idea di amore e destino a cui ero rimasto aggrappato per anni. Per quanto tempo avevo sperato che lei tornasse da me? Che il fato, Dio o qualunque altra cose ci fosse lassù ci avrebbe riportati insieme? Perché io l’avrei sempre perdonata se lei fosse tornata e, per mesi, avevo pregato che lo avrebbe fatto.
Ma, poi, con Shelby, avevo capito una cosa fondamentale. Avevo capito che Kristen non sarebbe tornata mai. E avevo anche capito che, forse, essere felici in qualche modo, anche solo un pochino, era meglio che soffrire per qualcuno che non avremmo mai potuto avere.
“Rob, mi ascolti?”
“Sì, sì..scusa”
“Tutto bene? Sembri strano”
“No, è che..” mi trattenni dall’impulso di raccontarle tutto. In fondo non c’era nulla da raccontare e, a poche settimane dal matrimonio, tirare fuori lo spettro della mia ex fidanzata, con cui ancora doveva convivere grazie alla stampa, era inutile. Inutile ed assurdo. “E’ solo che mi manchi”
Sentii una strana stretta al cuore mentre mi rendevo conto che quella era in parte una bugia. Era una settimana che non ci vedevamo visto che io ero bloccato a Los Angeles e lei a New York per i costumi di un film d’epoca e..e  mi era mancata.
In un certo senso.
Mi era mancata come mi mancavano i miei genitori, come mi mancava Tom; mi mancava come mi mancavano gli amici. Mi mancava soprattutto l’effetto rilassante e rinvigorente che mi dava il suo spirito.
“Oh mi manchi anche tu! Ma devo dire che mi sto divertendo. Quanto amo il mio lavoro quando si tratta di film d’epoca e posso lavorare con pizzi, merletti e decine di bellissimi costumi!” sospirò “Ah, volevo soprattutto dirti di chiamare tua madre quando puoi. Il prete ha qualche problema coi certificati o qualcosa del genere”
“Certo, certo. Senti devo lasciarti adesso. Tra poco ho un provino.”
“Okay” mormorò dolce “Ti amo tanto. E non vedo l’ora di essere tua moglie”
“Ti amo anche io”
Ed era vero. La amavo, ma dirle che contavo i minuti che mi separavano dal diventare suo marito sarebbe stata una bugia e a lei non ne avevo mai raccontate. Era solo che il matrimonio con Shelby era arrivato come una cosa logica e sensata, non come uno di quei momenti di puro e totale amore rivelatore. Dopo anni insieme era giusto compiere quel passo e sapevo che, con lei, sarei stato al sicuro e felice..
Sì..
Cambiai linea senza riuscire a trattenere una sorta di gemito.
“Tom devo scappare.”
“Ok, senti..vorrei sapere cosa dire per..”
Sapevo esattamente come si sentiva: non c’era assolutamente nulla da dire.
“Non fa niente, va bene così”
“E’ invece non va affatto bene così. Insomma non è giusto che dopo tutto quello che hai passato, proprio ora..” si interruppe come se stesse cercando le parole giuste “Senti, se ti capita di parlarle dille che..insomma dille che la..No, lascia stare. Non dirle nulla.”
Riagganciai e uscii dal bagno. Avevo sperato che parlare con Tom mi avrebbe aiutato ma la realtà era che non mi aveva fatto per nulla bene e, soprattutto, sapevo di aver riaperto una vecchia ferita anche per Tom.
Ritornai piano nel corridoio, guardandomi attorno alla sua ricerca. Mi fermai quando la vidi distante nella stanza a parlare con Catherine e, nonostante tutto, non potei non guardarla rapito. La stoffa della sua maglietta rendeva i suoi occhi verdi quasi grigi nella luce, quel colore inconfondibile anche a distanza. Dio, perché ogni volta che la guardavo mi sembrava sempre più bella?
E io mi stavo per sposare e quei pensieri, anche se non avrebbero portato a nulla, erano sbagliati. Sbagliati nei confronti di Shelby e della promessa che avevo fatto a me stesso sette anni prima: cancellare Kristen dalla mia vita in ogni modo.
E forse..forse anche fare quel provino era un grande errore. Se la figlia di Kris fosse stata presa e anche io..
No, dovevo andarmene da lì il prima possibile. Dopotutto era solo un film, uno stupido film come tanti altri e non ne valeva la pena.
Proprio nel momento in cui stavo per voltare le spalle al mio passato ed andarmene dall’edificio apparve una ragazza con una bambina a fianco. Erano prese da una conversazione piuttosto animata e non si accorsero della mia presenza così vicina. La giovane le servì un bicchiere d’acqua.
“Allora, sei nervosa?”
Vidi la piccola scuotere il capo da dietro. “No, eccitata. Mamma Kris sta parlando con la  regista. Mamma è più nervosa di me, mi sa”
Rise e capii.
Mamma Kris.
La figlia di Kristen..
Potevo vedere solo i suoi capelli biondi ma ci fu qualcosa..una sorta di attrazione. Un istinto primordiale mi spinse ad avvicinarmi di un passo. Era alta per la sua età, riflettei.
La ragazza, che riconobbi come una delle assistenti di Catherine, si accorse di me e mi sorrise. Attesi con il cuore in gola finchè anche la bimba si voltò, offrendomi da vicino la vista del suo volto.
Il fiato mi uscì di colpo dai polmoni, come se fossi stato colpito con forza allo stomaco.
Rimasi a fissarla , immobile come una statua, mentre la mia mente viaggiava a cento allora.
Quella era..
No, non poteva essere vero.
Eppure la prima cosa che avevo  pensato non appena i suoi occhi verde acqua si erano postai su di me era stata: quando ho avuto una figlia?
E soprattutto: quando ho avuto una figlia con Kristen?
No, no.
Kristen aveva una figlia. Una figlia con un altro uomo.
Con James o..o con qualcuno che io non conoscevo..
“Ciao” mi sorrise, dolcissima. “Ciao”
Il suo sorriso, i suoi occhi, le sue fossette..
Una parte di me voleva davvero risponderle ma l’altra parte era troppo presa ad analizzare la sua figura, il suo volto, il..
“Haley, forse è il caso che andiamo dalla mamma. Credo che il provino stia per iniziare”
Il sangue mi rimbombò nelle orecchie mentre guardavo l’assistente che spingeva con delicatezza mia figlia dall’altra parte della sala.
Mia figlia?
Mia figlia!
Nel farlo, notai uno scintillio sulla stoffa della sua maglietta.
Il ciondolo. Il mio ciondolo. Il nostro infinito..
Per sempre Kristen, come il nostro amore..
 “Haley..”
Quella parola mi uscì come un flebile sussurro.
Haley.
Un ricordo mi attraversò la mente come un lampo.
“Facciamo una cosa tipo Renesme. Un mix dei nomi delle nostre mamme” Kris mi baciò la guancia e sprofondò il volto sul cuscino al mio fianco.”Mmmm, vediamo. Julere? Clailes?”
Risi forte, metà divertito, metà orripilato. “Kris, non sei nemmeno incinta”
“E non è neppure nei miei piani più prossimi ma meglio portarsi avanti. Queste sono scelte che richiedono tempo.” Ribattè.
“Quindi se è maschio come lo chiamiamo?” risi “Johnard? Ahaha Kris è ridicolo.”
Scosse le spalle. “E’ inutile pensare ad un nome da maschio. Avremo una bambina”
La strinsi leggermente a me, affondando il volto fra i suoi capelli. Un giorno avremmo avuto una famiglia tutta nostra. Ci saremmo sposati, avremmo trovato una casa e saremmo rimasti insieme per sempre.
“A me piace Claire, Amy…Haley.” Ammisi un po’ imbarazzato dal fatto che avevo già immaginato molte volte i nostri figli.
Il suo volto scattò verso l’alto, meravigliato. “Haley. Haley Stewart Pattinson. E’..è perfetto”
“E lo saranno anche I nostri bambini”
Annuì. “Sì, lo saranno”
Si accoccolò su di me e mai come in quel momento sentii che lei era il mio futuro, la mia famiglia..
Haley.
Le aveva dato il nostro nome, il nome che, per scherzo, avevamo scelto insieme per la nostra futura ipotetica bambina. Eppure lei mi aveva tradito e abbandonato e..
“Rob. Terra chiama Rob” Catherine mi battè sulla spalla con forza “Non ho tutto il giorno, sai? Sarai anche uno dei miei protetti ma non ti aspetterai mica un trattamento speciale vero?”
Rise forte, probabilmente pensando che  l’avrei seguita a ruota, ma non lo feci ovviamente. Non c’era niente per cui ridere. Niente..
“Rob non mi sembra che tu stia bene”
Parlai nonostante la gola così secca che sentivo la pelle bruciare.
“Haley..”
Quando Catherine non rispose alzai gli occhi per guardarla. Si mordicchiò il labbro, si passò la mano fra i lunghi capelli biondi ed evitò accuratamente i miei occhi per parecchi secondi.
“Tu lo..tu lo..”
Scosse le spalle. “L’ho vista oggi per la prima volta Rob. E il mio motto è ancora: non fare domande se sai che non otterrai una risposta sincera.”
Mentre Catherine concludeva la sua frase spostai lo sguardo oltre il suo corpo e in un secondo incontrai gli occhi verdi di Kris spalancati dalla paura. Mi fissavano, terrorizzati, immobili, angosciati. Si abbassarono per un attimo sulle sue mani che stringevano convulsamente le esili spalle di Haley. La piccola si guardava intorno, tranquilla, ignara, finchè anche i suoi occhi verdi non si posarono su di me. Agitò una mano in segno di saluto e avrei voluto tanto avere la forza di ricambiare il gesto, ma rimasi immobile e paralizzato.
“Rob se non te la senti più, io..”
“No” incredibile come quella voce non mi sembrasse più nemmeno la mia “No, andiamo”
Abbassai lo sguardo e, facendolo, mi resi conto di aver stretto così forte che le unghie mi si erano conficcate nel palmo. Sanguinavo leggermente eppure non sentivo alcun dolore, se non una grande e cocente rabbia.
Iniziai a muovermi verso di loro proprio mentre la stessa assistente di prima prendeva Haley per mano e la conduceva al centro del piccolo palco mentre gli altri prendevano posto nelle sedie davanti a noi.
Quando mi ritrovai accanto a lei riuscii quasi a sentire il calore del suo corpicino; era così eccitata che saltellava impaziente di cominciare e io non riuscivo a smettere di fissarla estasiato.
Mi sembrava così identica a me, così..
Eppure una parte di me ancora si rifiutava di crederlo del tutto. Kris non mi avrebbe mai fatto questo.
La mia Kris non avrebbe mai fatto questo, pensai, La Kris degli ultimi giorni insieme, invece..
Quella Kris neppure sapevo chi fosse.
“Ehi” Haley mi tirò la manica della camicia “Ciao eh! E’ già la terza volta che ti saluto ma non mi rispondi.”
“Io..io..” non sapevo cosa dire perciò optai per la cosa più ovvia e scontata “Ciao”
Lei rise. “Ciao”
“Ok, allora quando volete potete cominciare con le vostre battute” ci disse Catherine.
Cercai di concentrarmi sulla scena che avrei dovuto recitare con lei e quasi mi parve un macabro, crudele scherzo del destino quando mi ricordai che era una scena tra padre e figlia.
“Guarda papà, un nido abbandonato! Qui dovevano esserci degli uccellini e..”
Haley iniziò a recitare la sua parte piano e anche io dovetti fare lo stesso ma la verità era che fu come vivere una sorta di esperienza extracorporea. Ero lì, la mia bocca parlava, le mie mani gesticolavano ma..
Tutto ciò a cui riuscivo a pensare era la bambina di fronte a me e la donna che se ne stava seduta da qualche parte e che non avevo il coraggio di guardare. Perché se..se..
“Ehi..psss ehi..tocca a te..”
Mi riscossi quando Haley mi fissò e mi fece l’occhiolino.
“Tocca a te” ribadì in un sussurro e mi resi conto che era arrivato il momento della scena finale.
Un padre che si riuniva alla propria figlia.
Ironico. O catartico. Dipendeva dai punti di vista.
Mi inginocchiai di fronte a lei e abbracciarla fu più naturale di quanto mai avessi potuto pensare. I suoi capelli avevano un buon profumo e il suo corpicino caldo mi confortava.
“Io..ti..ti voglio bene piccola. Ti voglio bene”
Rise, staccandosi e dandomi un bacino sulla guancia, come da copione. “Anche io papà. E ora che ti ho ritrovato non ti lascerò mai più. Mai. Mai più”
 
 
 
“Dimmi che non è vero”
Chiusi la porta alle mie spalle. Nel guardaroba eravamo solo io e lei e anche se, forse, avrei dovuto andarci piano e fare un lungo giro di parole, semplicemente non potei farlo.
Rimase per qualche secondo bloccata, prima di finire di infilarsi il cappotto. Scosse il capo, facendo ricadere i lunghi capelli castani sulle spalle.
“Di che parli?”
La voce era ferma, ma colsi anche una punta di esitazione che mi fece incalzare.
“Lo sai di cosa parlo”
I suoi occhi si abbassarono, fissi sulle sue insostituibili converse e le dita strinsero la stoffa della giacca. E, se la conoscevo abbastanza, sapevo esattamente cosa avrebbe fatto adesso..
Tornò a guardarmi col sorriso più finto sulle labbra.
“E’ stato bello rivederti Rob”
Scappare, scappare e ancora scappare.
Quando aveva paura tutto ciò che faceva era scappare. Da tutto, da me, da chi amava.
Osservai con attenzione le sue palpebre. Ogni singola volta che mi mentiva le sbatteva tre volte.
Una..
Due..
Tre..
Giocava nervosamente coi capelli, sfuggiva il mio sguardo..
Prima che potessi rendermi davvero conto di ciò che facevo le afferrai il braccio e la spinsi contro la parete.
“Questa volta non ti lascio andare via. Non con qualcosa che è mio quanto tuo”
Scattò sulla difensiva immediatamente. “Non so di cosa..”
“Smettila!”
Sobbalzò quando sbattei il pugno contro il muro.
I miei occhi erano incollati ai suoi e i nostri respiri così vicini che l’aria si mescolava e condensava insieme.
“Te lo chiederò una volta e voglio.. pretendo la verità.” Sussurrai “Lei..Haley è..è mia??”
I suoi occhi corsero dal mio viso alla stanza vuota intorno a noi. Poi si abbassarono sulla sua borsa e, col braccio libero, estrasse la stessa cosa che meno di due ore prima le avevo raccolto dal pavimento.
La rivista People con me e Shelby in prima pagina.
Deglutì mentre me la metteva fra le mani e si scuoteva dalla mia presa.
“Sii felice Rob. Te lo meriti. Sii felice”
Rimasi paralizzato davanti a lei, la rabbia che usciva da me a ondate.
Era un’ammissione quella?
Era un cazzo di ‘sì Rob ti ho tenuta nascosta una figlia per sette anni’ o cos’altro?
“Kisten ti giuro su Dio che se..”
“Mamma?”
Feci istintivamente un passo indietro, voltandomi, quando sentii la voce della piccola Haley e la vidi che ci fissava confusa. Si avvicinò subito a Kris, protettiva.
“Tutto bene, mami?”
“Sì, sì. Hai salutato Catherine?”
Haley annuì, felice. “Sì, ha detto che sono stata molto brava e che io e Rob siamo perfetti insieme! Secondo te avrò la parte? Magari divento famosa come te e poi faccio anche io un film sui vampiri!”
“Magari tesoro, magari” la voce di kris era spezzata mentre io cercavo ancora di decifrare le sue frasi criptiche di pochi minuti prima. “Perché non vai a prendere il tuo cappotto così ce ne torniamo in hotel?”
“No”
“No”
Io ed Haley parlammo contemporaneamente ma fu lei a continuare. “Facciamo un giro.”
“No Haley” tagliò corto Kristen “Saluta Robert che ce ne torniamo in hotel”
Quella frase, quella semplice frase, mi fece infuriare.
Robert. Come se non fossi nessuno, come se non avessi alcun diritto..
“Haley metti il cappotto” dissi “Porto te e la mamma a prendere un bel gelato”
I suoi occhi si illuminarono, vivaci più che mai. “Davvero?”
“Sì, dai, metti il cappotto”
“Ok, lo cerco”
Si allontanò di qualche metro alla ricerca del giubbotto e kris si avvicinò a me, occhi spalancati e sguardo angosciato.
“Che stai facendo? Che stai..”
“Rispondi alla domanda di prima. Rispondimi”
“Io..” esitò affondando i denti sul labbro. Il cuore mi esplose nel petto mentre una piccola lacrima le rigava il viso. “So che non vale molto ma..ma mi dispiace”
Posso con tutta sincerità dire che, in quel secondo, mi sentii morire. Perché una parte di me avrebbe voluto che lei dicesse che ero pazzo e che quella bambina non era mia; volevo che mi dicesse che la Kristen che conoscevo era ancora lì dentro da qualche parte e che lei non avrebbe mai potuto farmi una cosa simile.
Scosse il capo. “Lei non lo sa, non sa niente, niente, non..”
“Sono pronta, vestita, imbacuccata” strillò Haley “Andiamo. Mmm ho voglia di banana split. Dite che la fanno anche se è pieno inverno?”
La sua domanda fu accolta solo da silenzio.
“Ehi ma siete morti? Dite che la fanno?”
Non so dove trovai la forza di sorridere a mia figlia e chinarmi davanti a lei.
Mia figlia..
Mia..
Sembrava tutto così surreale, così..
“Ehi” passò la mano davanti al mio viso “Ci sei?”
“Io..io conosco un posto dove la fanno buona” balbettai. “Vieni”
“Che bello! La voglio con triplo cioccolato: fondente, al latte e bianco. Vieni mamma”
Ci precedette come una scheggia fuori dalla porta. Kris mi passò accanto e quando sfiorò il mio braccio mi ritrassi di scatto.
“Rob..”
Potevo sentire dalla sua voce che doveva avere gli occhi carichi di lacrime ma non la guardai. Non potevo né volevo farlo. Uscii tentando di ignorarla.
Il viaggio in taxi fu strano.
Io e kris eravamo seduti accanto ai finestrini mentre Haley era in mezzo a noi ed era tutto ciò che faceva andare la conversazione.
In realtà era lei la sola che stesse davvero conversando.
Parlava e si rispondeva da sola, sporgendosi il più possibile fuori dal finestrino per vedere la città.
Quando arrivammo al ‘Bananarama’ Haley era ancora in piena attività ed eccitazione, che aumentarono quando entrammo nel negozio colorato e luccicante. Non appena occupammo uno dei tavoli sul fondo, però, seppi istantaneamente di aver fatto una grande sciocchezza. Erano anni che non entravo in quella gelateria e il motivo fondamentale era Kris. Era stata lei a portarmi lì la prima volta, quasi dieci anni prima.
Haley aprì il menù, facendo scorrere il suo ditino lungo la lista.
“E posso metterci quello che voglio come decorazione? Le palline colorate? O le codine rosa?Mmm però costa dieci dollari con tutto” aggrottò le sopracciglia e si mise a contare con le dita “Sono tanti soldi per un gelato. Ce l’hanno insegnato a scuola a contarli”
“Puoi prendere quello che vuoi. Pago io, prendi tutto..tutto quello che vuoi”.
“Ok, grazie, grazie davvero”
Era così educata, così..
“Mamma tu vuoi qualcosa?”
Percepii con la visione periferica il volto di Kristen alzarsi e guardarci attentamente.
“Mami hai tutti gli occhi rossi..”
“Sì, non mi ..sento tanto bene” balbettò ma non alzai gli occhi per guardarla “Vado in bagno. Voi mangiate il gelato con calma, ok?”
“Ok, però chiamami se stai male”
Kris diede un bacio ad Haley prima di fuggire dal nostro tavolo più velocemente possibile. La bambina la guardò allontanarsi preoccupata e ordinai la coppa più grossa di banana split per distrarla. Sembrò funzionare perché, quando tornò a guardarmi, la preoccupazione era sparita dal suo sguardo, lasciando posto alla curiosità.
E, da parte mia, all’ansia.
Ero solo con mia figlia, perché ormai ero certo che lei lo fosse, per la prima volta nella mia vita e..cosa ci saremmo detti?
Quella preoccupazione, però, si rivelò subito assurda quando Haley prese in mano le redini della conversazione.
“Tu e la mamma avete fatto un film sui vampiri insieme, vero?”
“Ehm..sì. parecchi anni fa”
“Li ho visti. Tutti e cinque” esclamò eccitata “La mamma però non voleva ma io l’ho chiesto alla baby-sitter e me li ha fatti vedere. Lei dice che sei super figo”
“Oh..” risi, imbarazzato.
“Però io non penso che sei figo” si bloccò quando arrivò la nostra coppa e mi passò un cucchiaino, affondando il suo e prendendone un boccone “Cioè sei bello, ma sei il mio papà, no?”
Quasi mi strozzai col gelato.
Il suo..
Kris aveva detto che non sapeva nulla, che..
“Nel film” precisò inghiottendo e poi arrossì “Certo, non so se mi prendono. Catherine sembra simpatica ma ci sono tante bambine più brave di me sicuramente.”
“No, tu sei stata bravissima. Sei bellissima e..”
Oddio avrei voluto abbracciarla e dirle che le volevo bene e..
Come si poteva già provare un sentimento simile verso qualcuno che si conosceva da poche ore? Sapevo che il legame con un figlio era forte sin da subito ma lei era..era perfetta al di là di ogni possibile descrizione per me.
In quel momento si sporse per leccare una goccia di cioccolata e il ciondolo che avevo notato prima le uscì dalla maglia. Afferrai l’occasione al volo anche se, ormai, i dubbi sulla mia paternità erano appesi ad un filo sempre più flebile.
“Bella collana”
“Mmm, sì. Me l’ha regalata la mamma. Gliel’aveva data il mio papà prima che ci lasciasse”
Alle sue parole questa volta lasciai davvero cadere il cucchiaino sul tavolo. Sbattè con un rumore assordante.
Potevo arrivare a credere che lei fosse mia, potevo credere di non aver mai conosciuto davvero Kristen, potevo credere persino che una persona potesse vivere sette anni con un segreto simile, ma ..lei non poteva averle mentito facendo cadere tutta la colpa su di me.
Non dopo quello che mi aveva fatto.
“Non..non conosci il tuo papà?”
“No” abbassò gli occhi, intristita “Mamma dice che lavora lontano e che non può venire ma..ma io penso che non voglia. Tutti gli anni mamma dice che uno dei regali che ho ricevuto a Natale è da parte di papà ma io lo so che è una bugia e che me l’ha comprato lei”
I pugni mi si strinsero automaticamente sul linoleum grigio del tavolo.
“Haley, quando sei nata?”
“13 Luglio” rispose “Del 2014”
Combaciava..
Tutto combaciava alla perfezione, se ancora avessi avuto dei dubbi.
Ma, ormai, non ne avevo.
Lei era mia figlia. Mia.
“Haley, amore, si sta facendo tardi” Kristen si materializzò al nostro fianco in un lampo, come se avesse aspettato apposta la fine del gelato e della nostra conversazione. “Ringrazia Rob, che ce ne andiamo. Ho già chiamato un taxi”
E io le lasciai andare.
Abbracciai Haley ed ignorai Kristen. E le lasciai andare.
Ma bastò un’occhiata veloce rivolta a Kristen per farle capire che era solo un gesto momentaneo. Non avrei mai lasciato andare via quella bambina.
“Siamo al Charlie Hotel. Haley di solito dorme per le dieci..”
Arrivai all’hotel con dieci minuti di anticipo, dopo un pomeriggio passato a fissare quasi interamente il vuoto, e dovetti impiegare ogni grammo di forza residua per non prestare attenzione all’ambiente che mi circondava. Pieno di ricordi, di passato, di..di noi.
Quando bussai alla porta della suite non potei non chiedermi perché lo avesse fatto. Perché quell’hotel? Perché quella stanza? Voleva farsi del male? Voleva farne a me? Beh, se quella era la sua intenzione, ci stava riuscendo come mai prima.
Aprì la porta. Gli occhi rossi e gonfi, i capelli in disordine, gli stessi abiti del pomeriggio.
Vederla in quello stato non mi fece niente. Anzi, forse una parte di me fu felice di vederla così distrutta e a pezzi perché la sua bugia era stata smascherata.
“Dorme” mormorò evitando il mio sguardo e facendomi entrare. “Andiamo di là. Fuori, sul terrazzo”
La seguii, fissandomi le scarpe, senza guardarmi intorno, finchè non avvertii l’aria fresca della sera; dopotutto eravamo pur sempre a Los Angeles e lì non era mai freddo, neppure in pieno Dicembre.
Si appoggiò alla balaustra e in silenzio fissò il cielo.
E più rimaneva in silenzio , più il mio rancore aumentava.
“Vuoi davvero che sia io? Davvero devo essere io a dire qualcosa?” sbottai.
“Io..” prese un lungo respiro e mi guardò. Una lacrima le scese lungo una guancia e, ancora una volta, non sentii nulla. La rabbia copriva tutto il resto. “Potrei dirti che mi dispiace. Ed è così, anche se so che.. che non vale molto..”
“No, hai ragione. Non vale. Detto da te poi non vale niente” mi veniva quasi da ridere in modo assurdo “Ti dispiace..ti dispiace? No. La sai la verità? La sola cosa di cui sei dispiaciuta è che io l’abbia scoperto. Tu..tu pensi solo a te stessa  e lo hai sempre fatto.”
Scosse il capo mentre altre calde lacrime le colavano lungo le guance. “Tu non..non puoi capire. Ho fatto tanti errori ma volevo solo proteggerti e proteggere lei..”
“Proteggermi?” risposi sarcastico “Proteggerla? Da chi? Da me?”
“Tu devi capire che dopo..dopo quello che ti avevo fatto, io..” si interruppe, le mani strette davanti a sé in una morsa d’acciaio “Tu stavi andando avanti con la tua vita e..sembravi felice. Non volevo rovinare tutto di nuovo. Non volevo ferirti di nuovo”
Avrei voluto riderle in faccia e l’avrei fatto se il mio viso non fosse stato totalmente paralizzato dal dolore.
Felice?
Per quanti mesi avevo pensato che lei sarebbe tornata da me? Per quanti mesi ero rimasto chiuso in casa sperando di sentire il telefono squillare, il campanello, la sua voce..
Era lei quella ad essere andata avanti immediatamente.
Deglutii con forza. Non le avrei dato la soddisfazione di vedere quanto male mi aveva fatto. Quanto ancora me ne stava facendo.
“Hai ragione. Ho superato la nostra storia dopo un po’” mentii “ma è quello ciò che avevo superato: noi due. Haley non c’entrava niente. Haley era.. Haley è..” sospirai pesantemente “E dimmi..l’hai chiamata così per farmi una specie di scherzo crudele, non è vero?”
I suoi occhi si aprirono leggermente, diventando duri e freddi, proprio come quelli dell’ultima volta che l’avevo vista. Li ripulì in fretta.
“Crudele? Se solo sapessi..” le sue labbra si piegarono verso il basso e tremarono “Tutto quello che ho fatto nella mia vita l’ho fatto per lei.”
Avrei voluto non farlo ma, prima che potessi fermarmi, mi ritrovai a battere le mani davanti a lei, sarcastico.
“Che madre devota” commentai “hai cresciuto tua figlia facendole credere di avere un padre orribile che non si fa mai vedere”
“Non è quello che..”
“E cosa credi che abbia pensato Kristen?” sussultò al mio tono di voce “Non siamo nel medioevo. Ci sono aerei e..lei crede che suo padre non la voglia, che non la ami e questa è solo colpa tua. E’ tutta colpa tua!”
Non rispose. Non emise neppure un debole suono.
“Lei è mia figlia. Che ti piaccia o no. E lo sai quanto ci metterei a..a distruggerti per quello che hai fatto? Con tutte le tue bugie..potrei portartela via in un secondo.”
Vidi i suoi occhi immersi nel terrore riempirsi di nuovo di lacrime. “Tu non..non..”
Scossi il capo, incredulo. “Potrei, ma non lo farei mai. E lo sai perché? Per il semplice motivo che io non sono come te. Io non strapperei un bambino all’amore di un genitore solo per il mio interesse. Ma questo non toglie che lei è mia e io sono suo padre e voglio, pretendo di esserlo. Ci siamo capiti?”
“Noi..noi domani torniamo a Vancouver”
“No. No”
“Rob..”
“Okay, perfetto, dimmi il volo. Vengo con voi” risposi pronto. Se sperava di togliermi ancora una volta mia figlia si sbagliava di grosso “appena torno in hotel mi prenoto un posto”
Non obiettò, non rispose affatto, e io mi voltai, pronto ad andarmene.
“Rob..”
Raggelai e, anche se sapevo che me ne sarei pentito, mi voltai.
I suoi occhi erano uguali a quelli del giorno in cui mi aveva lasciato.
“Io ero..ero onestamente convinta che fosse di James. Io e te non ci vedevamo quasi mai e io e James..siamo stati insieme tante volte invece.”
Avvertii un’improvvisa ondata di nausea percorrermi. La stessa che avevo provato migliaia di volte ripensando a loro due insieme, abbracciati, felici a fare l’amore.
Come poteva nominarlo? Come poteva dire una frase simile e spezzarmi dentro ancora una volta?
Rimasi a guardarla per lunghi minuti. I più lunghi della mia vita.
“Sai, per molto tempo ho pensato che non ti avrei mai perdonata per avermi tradito. Poi però ci sono stati momenti in cui..in cui avrei solo voluto che tu tornassi da me” mormorai “E se tu lo avessi fatto io ti avrei aiutata. Anche se il bambino fosse stato di James io ti avrei aiutata comunque. Lo sai per quanto tempo ho pensato di non essere abbastanza per te? Lo sai per quanto tempo io..”
No, non valeva neppure la pena sprecare il fiato..
“Ma adesso capisco che l’idiota sono sempre stato io. Fino a oggi una parte di me ha creduto che fosse tutta colpa mia. Ma non è così. La colpa è solo tua. Ma posso giurarti che Haley non ne pagherà le conseguenze. Voglio costruire un rapporto con lei e se questo significa passare del tempo con te sono disposto a sopportarlo ma tutto ciò non cambia ciò che c’è fra noi” dissi, voltandomi per andarmene.
Forse quello che stavo per dire non l’avrebbe scalfita, o forse sì.
In qualunque caso, speravo che le facesse male.
Tanto male.
“Non cambia il fatto che finalmente... finalmente riesco ad odiarti come meriti.”

Vi ricordiamo che potete trovarci al nostro profilo Facebook, e, se volete, farci tante domande a cui non risponderemo :D hahaha Ci piace lasciarvi con un pò di suspence ;) lol 
Che altro dire...? Speriamo che anche questo capitolo vi sia piaciuto... e... 
Grazie ancora infinitamente! 
Per citare Kristen... "We obviously have the greatest fans ever..." :')

Un bacio enorme! ♥
Cloe&Fio 

 

   
 
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