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Autore: lady hawke    29/07/2006    2 recensioni
Una donna e la sua fede da Mangiamorte. La lenta e senza scampo discesa agli Inferi che condannerà per sempre molti maghi al fanatismo, alla prigionia, alla pazzia. L'obbedienza ad una giuramento, la prima missione di Bellatrix Lestrange.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Rodolphus Lestrange
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La tela del ragno

                                                La tela del ragno

 

 

Lo sento, come se fosse qui, accanto a me.

Come se mi stringesse il braccio per trascinarmi via. Non fa male, chi lo pensa è un codardo. Lui chiama, semplicemente.

E’ bello il marchio sopra il mio braccio, sembra vivo. Lo sento, come una creatura viva dentro di me. Il simbolo che ci lega a lui indissolubilmente. Rodulphus sembra così tranquillo, al contrario di me, resta calmo, immobile, con la sua sigaretta fra le dita.

- Dobbiamo andare. -

- Lo so. – è la sua laconica risposta. Spegne la sua sigaretta e viene via con me.

 

                               ***

 

Al suo cospetto in questa sala buia, senza contorni; come poco tempo fa. Rodulphus mi lascia la mano e mi precede andando a baciare la veste dell’Oscuro Signore. Mentre aspetto di rendergli omaggio vedo volti conosciuti, semi-coperti dal cappuccio, mi circondano. Mi inchino e a mia volta bacio la veste al mio Padrone, mi rialzo lentamente, non fa alcun cenno, come se la sala fosse vuota, come se Lui stesso non fosse qui.

Poi improvvisamente la sua voce, lontana e potente.

Una missione, la prima per me. Vuole che sia versato del sangue per attirare l’attenzione degli auror e del Ministero, infimo sangue babbano, impuro. Devono sapere, devono finalmente capire a cosa miriamo.

Cala ancora il silenzio. Sola. Poterò a termine questo compito da sola.

Ci inchiniamo e Rodulphus mi prende nuovamente la mano mentre ci Smaterializziamo.

Dovrei essere tranquilla, ma non riesco a non pensare, la mia mente macina senza sosta. Lui ha già ucciso, ha sentito la sensazione della vita che scivola via, per questo starà con me. L’allieva e il suo maestro.

Ho provato a chiedergli qualche volta cosa si prova, invano.

- Avrai tutto il tempo per scoprirlo. – la sua unica risposta.

Intanto la sala, i volti, Lui: tutto scivola via in un vortice.

Sono impaziente, ora come non mai.

 

                                     ***

 

Londra è opprimente e buia. La luna è alta nel cielo nebbioso, ma non abbastanza per scaldare i nostri mantelli.

Questa città è un formicaio di babbani; creature e sciocche per le quali abbiamo dovuto nasconderci, fingere di non esistere. Sono così deboli… qualcuno dice che i loro piccoli tentativi di dominare il mondo senza la magia sono ammirevoli. Io li trovo semplicemente patetici. Noi un giorno regneremo su di loro, e quel momento si fa sempre più vicino. Diventeranno i nostri servi, o forse li stermineremo.

Passeggiamo senza meta. Non abbiamo bisogno di scegliere, una vittima vale l’altra per noi. Strade e vicoli sembrano abbandonati. Mentre continuiamo a camminare Rodulphus mi indica un uomo poco lontano. Cammina solo nella via poco illuminata, basterà questo a scatenare un po’ di terrore, questo è un gioco, è quasi troppo facile.

Mi avvicino sfoderando la bacchetta, nemmeno si accorge della mia presenza, in parte perché l’ombra delle case mi nasconde, anche se, ubriaco com’è, con tutta probabilità non mi noterebbe nemmeno se gli comparissi di fronte. Quando si accorge di me accenna quello che vorrebbe essere una specie di sorriso, in realtà è una smorfia grottesca.

- Immobilus! -

Fermo come una statua, ora mi guarda negli occhi, è piuttosto sorpreso. Non ha la benchè minima idea di ciò che accadrà. E’ alla mia mercè. Sono come il ragno che tesse pazientemente la sua tela, e lui l’improvvida mosca che si lascia acchiappare. E’ una strana sensazione, possedere una vita, giocarci. Se mai c’è stato un dio a creare il mondo ora mi sento come lui. Ma la vera onnipotenza è qualcosa d’altro, qualcosa di più.

- Imperius! -

ora si muove su è giù seguendo il moto della mia bacchetta che oscilla. Sembra una marionetta condotta da fili invisibili; ecco il potere vero, una dolce ebbrezza.

Una volta a Hogwarts ci spiegarono il funzionamento delle Maledizioni Senza Perdono, di come potessero rendere succubi la mente e la volontà umana, il motivo per cui fossero illegali, e il perché fosse sbagliato usarle. Ancora giovane e ingenua ne rimasi affascinata, io avevo compreso veramente, non loro. Non avevano idea, non potevano immaginare cosa si provasse. Le sperimenterò tutte, una per  una.

Ma giocare è stancante, quando non si è più bambini.

- Crucio! -

Ha tentato di urlare, ma la sua voce è presto diventata esile, e si è strozzata nella sua gola; è come se i cavi che prima lo sorreggevano e lo guidavano ora lo stritolino, lentamente, inesorabilmente.  Ora sono i suoi occhi a parlarmi, gridano pietà, muti. Mi sta chiedendo di smettere.

Perché?

Perché dovrei?

Non sono mai stata così viva, e così forte. Lui è così inerme, aumenta solo la mia voglia di colpirlo a morte.

- Avada Kedavra! -

E il corpo si affloscia e giace, morto. Agli auror basterà questo, ma non ai babbani, troppo increduli. Prendo il coltello che avevo con me e mi avvicino a quel sudicio corpo grondante di sudore freddo. Ha avuto paura prima di morire, forse proprio questo lo avrebbe ucciso prima di me; ora però non ha alcuna importanza. Con mano tremante gli recido la gola e il sangue sgorga caldo, morbido.

Gli occhi vuoti continuano ad osservarmi; sembrano chiedere qualcosa. Nonostante il fastidio che provo a vederli lì, quasi fossero ancora vivi, pieni di rimprovero, li lascio aperti, così potrà osservare allo stesso modo chi accorrerà qui, e fargli sapere come ne è stato.

La lama riflette la mia immagine, non c’è più timore, curiosità o impazienza; vedo forza, ferocia, esattamente ciò che volevo. Ora sono una Mangiamorte. Odio quel cadavere, se non fosse per la presenza di Rodulphus continuerei a colpirlo senza sosta.

Si avvicina e mi toglie l’arma, mi scosta i capelli e sorride, sembra fiero di me. Mi riprende la mano spruzzata di rosso e me la stringe, Londra è già lontana, dimenticata dietro di noi.

 

  
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