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Autore: MeiyoMakoto    10/12/2011    2 recensioni
‘Un Expecto Patronum?! Ma sei impazzito?!’
‘Fidati, Albus: tua sorella è dotata. Le serve solo un po’ di aiuto per canalizzare la sua magia.’
‘Sì, beh, se mi esplode casa saprò chi ringraziare!’
‘E se invece non esplode? Se stessi esagerando? Dopotutto me l’hai dipinta come una specie di psicopatica, mentre invece è solo ingenua e spaventata.’
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gellert Grindelwald
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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‘Aspetta!’

Niente da fare: Al si era già precipitato giù per le scale, e sarebbe anche andato oltre se suo fratello non gli avesse sbarrato la strada.

‘Sbrigati a fare colazione e poi vieni in salotto, Annie ha una sorpresa per tutti noi.’

‘Non ora, Abe, ti prego…’

L’altro neanche si accorse del tono devastato e si limitò a prenderlo per la collottola e trascinarlo in salotto, come una maestra che porta un alunno discolo in castigo.

‘Lasciami, Abe.’, protestò Albus.

‘Se vuoi saltare la colazione sei liberissimo di farlo, ma in salotto ci vieni, che tu voglia o no.’

Lui cercò di divincolarsi, ma arrivò in salotto con il colletto sgualcito e la volontà piegata.

‘E Lion?’, chiese sua sorella timidamente.

‘Chiamalo tu, se ci tieni.’

Aberforth e Bathilda si voltarono di scatto, completamente presi alla sprovvista dalla maleducazione del maggiore; ma proprio in quel momento Gellert si stava trascinando giù per gli ultimi scalini, e la lavata di capo fu tacitamente rimandata a dopo l’esibizione di Ariana.

Albus e Gellert furono sistemati sul divano, e gli altri due si sedettero sulle poltrone; Annie era in piedi, al centro della stanza.

Per un po’ non accadde nulla, tanto che Batty cominciò a borbottare qualcosa a proposito del tremendo mal di schiena che la tormentava ogni volta che restava seduta troppo a lungo, e persino Abe si vide costretto a sollecitarla con uno sbrigativo: ‘Avanti, tesoro!’

Allora la ragazza lentamente tirò fuori dalla tasca qualcosa che somigliava molto a… Ma no… Possibile?

Il pugno si strinse intorno alla bacchetta di betulla così forte che le nocche divennero bianche e la giovane strega schiuse le labbra come se volesse parlare, ma non ne ebbe l’occasione, perché Aberforth si gettò su sua sorella e le strappò di mano la bacchetta.

‘Sei stato tu, vero?’, gridò, puntandola alla gola di Gellert come se avesse voluto usarla per sgozzarlo.

‘Ha fatto di peggio, credimi.’, mormorò Albus, cogliendo l’occasione per alzarsi e andare a fare quella passeggiata di cui aveva tanto bisogno.

‘Eh, no, signorino!’

Aberforth gli si parò davanti con impeto e gli puntò la bacchetta, la sua, stavolta, al cuore.

‘Ehi, non facciamo scherzi!’, si intromise Gellert, insinuandosi tra i due.

‘Mia sorella non è uno scherzo, Grindelwald, e sarà meglio che tu te ne accorga.’

‘Abe, non penso affatto che Annie…’

‘Tappati quella boccaccia bugiarda e ascoltami bene: se le succede qualcosa io ti…’

‘Non gli fare del male, Abe!’

La vocina candida di Ariana per una volta ebbe come unico effetto di farlo infuriare ancora di più: ecco, la sua piccola aveva imparato la magia, e adesso difendeva pure quel cane! Era decisamente ora di fare qualcosa.

‘Vattene, Ariana, sono cose da grandi.’

‘Non me l’ha dato lui il bastoncino, davvero! L’ho trovato in un cassetto…’

‘E come ci era finita, in quel cassetto?’

‘Ce l’avevo messa io per nasconderla…’

‘Sì, come no, fratellino. Adesso vattene, Ariana, per favore. E voi due, seguitemi in giardino.’

Uscirono tutti e tre in fila indiana, come in una processione funebre.

‘E adesso che vuoi fare?’, fece Gellert.

‘Un duello da uomo a uomo, Grindelwald: dieci passi, chi Disarma prima l’altro vince. Dove credi di andare, Al? Ci serve un testimone.’

‘Non ho tempo per queste bambinate, Abe.’

‘E invece resti qui.’

Albus conosceva troppo bene quel tono per illudersi che suo fratello l’avrebbe lasciato andare; decise che se la sarebbe squagliata più tardi, nella foga del momento.

‘E va bene… Uno, due, tre, quattro, cinque, sei, sette, otto, nove… Scannatevi.’

Expelli Arm…

Ex…

‘NO!!!’

Una colomba azzurrina volteggiò sopra le loro teste mentre un visino costernato appariva alla finestra.

A quella vista Aberforth non resistette più: dimenticandosi completamente della bacchetta e del duello si gettò sull’avversario.

Expelli Armus!!’, gridò questi per tutta risposta.

‘Ah no, mio caro, il tempo degli Expelli Armus l’abbiamo passato da un bel po’! Da quando hai indottrinato mio fratello con tutte le tue carognate, da quando ti sei azzardato ad avvicinarti ad Annie, da quando hai trasformato la mia casa in un campo di battaglia, da quando hai messo una bacchetta in mano a mia sorella…’

‘Da quando hai torturato un ragazzino…’, mormorò Albus con le lacrime agli occhi, cercando di separarli.

‘Che vuoi fare, pazzo?’, gridò Gellert cercando di divincolarsi.

Un attimo di silenzio, poi tre incantesimi diversi risuonarono contemporaneamente, tre voci rotte dalla paura.

E poi di nuovo rissa, poi un grido.

‘Fermatevi! Fermatevi, per l’amor di Dio!’ -strillò Bathilda con quanto fiato aveva in gola- ‘Chiamate un dottore!’

I tre ragazzi si bloccarono, ansimando, alla vista di Ariana distesa sull’erba; ci si sarebbe potuti illudere che fosse addormentata, se non fosse stato per la pozza di sangue che circondava la testolina bionda.

 

Necrologio:

Ariana Silente, sorella del rinomato Albus Silente, si è spenta ieri, martedì 19 Ottobre 1887, all’età di 19 anni.

La giovane, che da tempo soffriva di un disturbo di natura psicologica, era disabituata agli incantesimi.

Le è stato quindi fatale il disorientamento provocato da un duello magico fra i due fratelli maggiori e Gellert Grindelwald, cosiddetto amico di famiglia, svoltosi nel cortile di casa Silente; lo scontro è stato causa di un capogiro e la ragazza, perso l’equilibrio, è caduta dalla finestra alla quale era affacciata.

I medici Babbani hanno diagnosticato nell’autopsia la frattura della spina dorsale e la conseguente morte per dissanguamento.

I funerali si terranno lunedì 25 Ottobre.

Cogliamo l’occasione per ricordare ai lettori che questo macabro incidente è stato causato dal mancato rispetto dello Statuto di Segretezza (

È vietato ai membri della Comunità Magica di effettuare duelli in luoghi accessibili a quella Babbana quali parchi, giardini o cortili di qualsiasi genere… Statuto di Segretezza, Art. 19 comma 56 bis) e per porgere le nostre più sentite condoglianze alla famiglia Silente.

 

 

Al,

Mi dispiace, davvero, di non essere venuto al funerale; il fatto è che se tuo fratello mi avesse visto lì mi avrebbe strozzato con le sue mani.

Però ci ho pensato tanto, sai, Al? Non riuscivo a trovare una risposta, un perché alla morte di una ragazza così dolce e innocente.

Poi ho capito.

Lo so che può sembrare strano da sentirsi dire, ma forse… Forse era destino; voglio dire, forse c’è qualcuno o qualcosa, lassù, che ha deciso che era tempo per la piccola Annie di lasciarci.

Perché vedi, Al, tua sorella era l’unica cosa a distrarci dalla nostra eterna ricerca del Bene Superiore.

È un caso che la sua scomparsa sia avvenuta proprio quando avevamo in mano la Bacchetta? Io non credo; e penso anche che, in memoria sua e del suo sacrificio, dovremmo mettere da parte il dolore e concentrare tutte le nostre energie sul nostro Progetto, ora che siamo così vicini.

Ti prego, rispondi presto al Fermo Posta di Sutton, Hertfordshire.

Tuo,

Lion

 

 

 

 

 

 

Esci dalla mia vita.

Albus Silente

 

 

 

 

 

 

 

Epilogo

 

È strano risentire la sensazione del sole in faccia dopo due anni.

Due anni… Sembra che ne siano passati almeno venti! Mi sembra impossibile averne solo quattordici, quando invece mi sento molto più vecchio.

Anche i miei genitori sono invecchiati, a forza di dedicarmi tutte le loro energie: che ne è stato del sorriso radioso di Andromaca Wilbur? Quella bocca non vede altro che smorfie di dolore da troppo tempo.

E Xanto Lovegood, non dimostra forse ogni secondo dei suoi trentanove anni, forse anche di più?

So che ancora non riescono a credere che dopo due anni in quella prigione io sia rinsavito; a dire il vero ero rinsavito molto prima, ma nessun medico o infermiere voleva accettare per vera la mia versione dei fatti.

Io però so cosa ho visto, so cosa ho sentito: Gilligan mi ha chiesto espressamente della Stecca della Morte, e mi ha torturato per avere delle risposte; ho sentito sulla mia pelle quanto tenesse a quelle informazioni. Come si fa a non capire l’importanza della Bacchetta dopo tutto quello che ho passato per causa sua?

Sono sicuro che l’ha trovata, che non è solo una leggenda; e troverò qualcuno che mi crederà, dovessi metterci cent’anni! Mi sposerò, avrò dei figli, e ai miei figli insegnerò che è vero, che è tutto vero, e loro mi ascolteranno e lo diranno ad altri, fino a che tutto il mondo non saprà che è la pura verità: tutto questo tempo passato in manicomio non sarà stato vano! Il dolore della Maledizione che ancora infesta i miei sogni, non sarà stato inutile!

 
  
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