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Autore: AnnabelleTheGhost    11/12/2011    1 recensioni
Zoey sta correndo nei tunnel insieme ai suoi amici e ai novizi rossi. Kalona è stato appena risvegliato.
Una storia alternativa rispetto ad Hunted.
Sviluppi mai visti sulla lotta tra il Male e il Bene; tra Zoey e Neferet.
-«Io ti amo, Zoey. Qualunque cosa sia successo. I miei sentimenti non cambieranno!» disse deciso.
«Ti amo anch’io, Erik» gli mormorai. Le nostre labbra si sfiorarono e la presa di Erik divenne più stretta, più possessiva.
Sì, quello era il mio Erik.-
Genere: Avventura, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                                         The Raven Goddess
                                                                  
-Fan-fiction based upon "House of Night" Saga-


                                                                                                                  – 3 –
 
«Heath deve restare!» affermai con sicurezza.
«Zy, capisco che ci tieni a lui ma è un umano! Sarà pericoloso rimanere tra così tanti vampiri!» sbottò la mia compagna di stanza.
«Giààà» rincarò Erin.
«Sottoscrivo, gemella!» disse Shaunee.
«Gemelle siamesi, non siete qui per dimostrare al mondo di avere un cervello solo diviso in due!» disse Afrodite con un colpo di ciuffo, poi spostò lo sguardo verso Heath. «Zoey ha ragione. È più pericoloso rimanere là fuori che in questi schifosi tunnel!»
Heath sorrise, contento che qualcuno fosse d’accordo che lui rimanesse. «Se c’è Zoey io sono disposto a rimanere ovunque!»
Erik grugnì e Afrodite aggiunse: «Visto? Il nostro umano pieno di testosterone non ha problemi a rimanere in questi tunnel abitati da quegli abomini rossi!»
«Afrodite!» strillò Stevie Rae, offesa.
Afrodite aggrottò le sopracciglia e guardò la mia amica in cagnesco. «Sai che è vero quello che dico. Non ti dimenticare che ho un Imprinting con te!». Pronunciò la parola "Imprinting" con disprezzo come se fosse stato un insulto.
«Voi due avete un Imprinting?» chiese Heath al massimo della sorpresa.
«Ma non è come il nostro!» mi affrettai a dire prima che Afrodite lo dicesse nel suo modo poco cortese.
«Voi due avete ristabilito l’Imprinting?» chiese Erik, arrabbiato.
«N…»
«Sì!» affermò Heath con decisione.
Lo fulminai con lo sguardo e sperai che grazie all’Impinting capisse che volevo dirgli Perché non tieni mai  la bocca chiusa?
Mi fece un sorrisetto da Non ti preoccupare, Zy.
«Erik, devi accettarlo. Ormai lui è il mio consorte e non posso farci niente!»
Heath mi riservò un’occhiataccia, facendomi capire che non gli piaceva come l’avevo detto, ovvero come se fosse spiacevole.
Erik sbuffò ed uscì dalla stanza di Stevie Rae. «Vado a dare il cambio a Dario» disse.
Mi sedetti accanto al letto della mia amica.
«Permalosetto il tuo fidanzato, eh?» disse Afrodite alzando le sopracciglia.
Sospirai, evitando di rispondere.
«Allora, abbiamo un piano per cosa fare contro Kalona?» chiese Damien, cambiando discorso. Lo ringraziai con un sorriso per aver deviato l’argomento fidanzati a qualcosa di più serio.
«Per ora è meglio rimanere in questi tunnel. Sono sicuri e non siamo ancora abbastanza preparati per affrontare Kalona…»
«… e Neferet! Non te la dimenticare!» aggiunse Damien.
«Sì, e anche la Tsi Sgili» dissi.
«Ha sviluppato nuovi poteri. Avete visto come ha ucciso Shekinah?» sentenziò Shaunee.
«E ciò che sappiamo su Kalona sono solo leggende del popolo cherokee…» aggiunse Erin.
«Ciò che vogliono dire queste due sfigate, in poche parole, è che non è abbastanza per affrontarli!» disse Afrodite ma quando mi guardò non c’era acidità nel suo sguardo ma solo rassegnazione.
«Brutta str…» iniziò Shaunee, ma intervenni prima che le tre iniziassero a litigare.
«Avete ragione. Devo chiamare la nonna, forse lei ne saprà di più!»
«Nonna Redbird? Come sta?» chiese Jack.
Scossi la testa. «Non lo so. È per questo che voglio chiamarla».
«C’è la connessione a Internet in questi tunnel?» chiese Damien.
Stevie Rae annuì. «Sì, grazie alla Carta Oro di Afrodite…»
«Posso usare il cellulare per connettermi ad Internet e fare delle ricerche in merito!»
«Damien, c’è ancora brutto tempo. Non so se ci riuscirai…» dissi.
«Provare non costa niente!» disse lui ammiccando.
«Ed io cosa faccio?» chiese Heath, con quell’aria da non voglio rimanere con le mani in mano!
«Aiuta noi!» disse Shaunee con un piccolo sorriso.
«Giàà. Il cappuccino e il frappé alla vaniglia hanno bisogno di aiuto!»
«Ragaaazze, non è il momento di questi discorsi! Non vedete che Zoey è in difficoltà?» chiese Stevie Rae.
«Grazie, Stevie Rae».
«Di niente, Zy» disse sollevando gli angoli della bocca.
«Voi tre cercate di preparare da mangiare per tutti. Non so voi ma sto morendo di fame!» dissi con un sorrisetto per sdrammatizzare la situazione.
«Detto…» iniziò Erin.
«… fatto» concluse Shaunee.
«Tutto quello che desideri, Zo!».
E i tre uscirono dalla stanza.
Damien si congedò insieme a Jack, dicendo che avrebbe fatto le ricerche, e nella stanza rimanemmo solo Stevie Rae, Afrodite ed io.
«Zoey, non è solo quella fame che hai» disse la mia amica.
«Questa volta mi devo trovare d’accordo con la campagnola. Dovresti bere da Heath!» sentenziò Afrodite.
Scossi la testa. «Avete visto com’era incazzato Erik? Non voglio mettere il coltello nella piaga!»
«La tua salute è molto più importante dei sentimenti di quello stronzo!»
«Afrodite, non puoi comportarti così solo perché sei gelosa che il tuo ex si sia messo con un’altra».
Afrodite rise. «Credi che io sia gelosa?». Scosse la testa. «Ah, Zoey, non hai capito niente…».
Si alzò dalla sedia e disse: «Vado dal mio Dario; voi fate quello che volete!»
E sculettando uscì dalla stanza.
Sospirai e mi gettai sul soffice letto accanto alla mia migliore amica.
«Sono stanca, Stevie Rae! Vorrei tanto dormire!»
«Ti copro io!» disse la mia migliore amica strizzandomi l’occhio.
Scossi la testa. «No, noi due dobbiamo parlare!»
Lei deglutì.
«Cos’è successo per tutto il tempo che sei rimasta in questi tunnel?»
«Oh be’, sono rimasta coi miei novizi! Poi grazie ad Afrodite abbiamo sistemato questi tunnel lerci e ci siamo creati delle stanze!» disse con un sorriso innocente.
«E quanti siete?»
«Non ti so dire, Zy. Ci sono Kramisha, Dallas, Johnny B, Ant, Shannoncompton, Venere, Sophie…» elencò.
«Siete tanti! Ce li presenterai?»
«Certo!» disse allargando il suo sorriso come una bambina.
«C’è altro che mi devi dire, Stevie Rae?»
Sembrò pensarci un attimo, poi scosse la testa. «È tutto».
La squadrai. Il suo sguardo era incerto e di sicuro mi stava nascondendo qualcosa. Ma il mio cervello era troppo stanco per poter insistere.
«D’accordo, io…».
Prima che potessi finire di parlare, entrarono in stanza Heath e le gemelle con diversi vassoi pieni di panini, patatine e tutte le schifezze per i ragazzi.
«Eccoci qui con i viveri!» scherzò Shaunee.
«Ci sono dei tavolini pieghevoli in fondo alla stanza» disse Stevie Rae indicandomi dei tavoli appoggiati al muro. Li aprii e formai un lungo tavolo in fondo alla stanza in modo che i miei amici potessero posarci le cose da mangiare.
«Bene, è il momento di presentarci i tuoi amici, Stevie Rae!»
Lei annuì.
 
 
«Tesoro, io sono Kramisha!» disse una ragazza di colore con una meche arancione e mi strinse vigorosamente la mano. Per poco non mi affogavo con il panino al prosciutto che mi aveva dato Heath.
«Lui è Ant» disse Stevie Rae indicando un ragazzo piccolo piccolo che stava mangiando delle patatine. Il soprannome Ant, "formica", era proprio adatto.
«Loro due sono Johnny B e Dallas» disse Kramisha indicando i due bei ragazzi appena entrati nella stanza.
«Il piacere è tutto nostro!» disse Erin salutando i ragazzi con un sorriso ebete.
«Lei è Venere, la mia ex compagna di stanza…» disse Afrodite masticando un panino al salame. Poi, rivolgendosi alle gemelle, aggiunse: «Sarete cretine, ma sapete preparare dei panini decenti! Non come quelli di María José…»
Shaunee diede un colpo d’anca ad Erin. «Siamo insuperabili!»
«Chi è Maria Iosè?» chiese Jack.
«José, stupido! Era la mia domestica ma era un’incapace…»
«Non è una cosa carina da dire, Afrodite!» disse Stevie Rae ancora nel suo letto.
«Zitta, cow girl!» disse Afrodite, terminando il suo panino.
Sospirando, cambiai discorso. «Damien, hai trovato qualcosa?»
Annuì. «Poco, ma ho trovato qualcosa…»
Prese un iPhone e guardò lo schermo. «Dato che Neferet è diventata qualcosa di simile a una strega del male, ho cercato in proposito. Qui dice che questo tipo di streghe hanno dei fortissimi poteri mentali, le tenebre sono loro alleate e si possono uccidere solo il trentuno ottobre o durante le eclissi…».
«Credo che l’ultima parte non sia vera. Neferet in fondo è pur sempre una vampira e il giorno di Samhain non è stata né indebolita né niente…»
Afrodite abbassò lo sguardo, imbarazzata al ricordo del suo pasticcio durante quella notte.
«Ma ancora non era una Tsi Sgili. È logico che stava bene!» disse Shaunee.
«Okay, be’, Damien continua…»
«Poi riguardo agli angeli caduti si dice che c’è sempre una motivazione per cui sono, appunto, caduti. Anche la religione cristiana dice che Lucifero scelse il male, dunque deve essere stata una scelta di Kalona cadere…»
«Questo era ovvio…»
«Be’ ma prima doveva essere un angelo per poter cadere» commentò Damien.
«Kalona un angelo? Naah, non ce lo vedo proprio!» disse Stevie Rae.
«Un angelo è sinonimo di purezza. Kalona non è puro!» sentenziai.
«Già. Da quanto mi hanno detto, ha stuprato buona parte delle donne cherokee, dando vita a quegli orribili mostri deformi!» disse Kramisha con un brivido.
«Che schifo!» rincarò Erin.
«Dicono altro le tue ricerche?» chiesi a Damien.
Scosse la testa.
«Dunque, il caro sapientino gay non ha scoperto niente di nuovo!» disse Afrodite.
Non mi era piaciuto come l’aveva detto, ma aveva ragione… Eravamo punto e da capo.
«Be’» disse Stevie Rae stiracchiandosi debolemente, evitando movimenti bruschi, «l’alba si avvicina ed io e i miei novizi dobbiamo riposarci…»
«Esatto, tesoro, non vedo l’ora di mettermi sotto le coperte!» disse Kramisha sbadigliando.
Inghiotti il panino al formaggio che stavo mangiando. «Bene, forse è il caso che ci riposiamo tutti. Vi ho svegliati per questa "riunione d’emergenza"… Starete morendo dal sonno!»
«Non ti preoccupare, Zy» disse Shaunee ammiccando.
«Don’t worry» aggiunse Afrodite.
«Avete già deciso le stanze, vero?» chiese Stevie Rae.
«Sì, sì. Noi e Kramisha ci eravamo già conosciute!» disse Shaunee parlando anche per la gemella.
I novizi rossi presero alcuni panini con sé e ci salutarono.
«Buona dormita a tutti!» dissero le gemelle e Damien e la stanza cominciò nuovamente a svuotarsi.
«Ehi Afrodite, dov’è Dario?» chiesi accorgendomi solo in quel momento dell’assenza del Guerriero.
«Sta dormendo. Vado a fargli… compagnia» disse con un sorriso perverso.
«Bleah, Afrodite! Risparmiati i dettagli!» sbottò Stevie Rae con espressione disgustata.
Afrodite uscì e rimanemmo solo io e Stevie Rae. Di nuovo.
«Sogni d’oro, Zy» disse Stevie Rae sbadigliando rumorosamente.
Stavo per risponderle, ma notai che si era già addormentata. Sorrisi e sprofondai nel letto.
Stavolta avevo intenzione di dormire davvero e nessun incubo avrebbe potuto distogliermi dal mio intento.
 
 
Non sapevo dov’ero. Tutto intorno a me era confuso e sembrava nero come le penne di un corvo.
«A-ya» sussurrò una voce alle mie spalle.
«Aaah!». Sobbalzai, da tremenda sfigata, e mi voltai verso Kalona. «Smettila con questa menata dell’A-ya qui e A-ya là. Io sono Zoey Redbird, mettitelo bene in testa!»
Rise. «Mia piccola Sacerdotessa, non puoi negare di essere ciò che sei!»
«Io non sono A-ya. Punto».
Kalona si avvicinò a me e indietreggiai instintivamente.
Sentii dolore alla gamba. Avevo sbattuto contro qualcosa. Mi voltai e vidi un enorme letto a baldacchino. Mi trovavo in una stanza piccola ma molto bella.
I muri erano neri e le mattonele color cremisi, esattamente il colore delle lenzuola, della federa del cuscino e del tessuto che scendeva dall’alto e che ricopriva il letto.
L’arredamento sembrava semplice ma ogni piccolo dettaglio trasudava lusso.
«Dove mi trovo?» gli chiesi.
«Sei nella Casa della Notte, mia piccola A-ya. Hai deciso tu di vederci nella mia stanza…»
Sgranai gli occhi. «Non ho deciso proprio niente!»
«Forse non consciamente, ma il tuo spirito sì».
Avanzò di un altro passo e, per indietreggiare, caddi sul letto come una pera cotta.
Kalona si avvicinò e mi tese la mano per rialzarmi. Mi sarei immaginata tutt’altra reazione da parte sua. Insomma, ero sdraiata su un letto completamente indifesa davanti a un angelo caduto che aveva stuprato un’intera tribù di donne!
Non gli presi la mano e mi alzai con le mie forze.
«Perché mi respingi?» chiese con aria quasi offesa.
«Sei malvagio!»
«E se ti dicessi che non lo fossi?» chiese con un velo di speranza.
Scossi la testa e feci un sorriso ironico. «Le donne cherokee non direbbero questo!»
«E se ti dicessi che una volta ero al servizio di Nyx, che ero il suo Guerriero prediletto?»
«Se fosse vero tu saresti ancora nel suo Regno!» ribadii.
«Esatto ma il desiderio che provavo verso la mia Dea andava oltre la devozione. Per questo mi ha scacciato!»
«Non ci credo».
«Perché non mi credi? Sto dicendo la verità!»
«Tu non dici mai la verità. Sei un essere malvagio, insensibile e bugiardo!»
Digrignò i denti e i suoi occhi baluginarono di rosso. «Attenta con le parole, Sacerdotessa».
«Ti fanno paura perché sono la verità? È questa la verità, Kalona, e ti è del tutto sconosciuta!»
«Sei accecata dalle parole degli altri per ascoltare un’altra campana» replicò.
Scossi la testa.
«Ti prometto allora che ti farò vedere tutto. Ti farò vedere la verità
«Perché dovrei crederti?»
Incrociò il mio sguardo e ne sembrò rattristato. «Vieni alla Casa della Notte. Ti mostrerò ciò che desideri!»
«Non entrerò nella tana del lupo! Non sono così sciocca!»
«Ti do la mia parola che né io né nessun’altro ti torcerà un capello!» sentenziò.
«Prometti che se verrò alla Casa della Notte tu mi farai vedere la verità, la vera verità, e nessuno farà del male né a me né ai miei amici!»
Kalona si portò un pugno al petto. «Hai la mia parola, Sacerdotessa».
«Va bene. Allora verrò!»
«Promettimi allora che tu verrai, materialmente e non solo con lo spirito, e che non mi stai imbrogliando».
«Ti do la mia parola di Sacerdotessa di Nyx che manterrò la mia parola!»
«Bene» disse e chinò la testa.
«Kalona!» sussurrò una voce fuori dalla porta.
«Via!» disse Kalona muovendo la mano verso di me e la stanza svanì.
 
Nota dell’autrice: ecco il terzo capitolo della mia piccola fan-fiction. Ci ho messo meno di un’ora a scriverlo ma mi ci sono volute quasi due settimane per trovare l’ispirazione… Sembra comico pensare che ho già in mente la fine della fic, parola per parola, dialogo per dialogo, ma non so come sviluppare la parte centrale.
Riguardo ai libri della Casa della Notte, ho finito di leggere Tempted e Burned e mi appresto a leggere Awakened. Sono due libri bellissimi e straordinari. Non si riesce a staccare gli occhi dal libro e devo ammettere che mi hanno anche fatto commuovere.
Ci vediamo il prossimo capitolo, ma se lo pubblicassi tra troppo tempo potete "leggermi" martedì qui.
  
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