Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Astrid    30/07/2006    3 recensioni
La storia di alcuni studenti di Hogwarts del settimo anno, tra avvenimenti inaspettati e grandi amori interrotti per forza di cose. Ma c'è anche un dopo-Hogwarts: cosa succede dopo la fine degli studi nella scuola di magia e stregoneria più famosa d’Inghilterra?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Hermione Granger, Lucius Malfoy, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Lucius sorrise perfido.
- Tu sei mia. Sarai sempre mia.- Proferì prima di rivestirsi e uscire dalla stanza lanciando un ultimo sguardo a Hermione, il cui unico movimento da quando lui si era alzato era stato mettersi seduta sul pavimento e guardarlo, osservandone i gesti che le sembravano più strani dopo ciò che era successo fra loro.

Intanto Blaise Zabini era rimasto in giardino, non seguendo Draco, Pansy, Tiger, Goyle e Becky dentro al castello…

Blaise si sedette per terra, percependo il terreno umido, ricordo della pioggia che doveva esserci stata il giorno prima. Sospirò, osservando la luna chiara e limpida che rifletteva un chiaro candore sul volto del Serpeverde.
Un rumore.
Zabini si voltò, notando la ragazza che aveva visto sul treno quello stesso giorno. Quella ragazza che in lui aveva risvegliato sensazioni totalmente sconosciute e mai provate prima.
Aveva detto di chiamarsi Nancy Callahan, lo aveva detto con quella sua voce candida eppure sempre colorita di una macchia di furbizia. Quello sguardo così particolare, trasmetteva attenzioni incondizionate. Abituato com’era, a Becky Malfoy, che pretendeva tutte le attenzioni prima di degnare qualcuno di un po’ della propria, quello di Nancy gli sembrò un gran privilegio. Sorrise, ma in un modo quasi impercettibile. Non voleva dare a vedere il piacere che provava nell’incontrarla di nuovo. Non poteva darlo a vedere, lui si riteneva l’essere più perfetto del mondo, bello, simpatico, atletico e prestante, e non poteva permettersi il lusso di dire che qualcuno gli interessava quasi più di se stesso, in quell’istante.

Ma Nancy gli risparmiò ogni tipo di irritazione, come quella che Zabini provava nell’osservare le continue arie che si dava Becky prima che cominciasse finalmente a tenere quella bocca impegnata in altre faccende decisamente più piacevoli.
La Corvonero sorrise.
-Tu devi essere Blaise Zabini, dico bene?- domandò al Serpeverde sedendosi accanto a lui sul prato umido del giardino. Blaise annuì.
-Esattamente, il tipo più figo di Hogwarts, per la precisione.- rispose facendo immediatamente sfoggio della sua modestia inesistente. Sul darsi arie batteva persino Becky, ma lui lo faceva con più classe, e ciò che diceva avrebbe benissimo potuto essere vero.
Nancy sorrise di nuovo.
-E cosa ci fa il “ragazzo più figo di Hogwarts”, come ti definisci tu, tutto solo nel cuore della notte?- chiese, cercando di mostrarsi un po’ restia sulla definizione di Zabini fatta da lui stesso, anche se concordava pienamente con il Serpeverde.
-Potrei fare la stessa domanda anche a te- disse lui.
-Ma io te l’ho chiesto prima.- rispose Nancy.
Blaise si alzò.
-Sto per chiedere a una certa Nancy Callahan di fare un giro in giardino. Credi che accetterà oppure ne sarà cosi felice da non poter spiccicare parola per tre giorni?- Proferì lo Slytherin facendo nuovamente sfoggio della sua modestia.
-mmm…sai, credo che si limiterà ad accettare. Rispose lei con un sorriso, alzandosi. Poi fece per incamminarsi verso il lago, e lui la raggiunse camminandole accanto fino a giungere sul loco.
Seduti in riva, parlarono di come Nancy si fosse trasferita da New York a Londra, e di quanto Zabini detestasse il proprio padre, che considerava di una banalità indecente. Blaise amava le cose belle, il vestire bene, l’essere di classe, l’essere incisivo e particolare allo stesso tempo.

Si alzarono soltanto alle quattro di mattina, ridacchiando per una battuta fatta da Nancy sulle lezioni di pozioni che anche Blaise odiava da sempre.
Si erano presi subito, loro due, e si potevano già considerare amici dopo una chiacchierata durata più di tre ore.
Tornati nel castello si salutarono con un cenno complice, che fece notare ancor di più a entrambi quanta confidenza già ci fosse tra loro. Del resto Zabini aveva sospettato già dal primo sguardo che si era scambiato con Nancy che tra loro ci sarebbe stato feeling.
Tornarono ognuno nei propri dormitori, ma non erano gli unici che non avevano ancora chiuso occhio: Hermione Granger era tornata da un po’ nel dormitorio dei Grifondoro, ma era rimasta ad osservare il fuoco acceso nel camino della sala comune della sua casata per parecchio tempo.

Non riusciva a togliersi dalla testa quello sguardo, cosi freddo eppure tanto penetrante, che l’aveva abbandonata ormai da un paio d’ore.
Mia Piccola Mezzosangue…
Sentiva nella testa il sussurro di queste parole, dette proprio dal proprietario di quello sguardo che tanto la incantava: Lucius Malfoy.
Lui l’aveva chiamata così quella notte, più di una volta, e quando entrambi stavano per venire lei lo aveva guardato negli occhi. Lo sguardo che aveva ricevuto in cambio era sempre gelido, ma ancora più intenso e decisamente sexy, ancora di più del solito.
Or chiuse gli occhi, cercando di scacciare quel ricordo, così sporco e immorale che il solo ripensarci le faceva odiare se stessa. Era certa del fatto che per lui era stata solo l’avventura di una notte, del resto era Lucius Malfoy, e per esperienza Hermione sapeva che da lui non ci si poteva aspettare nulla di buono. Sospirò. Aveva fatto una cazzata gigantesca, eppure non riusciva a pentirsene. Quei sussurri, quegli sguardi…
Mia Piccola Mezzosangue…
Doveva smettere di pensarci, o sarebbe impazzita.
All’improvviso si alzò, e guardò l’ora. Le 7:20 a.m., e non aveva chiuso occhio per tutta la notte completamente presa dal pensiero di Lucius Malfoy, che a quanto pare anche se non era presente riusciva lo stesso a tormentarla.
Pochi istanti dopo arrivò Ginny, che sbadigliò buttandosi su una poltrona.
-Herm…anche tu non sei riuscita a riaddormentarti?- Domandò. –nel mio caso la colpa è tutta di Claire, che è tornata a quest’ora dopo l’ennesima scappatella col suo ragazzo Jake. Ha fatto rumore svegliandomi, e poi non sono più riuscita a dormire. Ma che hai? Ti vedo strana…forse sei ancora un po’ assonnata. Ma non ti biasimo, anche io lo sono ancora!- Esclamò prima di coprire un altro sbadiglio con la mano destra.
-No Gin…io non ho proprio chiuso occhio stanotte.- Disse distrattamente Hermione tornando seduta, accanto all’amica stavolta. Poi riassunse un’espressione pensierosa, nuovamente presa dalle riflessioni su quanto accaduto quella notte. Doveva pentirsene? Non ci riusciva.
-Herm, ma che ti prende? Sei…strana!- notò la rossa guardandola con attenzione.
-E’ tutto ok?- aggiunse,
-Si. Si, Ginny, tutto ok, non preoccuparti.- rispose Hermione portando lo sguardo sull’amica e volgendole un sorriso che trapelava falsità da tutti i pori. Ma non ci fu tempo per le spiegazioni, poichè subito dopo arrivarono Harry e Ron. Erano già le 8:00.
Scesero tutti insieme a far colazione. La sala grande era piena di studenti a quell’ora, e al tavolo Slytherin Zabini stava avendo una discussione con Becky.
-Ma possibile che non lo capisci? Non ti sopporto quando fai così. Sei impossibile.- le disse lui.
-Potrei anche essere petulante e tutto quello che dici, ma mediocre proprio non te lo concedo, mio caro Mr. Perfezione!- Rispose lei con tono inviperito. Lui si limitò a volgere il capo da un’altra parte deciso a non concedere altre preziose attenzioni a quella voce gracchiante. Lanciò uno sguardo a Nancy al tavolo Corvonero, che ricambiò con uno sguardo di compatimento e un sorriso per cercare di tirarlo un po’ su di morale dopo quella discussione con l’oca giuliva per eccellenza.
Hermione al tavolo Grifondoro non toccò cibo, bevve solo un po’ di succo di zucca dal proprio calice e poi si alzò insieme ai suoi compagni di casata per andare a lezione.

Quel pomeriggio passò in fretta fra una lezione e l’altra e una montagna di compiti di pozioni, assurdamente assegnati da Piton. La sera si erano tutti dileguati nelle proprie stanze verso le 10:00 p.m. , stanchi del troppo studio di quella giornata.
A Hermione mancava solo una ricerca, e per farla le occorreva fare per la millesima volta in quel giorno una visita alla biblioteca. Le ricerche vanno di moda adesso, pensò sarcastica. Arrivata prese posto al suo solito tavolo, poggiando pergamena e calamaio li sopra. Poi andò alla ricerca del libro tra i vari scaffali, e girovagando fra essi notò che la biblioteca era vuota. Non se ne stupì, del resto erano del 22:00 passate. Trovò finalmente il libro che cercava, e lo tolse dallo scaffale prendendolo fra le mani. Poi si voltò e andò all’improvviso a sbattere contro qualcosa, o meglio, qualcuno.

-Guarda chi si rivede, Granger…- proferì una voce tagliente di cui Hermione conosceva benissimo il proprietario.
-Lucius..cioè, Signor Malfoy.- disse alzando lo sguardo verso Malfoy Senior. Si sentiva a disagio ora, e in trappola, come se non potesse più scappare da quello sguardo glaciale, cosa che aveva tentato di fare ogni volta che durante la giornata aveva ripensato alla notte precedente. Ma ora non poteva fuggire, perché quello non era un sogno ne un ricordo: era la pura realtà.

-Ieri notte mi davi del tu a quanto ricordo…- sussurrò lui avvicinando le labbra all’orecchio di lei, che rabbrividì. Ora non sapeva se aveva più voglia di strangolarlo o di abbracciarlo, ma trattenne in entrambi i casi ogni suo istinto; aveva la sensazione di stare per scoppiare in lacrime, ma si trattenne nuovamente per la paura di lasciarsi andare. Perché quegli occhi gelidi la attraevano così tanto, e nel contempo le facevano paura?
Ogni cosa di Lucius le faceva paura: l’espressione perfida e impassibile, quel sarcasmo che utilizzava sempre con una vena di malignità, quegli occhi color ghiaccio, quel modo così violento di fare, l’essere così spietato e la sua capacità di persuasione. Riusciva sempre ad ottenere ciò che voleva, e la cosa più buffa e spaventosa allo stesso tempo era che spesso ci riusciva semplicemente ordinandolo.
Ma tutto questo la attraeva allo stesso tempo, ed era un’attrazione che lei stessa non riusciva a controllare.
E poi ogni volta che gli era vicina sentiva il suo odore: un profumo così fresco e buono che era impossibile da dimenticare. Adorava questa caratteristica.
Trattenne il respiro per qualche istante, e chiuse gli occhi. Poi convenne che era tutto inutile: qualsiasi cosa avrebbe cercato di fare per non sentire quel profumo che amava, o per non incappare in quel gelido e penetrante sguardo, sarebbe stato vano.
Riaprì gli occhi e riprese a respirare, ricadendo nel vortice che aveva tanto cercato di evitare per non ritrovarsi di nuovo incantata da quegli occhi.
-Ieri notte credo di aver commesso l’errore più grande della mia vita, dopo ovviamente la decisione di seguirti nella stanza delle necessità per evitare Draco. Meglio essere schernita da lui piuttosto che..- si interruppe, abbassando lo sguardo.
Malfoy le alzò il capo con l’indice della mancina per poter tornare a guardarla negli occhi.
-…Che venire a letto con me?- terminò cercando di indovinare il resto della frase di lei. Rise perfidamente subito dopo.
-Non continui la frase perché nonostante tutto tu non ti sei pentita di ciò che hai fatto- disse Lucius con un sorriso beffardo sul volto.
Lei non rispose. Solo si ritrovò a pensare a come diavolo facesse Malfoy ad azzeccare ogni sua sensazione. Per questo non disse nulla.
-Chi tace acconsente, Granger…- proferì lui mantenendo il sorriso di prima.
Si avvicinò all’orecchio di lei e sussurrò:
-Due bugie in quasi due giorni…è un record per te, Mia Piccola Mezzosangue… -
Hermione trasalì. Scosse la testa per scacciare il ricordo della notte precedente, il ricordo di Lucius che la chiamava in quel modo, sussurrando.
-Fatti da parte, Malfoy- disse con tono acido, decisa ad ignorarlo.
Lui sorrise, in modo divertito, poi la prese per i fianchi con una stretta decisa e la mise con la schiena al muro a pochi passi dalla sezione in cui si trovavano. Avvicinò il volto a quello di lei, di poco, continuando a guardarla negli occhi.
-I-io…- mormorò Hermione che da quando lo aveva rivisto era entrata in uno stato confusionale.
-Malfoy.. Lucius…- proseguì -…Cavolo quanto sei odioso quando fai così..ti detesto lo sai?- disse, con tono più deciso anche se non considerava totalmente vero ciò che lei stessa aveva proferito in quell’istante. Ma era lui il responsabile dello stato in cui si trovava lei adesso, e dava la colpa a lui anche del fatto che qualsiasi cosa le dicesse di fare in quel momento probabilmente l’avrebbe eseguita, mettendo di nuovo a tacere quella vocina dentro di lei che le diceva di non farlo, come la notte precedente.
-Anche io ti odio, Mia Piccola Mezzosangue… non immagini neppure quanto- rispose Lucius, il sorriso perfido stampato sul volto. Poi la baciò con passione, e lei non riuscì a non lasciarsi andare. Ecco, aveva represso la vocina dentro di lei, quella che cercava di tenerla lontano dal compiere una tale azione. E ora si stava lasciando portare verso il tavolo dove aveva appoggiato pergamena e calamaio quando era entrata nella biblioteca, senza mai interrompere quel bacio appassionato e selvaggio.
Malfoy Senior passò la mano sul tavolo lasciando cadere per terra tutto ciò che vi era sopra, e mise al loro posto Hermione, in posizione sdraiata. La guardò negli occhi prima di mettersi sopra di lei e baciarla sul collo, scendendo lentamente sempre più giù. Poi risalì e tornò ad osservarla.
-Apri le gambe…- disse in sussurro.
Lei lo fece, lasciando trapelare quella paura che ancora provava una parte di lei.
Lui la avvertì.
-Lascia che accada..- sussurrò prima di entrare in lei. Lo fece in modo insolitamente delicato. Hermione non se lo sarebbe mai aspettato. Capì che lui doveva aver percepito quell’ombra di paura che non era ancora riuscita ad abbandonare del tutto. Ne fu piacevolmente sorpresa.
La seconda volta le sembrò ancora più travolgente della prima. Si ritrovò a pensarlo quando alcuni minuti dopo lui scese dal tavolo e si rivestì in fretta. Sembrava avesse una fretta del diavolo, ora.
Hermione lo osservò, mettendosi seduta sul tavolo dopo essersi rimessa gli sleep, e la gonna della divisa. Poi raccolse la maglietta da terra, e il mantello. Indossò il primo indumento, appoggiando il mantello sul tavolo. Notò che il pavimento era sporco dell’ inchiostro del calamaio che Lucius aveva buttato per terra prima di sdraiarla sul tavolo. Riportò lo sguardo su Malfoy Senior.
-Vai via di già?- domandò, cercando di sembrare indifferente a questo fatto. Non voleva che se ne andasse.
-Si, ho fretta.- risposte lui con tono freddo, afferrando il proprio mantello, nero, e indossandolo.
Hermione fece una smorfia, come se una parte di sé stesse dicendo all’altra: “te l’avevo detto io!”
-E così è stata solo una sveltina? Arrivi comparendomi davanti all’improvviso, poi mi convinci a fare tutto quello che vuoi e quando lo hai ottenuto scappi via?- domandò. Non voleva farlo ad alta voce però. Era più un pensiero fra sé, che si dimenticò di far restare tale.
Lui si voltò, guardandola negli occhi attraverso le glaciali iridi.
-Se è così che ami definire questa cosa.- rispose con tono indifferente, facendo un passo verso di lei.
-Wow. Fantastico. Beh, a essere sincera non me la immaginavo così la mia prima volta. E neppure la seconda, a dirla tutta.- Disse sarcastica all’inizio, cercando di mantenere la calma. Più passava il tempo e più lo odiava, e più lo odiava più sentiva di volerlo. “No, non puoi davvero voler passare la notte con uno così!” diceva una parte di lei, e l’altra non l’ascoltava, ancora persa in quegli occhi color ghiaccio, così penetranti.
-Che cosa vuoi da me, Lucius?- domandò.
-Io non voglio niente da te. Io voglio te. Lo sai, Granger, che una passione può durare più di un amore eterno e fedele?-
-Tu sai tutto sull’infedeltà, immagino. Tua moglie in questo momento non potrà neanche muoversi per tutte le corna che le hai messo sulla testa.- rispose lei con tono fermo, decisa a non cedere.
Lucius scoppiò in una risata.
-Ma guarda…l’amante che si preoccupa della moglie. Lo trovo alquanto buffo. Ora, mia piccola mezzosangue…- disse, avanzando ancora verso di lei. –Continuerei a farti gemere per tutta la notte, e sai benissimo che sarei capace di tenerti a gambe aperte fino a domattina..- continuò, arrivandole vicinissimo.
Si protrasse un po’ verso di lei.
-Ringrazia che devo proprio scappare…- sussurrò, mentre in volto gli si dipingeva un sorriso perfido.
-Buonanotte, Mia Piccola Mezzosangue…- disse, nuovamente in sussurro. Poi le diede le spalle uscendo dalla biblioteca a passi precisi.
Hermione si sentiva sporca, ancora una volta. Ma benché lo desiderasse fortemente non riusciva a togliersi dalla testa le sue parole, i suoi sussurri, le sensazioni che aveva risvegliato in lei quando l’aveva sfiorata con quelle affusolate, lunghe e gelide dita.

Ciao a tutti!
Vi ringrazio per le vostre recensioni, spero soltanto che vi piaccia come sto continuando la fic! Mi raccomando continuate a recensire!!!

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Astrid