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Autore: Vattelapesca    11/12/2011    4 recensioni
Ho scritto tante cose, ma questa è la mia prima FanFiction in assoluto. Ero curiosa di provare.
La guerra è finita ed il mondo magico è finalmente libero. Ma il dolore per i caduti sembra qualcosa destinato a non finire. Dal primo capitolo: E lui, Harry, in prima fila assieme a tutta la famiglia, addirittura prima di zia Muriel, non poteva sentirsi più estraneo. Era a mille miglia di distanza da tutto e da tutti, dal pianto disperato di Molly Weasley, dallo smarrimento sulla faccia pallida di Lee Jordan, dal dolore soffocato di Fleur e Bill, da quello puro di George, dalle mani intrecciate di Ron e Hermione e dal viso duro di Ginny che lo fissava fiera con gli occhi lucidi di lacrime.
Genere: Generale, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Il trio protagonista, Un po' tutti | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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8.Marauder's Memories


Fuori dalla finestra il sole splendeva sereno, annunciando una bella giornata estiva, ma Harry non avrebbe potuto sentirsi più in disaccordo con il tempo, non in quel momento. Con un gesto di stizza chiuse le pesanti tende tarmate di velluto verde, sollevando una nuvola di polvere. Sebbene immersa nella penombra, la stanza di Sirius era ancora ben definita. Harry aveva passato tutta la mattina a sistemare la camera del suo padrino, isolandosi completamente dagli altri. Non aveva trovato molto di più di quello che aveva già preso ben più di un anno prima, ma c'erano un paio di cose che lo avevano interessato.
C'erano due foto molto vecchie e sciupate che erano sopravvissute. La prima ritraeva Sirius e suo padre insieme in un giardino, Harry aveva pensato che molto probabilmente era stata scattata nella casa dei Potter, durante uno dei soggiorni estivi di Sirius. I due ragazzi, che dimostravano più o meno quindici anni, sorridevano, senza guardare l'obbiettivo perché presi di sorpresa da uno dei nonni di Harry. In mano tenevano entrambi un manico di scopa.
La seconda, invece, era chiaramente una foto in posa. Era stata scattata ad Hogwarts e immortalava Lupin nel suo sesto anno, appuntato sulla divisa brillava il distintivo di prefetto. Harry l'aveva presa per portarla ad Andromeda, voleva che il piccolo Ted potesse vederla.
L'ultimo oggetto era un libro scolastico, una vecchia copia di Storia della Magia. Quando l'aveva vista, Harry non aveva subito capito come mai Sirius avesse deciso di conservare un libro e perché, tra tutti, avesse scelto proprio quello. Il ragazzo ricordava le lezioni del professor Ruf come qualcosa di estremamente noioso dove nessuno, tranne Hermione, prestava attenzione. Aveva aperto il libro, curioso, sfogliando le pagine ingiallite. Fu sorpreso di vedere che sulla carta la scrittura stampata era stata sostituita da una calligrafia manuale in molti casi. La cosa si ripeteva per tutto il libro, a volte anche intorno al testo, come se il suo padrino avesse scritto delle note. Ma quelli non erano affatto appunti, Harry lo aveva capito subito. Le frasi erano state scritte in quattro calligrafie diverse, che si alternavano rigo dopo rigo. Leggendo, Harry aveva compreso che erano conversazioni. Era come se i Malandrini, perché chi aveva scritto quelle cose erano senz'altro loro, si scambiassero in quel modo i messaggi durante la lezione.
Il ragazzo aveva letto con interesse, lasciandosi trasportare dalle immagini ormai perdute che quelle frasi evocavano. Presto era stato in grado di associare ad ogni persona l'esatta calligrafia corrispondente. Sirius aveva una scrittura lunga e obliqua, elegante, sebbene disordinata. Suo padre aveva una certa stravaganza nel vergare le maiuscole e spesso le faceva in modo differente, come se stesse cercando qualcosa di originale e vistoso. Remus, come Harry aveva notato, era quello che scriveva di meno, ma quando lo faceva era ordinato e preciso. Minus aveva una calligrafia piccola e tondeggiate, quasi illeggibile.
Andando avanti nella lettura, Harry aveva sentito il cuore stringersi sempre di più, gli faceva un certo effetto pensare che quelle persone, che un tempo avevano scritto quelle frasi lettera dopo lettera, adesso erano tutte morte. In quel momento gli occhi gli erano pizzicati di lacrime e lui si era sentito solo più che mai.
Il suo stomaco brontolò, vuoto da troppo tempo. Era dal giorno prima che praticamente non toccava cibo. Dopo che una squadra di Auror più Kingsley era arrivata per prelevare il corpo di Yaxley e raccogliere le loro deposizioni, Harry si era eclissato nella propria stanza, con l'unico desiderio di dormire. Nessuno lo aveva disturbato, per quanto ne sapeva, Ron e Hermione potevano anche essersene andati.
Nonostante il cattivo umore, decise che era il momento di uscire da quella stanza, rinchiudersi non sarebbe servito a nulla ed in più aveva fame. All'ultimo momento decise di portare con lui il libro per farlo vedere ai suoi amici.
La cucina del seminterrato lo accolse avvolgendolo con l'aroma speziato di una delle zuppe di Kreacher. Appena lo vide, l'elfo batté le mani soddisfatto, blaterando qualcosa mentre lo spingeva a tavola e gli rifilava una scodella di ministra fumante. Harry lo guardò alla ricerca di qualche segno di debolezza, ma il vecchio elfo sembrava stare più che bene. Si era ripreso subito dopo l'attacco e, nonostante Harry avesse provato in tutti i modi a farlo riposare, Kreacher si era dato subito da fare per rendere quella casa abitabile.
Accanto a lui, Ron e Hermione erano già seduti da molto tempo, a giudicare dalla zuppa di Ron, che non fumava più. Il ragazzo la stava rimestando, pensieroso, mentre Hermione, di fronte a lui, leggeva il Profeta con espressione corrucciata. Quando era entrato, gli avevano fatto segno di saluto, senza però chiedergli niente. Harry accettò quel tacito accordo di buon grado, non aveva voglia di parlare dell'accaduto, proprio come loro.
“Cos'é quello?” chiese Hermione alzando il naso, che era tornato dritto, dal giornale. Aveva insistito per non andare in ospedale e un Auror esperto in incantesimi di guarigione l'aveva aiutata a sistemarsi.
Harry le allungò il libro. “L'ho trovato in camera di Sirius, è la copia di Storia della Magia che usava a scuola. Credo che lui, mio padre e gli altri la usassero per scambiarsi messaggi.”
Hermione annuì lievemente mentre, con le sopracciglia aggrottate, scorreva velocemente le pagine.
“Fà vedere.” disse Ron allungandosi per prendere il libro dalle mani di Hermione.
“Parlano di tutto” continuò Harry “Praticamente va dal terzo anno in poi, ci sono un sacco di discussioni sulla mappa del Malandrino, ad esempio.”
Ron sghignazzò attirandosi gli sguardi interrogativi degli altri due.
“Sentite qua.” disse, cominciando a leggere una pagina, più o meno in fondo al libro. “Cosa è successo?- Ramoso ha chiesto di uscire alla Evans un'altra volta, e lei lo ha respinto come se fosse un troll, un'altra volta.- Non è vero! -Devo essermi perso qualcosa, James, a me sembrava ti avesse detto che preferiva bere pus di Bobotubero. -Beh, sì. Ma stavolta mi ha sorriso mentre lo diceva! In realtà vuole uscire con me, ve lo dico io. - A me sembrava più un'espressione disgustata, piuttosto che un sorriso. - Remus! Pensavo stessi seguendo la lezione! -Non se voi continuate a blaterare come delle oche pettegole.”
Harry ed Hermione sorrisero, divertiti.
“Bella trovata per passare le lezioni di Ruf! Avremo dovuto pensarci noi, come credi che abbiano fatto?” disse Ron, mentre sfogliava altre pagine. Hermione gli lanciò un'occhiataccia, ma non gli rispose.
“Penso che si passassero il libro, no? Come dei semplici bigliettini.”
Hermione inarcò le sopracciglia, spalancando gli occhi. “Non credo proprio. Sarebbe stato scomodo, oltre che troppo rumoroso e visibile. Credo che abbiano incantato i libri, ognuno scriveva sul proprio e la frase appariva su quello degli altri, è un incantesimo piuttosto semplice. E poi” aggiunse, piuttosto acida “Storia della Magia è una materia interessantissima, se voi foste stati più attenti a lezione, ve ne sareste accorti!”
“Libri incantati!” esclamò Ron “Geniale! Immaginate come sarebbe stato se gli avessimo avuti!”
Hermione aprì la bocca per ribattere, piccata, ma Harry fu più veloce “Cosa dice la Gazzetta del Profeta oggi?” chiese prima di ingollare un cucchiaio di zuppa, trovandola squisita.
Hermione parve un attimo indecisa sul da farsi, poi, scoccando un'ultima occhiataccia a Ron, che era tornato a rimestare nel suo piatto, chiuse il giornale, in modo che si vedesse la prima pagina.
Harry scorse qualcosa che assomigliava molto a Kingsley.
“Hai presente quando abbiamo chiesto a Kingsley di mantenere la massima riservatezza? Beh, sono sicura che ci abbia provato, ma non ha funzionato un granché, in effetti.” disse Hermione facendo una smorfia.
“Per niente, direi.” aggiunse Ron “Aspetta solo che mamma legga il Profeta, ci manderà milioni di lettere, sempre che non si presenti direttamente qui.”
Harry voltò il giornale, in modo da poter leggere i titoli. La prima pagina diceva:
 
MANGIAMORTE RESTA UCCISO DURANTE SCONTRO: CI SARA' SEMPRE POTTER A SALVARCI?
 
Nella giornata di ieri, durante un breve e violento scontro avvenuto nella casa dove attualmente risiedono Harry Potter, Ron Weasley ed Hermione Granger, un Mangiamorte è rimasto ucciso.
Pare che il mago abbia teso un agguato al noto trio, minacciando la loro vita. Da quanto emerge dalle poche dichiarazioni si sarebbe trattato di un incidente, la causa della morte non sembra infatti di derivazione magica.
Il ministro della magia in persona, Kingsley Shacklebolt, si è recato nell'abitazione assieme ad una squadra di Auror subito dopo l'accaduto.
La versione ufficiale fornita alla Gazzetta del Profeta afferma che si sarebbe trattata di una morte accidentale durante lo scontro iniziato dal Mangiamorte, di cui non si sa ancora il nome. Quel che è certo è che, ancora una volta, Harry Potter ed i suoi amici sono intervenuti per garantire la sicurezza del mondo magico. Senza di loro, un pericoloso Mangiamorte sarebbe ancora a piede libero. Quello che tutti si stanno chiedendo è: perché il Ministero non ne sapeva niente?
 
CONTINUA DA PAG 2 A 5.
 
Harry si stropicciò la fronte, sentendo sotto le dita la forma familiare della cicatrice. Anche se ormai non gli dava più alcun fastidio quando era sovrappensiero lo faceva sempre, era diventato qualcosa di meccanico.
“Poteva andare peggio.” disse poi.
Hermione annuì impercettibilmente. “Potrebbe ancora andare peggio. Non voglio sentire cosa avrà da dire al riguardo la Skeeter. Per ora se la stanno prendendo con il Ministero, ma se cominciassero a farlo con noi?” Harry poteva vedere dalla sua espressione quanto fosse tesa e spaventata. Sapeva cosa stava pensando, anche se nessuno tranne loro e Kinglesy lo sapeva, era stata lei quella che, in effetti, aveva sferrato il colpo di grazia a Yaxley.
“Non succederà mai. Ci vedono come eroi.” mugugnò Ron.
Hermione lo guardò corrucciata, ma non disse nulla e si rimise a sfogliare il giornale senza, però, fermarsi a leggere veramente qualcosa.
Harry non sapeva cosa dirle. Avrebbe voluto consolarla in qualche modo come lei aveva sempre fatto con lui, ma non ci riusciva. L'episodio li aveva scossi tutti, ma aveva colpito lei in particolare. Harry guardò i suoi amici in silenzio, chiedendosi quante ne avrebbero potute ancora sopportare prima di cedere definitivamente.
Dentro di se sentiva di aver raggiunto il limite massimo.
All'improvviso, nel silenzio della cucina, la voce di Ron rimbombò forte sulle spoglie pareti di pietra.
“Hermione!” esclamò lasciando cadere il cucchiaio nel suo avanzo di zuppa fredda “I tuoi genitori!”
La ragazza aggrottò le sopracciglia. “I miei genitori cosa?”
“Ci siamo dimenticati! Stavo pensando a... insomma, mi è venuto in mente! Sono in Australia, no? Devi riportarli! Ce ne siamo dimenticati!”
Hermione lo fissò per un minuto con la bocca spalancata, ammutolita. Poi, come se stesse raccogliendo tutta la rabbia che aveva in corpo, sibilò contro Ron. “Tu... credi veramente che io abbia potuto dimenticarmi dei miei genitori?”
“Io non... Non era questo che intendevo...” balbettò Ron a disagio, evidentemente non si aspettava una reazione del genere.
“No? So perfettamente che cosa intendevi, Ronald. Come avrei potuto dimenticarmene? Tu, tu non capisci assolutamente che cosa mi è costato fare quello che ho fatto. E pensi che avrei potuto dimenticarmene.”
Era rossa in viso e sembrava furiosa, Harry provò piano a parlarle, ma lei lo ignorò deliberatamente.
“E allora perché non sei ancora andata a riprenderli?” sbottò Ron con le orecchie in fiamme, tirando fuori il coraggio da chissà dove. “Se dici che non lo potresti mai dimenticare, allora perché non sei già là? Non ci vuoi andare, forse?”
Dirlo gli era costato uno sforzo immenso, tanto che adesso aveva il fiatone.
Hermione spalancò ancor di più gli occhi, incredula “Come... come ti permetti. Non osare mai più.” boccheggiò stravolta, sembrava sull'orlo delle lacrime.
“Hermione.” intervenne Harry “Ron non voleva accusarti di nulla, credo sia solo preoccupato.”
“Certo che sono preoccupato! Non hai detto una sola parola da quando è... è successo, insomma, quello che è successo. Ci nascondi le cose!”
“Io non vi nascondo niente.” ribatté piccata Hermione.
Ron inarcò le sopracciglia “ Ah no? E le lettere?” chiese in tono accusatorio.
“Quali lettere?” fece Harry, ma nessuno gli rispose.
“Tu... tu... come fai a sapere delle lettere?”
“Perché non me lo hai detto?”
Questa volta fu Hermione a sentirsi a disagio, in qualche modo quell'affermazione aveva fatto centro.
“Non sono affari tuoi.” sbottò infine, poi, senza aggiungere nient'altro si alzò facendo strusciare pesantemente la sedia ed abbandonò in fretta la cucina.
“E INVECE SONO ANCHE AFFARI MIEI!” Le urlò dietro Ron, alzandosi anche lui.
“Di che lettere stavate parlando?” chiese un'altra volta Harry.
In tutta risposta Ron imprecò ed uscì dalla stanza, lasciandolo solo con Kreacher che lavava le pentole.
 

PS: E' un po' che non aggiorno, lo so, e per questo mi scuso. Ma partecipavo a dei contest che mi hanno preso un po' di tempo. Nell'idea originale, se devo essere sincera, il capitolo era più lungo, ma alla fine ho deciso così.
Ringrazio le nuove persone che l'hanno messa tra le seguite, sono contenta. Nonostante ciò ho ricevuto una sola recensione, non posso di certo obbligare nessuno, ma due parole mi farebbero piacere. Quantomeno per sapere se vi piace la direzione che sta prendendo o anche per dirmi un “guarda, fai schifo.”
Buona lettura per chi ha aspettato questa storia. (Sempre che qualcuno ci sia.)
  
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