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Autore: KSherlocked    11/12/2011    0 recensioni
Aaallora gente. Premetto che è la prima storia che pubblico e che in teoria non è una Fan Fiction. E' un libro, un romanzo. Il tema vampiresco è solo la rappresentazione attraverso un esempio concreto della differenza di due mondi, le difficoltà di due mondi diversi.
La storia è narrata principalmente dal punto di vista di Lui. I nomi sono...ispirati diciamo. Da chi lo capirete subito direi.
Discussioni familiari, passati difficili, incidenti di percorso e amori rinnegati e pericolosi sono all'ordine del giorno, quando hai duecento anni di vita alle spalle e ti approssimi a viverne altri infiniti. E se improvvisamente qualcosa sconvolgesse l'andamento equilibrato della tua esistenza? Se qualcosa rischiasse di mandarti sul sottile confine che determina vita e morte, se stessi rischiando la vita per qualcuno che non può essere salvato? Saresti disposto a cambiare mondo, vita.. solo per lei?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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<< Dio! Mi dispiace! Invece di farti compagnia sono crollata! Scusa! >> Continuava a ripetere Kristen. Non aveva idea del regalo che mi aveva fatto quella notte. Né sesso e soldi avrebbero mai potuto competere. Avevo potuto osservarla nella sua forma più fragile, raggomitolata e avvolta nelle lenzuola come una bambina piccola. E nel frattempo aveva stretto la mia mano come fa un neonato con il genitore. Certo, non era come genitore che volevo entrare a far parte della sua vita, ma se non altro era qualcosa.
<< Kristen, erano le due di notte passate! Non hai niente di cui scusarti..>> Ribadii.
 << Si, come no. Un amico deve saper ascoltare, non credi?>>
<< Beh, considerando le tue condizioni ,ieri sera, credo che tu sia stata fin troppo brava.>>Sorrisi angelico. Mi guardò allarmata e alzai un sopracciglio << Puzzavi di alchol, di birra. E me ne hai anche offerta una. Dopodichè sei crollata. Però hai avuto qualche momento di lucidità! >> Aggiunsi sempre sorridendo. Per un momento iniziai a temere che non si fosse ancora ripresa: mi guardava con fare curioso e ingenuo, come un cucciolo che non capisce cosa gli si sta dicendo. Poi tutto insieme si illuminò << Oh,merda...senti, dimentichiamo tutto. Ieri sera non ricordo nemmeno cosa ho fatto. Non potrei essere più imbarazzata di così,sul serio! Credo di esseremi ubriacata. Ho fatto una cazzata.>> Lamentò e si massaggiò le tempie in modo sanco.
<< Non essere così dura con te stessa. Se eri ubriaca non potevi essere coerente. Probabilmente è stata una fortuna che ti sia addormentata. Sai quante stronzate avresti sparato?>> Risi e lasciai che mi guardasse male da sotto le mani.
<< Mi hanno sempre detto che bisogna darsi un giudizio obbiettivo prima di fare cazzate. Avrei potuto benissimo riflettere.>> Mi guardò con aria saccente.
Aggrottai la fronte e arricciai il naso.<< Eri davvero ubriaca?>>
<< Così pare...>> arrossì. Avrei dovuto dirle della mano? Avrei dovuto ricordarle che avevo passato con lei tutta la notte? Da una parte la cosa appariva tutt'altro che sensata, eppure sentivo un impellente bisogno di confessarglielo.
<< Non ti ricordi davvero niente di stanotte,eh?>> Chiesi con un'ombra maliziosa negli occhi. Sperai che la interpretasse male...
<< C'è qualcosa di cui dovrei essere al corrente, straniero?>>
Sorrisi << Dipende di che tipo.>> Mi divertivo a tenerla sulle spine, era uno spasso.
Sbarrò gli occhi e alzò un dito a mezz'aria. Intuii che i suoi pensieri erano andati ben oltre l'accaduto e scoppiai a ridere << Che fantasia che hai, ragazza! Addirittura fin lì sei arrivata?>> Alzai gli occhi al cielo. << Diciamo solo che sono rimasto a “dormire” da te. >> rassicurai enfatizzando la parola “dormire”. Spalancò ancora di più gli occhi << Nel senso che hai dormito con me..?!>>
<< No! Nel senso che sono rimasto seduto a fianco del tuo letto perchè qualcuno mi ha preso in ostaggio la mano per una notte. >>
<< COSA CAZZO HO FATTO?!>> la voce uscì acuta e strozzata, un'ottava sopra il normale.
<< Mi hai tenuto la mano tutta la notte, con una certa ostinazione, aggiungerei.>> continuai a sorridere divertito. Lei era scioccata. << Oddio mio! Mi-mi dispiace!>> balbettò ed abbassò gli occhi. Cosa c'era di male in quel che aveva fatto?
<< A me no. Non mi è dispiaciuto affatto.>> Ribattei e l'ombra di malizia fu sostituita dalla dolcezza. Rialzò lo sguardo stavolta illuminato di qualcosa che non riconobbi. Felicità,gioia,sgomento,ansia,amore,dolcezza. Avevo un'ampia gamma di scelte ma nessuna delle quali esprimeva al meglio quel che volevo definire. << Sul serio?>>
            << Eh già.>>Douglas, che creatura blasfema che sei.
  Si morse il labbro con decisione mentre la sua espressione tradiva un conflitto interiore, uno di quelli seri, però. Poi le sue iridi chiare mi incontrarono. E vidi una ragazza forte, determinata che si nascondeva dietro la grande maglietta da uomo di superman. Mi buttò le braccia al collo, come si fa con un fratello che non si vede da tanto…od un amico gay. Non saprò mai perchè le cose finirono diversamente con lei. Sembravo, anzi ero fermamente convinto di non piacerle, o meglio che lei non mi  vedesse come un potenziale compagno. Feci scivolare le mani fino a cingerle la vita e trattenni con ostinazione il respiro. Avrei voluto bearmi del suo aroma piacevole e dissetante, ma sapevo che ,andandomene, ne avrei sofferto la mancanza. Sarei andato in crisi da astinenza. Sentii la sua guancia farsi spazio fra l'arco del mio collo e la clavicola e la strinsi u po' più deciso contro il petto. Volevo che restasse così, per sempre. Non mi sarei fatto scappare un'occasione simile. Non ora. Non lei.
 
<< Allora... che si fa oggi?>> Era su di giri, o era una mia impressione?
<< Mah, non saprei...cinema? Parco, pub...birreria...>> Mentre sostituiva la maglietta larga con una più consona – secondo me anche quella era perfetta, ma non volle ascoltarmi – intravidi le linee morbide della sua schiena chiara. Era di una chiarezza spaventosa, inquietante. Bianca quasi quanto me. Due fossette interrompevano le curve dolci delimitate dal bordo del jeans. Si girò e si accorse che la stavo guardando << Oh già. Non mi ero raccomandata di non guardare. Eri nel diritto di farlo.>> Rise e mi fece cenno di passarle le scarpe buttate per terra, vicino al frigorifero.
<< Scusa, non...>> Di cosa dovevo scusarmi? Non mi sentivo in colpa, in verità.
<> Sorrise e mi strizzò l'occhio.
<< Uhm, perchè di solito lo fai?>>
<< Si, è mio consueto modo di fare dare uno schiaffo a chi sbircia.>>
Consueto modo di fare? Quindi era una cosa che accadeva spesso..? << Consueto? Dimmi, quanti uomini hai portato in questo camper con la scusa di una birra?>> Alzai un sopracciglio e sfoderai un sorriso sghembo – che lei mi aveva lasciato intendere le piacesse.
Subito avvampò di vergogna << Non credo tu abbia afferrato la sottile ironia della mia frase, a dir la verità non credo tu comprenda mai niente di quello che dico!>> Si accigliò e incrociò le braccia al petto. Braccia incrociate uguale barriera. Barriera uguale “stai lontano!”. Stai lontano uguale … << Straniero, scherzavo.>> Aggiunse sarcastica e mi diede un pugno sulla spalla. Ringraziando il cielo non aveva intenzione di tirarlo forte, altrimenti avrei dovuto spiegarle perchè le sue dita si fossero rotte, sbriciolate al contatto con la mia spalla. Non era il tipo di spiegazione che amavo dare. La maggior parte delle volte in cui mi trovavo a dover spiegare cose simili, il  curioso che chiedeva una risposta finiva sepolto da qualche parte. Rabbrividii.
<< Comunque, credo che il cinema vada bene.>> Concluse prendendo dal frigo un bicchiere che, dall'odore pungente che emanava, doveva contenere caffè freddo, congelato.
<< Che genere di film vorresti vedere?>> Quello era un problema. Un thriller nemmeno sotto pagamento. Un romantico film d'amore solo sotto tortura.
<< Un film di azione? Non saprei proprio...non credo che il cinema vada bene>>
“Kristen, Kristen... quanti problemi ti poni...” << Tutto quello che vuoi. Decidi tu.>>
<< Galantuomo che sei.>> Alzò gli occhi al cielo. << Se andassimo a casa tua?>>
Il mio cervello mi schiaffeggiò, snervato dalla mia repentina decisione di non ascoltarlo.<< E che faremo?>>
<< Non ne ho idea. Ci vediamo un film gratis, magari?>> Arricciò il naso. Sentii una carica elettrica percorrermi la schiena. << Un film gratis. Grandiosa idea. Che film?>>
<< Il primo che ti capita sotto mano. Faremo finta di interessarci allo schermo mentre parliamo. Che ne dici?>> Voleva parlare con me, da sola? Era disposta e propensa a restare sola con me? Che fosse un vampiro e non me n'ero accorto?<< Dico che è un'ottima idea, signorina.>>
Appena salimmo in macchina, partì la radio. Davano una bella canzone, mi pare degli anni Settanta. Musica buona. Iniziai a canticchiarla sottovoce sotto lo sguardo divertito di Kristen. << Che …?>>
<< Niente, niente. Canti bene.>> Disse e sviò il discorso. Quando cambiò canzone, però, mi chiese di abbassare il volume. Era un rock quasi metal, e lei aveva mal di testa. Non ci pensai due volte e abbassai quanto potevo l'audio. Parcheggiai nello spiazzo davanti casa. Faceva uno strano effetto non vedere altre macchine...
<< Andiamo o aspettiamo di smaterializzarci? Perchè conosco un tipo che...>> Iniziò ma la fermai con una risata nervosa: passare con lei un giorno intero, lei che sapeva di buono; non era un'idea grandiosa.<< Entriamo...>> Non so perchè,come o quando decisi di farlo, ma la mia mano trovò la strada verso la sua e la prese dolcemente. Come se quell'arto fosse scollegato dal resto del corpo. O forse ero io ad essere scollegato perchè anche il mio corpo seguiva gli istinti della mano.  Lei se ne accorse, ma non la ritrasse. << Prendi in ostaggio la mia mano, straniero?>>
<< Non chiamarmi così, mi fai sentire in colpa. Comunque si, la prendo in ostaggio.>> confermai e strinsi piano le dita alle sue. Sentii il calore del sangue divampare impetuoso e scaldarle il palmo, ma che potevo fare, era normale. Dopo una ventina di ininterrotti giorni passati a sopportare il suo odore così invitante e avvolgente, ci avevo fatto l'abitudine, che tale non sarebbe mai dovuta essere. Quindi, arrivati sulla soglia, sollevai le nostre mani intrecciate e le avvicinai alle mie labbra. Con esse sfiorai il dorso della sua mano e con uno cenno davvero vecchio stile, la invitai ad entrare.
<< Wow...>> mormorò dandosi un'occhiata intorno. Non mi piaceva vederla così affascinata da quel bene materiale. Era più dignitosa la sua dimora della mia. Lei si era guadagnata la vita. Io la mia l'avevo persa con disonore. << Non è niente...>> Brontolai e le feci cenno di procedere verso il salone. << Che film?>>
<< Non eravamo d'accordo sul fatto di far finta di guardarlo?>> mi ricordò e sorrisi.
<< Oh, mon dieu.>>la guardai malizioso << L'avevo dimenticato...>> Guardai perplesso la libreria piena di film che avevo prontamente portato nella nuova casa. Non che mi piacesse il cinema, ma quando hai l'eternità davanti, qualcosa per ammazzare il tempo lo devi trovare. << Questo credo sia abbastanza noioso,no?>> Pescai un Dvd degno di un pomeriggio da teenager in lacrime appena lasciata dal ragazzo che se l'è fatta con la sua migliore amica. Sulla copertina intravedevo solo un quarto di un viso terrorizzato e rigato da una lacrima. Kristen si mise a ridere. << Oddio, Robert. Ok, mi sono espressa male. Faremo finta di vedere il film, ma nel frattempo non ci taglieremo le vene. Dico sul serio, questo film è da tagliarsi le vene.>>
<< Lo conosci?>> Chiesi divertito.
<< Altrochè. Se hai una sorella in piena crisi amorosa che da giorni non fa altro che piangere e mangiare chili e chili di gelato, beh...è il miglior film.>> Ridacchiò e fece scorrere un dito sui dorsi dei Dvd. << Questo...questo va meglio.>> Prese un film che conoscevo bene. Fu l'ironia della situazione e l'assurdità del caso che mi fece quasi ridere. Insomma, non potevo capacitarmi che un umano non si accorgesse della diferenza sostanziale fra me e lui, figurarsi di scherzare su quello che non sapeva.
<< Dracula?>> Boccheggiai tentando di non scoppiare a ridere. Lei mantenne un'espressione  raggiante benché non conoscesse i motivi del mio divertimento. << Perchè no. È un classico, bello, non troppo difficile da seguire... è perfetto.>>
<< Mmh...>> mi limitai ad annuire e a far partire il Dvd. Ci sedemmo sul divano a debita distanza, le mani ormai separate. Non avevo intenzione di seguire il film tantomeno di restare muto. << Comunque, diciamo che l'altro sarebbe stato ideale per la mia sorellastra, sì. Credo le si addica molto.>> Sghignazzai pensando a Meredith che mangiava gelato stesa su un divano. Kristen mi guardò curiosa.  << Problemi di cuore?>>
<< Eh, già. Ben le sta, nella vita non devi insistere sull'impossibile.>> decretai con convinzione, ma lei scuoteva la testa << Perchè dici così? L'amore è sempre bello. Difficile, doloroso, ma bello. >>
<< Non quando diventa un'ossessione.>> ribattei ricordando le pene che mi aveva fatto passare quell'arpia di Meredith.
<< Mi sembri colpito direttamente dalla vicenda di tua sorella...>> Disse con tono che lasciava intendere di proseguire. Sorrisi amaramente e la guardai con la coda degli occhi. << Non siamo parenti, ma di certo ci conosciamo da tantissimo tempo. Non è sano quello che prova per me. Non è sano il modo in cui lo dimostra e lo esprime. È pura follia.>> Scossi la testa per sottolineare l'assurdità dei fatti. << E' gelosa di qualcosa che non potrà mai possedere! Si ostina a massacrarmi con le sue suppliche e lamentele. Ma io non voglio e non posso darle corda. Dio mio! Potrebbe essere davvero mia sorella!>> setnii un brivido lungo la schiena. Kristen ci pensò un attimo e poi parlò. << Mi stai dicendo che Meredith è innamorata di te?>>
<< Esattamente.>>
<< E che i tuoi problemi in famiglia sono la conseguenza della sua gelosia?>>
<< Esatto.>> ribadii.
<< Quindi che alla fin fine il problema sono io..>>
Spalancai gli occhi, sorpreso dalla conclusione a cui era arrivata. << Cosa ti passa per l'anticamera del cervello, scusa?>> sospirai. Non poteva capire cosa volevo dirle se non glielo spiegavo chiaramente. << Kristen, io non sono interessato minimamente a quella stupida arpia. Attualmente il mio cervello è da tutt'altra parte. Se fossi interessato a Meredith, adesso non sarei qui, non credi?>> parlai velocemente cercando di non soffermarmi a riflettere sulle parole, reali e innaturalmente egoiste.
<< Wow...Ehm, io credo che.. credo che sia un ragionamento coerente e logico.>> Concluse con una cadenza che non le apparteneva. Ero nervoso di sentire cosa REALMENTE aveva da dire e mi accorsi che non stavo respirando da troppo. Quando presi una boccata d'aria, mi capacitai del perchè avessi smesso automaticamente di respirare. 
  
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