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Autore: VelvetDrops    12/12/2011    1 recensioni
L'ultimo anno delle superiori di una classe di ragazzi alle prese con le vicissitudini della loro età letti attraverso la protagonista e i suoi due migliori amici. Autobiografico ...per buona parte. Per la gioia dei miei compagni di classe!! Enjoy
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I giorni, nonostante tutto trascorrevano felici, in casa e fuori casa. Mia mamma era contenta come non lo era mai stata e il suo nuovo marito, la sua nuova casa, la sua nuova famiglia che la rendevano tanto felice. Sarebbe poco dire che se lo meritava. Si era sposata a diciannove anni già incinta. Felice e determinata seppur giovane mi aveva voluto fin dal primo giorno in cui aveva saputo della mia esistenza dentro di lei. Il suo amore non mi è mai mancato. Una volta mi raccontò che quando era in attesa di me si sedeva su una sedia a dondolo e carezzandosi il ventre come per cullarmi e farmi sentire protetta, mi leggeva storie o mi cantava canzoni dolci.  Io sentivo la sua voce piena d’affetto. Poco dopo il parto però il mio padre biologico decise di lasciarci, e non so perché, dal quel momento non si fece più rivedere. Conosco i suoi lineamenti solo attraverso una fotografia e non l’ho mai visto né ho mai sentito la sua voce. Così, io mia mamma e mia nonna siamo cresciute forti insieme, tre generazioni di donne legate da un incredibile vincolo d’amore. A volte mi sembra di percepire addirittura i pensieri e le sensazioni di mai madre dato il tempo e le esperienze che abbiamo passato  insieme, a stretto contatto. Ho fatto sempre di tutto per cercare di non deludere mia madre. Ogni buon voto, ogni sorriso, ogni disegno, ogni cosa bella era per lei, la mia principessa che mi sembrava di dover cullare anche se era certamente lei ad accudirmi. Non mi ha fatto mai pesare nessun problema, non mi ha mai incolpato di nessuna perdita, mi ha dato sicurezza e protezione. Proprio per questo l’amo così tanto. Ha saputo fare la vera mamma. Non la mamma amica che non sa proteggere e non è affidabile. Non la mamma inflessibile che non sa capire. Se solo avessi le parole per dirle quanto è stata incredibilmente perfetta e che non le rimprovero niente e che non so come fare a ricambiare neppure la metà di ciò che mi ha dato… Non sarei quella che sono senza le sue cure. Per questo, come stavo dicendo, ero davvero felice che avesse trovato un uomo bravo e che l’amava alla follia. D’altronde a quarant’anni una donna è nel fiore della vita e lei  era già stata troppo sola con lo scopo di dedicarsi interamente a me. Doveva vivere la sua vita e io ero felice quanto lei.

Io non potevo che essere profondamente gioiosa di quell’idillio e volevo tenermi un po’ in disparte quasi per la paura di rovinarlo. In quei mesi io e Matteo passavamo molto tempo insieme parlando di tutto e facendo l’uno da sostegno per l’altro. Uno dei nostri passatempi preferiti era quello di navigare su internet e chattare facendo degli scherzi a quelle persone virtuali con strani nickname.

“Guarda questo che strano nome! Prendiamolo un po’ in giro…”
“Certo che sei perfida!”
“Ma quante persone pensi che dicano la verità in chat? E’ un modo di giocare, tutti lo sanno!”
Il ragazzo con cui sto’ chattando dice che è gay, Mah!”
“Digli che sei gay anche tu e vediamo che fa!”
“Sai che risate! Però non vorrei esagerare!”
“Voglio solo vedere se riesci a reggere il gioco!”
“Ok! Ora mi ha chiesto quanti ragazzi ho avuto. Cosa gli dico?”
“Sono giovane ma non in quanto ad esperienze…. “
“Si, così sembro uno…”
“Si si ho capito scherzavo!”
Mentre ridevamo vedevo che Matteo era davvero concentrato nello scherzo che iniziava a divertirlo sul serio.
“Sara, mi ha chiesto il numero di cellulare, che faccio?”
“E’ meglio finirla qui no?”
“Si… Però sarebbe divertente fare finta per un altro po’ e poi dirgli per telefono “Oh checca”!”
“Poverino, che ti ha fatto di male?”
“Ora gli scrivo il numero!”
Dopo pochi secondi il telefonino iniziò a squillare: era lui!
“Non ha perso tempo eh? E’ ansioso di sentirti”
“ Cosa gli dico?” Chiese timoroso Matteo. Ma quando rispose iniziò a calarsi così bene nella parte che lo scherzo non sembrava più tale neppure a me. Si inventava nomi di locali, amicizie, esperienze che non aveva mai fatto. Sembrava a suo agio e divertito. Avevano fissato di sentirsi l’indomani dopo una lunga conversazione durante la quale io ero rimasta estranea a tutto.
Pensavo che il nostro gioco fosse finito lì ma mi sbagliavo perché quello non era più solo un gioco e non era più nostro.
La mattina seguente, durante l’ora di lettere Matteo mi mandò un piccolo foglietto di carta piegato. Lo aprii e vidi che c’era scritto:
“Stasera devo risentire quel ragazzo di internet, tu che ne pensi?”
Non ero più sicura di cosa stesse succedendo me non capivo la serietà della situazione, o perlomeno non ne percepivo il cambiamento.
Più i giorni passavano e più il telefonino di Matteo squillava durante i momenti che passavamo insieme e il chiamante era sempre lo stesso ragazzo. Ma cosa avevano mai da dirsi? E possibile che a Matteo interessasse portare avanti così a lungo uno stupido scherzo? Era il momento di chiudere quella faccenda per non rischiare di andare troppo oltre, almeno dal mio punto di vista.
Un pomeriggio Matteo mi chiamò a telefono per dirmi che il suddetto ragazzo sarebbe venuto un paio di giorni a visitare la nostra città.
“Non puoi prenderlo in giro così. Magari lui viene solo per te! Inoltre se ti facesse delle avances tu cosa risponderesti? Mi sa che stavolta hai esagerato…”
Mentre lo dicevo sentivo però che il mio amico era deciso e che non la pensava come me. I suoi programmi erano già decisi e non potei fare altro che affidarmi a ciò che sarebbe successo facendogli promettere però che mi avrebbe raccontato ogni singolo minuto del loro incontro.
Il pomeriggio che avevano scelto per l’appuntamento era chiaro e soleggiato ma il mio animo era pieno di apprensione mista a curiosità. Cosa sarebbe successo? Matteo si sarebbe incontrato con una persona affidabile? Cosa avrebbe deciso di fare? Come avrebbe fatto a confessare che non era gay ma che era tutto una messa in scena?
Intanto aspettavo sue notizie mentre cercavo una stanza di casa mia che fosse al riparo dallo sporco e dalla confusione che i muratori stavano portando in quei giorni.
L’attesa fu lunga ma dopo cena il telefono squillò. Sapevo, sentivo che era per me e corsi a rispondere. Era Matteo, come pensavo.
“Allora cosa e successo?”
“Tutto bene.” Fu la risposta di lui, una risposta che mi sembrò di una semplicità disarmante ma anche tremendamente incomprensibile data la situazione.
“Che significa tutto bene?”
”L’ho conosciuto. Ha la nostra età ed è molto simpatico. Anche a lui piace la musica e …”
“Andiamo. Lo sai cosa intendo! Come l’ha presa quando gli hai detto che non sei gay? Si è arrabbiato?”
“Veramente non gliel’ho detto?”
 “Sono del parere che lo scherzo è bello quando dura poco, magari adesso si aspetta qualcosa da te. Cosa farai se ti chiedesse di baciarlo?” Mi misi a ridere pensando alla faccia cha avrebbe fatto Matteo in quella situazione surreale.
“Me l’ha chiesto infatti!” La sua risposta mi lasciò di stucco.
“Non capisco…”
“Quando sono arrivato all’albergo dove alloggiava mi ha fatto salire nella sua stanza perché era appena arrivato dalla stazione e stava disfacendo i bagagli. Ci siamo presentati e abbiamo parlato un po’. Poi mi ha chiesto il permesso di farsi una doccia veloce dato che era stanco e accaldato per il viaggio”
Mentre Matteo parlava il mio cuore prese a battere più veloce e la mia mente già si perdeva in pensieri impossibili.
“Dopo un po’ è uscito dal bagno con l’accappatoio legato in vita e mi ha chiesto se mi disturbava il fatto che lui si cambiasse di fronte a me.”
“E poi?” Chiesi, assetata di sapere, tanto che non riconoscevo più la mia voce decisa.
“Non ha detto più niente. Si è aperto l’accappatoio e mi si è avvicinato lentamente. Io non sapevo che fare, ma mi sembrava brutto darmela a gambe ti pare?”
“Potevi sempre declinare il gentile invito, ti pare?” Dissi sarcastica, la cosa però mi incuriosiva sempre di più, non credevo alle mie orecchie!
 “Si è avvicinato e mi ha baciato.”
“Baciato? Come?”
“Non sai come si da’ un bacio?”
“Ma lui è un ragazzo, non pensavo… E Chiara quando lo verrà a sapere non sarà tanto contenta credo.”
“Da chi lo verrà a sapere?”Mi chiese lui quasi in tono di sfida poi aggiunse:
“Inoltre anche alcuni dei cantanti o degli attori e dei cantanti che piacciono a te si truccano o amano gli uomini, perché ti scandalizzi tanto?”
“Magari loro si truccano per esigenze di spettacolo e comunque sono sorpresa, non ti sembra normale?”
Mi sentii in colpa. Forse avevo scherzato troppo su quegli argomenti in passato e in quell’attimo ebbi paura che le mie parole o i miei gusti potessero averlo influenzato in qualche modo nella sua avventura di quel pomeriggio. Non volevo discriminarlo ma  non volevo neppure sentirmi responsabile delle scelte sue personali.
“Va avanti … Poi cosa è successo?”
“Te l’ho detto, ci siamo baciati e poi …”
“C’è anche un poi? Non l’avrai mica fatto?”
“Ma per chi mi prendi?”
“E’ solo che oggi non finisci mai di stupirmi…” Risposi timorosa di averlo offeso.
“Abbiamo avuto altre esperienze ma non un rapporto completo. Non sono pronto e l’idea mi fa paura.”
“Questo significa che però in futuro potrebbe succedere?”
“Sto parlando in generale. Sai che non ho fatto l’amore neppure con la mia ragazza ancora no?”
“Ok. Comunque io non sono contro di te, mi interesso solo di ciò che ti riguarda perché ti voglio bene… Sai che sono gelosa! Promettimi che mi racconterai tutto da ora in poi! Prometti.”
Mi fece quella promessa e iniziò da subito a mantenerla svelandomi particolari su quell’incontro che non avrei mai immaginato e che di certo non starò a scrivere. Le persone non finiscono mai di stupirti. O forse siamo noi desiderosi di stupirci quando invece, in fondo al nostro cuore, abbiamo già tante certezze.
  
  
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