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Autore: pinzy81    12/12/2011    3 recensioni
Cosa c’è dopo Breaking Dawn?
La vita di Renesmee è difficile, ma per fortuna, sono in molti a darle una mano.
Solo uno però per lei è veramente importante: Jacob.
Nuovi sviluppi per la Saga di Twilight in una fan fiction piena di colpi di scena, speranze, cuori infranti e, ovviamente, un nuovo cattivo.
Leggetela.
Genere: Azione, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jacob Black, Renesmee Cullen, Un po' tutti | Coppie: Jacob/Renesmee
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
Capitoli:
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La mattina prima del matrimonio, il sole ci trovò abbracciati nel nostro bel lettone bianco.
Mi piaceva da morire che il suo viso fosse l’ultima cosa che vedevo prima di chiudere gli occhi la sera e la prima che scorgevo al mio risveglio.
Ci tenevamo stretti l’uno all’altra e io gli accarezzavo dolcemente i capelli scompigliandoglieli un po’.
<< Mi piace svegliarmi al tuo fianco. >> mi disse con la voce ancora impastata di sonno.
<< E a me piace poter dormire tutte le notti con te senza aver paura di dovermi svegliare in tempo per tornare a casa dal nonno. >>
Da quando mi ero trasferita da lui non facevamo altro che tubare.
Ora l’intimità non mancava, ma non c’era più stato modo di… Esternare la nostra fisicità: ci sentivamo stranamente in imbarazzo.
Vivere in due case diverse facendo i fidanzatini era decisamente più facile che dover dividere la quotidianità con le nostre abitudini che spesso cozzavano l’una contro l’altra.
Ma eravamo decisi a non lasciarci scomporre dall’imbarazzo di quelle azioni abitudinarie che ci sarebbero servite solo a farci conoscere ancora più a fondo.
Avevamo predisposto tutto alla perfezione per il ritrovamento di Nahuel ed il piano comprendeva: matrimonio con ricevimento, trasferimento in aereo accompagnati da Charlie e Sue in Brasile, visto che la loro destinazione per il viaggio di nozze prevedeva l’isola di Esme come prima tappa, e la ricerca attraverso il sud America del nostro amico.
Avremmo puntato dritti verso la foresta amazzonica alla ricerca di Kachiri, Senna e Zafrina che potevano almeno dirci se l’avevano visto o se avevano anche solo notizie su di lui.
Sarebbe stata una giornata decisamente intensa questa, sia dal punto di vista emotivo che dal lato fisico: Jacob era stato arruolato dalla zia Alice per la sistemazione dei suppellettili in spiaggia e io ero una delle damigelle e dovevo occuparmi della sposa.
La cerimonia si sarebbe svolta sul bagnasciuga ovviamente e la zia si era data da fare come una matta sia per consigliare il perfetto giorno soleggiato, tanto tutti gli invitati sapevano dei Cullen e non si sarebbero dovuti nascondere dai raggi solari, sia per trovare il perfetto mobilio per la funzione.
Era splendido che per una volta i miei non dovessero nascondersi nel buio, ma che potessero uscire allo scoperto, finalmente alla luce del sole.
Ripensando a quello che mi aveva raccontato la mamma riguardo le tensioni che c’erano tra il branco e la nostra famiglia all’inizio della sua storia con papà, oggi mi sembrava come se il grande cerchio che ci stringeva tutti avesse finalmente chiuso i suoi contorni comprendendoci tutti: quella era la dichiarazione che eravamo tutti un solo clan, una sola tribù, un solo branco… Insomma una sola famiglia.
Si, sarebbe stata una giornata impegnativa, ma ci sarebbe stato anche da divertirsi.
Nonno e Sue si meritavano proprio una bella festa, soprattutto dopo la batosta di Seth; avevano pensato anche di rimandare la celebrazione, ma si era risolto tutto quanto per il meglio.
Il grande assente era uno solo, ma saremmo andati presto a cercarlo e lo avremmo riportato a casa anche se avesse voluto dire tirarlo per i capelli.
Mi vestii svogliatamente: non mi sarei mai allontanata dalle braccia del “mio Jacob”, ma dovevo andare a casa Cullen, dove Sue e tutte le altre donne del gruppo mi attendevano per cominciare a preparare la sposa.
La zia Alice aveva programmato massaggi rilassanti con oli profumati, maschere di bellezza, manicure e pedicure completa per tranquillizzare la futura signora Swan, il tutto entro la mattinata.
Poi ci aspettava il pranzo all’aperto e, dopo almeno mezz’ora di relax grazie a musica soft e aromaterapia, i preparativi finali con trucco, parrucco e vestizione.
Questa fase era sotto la supervisione della zia Rose, in quanto Alice sarebbe stata occupata con i ragazzi in spiaggia dopo pranzo.
La sposa era attesa per la funzione nel pomeriggio.
La prima fase era trascorsa tranquilla e tra di noi non si faceva che ridere a scherzare; perfino Huilen si era un po’ distesa, anche se si notava che le mancava qualcosa e pur non avendocela direttamente con Leah per quanto era successo, non incrociava mai il suo sguardo e cercava di non rimanerci da sola in una stanza.
Huilen aveva affrontato molto bene la partenza del nipote: mi aveva detto che se era quello il suo volere, sarebbe rimasta a Forks lasciandolo solo.
Lei rispettava molto Nahuel e, anche se era più grande di lui, lo vedeva un po’ come era Jacob per il branco: il suo maschio alfa, le cui decisioni erano legge da non discutere. Ovviamente era stata molto contenta di sapere che saremmo presto andati a cercarlo, e si sarebbe unita volentieri a noi, anche per farci semplicemente da guida, ma aveva promesso a Sue di restare, per lei, vicino a Seth che era ancora in convalescenza e, io credo, si sarebbe staccata malvolentieri da La Push e da Billy.
Si facevano compagnia senza pretendere niente l’uno dall’altra, come una vecchia coppia.
Durante la pausa per il pranzo stendemmo delle coperte sul prato antistante la casa e ci sedemmo a terra coccolate dalle leccornie che il catering ci aveva portato fin lì.
Leah si accomodò accanto a me e nonna Esme subito le porse un piatto pieno: sapeva che i lupi, a causa delle trasformazioni, avevano sempre molta fame.
<< Tieni tesoro, mangia qualcosa. >>
Esme era sempre premurosa con tutti e nessuno riusciva a non essere gentile con lei: sprizzava amore da tutti i pori.
Leah la ringraziò con un cenno del capo, sembrava imbarazzata di fronte a tanta gentilezza.
Ne avrebbe dovuto fare ancora tanto di lavoro interiore Leah per riuscire ad ammorbidire un po’ quel suo brutto carattere.
Chissà se prima di essere lasciata da Sam per Emily era sempre così scontrosa con tutti o se era stata semplicemente una reazione allo shock?
Non avevo mai avuto il coraggio di chiederglielo.
Mi voltai comunque verso di lei sorridendole e cominciai a chiacchierare.
<< Allora, sei nervosa? >>
<< Impaziente direi. Non vedo l’ora che tutto questo sia finito per poter partire. Non credo che avrei sopportato un altro giorno di attesa. >>
Fremeva come uno scolaretto eccitato il primo giorno di scuola, quell’emozione era accattivante.
<< Sono proprio contenta che tu ci abbia ripensato sai? Io e Nahuel eravamo compagni nella sventura di amare due persone che, a nostro dire, non ci calcolavano minimamente e quando se ne è andato mi sono sentita quasi in colpa di essere l’unica dei due ad essere felice. >>
Lei mi guardò sorpresa, con la forchetta a mezz’aria: era difficile comprendere per gli altri, che tra noi due ci fosse un affetto così profondo.
<< Come mai tu e Nahuel non avete mai provato a stare insieme? >> chiese infatti lei, non proprio conscia che avrei potuto rivolgere la stessa domanda per lei e Seth.
<< Beh noi non ci consideriamo in “quel” modo. Ci sentiamo due fratelli piuttosto che un ragazzo ed una ragazza da corteggiare. La nostra natura… >> e feci segno delle virgolette con le dita. << … ci fa sentire molto vicini, ma senza malizia. E poi credo che c’entri in qualche modo anche l’imprinting. >>
Leah quasi si strozzò.
<< In che senso? >>
<< Beh sono venuta alla conclusione che l’imprinting non leghi solo voi lupi, ma anche la persona con la quale lo avete. >>
Sembrava perplessa.
<< Mi spiego meglio: Jacob non riesce a starmi lontana e farebbe di tutto per me, giusto? È come una magia perché io farei esattamente lo stesso per lui. Secondo me se due persone sono destinate a stare insieme, niente e nessuno può mettersi fra di loro. Neanche il più bello degli attori o la più statuaria delle modelle per capirci. >>
<< Dici? >>
<< Ne sono convinta. Io e Jacob siamo anime gemelle: due parti dello stesso insieme. L’uno senza l’altra vivrebbe una vita a metà tra la tristezza e un senso di incompletezza. >>
Sembrava pensierosa ora che gli avevo spiegato il mio punto di vista.
<< Cosa c’è? >>
Cominciava ad aprirsi e io ero pronta a sentire la sua confessione: sembrava proprio che dovesse liberarsi da un grosso peso, ma improvvisamente si materializzò mamma con il mio cellulare che squillava.
Mi aveva spaventata, ero troppo assorta nel discorso per accorgermi di lei che si avvicinava.
<< Tieni Ness. È da due ore che squilla! >>
<< Grazie mamma. >>
Presi velocemente il telefono e risposi.
<< Pronto? >>
Niente: si sentiva solo un leggerissimo brusio di sottofondo.
<< Pronto? >>
Riprovai, ma il risultato fu lo stesso.
Riattaccai.
<< Evidentemente non era pronto. >> dissi sorridendo a Leah che mi guardava interrogativa.
Ci mettemmo a ridere serene.
Appoggiai il cellulare sulla coperta per riprendere a mangiare e quello subito si mise a vibrare, segno che era in arrivo un messaggio.
Lo presi e lessi in silenzio.
<< C’è un messaggio in segreteria. Vediamo chi era. Magari i ragazzi hanno bisogno di qualcosa. >>
<< Mmm ne dubito, con Alice lì… Vedrai che tutto è a posto. >>
Alzai le spalle mentre mi mettevo il telefono vicino all’orecchio e premevo il codice segreto per attivare la segreteria.
Una voce familiare mi fece sobbalzare.
<< Ciao Ness, sono Nahuel. Volevo solo fare gli auguri agli sposi… Era oggi vero? Spero di non essermi sbagliato: qui il tempo è relativo e ho perso il conto dei giorni. Io sto bene, volevo fartelo sapere. Dillo anche a mia zia e… Basta, tanto non interessa a nessun altro. Ti abbraccio forte, mi farò sentire anc… >>
Cadde la linea, il tempo massimo per il messaggio era finito.
Rimasi a bocca aperta.
<< Che c’è Nessie? >> chiese Leah con la bocca piena.
Avevo la gola secca, non riuscivo a spiccicare parola come se l’arsura che sentivo mi impedisse di articolare una frase.
Mandai giù il groppo che avevo in gola.
<< Era Nahuel. >>
Leah mi strappò letteralmente il telefono dalle mani e si mise il cellulare all’orecchio.
<< Nahuel? Nahuel! >>
Nessuno le avrebbe risposto, le avevo detto che si trattava di un messaggio.
Prese ad armeggiare con la tastiera irruente; ebbi paura per il mio telefono perciò glielo tolsi velocemente a mia volta.
<< Fammelo sentire! >>
Mi urlò in faccia con aria brusca.
Alzai le sopracciglia per farle notare i suoi modi di fare non propriamente cordiali.
<< Scusami Ness… Puoi farmi sentire la sua voce? >>
Ero ancora titubante.
<< Ti prego. >>
Mi rilassai, non ero mica una sadica.
Non so neanche quante volte riascoltò le sue parole, ma la batteria dell’apparecchio alla fine disse la parola basta e il cellulare si spense.
Avvilita di non poterlo più sentire, di non poter provare almeno quella piccola consolazione, Leah me lo restituì triste.
<< Crede che non mi interessi più di lui… >>
<< Puoi dargli torto? Se avesse creduto il contrario non sarebbe mai partito. >>
<< Hai ragione. >>
E prese a picchiarsi in fronte con la base della mano.
La fermai immediatamente con entrambe le mie, quel movimento colpì anche le altre signore della combriccola, tanto che si fermarono tutte a guardarci.
Sue, che si stava dirigendo al suo riposino di bellezza, scortata come un carcerato dopo l’ora d’aria dalla zia Rosalie, si voltò verso di noi.
<< Tutto bene Lee-lee? >>
Scrollò via i brutti pensieri dalla mente con un movimento fluido dei capelli non ancora acconciati.
<< Si mamma, brutti pensieri. Ma si risolverà tutto presto, ne sono sicura. >>
Accennò un sorriso e a sua madre sembrò bastare, tanto che tornò a seguire Rose cedevole.
Leah si alzò e si diresse verso il fiume, si capiva che aveva bisogno di rilassarsi facendo due passi e non credevo avesse bisogno di compagnia, tanto che iniziai a risistemare la zona del pranzo.
<< Lascia stare Nessie, ci penso io. >>
Mia madre mi fermò, non avevo neanche iniziato.
<< Non ti preoccupare mamma, mi fa piacere dare una mano. >>
<< Beh allora non ti scoccerà andare dal nonno Charlie a portare i fiori per gli occhielli delle giacche dei nostri splendidi uomini. >>
Avrei visto Jacob!
<< Certo che no. >>
Previdentemente zia Alice aveva fatto recapitare tutto il necessario per la cerimonia a casa nostra la sera prima.
I fiori erano stato sistemati in un’ampolla contenente acqua e ghiaccio per mantenerli belli e freschi e ci voleva qualcuno con un equilibrio perfetto per quell’impresa.
Non ero certo la persona adatta: la mia goffaggine si sarebbe certo fatta viva, visto che era un momento importante, ma non potevo rovinare il vestito dello sposo privandolo del fiore all’occhiello perché avevo fatto cader tutto strada facendo.
<< Dovresti farcela… >>
Anche mia madre era titubante al riguardo, conosceva la mia inettitudine in tali situazioni.
Mi riempii il petto di aria concentrandomi, presi il vaso con entrambe le mani e feci un paio di passi verso il garage.
Feci finta di inciampare e subito mia madre mi fu vicina per sorreggermi; sorrisi e le feci la linguaccia.
<< Scherzetto! >>



Allora ragazzi, che ne pensate? Il matrimonio è alle porte ed anche la partenza del "rescue team".
Riusciranno a trovare Nahuel? Le cose andranno lisce come l'olio o sorgeranno nuovi problemi? E ancora, i fiori arriveranno a casa di Charlie sani e salvi?!?
Beh, avete solo un modo per scoprirlo, restando sintonizzai su SAT anche la settimana prossima, puntuali il lunedì. Vi ricordo che i commenti sono ben accetti e, anzi, agognati dalla sottoscritta che non perde occasione per ringraziare coloro i quali seguono/preferiscono/ricordano questa storia, ma anche chi legge in silenzio. Vi vedo!
Concludo ricordandovi che ho inaugurato una nuova long su Edward che spero andrete a leggere e a commentare. Si chiama Imperfetto.
Baci

Pinzy

   
 
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