Ed
ecco che come al solito non seguo le mie idee iniziali! Volevo
pubblicare una volta a settimana, ma c'erano il prologo lì, solo
soletto, e Skipper (il pinguino che ha preso posto accanto al computer)
che continuavano a sussurrarmi "Pubblica, pubblica, pubblica" e chi
può dire di no ad un adorabile pinguino? Quindi ecco a voi il
primo capitolo!
Cosa dovete assolutamente sapere prima di iniziare a leggere:
è ambientato 3 mesi prima del prologo e fa un po' di luce su
quello che è successo tra Castle e Beckett.
Prima di lasciarvi in pace voglio ringraziare nuovamente 1rebeccam e tutte le altre persone che hanno commentato cioè: dilpa93, kate95, Luli87, angelad e madeitpossible (che supplico di lasciarmi in vita fino alla fine della storia).
Ok, ora ho davvero finito!
A presto,
Silvia e Skipper il pinguino tentatore!
Falling
Capitolo
1
Era
successo tutto così in fretta. Non avevi avuto neanche il tempo di
accorgerti della presenza del sospettato, che il colpo di pistola era
partito. Non sapevi come mai eri ancora viva. Fortuna? No!Non esiste
la fortuna in un mestiere come il tuo, esistono solo i giubbotti
antiproiettile e i partner che ti guardano le spalle e proprio in
quel caso entrambi ti avevano salvato. Come al solito Castle non ti
aveva ascoltato e ti aveva seguito in silenzio come un'ombra fino
all'interno dell'edificio in cui dovevate fare irruzione e ancora una
volta ti aveva salvato la vita, colpendo alle spalle il tiratore e
facendo deviare il proiettile che si era conficcato nel tuo giubbotto
all'altezza della vita. Incrociando lo sguardo preoccupato dello
scrittore, mentre Esposito ammanetta l'aggressore e Ryan lo
accompagna in centrale, non puoi fare a meno di notare come i suoi
occhi,in questo momento,siano di un colore più scuro. Forse ha a che
fare con la poca luce, ma è come se riuscissi a guardare nel
profondo della sua anima e leggere chiaramente tutti i sentimenti
contrapposti che sta provando
al momento. Paura, perché ti ha quasi perso un'altra volta, gioia,
perché sei viva e forse anche un po' di orgoglio per aver
interpretato ancora una volta la parte dell'eroe. Quando lui si
avvicina a te per assicurarsi che tu stia bene,non puoi fare a meno
di sorridergli, poi, improvvisamente, senti la sua mano calda sulla
tua guancia, il pollice ti accarezza dolcemente, questo gesto ti
lascia sorpresa, non te lo aspettavi. Ma non è né il luogo né il
momento adatto per rimanere incantata dal fascino dell'uomo che hai
davanti, così, facendo un passo indietro, ti allontani da lui e
segui i tuoi colleghi fuori dall'edificio, pronta ad interrogare
l'uomo che ti ha sparato.
Lui rimane lì, immobile, per un paio di
secondi, prima di raggiungerti nell'auto e di sedersi al tuo fianco,
come sempre. Ormai è la vostra normalità. Ti sembrerebbe strano non
averlo accanto a te, non vederlo entrare nel distretto con due caffè
in mano, non sentire le sue strampalate teorie o non sentirlo
lamentarsi sul fatto che non lo lasci mai guidare. Quel giorno però
c’è qualcosa di diverso. Lui rimane in silenzio per tutto il
viaggio di ritorno, è troppo intento a fissarti per fare altro, come
se volesse controllare millimetro per millimetro il tuo viso per
accertarsi che tu stia veramente bene e che questa non sia solo
un'illusione.
-Sto bene- sussurri, più per rassicurare te stessa
che lui. Con la coda dell'occhio puoi vedere che, anche se ha smesso
di fissarti intensamente come prima, continua guardarti, cercando di
non farsi notare.
Ormai
è tardi e sei rimasta sola al distretto; sei arrabbiata, non siete
riusciti ad incastrare il bastardo che ha ammazzato la vostra
vittima, che ha distrutto una famiglia. Quello che avete arrestato
era solo un complice, un pesce piccolo accusato di concorso in
omicidio, resistenza all'arresto e tentato omicidio, ma si rifiuta di
rivelare il nome del suo capo, anche sotto la promessa di un accordo.
Vorresti urlare, ma non servirebbe a nessuno; invece rimani lì a
fissare quella lavagna bianca che contiene tutti i dati che avete
raccolto, cercando di capire cosa non avete notato prima, anche il
minimo particolare può esservi utile per portare un po' di luce nel
buio in cui brancolate, ma sei troppo stanca per riflettere,
l'effetto del quarto caffè della sera sta ormai svanendo.
Continuando così rischieresti di addormentarti sulla tua scrivania e
non te lo puoi permettere. Ti passi le mani sugli occhi e fai alcune
circonduzioni con il collo, quasi come se ti potessero aiutare a
rimanere sveglia e a liberare la mente per riesaminare il caso;
prendendo in mano i fascicoli riguardanti il caso, il tuo sguardo
cade sul cellulare e un'idea nasce nella tua mente. Componi il numero
che ormai conosci a memoria e attendi in linea, sai che non è ancora
addormentato, prima che se ne andasse ti ha detto che avrebbe passato
la notte a scrivere perché questo caso l'aveva ispirato. Non sai
bene perché lo stai chiamando, ma la sua voce ti rilassa. Anche se
affermi sempre il contrario, lui ha un effetto calmante su di te e ti
aiuta a pensare con più lucidità, aprendo la mente a nuove teorie.
Quando finalmente lo scrittore risponde al telefono, gli proponi di
raggiungerti per lavorare al caso insieme e lui accetta, ma ad una
condizione, che l'incontro si svolga a casa tua, non c'è nessun
doppio senso nella sua richiesta, sottolinea, vuole solo assicurarsi
che tu dorma almeno un paio d'ore, prima di tornare al distretto la
mattina successiva. Non pensi a cosa potrebbe accadere, per una volta
accetti senza valutare i pro e i contro e, dopo aver chiuso la
chiamata, afferri tutto il materiale sul caso, il cappotto e la borsa
e ti dirigi verso il tuo appartamento.
Hai avuto solo il tempo
di toglierti le scarpe che suonano alla porta, per una volta Castle
non è in ritardo. Aprendo la porta ed invitandolo ad entrare gli
sorridi, perché quella scena ti sembra così familiare? Non te lo
sai spiegare. Seduti sul divano iniziate a ricostruire l'accaduto
quando per sbaglio vi sfiorate le dita, è un gesto normale, non
dovrebbe turbarvi, ma sollevando lo sguardo i vostri occhi si
incrociano e da lì tutto ha inizio. Come spinti da una forza
invisibile, vi avvicinate l'uno all'altra, lentamente, senza fretta,
quasi per dare spazio ai ripensamenti, prima di superare la linea
dell'amicizia e navigare in acque inesplorate. Finalmente le labbra
si sfiorano e la calma, che aveva caratterizzato i secondi prima di
questo contatto, si perde, ora la foga domina la scena. Avete
aspettato a lungo, forse troppo a lungo, è come se voleste
recuperare tutto il tempo perso ed esprimere tutta in una volta la
vostra passione repressa; i baci sono sempre più lunghi e
appassionati, sembra quasi che tu voglia divorargli le labbra, non
che lui se ne lamenti. Sai bene dove andrete a finire e non fai
niente per impedirlo; lo avvicini più a te prendendolo per il
colletto della camicia e lui ti cinge la vita, come per non farti
scappare, se prima eravate seduti alle due estremità del divano, ora
ti ritrovi accomodata sulle sue ginocchia; mentre lui risale la tua
schiena con una mano, tu giochi con i suoi capelli e con il primo
bottone della sua camicia. Durante un momento di lucidità lui tenta
di allontanarsi da te, non vuole spingerti, non vuole correre, ma tu
non gli permetti di scappare, non sei più una bambina, puoi fare le
tue scelte e la tua scelta è di andare fino in fondo con lui questa
notte. Per dimostraglielo ti metti in piedi, tirandolo su con te e,
senza interrompere i vostri baci, lo conduci verso la tua camera da
letto. Durante il tragitto lui perde la camicia e tu puoi sentire il
suo petto alzarsi e abbassarsi in modo irregolare sotto la tua mano,
insieme al battito accelerato del suo cuore; lo spingi all'indietro e
lui ti trascina con se sul letto; i vestiti vengono rimossi, le dita
si intrecciano e passate ad essere da due individui ad uno
solo.
Quando ti svegli, il sole sta sorgendo e insieme
a lui, nella tua mente riaffiorano i dubbi che ti eri lasciata alle
spalle la notte precedente. Rimani a guardare per qualche minuto lo
scrittore e più lo osservi, più sei sicura di non essere pronta per
intraprendere un rapporto serio con lui, così fai l'unica cosa che
ti viene in mente al momento, ti vesti e, senza guardare indietro,
esci dal tuo appartamento, diretta al distretto. Sai che quando si
sveglierà si girerà dalla parte del letto dove si aspetta di
trovarti e che, sentendola fredda, girovagherà per casa chiamando
inutilmente il tuo nome, nella vana speranza che tu non l'abbia
fatto, che tu non te ne sia andata via prima che si svegliasse, per
evitare un'altra discussione impegnativa. Accortosi dell'evidenza dei
fatti, si sarebbe chiuso dietro alle spalle la porta di
quell'appartamento che gli aveva portato tante speranze.