Capitolo 6
“STOP!! Pausa di mezz’ora
ragazzi!” McFly ci aveva finalmente dato una piccola pausa dopo ore di riprese.
Orlando non mi dava pace.
Ogni scusa era buona per interrompere la scena e criticarmi: una volta perché
non c’era abbastanza fard sugli zigomi e non me li metteva bene in risalto
(come se lui se ne intendesse di trucco), un’altra perché non avevo pronunciato
il suo nome con la giusta tonalità, un’altra perché non avevo fatto muovere i
capelli nella giusta direzione….era un vero e proprio incubo!
Entrai nel mio camerino e
mi lasciai cadere sulla piccola poltrona davanti alla finestra. C’era un sole
tiepido per essere solo agli inizi di Marzo. Nonostante tutti i dispetti
perché, a parer mio quelli di Orlando lo erano, quella fresca giornata mi dava
serenità e voglia di mettermi in gioco e dimostrare a Mister Precisione quanto
valevo.
“Ehi, a che pensi, Emi?”
Elen mi chiamava così. Eravamo diventate molto amiche e spesso le confidavo i
miei dubbi e anche le mie paure verso Orlando, perché dovevo ammetterlo, quel
ragazzo a volte mi terrorizzava. Ma tutto questo mi faceva anche provare una
stranissima sensazione, il suo sguardo mi faceva rabbrividire e il mio stomaco
si contorceva. Non capivo ancora cosa voleva significare tutto questo. Forse
era solo perché lavoravo con qualcuno di più esperto e famoso di me e la cosa
mi metteva un po’ in soggezione. Mi sentivo improvvisamente le guance calde e
qualcosa di fresco che mi sventolava davanti agli occhi.
Come da un sogno mi
risvegliai e vidi la mano di Elen che faceva su e giù davanti ai miei occhi
“Ciao Elen! Scusa ma non
ti avevo vista” le dissi abbozzando un sorriso.
Lei alzò un sopraciglio
poco convinta “Noemi ti senti bene? Sei così strana”
“Si! Sto benissimo. Sono
solo un po’ stanca” le dissi stiracchiandomi leggermente.
Lei si tirò su le maniche
della camicetta azzurra “Vuoi un bel massaggio? Così ti rilassi un po’” mi
disse sorridendomi.
“Sei una angelo!” le
dissi sistemandomi i lunghi capelli sulla spalla sinistra. Elen era la maga dei
massaggi. Erano dolci e rilassanti.
“Ora dimmi che ti
preoccupa” mi disse massaggiandomi delicatamente il collo. Lo sentivo già più
rilassato.
“Non c’è niente,
veramente” mentii.
Lei rise leggermente
“Andiamo, Emi! Ti conosco e so che quando sei immersa nei tuoi pensieri covi
qualcosa. Avanti, io ti ascolto” mi disse.
Presi un profondo respiro
e inizia a parlare “Vedi, ho la netta sensazione che Orlando mi voglia mandare
fuori strada. Capisci quello che intendi, vero?” le chiesi.
“Vuole farti ritirare, certo”
mi rispose amaramente.
“Esatto! Io voglio
dimostrargli che amo questo lavoro e che mi sto impegnando a fondo perché
questo film esca bene ma allo stesso tempo ho paura” ripresi abbassando la
voce.
Lei si fermò un attimo
“Paura di cosa?” mi chiese.
“Di Orlando, ma non per
il fatto che potrebbe farmi del male o aggredirmi. Mi mette in soggezione e mi
fa provare strane sensazioni. Quando mi guarda lo stomaco mi si contorce e
provo un brivido alla schiena. Non so cosa voglia dire però, forse è solo perché
lui è già un attore con esperienza e io no.” Le dissi.
Sentii Elen ridere di
gusto. Mi voltai verso di lei stupita “E adesso che hai da ridere? Sapevo che
non avrei dovuto dirti niente” le dissi seccata.
“Scusami, ma è stato più
forte di me! Sei talmente ingenua, Emi. E’ talmente evidente quello che ti sta
succedendo che ancora non te ne sei accorta!” mi disse ridendo ancora.
“Allora illuminami con
una delle tue perle di saggezza!” le dissi alzandomi e mettendomi le mani ai
fianchi.
“E no mia cara! Questo lo
devi capire da sola. Se te lo dicessi negheresti, quindi è meglio che lo
capisca da sola” mi rispose con quel tono da saputella che non sopportavo.
“Ok! Non lo voglio più
sapere! Tanto non mi interessa!” le risposi camminando verso la porta.
“Se se! Stasera verrai da
me implorandomi di dirtelo. Ti conosco ormai!” mi disse ridendo ancora.
Io la guardai, le feci
una linguaccia ed uscii. Durante il tragitto verso il set incontrai Orlando.
Lui mi congelò con uno dei suoi sguardi e provai ancora la stessa sensazione:
un brivido alla schiena e lo stomaco che si contorceva. Ma che diavolo mi stava
succedendo?
“Bene ragazzi.
Riprendiamo dalla scena dove Danielle va al villaggio per liberare uno degli
schiavi che la sua matrigna ha venduto. Orlando mettiti vicino a quella siepe,
tu entrerai in difesa di Danielle. Pronti? Scena 25 prima Ciak, azione!”
McFly diede inizio alle riprese.
Entrai con grazia e mi
avvicinai alla carrozza dove tenevano prigioniero l’uomo. Recitai con
attenzione, curando la pronuncia e le movenze che dovevano essere leggere ed
armoniose.
Poco dopo vidi Orlando
arrivare e provai la solita sensazione. Il colpo di grazia avvenne quando ci
trovammo molto vicini: il mio cuore perse di un battito e poi accelerò
all’improvviso. Batteva così forte che pensai di sentirmi male.
“STOP! Buona ragazzi!
Andate al trucco di corsa e cambiate gli abiti. Gireremo la scena dove Danielle
e Hanry escono insieme per una passeggiata” le parole di McFly furono una
liberazione per me. Non so perché ma corsi via e quando entrai nel mio camerino
sbattei senza volere la porta facendo spaventare Elen ed Angel.
“Santo Cielo, Emi! Volevi
vedermi morta?” mi disse Angel respirando profondamente.
“Scusate!” dissi
sedendomi ancora travolta da poco prima.
“Si può sapere che hai?”
mi chiese Angel alzando un sopraciglio.
Non la guardai nemmeno.
Mi sedetti davanti al grande specchio in attesa delle cure di Elen “Nulla! Sono
solo un po’ stanca e nervosa” le dissi. La prossima scena non comprendeva solo
una semplice passeggiata. Ci sarebbe stato anche un bacio.
*