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Autore: Serpedoro    01/08/2006    5 recensioni
"... e fuori dal tempo, dallo spazio e dal suono, voglio vedere ancora una volta, l’ultima volta, tutto ciò che appartiene a questo luogo, per queste ultime ore che anch’io gli appartengo."
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sorpresa
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Ma salve! Eccoci di nuovo qui con un’altra storia.
Prima di tutto vorrei ringraziare le meravigliose lettrici che hanno letto, ma soprattutto le impavide che hanno anche recensito “Per un pizzico di considerazione”!
Sei recensioni… *-*
Il mio tetto massimo, al momento, se escludiamo “Prince il Mezzosangue” che però, dato che è stata postata all’incirca quarantott’ore dopo l’uscita dell’HBP… beh, siamo onesti, era improbabile che non venisse letta e/o recensita su larga scala, quindi basiamoci sui dati soliti e gioiamo tutti di questo nuovo, glorioso, sfavillante traguardo! ^-^
Grazie quindi a: Francesca Akira89, lieta che la storia ti sia piaciuta ^-^; mike, perché sei meravigliosa e così pazza da commentare una storia che avevi già letto en privé *-*; call, ho adorato il tuo commento parola per parola *-*; Chu, che gioia trovarti nei miei lidi! Grazie infinite per la splendida recensione, verrò presto a trovarti nel tuo spazio recensioni ^-^; , per essere sempre così generosa con me, forse troppo ^-^; Danae! *-* Che bello rileggerti, mi sei mancata! Le tue osservazioni sono ottime come sempre ^-^ Grazie anche per aver commentato “Oltre ogni cosa”. È possibile che moooooolto a breve riesca a riconquistare la simpatia di James, sai?
Donc! Colgo l’occasione per scusarmi sentitamente con coloro che visualizzeranno male il times new roman non solo col corsivo, ma addirittura col grassetto.
O_o
Abbiate pazienza e sopportatemi, perché sembro pazza, e forse lo sono pure, ma c’è sempre una ragione in quello che faccio e di conseguenza c’è anche per la decisione di adottare questa grafica. Se siete bravi e coraggiosi e riuscirete ad arrivare fino alla fine, la scoprirete e allora, se non sarete convinti, sarete liberissimi di mandarmi a quel paese.
So che potreste benissimo farlo anche senza il mio benestare, ma è bello fingere di avere sempre tutto sotto controllo! ^-^
Or dunque! A tutti voi che avete deciso di aprire questo documento, nonostante la dicitura alla voce -personaggi- dicesse “Sorpresa”, porgo il mio più sentito grazie, perché io, molto probabilmente, al posto vostro non l’avrei fatto. Non si sa mai a cosa si va incontro quando è indicato “Sorpresa”. ù_ù
Il vostro valoroso gesto, quindi, è indubbiamente indice di coraggio e sprezzo del pericolo!
Questa storia è stata scritta ascoltando a ripetizione “Clocks” dei Coldplay, se la conoscete, fate come me e ignorate bellamente il testo, concentrandovi esclusivamente sulla melodia dal momento che incontrerete nella lettura questo simpatico asterisco: *
Detto ciò, non vi tratterrò oltre con futili chiacchiere, per cui, buona lettura!












Il cielo è azzurro intenso, limpido, e talmente bello e luminoso da sembrare falso.
Ed è cosparso di nuvole, il che impedirà al sole di accecarmi.
Questo sempre che non decida di volare più su.
Oltre loro, oltre il cielo stesso, oltre a tutto… e a tutti.
Il terreno è duro, inaridito dal caldo.
Ottimo.
Ottime condizioni.
Peccato sia già finito il campionato, sarebbe una magnifica giornata per giocare, ma mi va più che bene così.
Ci sono solo io nello stadio. Col resto della squadra abbiamo fatto baldoria insieme qui ieri sera, ma ho bisogno di tornarci da solo.
Da solo, senza nessuno.
Senza i miei amici. Senza la donna che amo.
In questi ultimi giorni di scuola, ultimi davvero per noi, abbiamo condiviso tutto il possibile e l’immaginabile, ripercorso nostalgicamente luoghi e ricordi.
Ma questo è per me. Solo per me.
Aumento la stretta sul manico della mia scopa, al punto che il palmo mi duole un po’, ma che importa?
Il mondo è sopra di me, ciò che conta è sopra di me e sto per raggiungerlo, che gli piaccia o no.
Inforco la scopa e piego le ginocchia.
In questo momento mai i piedi mi sono sembrati più pesanti e ancorati al suolo di così, è come se fossi saldato all’intera crosta terrestre.
Chiudo gli occhi e aumento la stretta sul manico, è come se non lo serrassi abbastanza, eppure le mie braccia tremano appena per lo sforzo.
È tutto immobile, io sono immobile.
Mi sembra quasi di non riuscire a respirare, come quando la mente si sveglia prima del corpo dopo il sonno e pensi che soffocherai.
E io, adesso, sento che sto per soffocare e… *

È un attimo.

Ci metterei anni se dovessi descriverlo a qualcuno, ma in realtà è solo un attimo.
Anche meno.
Divento leggero, incorporeo, e mi stacco da terra.
Gli occhi sono ancora chiusi, ma sento che mi sto innalzando nel cielo.
Ancora, sempre di più.
Ho ricominciato a respirare e so che sto sorridendo, perché come potrei non sorridere?
Allento la stretta sul manico.
Un profano direbbe che sono pazzo, ma io non ho paura di cadere, per questo allento la presa.
Adesso sono al sicuro, adesso sono nel mio elemento.

Reclino indietro la testa e il sole mi scalda la pelle.
Rido.
E dalla cassa toracica comincia a salirmi alla gola. Prorompente, irrefrenabile, totale, assoluto.
Urlo.
Sono libero.
Sono in alto.
Sono sopra a tutto e a tutti.
E non mi importa più di nulla.
Non mi importa di quello che accadrà, della guerra che ci attende impaziente fuori da questi cancelli.
Non mi importa di Voldemort, di chi rimarrà in piedi, di che ne sarà di me.
Non mi importa di nulla in questo momento, perché non esiste nulla in questo momento.
Solo io.
… e il mondo è mio.

Arresto la salita e riabbasso la testa.
Finalmente apro gli occhi, voglio vedere il mio dominio. Ed è così piccolo da quassù…
Indistinte, piccole macchie di colore.
Sono gradevoli da vedere e sembrano così insignificanti come proporzioni, da fare quasi tenerezza…
È questo quello che vede il Destino da quassù?
È per questo che non fa caso a ciò che calpesta?
È questa l’impressione che gli diamo?

Non ci pensare…
Oggi tocca a te.
Sì… Oggi tocca a me.

Scendo in picchiata, a tutta velocità.
Il vento mi pizzica il viso come mille spilli appuntiti.
Ma non c’era vento quando mi sono innalzato…
No. Non c’era.
Non è il vento. Sono io.
Io e lei sotto di me.
Fedele compagna di mille evasioni, di mille partite, di mille vittorie.
Il bastone del comando può essere solo una scopa e chi non ama volare, ha perso molto di ciò che la vita può offrirgli.
Freno la discesa raddrizzando l’andatura, sfiorando con la punta dei piedi la superficie del lago, bagnandomi le scarpe.
Sono vivo.

Se la morte mi volesse al suo fianco non riuscirebbe mai a prendermi.
Sono troppo veloce.
E troppo vivo, troppo libero, troppo felice.
Euforico senza motivo.

I giardini, le serre… Alla Sprite sono arrivate altre piante…
Non sarò io a metterle a posto, non mi potranno più mettere in punizione…
Salgo.
E la nostra Torre non sembra così grande e imponente, vista dall’interno è calda e raccolta come un rifugio.
… Non potrò più scaldarmi vicino al camino e fa troppo caldo per accendere un fuoco stanotte…
Percorro il perimetro.
I bastioni, la Torre di Corvonero, quella di Astronomia… guarderò le stelle solo con le mie lenti d’ora in poi…
Quella di Divinazione… per il resto della mia vita odierò il tè…
Quella di Silente…
Non credo che quel vecchio pazzo sappia cosa ha rappresentato per me.
Lui è Hogwarts e Hogwarts mi ha dato tutto, peccato che adesso che sto per andarmene, mi sia reso conto che mi ha tolto anche molto.
Un pezzo del mio cuore rimarrà qui.
A dormire sprofondato nelle coltri del mio baldacchino, a perdere tempo nella Stanza delle Necessità, a perlustrare il castello dalla cima delle torri ai pavimenti delle segrete.
A giocare a Quidditch in questo stadio.
Mi appiattisco sul manico della scopa e tiro indietro le gambe, tendendomi completamente metre attraverso l’anello centrale della porta.
La porta della nostra squadra.
Riuscirò a vivere senza un pezzo del mio cuore?

Sto andando troppo spedito, il vento mi fa lacrimare gli occhi…
Scuoto la testa e aumento la velocità.
Il vento le asciugherà trascinandole via.
Lontano da me, verso quel pezzo di cuore che resta.

Il sole è più caldo e il cielo sta diventando rosa all’orizzonte, da quassù la Foresta Proibita non fa paura.
Sorrido.
Non è tanto male che un pezzo di me rimanga qua.
Continuerà a esplorare questo posto e a correre fra gli alberi. Incurante e incosciente di tutto.

Salgo ancora e fuori dal tempo, dallo spazio e dal suono, voglio vedere ancora una volta, l’ultima volta, tutto ciò che appartiene a questo luogo, per queste ultime ore che anch’io gli appartengo.

Il parco, le serre, la Foresta, i cancelli.
Le torri, la nostra, i bastioni.
Il lago.
E di nuovo lo stadio.
Mi mancherà non sentire gridare il mio nome…
Arresto la mia corsa e volgo lo sguardo in basso.

Dal campo una rossa si sbraccia.
La
mia rossa.

Sorrido e scendo in picchiata, smontando sportivamente a un metro da terra e afferrandola per la vita un po’ troppo bruscamente forse…
Questo non è il mio elemento.
Mi sono fatto un male cane e volevo essere passionale, invece che sfruttarla come appoggio per non cadere a terra, ma lei pensa che l’abbia fatto apposta e io non voglio deluderla.
Ride.
E la sua risata è di cristallo, anche se lei è forte come una roccia. Deve esserlo per stare con me…
« Mi hai preso per un boccino?! »
« Agitavi le braccia… » ribatto sornione.
Due losche figure di mia conoscenza ridacchiano dalla gradinata.
Stringo la mia rossa per la vita e sorrido loro facendogli un cenno del capo, invitandole a scendere.
Mentre ci avviamo per tornare al castello mi sorge un dubbio…
« Come facevate a sapere dov’ero? »
La mia rossa sorride e il mio migliore amico, scrolla la testa rassegnato affermando « Dove altro avresti potuto essere? » e “la voce della nostra coscienza” aggiunge « Sarebbe stato inquietante, se quella macchia scarlatta nel cielo non fossi stato tu »
No. Questo non è il mio elemento, ma non potrei proprio vivere altrove…



Guardo la mia Lily, i suoi capelli, il suo viso, i suoi occhi… E mi chiedo se avessimo un figlio a chi somiglierebbe.
Sento Sirius sghignazzare al mio fianco, penso che mi abbia sgamato di nuovo…
Secondo lui sarà il mio ritratto, ma a me piacerebbe che avesse gli occhi di Lily. Secondo Remus, invece, sarebbe bello che da Lily prendesse un po’ di buon senso e lo negherò fino alla morte, ma forse non ha tutti i torti…
Ad ogni modo, è ancora così presto per pensarci…



Sirius una volta mi disse che ero davvero il figlio di mio padre e da come mi guarda di tanto in tanto Remus, penso che sia uscito effettivamente fuori alla fine. Sebbene gli occhi siano quelli di mia madre e forse anche quel minimo di buon senso che mi è rimasto.
Mi volto a guardare Ginevra. I suoi capelli, il suo viso, i suoi occhi… E mi dico che, se mai avremo un figlio, sarebbe divertente che somigliasse a lei, ma avesse i miei occhi.
Giusto per cambiare un po’.
Guardo in tralice al mio lato. Penso che in quest’avventura manderò in avanscoperta Ron e Hermione…
Ad ogni modo, è ancora così presto per pensarci…



Da domani mi metterò tutti i problemi del caso. Promesso.
Ma per il momento, dato che sono molto più che affamato, intendo concentrarmi solo sul banchetto e godermelo tutto per l’ultima volta.
Prendo un respiro profondo e gli altri mi guardano incuriositi.
Io sorrido e scuoto la testa come a rispondere « niente », ed entriamo dentro la Sala Grande.
Spero vivamente che abbiano fatto la torta alla melassa stasera, sarebbe un modo piacevole di congedarsi…






  
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