Fanfic su artisti musicali > Jonas Brothers
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Autore: xjonaswhore    12/12/2011    7 recensioni
< sei la figlia di Steve Harris? > chiese la bionda, incolore.
Caroline annuì < come lo sai? > chiese
Lei si limitò ad alzare le spalle < paese piccolo, la gente mormora >
< ce l’hai una sigaretta? > chiese allora Caroline, ignorandola.
La bionda annuì, allungandogliene una.
Caroline storse la bocca: chesterfield
Si. Quella era proprio una giornata di merda.
Genere: Drammatico, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Joe Jonas, Nick Jonas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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ciao personcine bellissime (?)
AHAHAH ok, basta.
sono esaltata stasera, quindi ho deciso
di farvi un regalo e di postare un giorno prima è.é
in questo capitolo non succede nulla di che,
ma nel prossimo si,
quindi voglio TROOOOOPPE recensioni,
e lo avrete prestissimo!
vi amo <3
Ellie.







Caroline suonò alla porta di Casa Jonas-Bleekefild , aspettando che qualcuno le venisse ad aprire. Aveva dovuto ricattare Lexus con ogni mezzo possibile ed inimmaginabile per farsi dare quell’dannatissimo indirizzo. Lei, come Nick, stava cercando di fare di tutto per preservare la sua ‘ dignità’e non farla diventare una sfigata presa di mira dai bulli.
Perché non capivano che li avrebbe semplicementre presi a cazzotti, quei bulli?
Alzò gli occhi al cielo, quando un Joe Jonas versione casalinga le aprì la porta.
Niente divisa scolastica addosso, solo pantaloni della tuta e felponde dell’addidas.
Caroline pensò che così sembrasse uno quasi normale.
Fatta eccezione per quell’espressione da terrorista esaltato e per quegli occhiali da deficiente.
< Caroline! > esclamò Joe, sorpreso.
Si riprese subito, assumendo un aria da furbetto che a Caroline fece solo venire voglia di prenderlo a pugni < sei venuta a chiedermi scusa per oggi? >
Ma quel ragazzo non mollava mai?
Sbuffò, spazientita < No Jonas, sto cercando Nicholas. Allora, mi fai passare o devo entrare da sola? > chiese, cercando di metterci tutta l’acidità possibile. Non che dovesse sforzarsi, odiava quel tipo con tutte le sue forze.
Joe spalancò gli occhi, rimanendo imbambolato.
Caroline allora sospirò, superandolo e dirigendosi verso una porta dalla quale provenivano delle voci.
Sbucò in una sala da pranzo di medie dimensioni, dove, seduti ad un tavolo rotondo, c’erano Nicholas, una donna , un uomo e un ragazzino, che stavano finendo di mangiare.
La donna, una signora con i capelli neri e due occhi marroni davvero belli, si alzò, dirigendosi verso Caroline e sorridendole gentile.
< ciao cara, io sono Denise, la mamma di Joe. Tu sei la sua ragazza, giusto? > chiese, sorvolando sul fatto che il ragazzo portasse a casa una ragazza diversa ogni settimana.
Caroline scosse la testa, chiedendosi come una donna deliziosa come quella avesse potuto mettere a mondo un pallone gonfiato come Joseph. Evidentemente aveva preso tutto dal padre, e la signora aveva fatto solo bene a trovarsi qualcuno con un tantino più di cervello.
< mi chiamo Caroline signora, molto piacere. E comunque, a dire la verità, io stavo cercando Nicholas > esclamò, sorridente.
Nella stanza calò il silenzio, mentre tre paia di occhi si voltavano verso Nicholas.
Caroline iniziò a sentirsi leggermente a disagio, così come in quel momento si stava sentendo a disagio Nicholas che, con addosso solo i pantaloni della tuta mise l’autocontrollo di Caroline duramente alla prova.
< o, ehm, è fantastico! > esclamò allora Denise, cercando di riparare alla figuraccia < devi chiedergli qualcosa per un compito in classe? > chiese la donna. Caroline sentì la risata soffocata di joe, e lo sguardo strafottente che il ragazzino stava rivolgendo a Nicholas.
< veramente, io e Nick siamo amici > dichiarò irritata.
Ma cosa diavolo avevano tutti contro quel povero ragazzo?
Quello era un paese di matti. Si chiese se nel raggio di due chilometri ci fosse qualcuno che non sembrasse un pazzo appena uscito dal manicomio.
La signora spalancò gli occhi, prima di aprirsi in un enorme sorriso < oh, ma è fantastico! > disse, sorridendo a Nicholas, che ricabiò incerto.
Per tutto quel tempo, quello che doveva essere il padre di Nicholas si era limitato a fissare caroline con sguardo neutro, senza dire una parola.
La ragazza, da parte sua, aveva pensato che fosse proprio un bell’uomo,del tutto identico a Nicholas.
I capelli erano solo un po’ più bianchi e la faccia con un po’ più di rughe. E aveva gli occhi verdi.
Nicholas si alzò dal tavolo, facendole segno di seguirlo su per le scale.
Mentre saliva, caroline non potè non soffermarsi sulle fossette che Nicholas aveva sulla schiena, e sul suo fondoschiena.
Dovette chiudere gli occhi per impedirsi di sbavare.
Curioso, come certa gente considerasse tanto ben di dio qualcosa da evitare.
La stanza di Nick era ben diversa da come se l’era immaginata.
L’aveva pensata come una stanza ordinata, con un letto sempre fatto e profumato.
Con scaffali pieni di libri e cianfrusaglie scientifiche, calcolatrici e strumenti vari.
La camera di Nick invece, era disordinata, di libri non c’era nemmeno l’ombra e i muri erano quasi completamente nascosti da fotografie.
Quanto al profumo invece, c’era odore di Nicholas, niente deodoranti per amibenti o dopobarba scaduti.
Si guardò in giro, passando in rassegna le foto dove un Nicholas sempre sorridente era circondato da ragazzi e ragazze, che non sembravano affatto disgustati da lui
< loro non ti trattano come un appestato > osservò la ragazza, semplicemente.
Nick alzò le spalle, mentre , con grande disappunto della ragazza, si chinava per prendere una maglia dal pavimento ed indossarla < loro erano i miei amici, prima che mi trasferissi qui >
Caroline annuì, percependo in qualche modo che il ragazzo non voleva andare oltre.
< allora, che volevi? > chiese Nick, dopo un attimo di silenzio.
Caroline scosse la testa, indifferente < niente. Mi sentivo sola, avevo bisogno di un amico >
Nick le sorrise, guardandola negli occhi e facendola arrossire.
Un amico. Da quanto tempo era che nessuno lo considerava più come tale?
  
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