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Autore: Rota    13/12/2011    1 recensioni
Sokaro fece una faccia decisamente stranita quando, di punto in bianco - mentre applicava una striscia tutta colorata ai rami di quella cosa rinsecchita e oscena che Walker si ostinava a chiamare "albero di Natale" - Allen gli chiese che cosa avesse fatto lui, il venticinque di quel mese. Non era certo una domanda da farsi, in special modo dal momento che l'uomo era stato convinto dopo tanto provarci e tanto stargli in mezzo ai piedi ad abbellire ogni singolo ramo di quella colorata e luminosa costruzione. Se fosse stato per Winters in quel momento il maledetto albero si sarebbe trovato da qualche parte nella foresta da cui l'avevano sradicato, con tutti gli abetini attorno che lo accerchiavano a mandria, ma il ragazzo albino aveva impiegato ben dieci giorni di avvicinamento molesto a convincerlo e quindi, per amor di pace, lui si era visto costretto ad accontentarlo. Anche perché sennò, a detta dell'altro, niente più ciambelle alla mattina per colazione.
Quindi Sokaro lo guardò davvero stranito, bloccando l'operazione in atto e rivolgendogli uno sguardo intenso e incredulo allo stesso tempo. Gli avrebbe volentieri lanciato dietro qualcosa, perché non era possibile che gli avesse fatto proprio una domanda del genere, tuttavia si trattenne e sbraitò con la sua solita voce angelica da orso incarognito.
-Cosa dovrei fare il venticinque Dicembre?-

[Sokaren natalizia (L)]
Genere: Commedia, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Allen Walker, Altro personaggio
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Every little thing'
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*Autore: Rota
*Titolo: Progettare Natale
*Fandom: D. Gray Man
*Personaggi: Sokaro Winters, Allen Walker
*Pair: SokaroAllen/Sokaren
*Genere: Introspettivo, Sentimentale, Commedia
*Avvertimenti: AU, Shonen ai, What if...?, One shot
*Rating: Verde
*Challange: Questa fanfic partecipa alla Challange Natalizia indetta da Fan World
*Credits: Tutti i personaggi ivi descritti e mossi non appartengono alla sottoscritta ma alla mente assai brillante di Katsura Hoshino. Io non ricavo altro che immane soddisfazione dalla pubblicazione di questa opera (L)
*Note: Ecco qua una piccola Sokaren natalizia (L) Legata a "Every little thing", giusto per avvisare XD Mi è piaciuto immaginare un ipotetico Natale con Winters e Allen, una cosa diversa da quella che ho descritto nella mia long, qualcosa di più simile a una atipica "normalità" tra i due. E specie dare il là a un qualcosa di assolutamente catastrofico e apocalittico XD E' quasi sicuro che ci sarà un piccolo seguito, a questo punto :D spero vogliate seguirmi in questa folle impresa (L)





Progettare Natale





Sokaro fece una faccia decisamente stranita quando, di punto in bianco - mentre applicava una striscia tutta colorata ai rami di quella cosa rinsecchita e oscena che Walker si ostinava a chiamare "albero di Natale" - Allen gli chiese che cosa avesse fatto lui, il venticinque di quel mese. Non era certo una domanda da farsi, in special modo dal momento che l'uomo era stato convinto dopo tanto provarci e tanto stargli in mezzo ai piedi ad abbellire ogni singolo ramo di quella colorata e luminosa costruzione. Se fosse stato per Winters in quel momento il maledetto albero si sarebbe trovato da qualche parte nella foresta da cui l'avevano sradicato, con tutti gli abetini attorno che lo accerchiavano a mandria, ma il ragazzo albino aveva impiegato ben dieci giorni di avvicinamento molesto a convincerlo e quindi, per amor di pace, lui si era visto costretto ad accontentarlo. Anche perché sennò, a detta dell'altro, niente più ciambelle alla mattina per colazione.
Quindi Sokaro lo guardò davvero stranito, bloccando l'operazione in atto e rivolgendogli uno sguardo intenso e incredulo allo stesso tempo. Gli avrebbe volentieri lanciato dietro qualcosa, perché non era possibile che gli avesse fatto proprio una domanda del genere, tuttavia si trattenne e sbraitò con la sua solita voce angelica da orso incarognito.
-Cosa dovrei fare il venticinque Dicembre?-
Allen gli sorrise cordiale, passandogli una palletta colorata di blu con tutti i brillantini addosso - terribile, Sokaro tentò di toccarla il meno possibile nell'appenderla al suo posto. Il ragazzo aveva imparato a scorgere qualche parola in più dallo sguardo dell'uomo, perché a proprie spese aveva compreso da tempo che limitarsi a sentirne le parole poteva essergli decisamente fatale. Infatti la risposta completa dipinta negli occhi scuri dell'altro suonava molto come una cosa simile: "passerò ogni secondo di quel giorno a ricordarti come in ventidue anni di vita tu non abbia fatto altro che comportarti da perfetto demente". Allora capì che qualcosa doveva essere chiarito.
-Intendo, oltre a festeggiare il mio compleanno...-
Sokaro ancora non capiva e passava gli occhi dalla sua figura a quella dell'albero addobbato di rosso, neanche quello potesse suggerirgli di soppiatto la risposta. Allen si impegnò a non infierire troppo.
-Cosa farai a Natale, Winters?-
La cosa suonava molto come una trappola enorme, perché se Allen arrivava a fare una domanda del genere, diretta e precisa, doveva nascondere per forza qualcosa di troppo grande. Sokaro quindi lo guardò male, sistemando alla meglio un angioletto grassoccio verso gli ultimi rami dell'albero.
La Stazione era deserta, quella sera, e loro due si ritrovavano in una stanza fin troppo piccola dove neppure la neve che scivolava contro il vetro della finestra poteva disturbarli. Silenzio e pace tutt'attorno, come nel peggiore di tutti gli incubi che mai avessero tormentato il sonno dell'ex Generale.
Non guardò in faccia il ragazzo quando gli rispose, decidendo che applicare la stella luminosa sopra la punta dell'abete era decisamente più interessante che la sua brutta faccia da poker.
-Dormirò tutto il giorno sperando che ventiquattro ore passino in fretta.-
Bugia, enorme bugia - per quanto valesse dirla in quel frangente, Sokaro si impegnò davvero a proteggersi in qualche modo, prima che Walker si infilasse tra le barriere che lo isolavano sfruttando anche la più piccola fenditura. Ma Allen sapeva essere la miglior canaglia di sempre quando si applicava con dovizia e tutta l'esperienza dell'uomo non valeva assolutamente niente di fronte alla sua faccia tosta e a quel cocente desiderio che lo animava di rendere il mondo parte integrante di una felicità senza nome. Da quando aveva deciso che era suo esplicito compito inserire Winters all'interno della società ed educarlo secondo i dettami della prassi inglese era sempre stato così.
Appendendo un fiocco verde a uno dei rami, Allen partì all'attacco.
-Ho invitato il maestro e altri Generali per pranzo...-
Sokaro si irrigidì e fissò lo sguardo nel vuoto. Non sapendo cosa decidere tra le varie catastrofi che gli si offrivano, optò per una domanda qualsiasi che gli desse qualche informazione in più.
-Ehi, quali altri Generali?-
Allen si applicò davvero a sembrare disinteressato e distante, tanto che la nuova palletta rossa appena appesa risplendette di luce propria da tanto era ammirata.
-Un certo Froi Tiedoll e un certo Nyne Cloud...-
Sokaro si impuntò su un particolare assolutamente inutile, giusto perché la sua mente stava tentando in tutti i modi di trovare una via di fuga come un'altra. Povero uomo.
-Nyne è una signora!-
L'altro gli sorrise, innocente e intonso da ogni provocazione da lui proveniente.
-Fa lo stesso, non ho problemi ad accogliere donne in casa.-
-Ehi, dove si farà questo pranzo?-
-A casa nostra. Per questo te l'ho detto...-
"Casa nostra". Il termine, un tempo, avrebbe fatto tremare di paura Sokaro per l'illogica normalità che conteneva.
Per due uomini, per una coppia di uomini, per una coppia di persone come loro che volevano costruirsi una parvenza di banalità come tutte le altre coppie, non era né possibile né moralmente accettabile acquisire una casa. Equivaleva a urlare al mondo cosa fossero e che relazione li legava, al di là del semplice rapporto lavorativo che ormai si era instaurato, da quando Sokaro era diventato Supervisore di quella piccola Stazione. Non ne che avessero paura, ma rimaneva radicato in loro il concetto del proibito che li faceva ancora litigare e allontanare periodicamente. Come se fosse normale essere due uomini omosessuali nel pieno degli anni sessanta.
Tuttavia, era stato proprio Winters, un bel giorno, a portargli quelli che dovevano essere i risparmi di una vita passata a non calcolare soldi e materialità varia e a dirgli, chiaro e tondo, che era negato con quelle cose e che quindi doveva provvedere lui a trovargli una casa con più di cinque stanze e magari anche due bagni con l'acqua calda. Per quanto fosse stato traumatico, Allen non aveva più tentennato e ora vivevano assieme in una piccola villetta fuori dal villaggio, dove non si sentivano malelingue e dove, ogni tanto, andavano a rifugiarsi anche Lavi e Crowley.
Immaginare in uno scenario come quello l'apprensivo Froi e l'inespugnabile Cloud aveva un ché di comico all'ennesima potenza nonché qualcosa di assurdamente tragico. Senza contare che cosa volesse dire, per lui, tornare a condividere la stessa stanza con Cross.
A Sokaro scappò un sorriso tetro.
-Come hai fatto a rintracciare Marian?-
-Non l'ho fatto io, è stato il signor Tiedoll a farlo per me.-
-Anche Nyne è stata contattata da lui, immagino...-
Allen gli sorrise ancora, sistemando la striscia colorata gialla che aveva messo - male - sopra i rami. Lui probabilmente non aveva compreso molto bene quali risvolti drammatici potesse prendere tutto quello, e infatti non pareva per niente preoccupato dalla prospettiva di avere i quattro Generali tutti rinchiusi in un'unica stanza. Anzi, sembrava eccitato sotto la sua scorza di elegante e inglese impassibilità.
-Ci saranno anche gli altri. Lavi, Crowley, Marie, Miranda, Yu e Lenalee. Tutti quanti.-
-Tutta quella gente in un posto solo?-
-Te l'ho detto adesso perché così tu ti possa preparare psicologicamente, Winters...-
No, decisamente Allen non fiutava il pericolo in cui si stava gettando di propria sponte.
L'uomo gli scompigliò i capelli, ridendo forte alla sua innocenza.
-Sei un piccolo diavolo, ehi!-
Allen ammirò il proprio operato, allontanandosi di qualche passo dall'albero finalmente concluso. Era raggiante.
-Lo prenderò come un complimento.-
Sokaro rise di nuovo, ammirando a sua volta quanto erano riusciti a fare - e l'albero rispose alla sua attenzione, cominciando a far brillare tutte le sue lucette colorate a intervalli regolari.
Sorse però un altro interrogativo che turbò non poco l'uomo con la sua semplice esistenza. La voglia di ridere gli era passata di botto.
-Per quanti giorni resteranno qui quei tre?-
Non lo guardava - brutto, bruttissimo segno.
-Per un po'...-
Sokaro fu decisamente più duro nel sondare la seconda volta il terreno, anche perché la tragedia nella sua testa stava prendendo contorni decisamente più netti e quindi decisamente più orrendi.
-Un po' quanto?-
Il maledetto riuscì persino a sorridere nell'incrociare le braccia al petto con noncuranza.
-Quanto desidereranno loro, Winters.-
Altra domanda fondamentale - perché la catastrofe non aveva un solo lato ma ne aveva parecchi.
-Ehi, dove staranno?-
Finalmente Allen tornò a guardarlo in faccia e se Sokaro mancò di prenderlo a ceffoni era solo perché sennò l'altro gli avrebbe dato della bestia irragionevole e a lui seccava troppo dargli costantemente ragione.
-L'invito prevedeva anche l'alloggio. Non sarebbe per niente carino obbligarli a cercare un posto letto, anche perché il Villaggio non ha locande né hotel.-
Sokaro ringhiò ma si trattenne dal fare qualsiasi cosa. La soluzione era semplicissima: avrebbe mantenuto vicino a sé un qualsiasi oggetto contundente abbastanza lungo da essere impugnato e avrebbe protetto la propria persona a quel modo nel caso assolutamente certo di molestie, di qualunque tipo esse fossero state.
Allen sorrise un'ultima volta, a vederlo così partecipe alla sua gioia. Oh, progettare Natale era proprio una cosa divertente.
   
 
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