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Autore: Agapanto Blu    13/12/2011    8 recensioni
Questa fan-fic è la storia di due angeli profondamente innamorati, Miriam e Nicola... La loro relazione è ostacolata dal fatto che lui è un Caduto mentre lei è uno degli Angeli più importanti del Paradiso perchè è destinata a succedere a Gabriele come Arcangelo... A cent'anni dalla loro separazione arriverà qualcuno a scombinare le carte in tavola: una ragazza di nome Lucia che potrebbe spazzar via il passato e dare ai due angeli una seconda possibilità...
Autrice: Non sono brava e questa è la prima long-fic che scrivo... Siate clementi e recensite!!! Anche per scrivere critiche, mi raccomando!!! Ne ho bisogno!!!
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La saga degli Angeli di Victoria'
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Allora prima che qualcuno mi strozzi...
Ecco il capitolo che darà moltissime risposte...
Signori e signore: vi presento Zira!
Vi avverto subito: nessuno ci è andato vicino a com'è fatta!
Dedichina: a topoleone che si è aggiunta adesso e mi sta facendo un sacco di complimenti (pure troppi)!
Grazie!
A sotto!

 

Lady Catherine


24
 
“Io non credo…” rispose calma Lucia.
Ivan non la fece finire ma la prese per la gola con una sola mano e la sollevò da terra di due palmi buoni.
La ragazza iniziò a respirare con fatica ma non fece un gesto per liberarsi, rimase ferma a peso morto con le braccia lungo i fianchi.
“Perché non dovrei ucciderti subito?” chiese l’uomo rabbiosamente, “Mi risolverei un sacco di problemi…”
“Non… Non è… Vero…” ansimò Lucia mentre il soffitto iniziava a farsi sfocato ai suoi occhi.
“Come?!” chiese sorpreso Ivan allentando appena la presa per consentire all’umana di parlare.
“Le foto originali e i rullini…” sussurrò la ragazza, “Sono a casa mia… Nascosti dove non potete prenderli… Se non torno, la polizia perquisirà casa e li troverà…”
Il volto di Ivan mostrò una furia indicibile e la sua presa sulla gola di Lucia divenne ferrea.
La ragazza si sentì mancare.
“Ci serve, Ivan…” si intromise Dimitri per la prima volta, “Zira si infurierà se la ragazza dice il vero e tu ti sbarazzi di lei comunque…”
Ivan fissava Lucia negli occhi ma la logica, e forse il timore della rabbia della sua signora, lo fece capitolare quindi mollò la presa lasciando cadere la ragazza a terra.
Nonostante lo stordimento, Lucia non si fece cogliere impreparata dalla mossa e riuscì a flettere le ginocchia in modo da atterrare in piedi assorbendo l’atterraggio sulle punte.
Si raddrizzò e fissò Ivan dritto negli occhi fingendo sicurezza.
In realtà, la sua vista era offuscata da pallini colorati dovuti alla carenza di ossigeno.
Quando si riprese, pochi istanti dopo, diede sdegnosamente le spalle a Ivan per rivolgersi a Dimitri.
“Portami da Zira…” disse a voce bassa e minacciosa, nonostante tutto.
In una normale situazione, Dimitri avrebbe riso dell’arroganza dell’umana ma, avendo lui il coltello dalla parte della lama, si limitò a guardarla in cagnesco e ad eseguire l’ordine.
Ivan li seguì camminando piano.
Lucia scoprì che anche i due Vendicatori stavano prendendo tutti i cunicoli a sinistra: un sollievo perché questo le permetteva di avere la certezza sulla strada da percorrere per uscire di lì: tutti i corridoi a destra.
Pochi bivi dopo, il corridoio si allargò in una stanza circolare, grande forse quanto la radura mostrata a Lucia dall’Angelo, fatta interamente di pietre squadrate e illuminata solo dalle torce sparse lungo il suo perimetro.
Tra i supporti delle luminarie si intervallavano porte e corridoi ma lo sguardo di Lucia si posò inevitabilmente sul fagotto di vestiti al centro della sala.
Lì per lì le parve una cosa strana ma poi il fagotto si mosse facendo tintinnare le catene che lo costringevano a terra e alzando abbastanza la testa da rivelare i corti capelli biondo chiaro che la ragazza avrebbe riconosciuto ovunque.
Nick!, pensò sconvolta ma nessun pensiero trasparì sul suo viso.
Il Caduto invece, ignaro della ragazza nella stanza, iniziò a muovere la testa a destra e sinistra cercando invano un segno della presenza di qualcuno, un suono o qualcos’altro.
Ma Ivan e Dimitri si erano immobilizzati e Lucia non osò farsi sentire per paura di mostrare a tutti quanto bene volesse alla creatura prigioniera.
Nick aveva gli occhi bendati da una stretta fascia nera legata sulla parte posteriore della nuca e sembrava un po’ ammaccato da come poteva capire Lucia, che si trovava alla sua destra e lo vedeva solo di fianco.
Senza nessun preavviso, il ragazzo chiamò Zira.
“Non puoi nasconderti!” le gridò nonostante la sua voce tremasse per la debolezza, “Questa volta non la farai franca, lo capisci?! Cadrai! Mi hai sentito?”
Lucia sentì una fitta al cuore mentre vedeva il suo amico fare un ultimo tentativo di ferire la sua avversaria con le parole ma non potè far nulla perché, dal corridoio di fronte a lei e alla sinistra di Nick, comparve dall’ombra la figura sinuosa di una donna.
Zira era un Angelo bellissimo: era alta, aveva i capelli corvini che le scendevano ondulati fino al bacino e le due ciocche ai lati del viso erano fissate insieme dietro la nuca di lei in modo da mostrare bene il suo viso, il suo naso era piccolo e appena all’insù, i suoi occhi grandi e contornati da ciglia folte e sensuali, le pupille dell’esatto colore degli smeraldi, le guance rosee e la pelle chiara senza imperfezioni, il corpo sinuoso e pieno nei punti giusti la rendeva formosa e magra allo stesso tempo…
Era l’incarnazione della bellezza femminile, la degna erede di Venere e Afrodite, la Ninfa perfetta…
Ma Lucia sapeva bene che, più che una Ninfa, Zira era una Sirena: bella e ammaliatrice quanto crudele e letale.
La cosa che però la stupì più di tutto non fu la sua bellezza, non fu il contrasto tra l’aspetto e il carattere dell’Angelo…
Fu la sua età: Zira sembrava una diciottenne…
Se l’avesse incontrata per strada, Lucia non avrebbe esitato a definirla una sua coetanea decisamente molto bella…
Non ha diciotto anni ma addirittura più di cento… Ed è pericolosa…, ricordò a sé stessa.
Zira arrivò, scalza e fasciata in uno stretto abito nero a spalline sottili che le arrivava alle ginocchia, con una camminata aggraziata e sinuosa, che però ricordò a Lucia l’incedere di un cobra, e si fermò esattamente davanti a Nick senza degnarlo però di uno sguardo.
Lucia vide il ragazzo irrigidirsi con la coda dell’occhio e si chiese che cosa potesse aver causato la paura di Nick poi riportò al sua attenzione alla Vendicatrice puntando i suoi occhi castano-verdi in quelli senza pupilla di lei.
“Ma cosa abbiamo qui…” commentò Zira e la sua voce risuonò nella sala vuota come un coro che ripeteva le parole dolci e sensuali dell’Angelo che, di fatto, era, “Un’umana ben informata a quanto vedo… Amica tua?” chiese sporgendosi dolcemente su Nick e facendo toccare il viso del Caduto ai suoi capelli.
Lui non rispose ma si paralizzò ulteriormente mentre cercava di dare alle parole di Zira un senso diverso da quello che già gli stava facendo accapponare la pelle.
Lucia vide le labbra di Nick schiudersi e cercare di dire il suo nome così lo precedette.
“Mi chiamo Lucia” disse facendo risuonare la sua voce come prima aveva fatto Zira, come a marcare la sua autorità, “Sono qui perché ho qualcosa che credo possa interessarti…”
Dimitri le rimase accanto, neanche temesse una fuga da parte sua, mentre Ivan si avvicinava a Zira cupo in volto e le porgeva le immagini.
La donna sorrise mentre guardava le foto, le scorse tutte lentamente, esaminandole una ad una ma il suo viso non mutò l’espressione soddisfatta.
“Sei brava…” constatò.
“La fotografia è il mio hobby” rispose tranquilla la ragazza, “Un passatempo interessante, devo dire…”
“E anche pericoloso a volte…” replicò Zira spostando gli occhi su di lei da sotto le folte ciglia.
“A volte…” concesse Lucia, “Ma confido che questa non sia una di quelle…”
“Mmm…” Zira stese una mano e la appoggiò sulla nuca di Nick, accarezzandogli i capelli.
Fu solo un istante prima che lui si ritraesse ma Lucia capì l’ammonimento che la donna le stava mandando.
“Lui non vale niente per me…” disse avvicinandosi a Zira di due passi, incurante dei ringhi di Dimitri e di Ivan, “Nicola è stato solo lo strumento adatto per ottenere le informazioni che mi servivano e arrivare a te… Nulla di più, nulla di meno…”
“Dici il vero, Lucia?” chiese ironica Zira.
Lucia non rispose ma tirò indietro la gamba e tirò un calcio al fianco di Nick.
In realtà fece piano ma Nick, nonostante non capisse bene cosa stava accadendo, la assecondò e finse di piegarsi e di gemere di dolore.
Zira alzò un sopracciglio con aria soddisfatta.
“Mi piaci, ragazzina…” commentò.
Lucia chinò il capo lateralmente in un cenno di ringraziamento.
La donna le diede le spalle e fece un paio di passi con calma prendendosi una mano nell’altra davanti al ventre.
“Ovviamente, io ritengo che una delle doti principali di una donna sia la moderazione…”
Lucia sorrise.
Di una donna qualsiasi a parte te!, pensò con rabbia ma rimase composta.
“Non chiedo molto… Diciamo… Una buona parola con Samuel…” disse sentendosi ipocrita solo per quella menzogna.
“Samuel?” chiese Zira facendo la finta tonta.
“L’Arcangelo dei Pietosi… Non ti sarai forse scordata di non essere l’unica con quattro ali sulla schiena…” borbottò Lucia, “Voglio sperare che, alla mia ora, qualcuno prenda in considerazione l’idea di rendermi un Angelo come è stato fatto con Nicola e Miriam…”
Zira si irrigidì palesemente nel sentir nominare la sua rivale e le sue labbra si stinsero in una linea retta dandole un’aria minacciosa.
“Non nominarla mai più in mia presenza…” sibilò.
Lucia ritenne più prudente fare un passo indietro così chinò il capo.
“Come vuoi… Allora?”
“E tutto quello che chiedi perché tu metta a tacere questa storia?” chiese solennemente Zira.
“Diciamo pure che, se avrò la tua parola, i miei rullini e le mie foto spariranno nel nulla…”
L’Angelo annuì.
“Sei saggia... Oculata in ciò che fai…” scandì lentamente avvicinandosi a lei, “Furba…” mormorò a un soffio dal suo viso, “Ma io lo sono di più!”
Con un movimento fulmineo l’Arcangelo strappò i ciondoli dal collo della ragazza rompendo la corda e gettando la giovane a terra.
Zira scoppiò a ridere.
“Pensavi davvero che non avessi sentito la presenza del Contatto quando sei entrata?” chiese sarcastica, “Dovevo solo capire dov’era…”
Lucia non si fece spaventare e si rialzò.
“Ridammelo!” ordinò.
“Eh no! Qui comando io!” replicò l’altra poi fece un gesto con la mano, come a scacciare un insetto, e Lucia fu sbalzata indietro fino a sbattere la schiena contro il muro di pietra alle sue spalle.
“Allora… Chi è l’Angelo tanto incapace da essersi dovuto prendere un’umana come alleata?”
Nonostante il colpo le avesse tolto l’aria, la ragazza si rimise in piedi.
Si appiattì con la schiena contro il muro e, incredibilmente, sorrise.
Un sorriso trionfante che fece preoccupare Ivan e Dimitri e portò Zira a stringere la presa sui ciondoli nella sua mano.
“Che te ne importa?” chiese allegra l’umana, “Tanto tra poco avrai altro di cui preoccuparti!”
Come evocata da quelle parole, una luce bianca accecante si sprigionò dai ciondoli nella mano di Zira.
L’Arcangelo gridò di dolore e aprì al mano ma il cuore bianco, invece di cadere a terra, levitò verso l’alto aumentando l’intensità della sua luce e più saliva, più la terra tremava fino a che le pietre non iniziarono a spostarsi come spinte da una forza sovrannaturale finendo per rompersi o cadere.
La volta della sala si coprì di crepe e la luce esterna iniziò a filtrare, pezzi del soffitto si staccavano all’improvviso precipitando nella stanza e ostruendo i cunicoli, la polvere rendeva l’aria irrespirabile ma la luce bianca non impediva la vista.
I tre Vendicatori si portarono le mani al viso per schermarsi gli occhi da quel bagliore e iniziarono ad affannarsi per raggiungere una via d’uscita.
Lucia si staccò dal muro e corse verso Nick.
“Nick!” lo chiamò gridando con tutta la forza che aveva, “Nick! Forza, dobbiamo andarcene! Crollerà tutto!”
Ma per quanto urlasse, il Caduto non si vedeva.
La ragazza corse sempre più vicina alla fonte di luce ma i suoi occhi scrutavano il pavimento alla disperata ricerca dell’Angelo.
Alla fine lo vide: la testa del ragazzo sanguinava per via di una pietra che l’aveva colpito nel crollo e non sembrava molto lucido.
“NICK!” urlò Lucia, “Avanti! Ti scongiuro!”
Lo afferrò per la maglietta sulla schiena e iniziò a strattonarlo cercando di rimetterlo in piedi ma le catene opposero resistenza.
“Esci…” mormorò il ragazzo riprendendosi quel tanto che bastava per capire la situazione.
“NO!” Lucia gridava e piangeva ma i suoi occhi e la sua mente intercettarono un grosso pezzo di volta.
La ragazzo lo afferrò e tornò da Nick poi lo sbatté con forza sull’attaccatura degli anelli di ferro.
La catena resse il colpo, ne resse un altro e un altro ancora poi Lucia crollò in ginocchio a terra mentre le lacrime continuavano a scendere. 


Eccomi!!!
Ho una grande notizia: non potete uccidermi perchè vi servo per finire la storia! Ah ah!
Ammetto che forse (forse) mi diverto un po' a tenervi sulle spine ;)...
Spoiler:

"Mattew cadde a terra quando il terreno iniziò a tremare e si ritrovò sdraiato sulla schiena ad assistere a qualcosa che credeva impossibile: la radura, tutta la radura, si iniziò a crepare e nel centro si creò un rigonfiamento che andava appuntendosi sempre di più. 
[...]

Che stai combinando laggiù, Lucia?, pensò il ragazzo sgomento. "
Ecco...
Che ve ne pare???
Si inizia a fare sul serio, adesso!!!
Titolo?: Coraggio!
Grazie di cuore a tutti quelli che seguono questa storia, recensendola e non!!!
A presto!
Ciao ciao!
Lady Catherine

  
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