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Autore: Maryjed    14/12/2011    1 recensioni
Shannon era appena uscito dall'ennesima casa di una sconosciuta che l'aveva riscaldato e tenuto stretto fra le sue gambe la notte prima, ma era stanco di quella vita. I 30 seconds to Mars non suonavano già da un anno e mezzo,la sua età si faceva sentire poi la vide e rimase immobile,la osservò dalla vetrina di quel negozi: era fantastica avvolta dentro quell'abito bianco finemente decorato e quei capelli lunghissimi che le scivolavano fin sopra la scollatura. Non aveva mai visto una sposa più bella.
Un desiderio si fece spazio tra le sue viscere, un desiderio inconcreto e completamente nuovo per lui.
Questa è la storia di Shannon e Maria. Questa è la storia di due persone che ritrovano nell'altro la pace interiore che tutti cercano.
Genere: Erotico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jared Leto, Nuovo personaggio, Shannon Leto
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Image and video hosting by TinyPic Quella mattina Maria aveva dormito fino alle 12 poi il cellulare iniziò a suonare, risvegliandola:
“Pronto”.
“Ciao amore, ma dove sei finita?” la voce di Erick squillante le provocò un dolore di testa acuto.
“Amore è che ieri sera sono uscita con Mey e quindi sono tornata a casa stamattina, tu dove sei?”.
“Ah scusa amore, allora ci sentiamo quando ti sarai ripresa del tutto. Riposa bene”.
Era gentile, come sempre e lei lo amava, riguardò quell’anello sul comodino e immaginò la sua vita assieme a quell’uomo: si sarebbe trasferita a casa sua, in quella immensa villetta che Erick possedeva, avevano apportato le dovute modifiche affinchè anche lei la sentisse propria quella casa, avevano allargato la cucina, tinto la camera da letto e fatto una cabina armadio e preparato delle stanze per i futuri figli, che tutti si auguravano arrivassero presto. Per scaramanzia, Erick era andato a vivere temporaneamente in albergo così la casa sarebbe stata nuova e pronta per una vita felice insieme.
Un sorriso genuino colorò il volto della donna, abbracciò il cuscino e si lasciò coccolare dai ricordi: si ritrovò a casa di Erick, dopo uno dei lussuosi e perfetti appuntamenti che avevano avuto, ormai si frequentavano da quattro mesi e lui l’aveva invitata a casa sua con la scusa della scultura del secolo ma lei lo sapeva che quella notte sarebbero finiti finalmente a letto, infatti aveva comprato un completino La perla nuovo di zecca  color verde smeraldo e teneramente si era lasciata spogliare da quelle mani molto più rugose delle sue e si era lasciata trasportare in camera da letto. Gli aveva aperto le gambe e fatto la pudica, come da copione fosse giusto, effettivamente dalla  sua adolescenza non faceva nulla di estremamente contorno per gli uomini, in camera da letto: non era una leonessa come tutti pensavano fosse.
Decise di alzarsi e fare una lunga e calda doccia, mise un paio di jeans stretti e a bassa vita, era una vita che non ne indossava un paio, e decise di andare a mangiare fuori e fare un giro per conto suo, e senza le oppressioni della madre, per l’abito da sposa.
Si diresse al centro di Los Angeles, poi senza sapere come si ritrovò di fronte a una boutique di abiti da cerimonia: non erano né abiti griffati né eccessivamente sfarzosi così decide di entrare a darci un’occhiata e lo trovò, finalmente, l’abito perfetto.
Si bloccò di scatto e gli occhi le si illuminarono di una strana luce, il corpetto bianco presentava un decoro con tante perline e pizzo per tutto il seno e i fianchi,una fascia bianca di stoffa le contornava la gonna che cadeva sopra le gambe con un pizzo e dei fiori e perline, accompagnati da due rose ai lati.
“E’ il suo abito…” le si avvicinò una donna paffuta e bionda.
“Dice sul serio?” rispose la donna ancora incantata dalla bellezza di quell’abito.
“Certo, vuole provarlo?” la signora era davvero gentile e la sua voce, serena e dolce, fece emozionare Maria che si ritrovò con quel vestito addosso.
“Beh c’è solo da apportare qualche modifica” le disse la commessa, con gli aghi, tirandole su il corpetto largo e stringendole la gonna, quando terminò invitò la futura sposa a guardarsi allo specchio e si ritrovò.
“Sono… Sono io… La sposa perfetta” era orgogliosa di ciò che era riuscita a trovare e soprattutto della bellezza e semplicità di quell’abito.
“Già suo marito rimarrà stupito”.
“Allora tra quanto pensa che potrò tornare a riprovarlo con le giuste modifiche?” ignorò il commento precedente.
“Tra 3 giorni dovrebbero essere pronte”.
“Bene allora ci rivediamo fra tre giorni”.
Uscì da quella boutique felice e raggiante come non mai: sentì che il suo matrimonio adesso stava davvero per avvicinarsi sempre più e, soprattutto, divenire realtà.
Il resto della giornata l’aveva passato in giro per le strade affollate, i primi segni della primavera rendevano insopportabile la vita in casa quindi la gente amava uscire e fare compere; Maria entrò in un negozio di dischi e mentre cercava qualche cd dei Korn trovò a lato un cd 30 seconds To Mars, quelle foto ai bambini le ricordava benissimo: il suo cuore iniziò a palpitare sempre più frenetico e, quando lo prese in mano e lesse Shannon Leto, sentì l’aria mancarle. Decise di comprarlo e, custodendolo tra le proprie mani, lo portò a casa sua dove lo mise su.
Erano 10 anni che non ascoltava la loro musica, chissà quanti concerti, quante nuove canzoni si era persa in tutti quegli anni, si ritrovò a piangere quando la batteria di Shannon iniziò a pulsare dentro le casse del suo stereo. Prese l’Iphone e scrisse su google “30 seconds to Mars” le comparvero allore centinai di informazioni, andò su wikipedia dove solitamente si trovano tutte le informazione di cui hai bisogno in poco tempo. Non le importava di sapere cosa avesse fatto Shannon della sua vita privata in questi 10 anni d’assenza: probabilmente si era portato a letto un sacco di donne e forse aveva promesso ad ognuna di loro di richiamarle o addirittura di sposarle ma sapeva che una cosa lui amava con tutto se stesso ed era la batteria e la sua musica.
Scoprì che gli album erano stati solamente tre ma che avevano riscosso un successo enorme, notò il titolo delle canzoni: A beautiful lie, the kill, Hurricane e poi l490 non poteva essere vero! Decise di ascoltarla e, quando risuonò quella melodia per la seconda volta nella sua vita, le lacrime non poterono far altro che irrigare il suo volto liscio e finemente truccato.
“No…” incrociò le braccia e appoggiandoci su la testa continuò a piangere, “Shannon…” sussurrò appena, le gambe iniziarono a tremarle dall’emozione e dall’angoscia: cosa le stava succedendo? Quella melodia , che entrava dentro il suo cuore, non poteva farle quell’effetto dopo tutto quel tempo. Le prime note le incutevano ancora un po’ di malinconia e dubbio ma soprattutto frustrazione e paura e poi quella speranza che improvvisamente arrivava dal nulla e che assumeva il battito del cuore e quel combattimento tra la speranza e quella vocina che dice che non ce la potrai fare mai, erano ancora le stesse emozioni, era ancora lo stesso cuore che batteva;decise di chiamarlo ma il suono del campanello glielo impedì.
“Erick, cosa ci fai qui?” lo guardò sconvolta, decisamente non era il momento giusto  per vederlo.
“Mi mancavi amore mio! Volevo vederti” le si presentò con un mazzo di rose rosse e un sorrise a 32 denti, “Ehi va tutto bene?” la osservò con gli occhi lucidi.
“Sì sì va tutto bene” si nascose il volto tra il mazzo di rose.
“Sicura? Hai gli occhi lucidi… Ma cos’è questa melodia?” si bloccò di scatto sulle note di L490.
“Ah niente, solo un po’ di musica”
“E’ orribile” iniziò a ridere divertito e anche un po’ irritato da quella musica, “Cos’è hai cominciato ad ascoltare le canzoni sataniche?”.
“Già, hai ragione” la staccò con un groppo alla gola: non era orribile, come si permetteva a dirlo? Amava quella canzone e ovviamente lui non poteva capire chissà se Shannon aveva mai raccontato a qualcuno la storia di quella melodia e del suo titolo, chissà soprattutto se l’aveva mai raccontato a una donna e con quale tono poi.
Prese due coppe di vino e le buttò giù assieme al futuro marito.
“Lo sai che sei bellissima?” la baciò di scatto e lei ricambiò quel bacio passionale, lo strinse tra le sue braccia, anche lui le era mancato tantissimo, gli tolse la camicia e iniziò a baciargli il petto, contornato da peli grigi.
Lui posò il bicchiere sul tavolinetto di fronte il divanetto bianco:
“Cosa ne vuoi fare di questa casa? Vuoi venderla?”.
Maria si interruppe di scatto: “Cosa? No, non voglio venderla! E’ casa mia!”. L’aveva comprata dopo 3 anni di duro lavoro e di risparmi: era parte di lei e della sua vita quella casa, non si sarebbe più distaccata, aveva deciso che anche i mobili li avrebbe lasciati lì così com’erano.
“Sapevo che avresti detto così” la accarezzò e, buttandosi sopra il suo esile corpo, continuò le coccole.

10 anni prima

“Maria sai che mi sei mancata tantissimo?” l’aveva sbattuta contro la parete dell’albergo.
“Anche tu” gli aveva sussurrato lei ed era vero, non aveva parlato con nessuno di ciò che era successo quella notte a New York e cosa avrebbe dovuto dire poi? Tutti l’avrebbero presa per una puttanella visto che era andata a letto per la prima volta soprattutto, con uno sconosciuto.
Ma tra Shannon e Maria c’era davvero una magia, non si trattava solamente di sesso, c’era qualcosa in più in tutto ciò che facevano.
Shannon l’aveva spogliata completamente e poi, facendole forza sulle spalle, l’aveva costretta ad abbassarsi e lei si era ritrovata di fronte i suoi box neri: con le mani aveva liberato dalla stretta della stoffa la sua lunga asta e le si era ancorata, senza sapere bene cosa fare. L’aveva baciata, poi leccata, Shannon le diceva cosa fare ogni tanto e poi, quando stava per avvicinarsi il momento, l’aveva fermata e portandola sul letto le era entrata dentro con una dolcezza incredibile.
Si erano uniti con grande ferocia e amore e poi si erano appoggiati appagati sul letto.
“Ehi Shanny…” lo aveva abbracciato con entrambe le mani, “Sei bello, sai?” si era appoggiata a quel petto che adorava e che adesso odorava di lui, “Sei proprio bellissimo… Sei il mio Dio” strinse le sue labbra con i denti, il batterista era perfetto e Maria avrebbe voluto rimanere con quella pace interiore e con lui per sempre: le sarebbe bastato nutrirsi di lui e del suo corpo, Dio quanto era bello il suo sorriso, le sue sopracciglia, il taglio dei suoi occhi, il suo naso,il suo corpo; pensò che non aveva mai visto un uomo più incredibile e bello di lui. Quando lui le era accanto sembrava che il mondo scomparisse e nemmeno la differenza di età si faceva sentire: tutte le regole erano stravolte con lui, non esisteva né il bene e né il male specie quando si univano ognuno perdeva la propria sessualità e si trasformavano in un copro perfetto e sereno.
“Non chiamarmi Shanny”, si era acceso la sigaretta post scopata, “Anche tu lo sei e tanto”.
“Davvero?” gli salì di sopra, “E se ti dicessi che ti amo?”.
Quelle parole l’avevano sconvolto però stranamente era felice di sentirgliele pronunciare:”Anche io ti amo” ed era vero, nonostante se la scopasse e le facesse fare tutto ciò che gli andava, provava nei suoi confronti un immenso affetto.
“Dici che è possibile innamorarsi di una scopata?”.
“No ma è probabile che ci si innamori della persona con cui si scopi” aveva riso, ributtandola tra le coperte.

 
“Ti amo Maria” le stava ripetendo all’orecchio Erick, stringendo nella sua morsa quel corpo sottile e piccolo.
“Sai ho trovato l’abito da sposa e mia madre non lo sa nemmeno” le dita della sua mano si erano incrociate a quelle del suo uomo, come se in quella stretta volesse legarsi per sempre a lui e lasciare andare i ricordi del passato: perché si erano ripresentati dopo tutto quel tempo?
“Davvero? Questo è davvero bellissimo”
Si addormentarono nel buio della notte mentre la melodia di L490 risuonava per la testa di Maria e una lacrima le fuoriuscì timida dall’occhio destro.

 
 
 
 
 
 
   
 
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