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Autore: Elos    15/12/2011    8 recensioni
Nella primavera del 1997 Severus Piton non è riuscito ad impedire che si commettesse un terribile errore. Quattro anni più tardi, è giunto il momento di rimediare.
In un Mondo Magico dove Lord Voldemort è stato sconfitto, Harry Potter è il Ministro della Magia più giovane e potente che sia mai esistito e il Ministero festeggia l'epocale abolizione dello Statuto di Segretezza Internazionale, tutte le cose che sembrano non essere andate poi così bene sono sul punto di venire a galla.
C'è ancora una Profezia da compiere.
Genere: Azione, Dark, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Nuovo personaggio, Severus Piton, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Da VI libro alternativo
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- 1 - Voci di un futuro domani



Sotto la pioggia Diagon Alley si era riempita di Incantesimi Schermanti sui quali le gocce d'acqua rimbalzavano pesanti, scivolavano tracciando sottili ruscelletti a mezz'aria e andavano infine a schiantarsi innocue nelle pozzanghere fangose sul selciato; solo pochi, tra le streghe e i maghi nella folla in quel tardo pomeriggio d'ottobre, sfoggiavano mantellette ed ombrelli nelle fogge più esotiche e assurde. Una grassa strega vestita di rosa aveva un impermeabile di scintillante tessuto in tinta delle dimensioni di un piccolo tendone; i tre bambini di una famigliola in visita al Ghirigoro sfoggiavano altrettanti piccoli ombrelli verdi sui quali si rincorrevano, saltando dall'uno all'altro, una coppia di cagnolini con un fiocco al collo. Poco più in là un mago uscì dal Paiolo Magico, batté distrattamente contro il terreno con il bastone da passeggio e, sollevandolo, lo Trasfigurò in un distinto ombrello marrone dal manico d'avorio.
Michael Corner si fece largo nella folla con la sua Autocappa Antipioggia – brevetto esclusivo dei Tiri Vispi Weasley, ovviamente, venduta in tredici distinte tonalità e in due diversi tagli, corta per i maghi più giovani e moderni e ampia per i tradizionalisti affezionati alla lunghezza a mezzo polpaccio – badando bene a tenere la borsa con i documenti all'interno del raggio d'azione della Cappa. La stoffa lievemente dorata sfavillava debolmente, sotto la pioggia, diffondendo tutt'attorno uno schermo largo più di un palmo che repelleva l'acqua e teneva il mago all'asciutto.
Un ragazzo con il mantello azzurro distintivo degli strilloni della Gazzetta del Profeta sventolava una bracciata di giornali sotto al naso di chiunque gli passasse accanto:
“Edizione del mattino! Edizione del mattino! Intervista al Capo degli Affari Babbani sulle leggi Potter-Finnigan! Il discorso del Ministro della Magia, come la Potter-Finnigan cambierà il Mondo Magico! Edizione del mattino, il Puddlemore United conclude la partita contro le Vespe di Winbourne con centotrenta punti di vantaggio! Rita Skeeter intervista Oliver Baston, in lizza per il record di Pluffe parate per partita!”
Michael Corner allungò al garzone otto zellini – il prezzo corrente del giornale – e prese una copia. La faccia sorridente di Seamus Finnigan lo salutò agitando una mano dalla foto in prima pagina. Accanto all'alto, giovane irlandese ben piantato, la figura di Harry Potter era quella di un ragazzo snello e poco appariscente con una gran massa di capelli arruffati. “Il Capo degli Affari Babbani” recitava la didascalia, “ed il Ministro Harry Potter, Distruttore di Voldemort, durante l'annuncio dell'approvazione del Wizengamot alle leggi Potter-Finnigan”.
Michael si assicurò di avere la borsa ben incastrata sotto al braccio piegato, mentre armeggiava con il giornale per aprirlo. Sorrise soddisfatto mentre la pioggia – grazie agli incantesimi dei quali l'Autocappa era intrisa – rimbalzava al di sopra del foglio, quasi ci fosse, tra essa e la Gazzetta, uno strato di gomma invisibile a separarle: le Autocappe Weasley erano vendute a dodici galeoni al pezzo, ma valevano fino all'ultimo zellino di quel che costavano.
IL WIZENGAMOT APPROVA Il PROGETTO DI LEGGE POTTER-FINNIGAN, era il titolo di testa. “Due anni fa, con le Leggi per l'Integrazione e per l'Apertura del Mondo Magico ai Babbani” ha dichiarato il Ministro della Magia “passate al Wizengamot nella trecentodecima ricorrenza dell'approvazione dello Statuto Internazionale di Segretezza, Maghi e Streghe di tutto il mondo hanno potuto finalmente smettere di nascondersi. Oggi festeggiamo la scelta compiuta in quel giorno permettendo, con la nuova normativa di supporto, un passaggio che sia il più sereno e amichevole possibile tra il vecchio e il nuovo mondo. I Babbani non devono avere ragione di temerci.”
A chi gli ha domandato quale linea intendesse seguire nella gestione dei rapporti con il Ministero della Magia francese – ancora tesi a seguito dell'epocale infrazione allo Statuto Internazionale – il Ministro ha sostenuto che tutti i grandi cambiamenti portano necessariamente con sé un carico di comprensibili preoccupazioni per l'ignoto.
Il Capo del neo-dipartimento degli Affari Babbani, Seamus Finnigan, Eroe della Battaglia di Hogwarts e Ordine di Merlino di Seconda Classe, ha sostenuto di essere pienamente soddisfatto dalla piega presa dagli eventi. Come proponente delle nuove leggi si è trovato a dover affrontare l'incertezza della...

Qualcuno lo urtò, passandogli accanto, con forza sufficiente a farlo barcollare e a perdere il filo: Michael chiuse il giornale e girò la testa giusto in tempo per vedere un paio di ragazzi in età da Hogwarts correre giù per Diagon Alley verso la Gelateria Fortebraccio – che era stata riaperta da Armida Fortebraccio alla fine della guerra. Il cadavere di suo zio era stato ritrovato dagli Auror in un fosso dalle parti dei Docklands, tre mesi dopo la Battaglia di Hogwarts, e tutti ne rimpiangevano ancora la morte; ma Armida faceva un buon gelato. Il gusto Cioccofragola Incandescente spopolava tra le ragazze, specialmente sotto San Valentino.
Michael mugugnò all'indirizzo dei due ragazzini, prima di tastare la borsa di cuoio per controllare che fosse sempre all'asciutto sotto alla Cappa. Adocchiò la porta aperta del Paiolo Magico con aperto desiderio – il pensiero di fermarsi lì per cena e di non doversi preoccupare di cucinare aveva indubbiamente un certo fascino – prima di decidere che sua madre gli avrebbe probabilmente lanciato una Cruciatus se avesse scoperto che aveva ripreso a cenare fuori casa tutte le sere. Lui e Padma avrebbero dovuto proprio decidersi a sposarsi, rifletté cupamente: questo, se non altro, avrebbe chiuso definitivamente il becco alle madri di entrambi.
Deviò all'altezza del Ghirigoro, infilandosi in una stradina stretta circondata dai palazzi di pietra grigia, puliti e ben conservati, del nucleo più antico di Diagon Alley. Da una finestra socchiusa scendeva un profumino delizioso di stufato di carne; lo stomaco di Michael emise un mezzo brontolio, a quell'odore, stiracchiandosi speranzoso. Stufato di carne, ponderò lui. Con un buon Incantesimo Riscaldante avrebbe potuto far cuocere il manzo abbastanza in fretta da riuscire a prepararsene uno prima di morire di fame. Carne di manzo, sedano, cipolle...
“Ehi!” esclamò qualcuno alle sue spalle. “Aspetta! Ti è caduta questa!”
Michael si girò, sorpreso, e scorse una ragazza con una gran massa di biondissimi capelli ricci avanzare verso di lui sorridendo e sorreggendo avanti a sé con entrambe le mani una borsa di cuoio dall'aspetto familiare. Michael sgranò gli occhi e si domandò come avesse fatto a non accorgersi di essersela fatta cadere per strada. Sorrise in risposta alla ragazza, soprappensiero, e la mano che stringeva il giornale si alzò a tastare in un gesto automatico il punto in cui la borsa si era trovata un attimo prima.
E che era ancora lì.
I cinque secondi che seguirono si svolsero molto, molto in fretta. Mentre Michael sbatteva le palpebre, confuso e stupito e colto di sorpresa, la ragazza lasciò cadere a terra la borsa e alzò la mano sinistra – con la quale reggeva un qualcosa, fino a quel momento nascosto dalla borsa stessa, che assomigliava ad una specie di flacone da profumo, solo più grosso e di metallo, e senza etichette. Il cervello di Michael lo spronò a reagire, ad aprire la bocca per chiedere spiegazioni, ad arretrare, ad estrarre la bacchetta; ma, prima che potesse muoversi, la ragazza premette sulla sommità del flacone ed uno spruzzo vaporoso che sapeva di limone e di altro, familiare, dolce e pesante e colloso, lo colpì in piena faccia.
Le ginocchia di Michael sembrarono piegarsi sotto il suo stesso peso. Inspirò e boccheggiò, ed era odore di melissa, annaspando ne mandò giù un altro po'. I capelli della ragazza scintillarono come un'aura d'oro attorno alla sua figura confusa, mentre lei lo guardava dal basso verso l'alto. Sdraiato sul selciato fradicio, Michael cercò ancora di muovere la mano, di cacciarsela in tasca per prendere la bacchetta, ma le sue braccia non sembravano voler cooperare. La pioggia esplodeva sul selciato accanto alla sua testa, ogni goccia assordante, ogni schizzo un'onda.
Quando la ragazza si chinò, accovacciandoglisi accanto, e gli spruzzò in faccia un'altra dose di qualunque cosa ci fosse nel flacone, quel che restava della consapevolezza di Michael si dissolse in una vampata di profumo dolciastro.

***



Gli arcipelaghi del Mar dei Caraibi sono tra i pochi luoghi al mondo ad affacciarsi su un mare che è più azzurro di quanto sia azzurro il cielo. Il sole è sole tutto l'anno – tranne durante gli occasionali, intensi uragani di passaggio – e la temperatura oscilla tra una primavera mite e un'avanzata estate. L'umidità ti incolla un po' i vestiti addosso, certo, e girano certe zanzare grosse come pompelmi, ma esiste tutta una serie di eccellenti incantesimi per liberarsene. Tutto sommato, è un buon posto per scomparire.
Dopo la battaglia di Hogwarts, Michael Corner era rimasto dalle parti di Londra il tempo necessario a sostenere privatamente e in tutta fretta i propri M.A.G.O., a ritirare la sua medaglia – Ordine di Merlino, Terza Classe – al Ministero e ad ottenere dalla Gringott l'indennizzo che gli spettava per i danni fisici e morali riportati durante l'anno in cui Lord Voldemort aveva avuto il controllo dell'Inghilterra e Lucius Malfoy era stato Preside di Hogwarts. Dopodiché, si era rivolto ad un'agenzia per ottenere una Passaporta per il posto più caldo, lontano e piacevole che si potesse visitare per almeno sei mesi con i soldi di quell'indennizzo ed era partito.
Le isole Turneffe erano effettivamente calde, lontane e molto, molto, molto piacevoli: spiagge bianche, mare di cristallo, pesci e noci di cocco, quel genere di isole. I giorni sembravano infiniti, le stelle in cielo erano tante e tanto luminose che anche nelle notti senza luna si poteva scendere in spiaggia e farsi una nuotata, e non faceva mai freddo. Le ossa di Michael, ghiacciate sin nel midollo da qualcosa che non era un gelo fisico, non precisamente, ed aveva soprattutto a che vedere con i Dissennatori e con quello che i Dissennatori facevano, erano sembrate sciogliersi per la prima volta da mesi. Si alzava la mattina tardi, ciondolava un po' in giro per l'Olandese Volante - il miglior albergo magico del Mar dei Caraibi, quattrocento anni di tradizionale e costosissima ospitalità per i maghi di tutto il mondo - e poi scendeva in spiaggia, nuotava, faceva lunghissimi bagni nell'acqua trasparente e ancora più lunghi bagni di sole, infine tornava in albergo e dormiva. E il giorno dopo ricominciava.
Si teneva lontano dal Great Blue Hole: gli avevano detto che c'erano gli squali, sul fondo, e che potevano attaccare chi vi si immergeva. Michael aveva tutte le intenzioni di stare alla larga dagli squali: ne aveva visti per un anno, squali su due zampe e squali senza pinne, ma con i denti, squali ottusi e crudeli che si aggiravano per Hogwarts con una Cruciatus un po' troppo pronta sulla punta della bacchetta.
Padma Patil gli aveva mandato via gufo la notizia che la data dell'esecuzione di Lucius Malfoy era stata fissata; poi gli aveva chiesto se poteva raggiungerlo, e Michael le aveva detto sì, sicuro, purché tu non dica a nessuno dove mi trovo. Mentre a Malfoy, ai Carrow e ad altri sette Mangiamorte veniva somministrato il Bacio in un'assolata, luminosissima giornata di luglio, Michael aveva alzato una mezza noce di cocco ripiena di succo d'arancia e aveva brindato al cielo.
Sognava molto spesso. La notte, soprattutto, e ogni tanto anche di giorno: gli bastava addormentarsi sulla sabbia e risvegliarsi scoprendo che una nuvola era passata sul sole per cominciare a cercare la bacchetta, freneticamente, chiedendosi dove fossero i Dissennatori, se fosse un Lethifold – i Carrow avevano lasciato un altro Lethifold davanti alla porta della Stanza delle Necessità?
Mentre il Mondo Magico procedeva alla propria definitiva, catartica, liberatoria depurazione, arrestando o giustiziando tutti i Mangiamorte, tutti i traditori, gli opportunisti, tutti coloro che avevano sostenuto Colui-Che-Era-Morto-E-Ben-Gli-Stava e i suoi massacri, tutti quelli che avevano contribuito a scrivere opuscoli e libelli che avevano mandato a morte o ad Azkaban i Mezzosangue, i Nati Babbani e le loro famiglie, mentre il Mondo Magico si cicatrizzava nel fuoco, perché le ferite che la guerra si era lasciata alle spalle sembravano troppo profonde per poter essere curate in qualunque altro modo, Michael Corner aveva oziato al sole e aveva bevuto molto succo d'arancia in numerose noci di cocco, cercando di rimuovere tutto quello che gli ultimi dodici mesi erano stati.
Padma l'aveva raggiunto in agosto con una carrellata di notizie fresche al seguito. Avevano trovato Greyback, Greyback era morto. Harry Potter si era proposto come nuovo Ministro della Magia e l'Inghilterra era in festa. Kingsley Shacklebolt era a capo dell'Ufficio Auror. Avevano assegnato al professor Lupin e a sua moglie Ninfadora l'Ordine di Merlino alla memoria, Prima Classe...
“Non credo che a loro importi molto, adesso.” aveva osservato Michael, interrompendola.
Padma era rimasta zitta per un po'. Aveva dei piedi minuscoli, bruni sulla sabbia bianca della spiaggia. Anche Ginny aveva avuto piedi così, ancora da bambina, dall'arco rotondo. Michael l'aveva vista scalza, una volta, e l'aveva trovata bellissima. Avevano avuto sedici anni. Tutta una vita ad aspettarli.
“Non vuoi tornare a casa?” gli aveva chiesto Padma.
Michael aveva scrollato le spalle:
“Tra un po', sì. Non subito. Hai fretta di rientrare a Londra?”
Padma ci aveva pensato su per un lungo istante, prima di scuotere la testa. Michael le aveva sorriso.
“E allora resta qui con me, no?”

Sognava molto spesso, la notte, soprattutto. Sognava il corpo di Ginny come l'avevano trovato sulla tavola di Grifondoro nella Sala Grande, quand'erano scesi per fare colazione: Michael non lo poteva dimenticare, e non lo voleva ricordare, e così lo sognava.
Il giorno in cui avevano trovato il corpo di Ginny era stato anche quello in cui Michael aveva smesso di essere un ragazzo ed aveva cominciato ad invecchiare.

***



Aprì gli occhi e credette per un attimo di essere diventato cieco, perché il mondo era bianco, bianchissimo e insopportabile, un mondo di luce intollerabilmente puntata contro le sue pupille dilatate. Michael sbatté le palpebre e gemette. Cercò di girare la testa e scoprì di non poterlo fare. Gli sembrava di essere immerso nella colla, nel cotone, tutti i sensi lontani e distanti, le percezioni come aliene. Non avrebbe saputo dire se era seduto o in piedi o sdraiato, se c'era un pavimento sotto di lui, se c'era un mondo, lì da qualche parte. Non avrebbe saputo dire se si trovava in una stanza o all'aperto. Si era sentito male? Era al San Mungo? Non ricordava...
Si irrigidì, colto da un terrore ancestrale e agghiacciante, quello di essere cieco e paralizzato, di non potersi muovere, di non poter chiudere gli occhi, scansarsi. Gli occhi gli lacrimarono e lui gemette di nuovo, più forte.
“Sssssshh...” Bisbigliò qualcuno accanto al suo orecchio. “Calmati. Rilassati.”
Michael si sforzò di farlo. Davvero. Si sforzò di calmarsi e di rilassarsi, e di pensare che sarebbe andato tutto bene, si sforzò di non pensare di essere paralizzato, di avere solo luce bianca negli occhi, di essere cieco. Se solo fosse riuscito a sbattere le palpebre si sarebbe sentito molto meglio, ne era certo.
“Stai iperventilando.” disse ancora la voce. Era una voce d'uomo. Familiare. Veniva da un posto... veniva da un posto... Michael si ricordò la melissa, tutto ad un tratto, l'odore di melissa. Si ricordò della pioggia e della borsa e della ragazza in Diagon Alley. - Non c'è ragione di farsi prendere dal panico. - gli spiegò la voce con freddezza. “Respira profondamente. Tra mezz'ora sarai ritornato nel posto dal quale sei stato prelevato, senza alcun danno. Non ti ricorderai nemmeno di essere stato qui.”
Questa era una bella notizia, pensò Michael. Se fosse riuscito a crederci, sarebbe stata una bellissima notizia.
Qualcosa oscillò nel suo campo visivo: la luce bianca si affievolì per un attimo prima di spegnersi del tutto. Per un istante gli occhi di Michael furono piene di dolorosissime scintille infuocate, mentre sbatteva le palpebre – finalmente, finalmente – e le lacrime gli scorrevano spontanee lungo le guance, colando dagli occhi arrossati per essere stati tenuti aperti troppo a lungo. Michael Corner guardò avanti a sé e si trovo a fissare un paio d'occhi nerissimi e fondi e familiari. Come la voce. Come la melissa.
Michael Corner boccheggiò:
“Professor Piton?”
L'uomo non rispose. Si chinò su di lui, gli puntò una bacchetta contro la faccia ed esclamò:
Legilimens.”






Note della storia: ... riesco a sentire da qui le rotelline girare e produrre una lunga fila di punti interrogativi. "Ma che cosa c'entra questo, adesso?"
Per chi fosse interessato, la melissa (Melissa officinalis) era anticamente usata come ingrediente per diversi distillati e medicinali dall'effetto soporifero e rilassante. E' una pianta che, in Europa, ha un'antica tradizione presso guaritori e medici, e mi sembrava ragionevole trovarla in un laboratorio di Pozioni.

Qualche cosa in più sul Nuovo Personaggio la dirò nelle Note al terzo capitolo: come mi ha fatto giustamente notare dierrevi, parlarne nel Prologo avrebbe rovinato un po' la sorpresa.
Per il momento, vorrei spoilerarvi invece che non ci sarà un unico protagonista in questa storia: il filo principale sarà uno solo, certo, ma volevo che il racconto finale si trasformasse in una sorta di narrazione corale da più punti di vista. Per cui, preparatevi a vedere parecchi personaggi secondari in giro qua e là.

Ne approfitto per ringraziarvi tutti con infinita gratitudine per l'appoggio che avete dimostrato al Prologo: davvero non sapevo bene cosa aspettarmi, e, be', mi si è allargato il cuore. Spero che il seguito non vi deluda.
E, dato che un po' di pubblicità non fa mai male, segnalo qui che ho messo online il primo capitolo di L'ultima grande avventura (il secondo sarà in Rete il giorno di Natale), per ringraziare tutti coloro che hanno seguito Prima di King's Cross.
  
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