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Autore: _lory_    15/12/2011    1 recensioni
Durante il periodo di scuola, si sa, si forma tutta la vita di una persona.
Non tutti sanno, però, che anche le vicende più assurde contribuiscono a questa formazione e che i protagonisti e gli episodi di questa strana fanfiction, nata in un giorno più strano degli altri, sono tutti tratti dalla realtà.
Vittoria, Isabella, Federica, Yolen e Ginevra, sonon cinque amiche che durante l'anno scolastico si troveranno davanti a situazioni talmente assurde da sembrare impossibili anche ai loro occhi.
Genere: Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 6 Non tutto il male vien per nuocere  del 3-12-2011
 
La carica di rappresentante di classe è il massimo obiettivo a cui i ragazzi del quarto e quinto ginnasio, ovvero primo e secondo anno, possono ambire per saltare qualche ora di lezione e non solo.
Lo sanno bene Isabella e Vittoria, che si sono candidate e che sono state elette, non ostante le loro numerose gaffe.
A tre mesi dalla loro elezione hanno dovuto assistere già alla seconda assemblea pomeridiana convocata per discutere di molte questioni, tra i quali quello delle ragazze che vengono a scuola, principalmente nei giorni caldi, mezze nude, e l’eccessiva dipendenza di tutti i ragazzi dal fumo, che sfocia nelle cappe di nebbia nei bagni del terzo piano.
Isabella, che odia con tutta se stessa il fumo, è assolutamente d’accordo con questi discorsi e partecipa attivamente all’assemblea, al contrario di Vittoria, che si vergogna da impazzire.
I professori sono indignati come i ragazzi che si fingono responsabili, tuttavia colpevoli almeno quanto gli altri.
Tutti insieme pronunciano le colite frasi “i ragazzi d’oggi” di qua e “non hanno più valori” di là, e intanto i timidi (non si fanno nomi) e i non interessati guardano e basta, o messaggiano in continuazione.
Vittoria, che di rappresentativo ha ben poco, al contrario dell’amica che si fa sempre valere, ascolta, ma allo stesso tempo è assorta in altri pensieri.
Anche Daniele, diversamente dal solito, non interviene in modo deciso, lui che dovrebbe in qualità di rappresentante di istituto.
Invece niente, sembra che attenda qualcosa o qualcuno, forse un colpo di scena improvviso, che renda tutto più interessante, dato che quella assemblea era una delle più noiose in tutta la storia.
Proprio mentre si fanno queste congetture, Vittoria si ricorda di un patto che aveva stretto con Isabella:
-Siccome sai che sono un po’ timida, mi prometti che se dovrò dire qualcosa di importante mi appoggerai?- aveva chiesto esitante; Isabella aveva annuito convinta.
Allora, preso il coraggio, Vittoria si alza in piedi e si avvicina a grandi passi al parlatoio, decisa a dire qualcosa e a vincere la sua insicurezza davanti a tutti.
Comincia allora il suo discorso, mentre il resto delle persone la guardano in modo poco interessato.
-Ebbene, signori miei, non me ne vogliate per queste parole che sto per dirvi, anche perchè non sono a difesa di nessuno.- fa una pausa poi riprende –Voi tutti additate i ragazzi dicendo: “quelli della vostra età”, li fate passare per cattivi individui , tutti, senza distinzione, escludendo però i figli propri che indubbiamente sono “diversi dalla massa”, quando a volte si nascondono dietro falese maschere. Quando si parla di droga, fumo e alcool, si dice sempre “oh, i ragazzi d’oggi”,  e quando vogliono protestare per far valere le loro idee, tutti dicono “oh guardate che fannulloni”, quando loro poi cercano di cambiare il mondo in bene. E badate, non dico che i loro mezzi siano giusti. Li, anzi ci, mi includo, guardate sempre dall’alto in basso come se fossimo noi gli strani, non ricordando che anche voi siete stati giovani- omette le parole “qualche secolo fa” per non peggiorare la sua situazione e poi riprende –I giovani sono come bambini che hanno appena imparato a camminare, non si stancano mai di vagare qua e la, e se qualche volta cedono, o trovano qualcosa di non gradito, la volta successiva lo evitano, ma solo i più furbi ovviamente, e non esattamente tutti. Comunque, ognuno di noi è, in fondo, un piccolo Ulisse, che per la sua sete di conoscenza aveva superato le colonne d’Ercole, i confini della Terra per quel tempo, mettendo in pericolo la sua vita e non solo. Il vivere tutte queste avventure di dovrebbe far apprezzare di più ciò che abbiamo e soprattutto quello che siamo.-
Dopo queste parole così toccanti e incredibili, che avevano sbalordito Vittoria stessa, conclude con un “buona sera” e un sorriso diplomatico.
Fiera di se stessa e di essere riuscita a vincere le sue insicurezze si guarda intorno assaporando il piacere di sentire tutta quella cascata di applausi.
Proprio verso la fine di questi, si accorge dello sguardo di Daniele, molto catturato dalla sua performance. Ma soprattutto da lei stessa, e in quel momento gli occhi dei due si incontrano e si scambiano un sorriso, come se si conoscessero da sempre.
Quando infatti, alla fine dell’assemblea, tutti si salutano e lei si prepara per andarsene, Daniele si avvicina, le stringe la mano e dice:
-Complimenti, era proprio quello di cui l’assemblea aveva bisogno, il risveglio delle idee di ognuno. L’anno prossimo ti dovresti candidare come rappresentante della nostra scuola in regione, io ti voterei!- dette queste parole, saluta Vittoria e se ne va.
Isabella allora, ridendo sotto i baffi, le dice:
-Davvero prodigioso quel tuo tentato omicidio, quasi quasi lo aggiungo alla mia lista dei modi per conquistare un ragazzo!-
  
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