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Autore: Sole_    15/12/2011    6 recensioni
E se in tre giorni venisse raccontata una storia? La storia di due folli: una sedicenne -Bella- e un ventisettenne -Edward- che hanno deciso di amarsi per quello che sono: il maestro di piano e l'alunna.
Dal terzo capitolo:
"Edward aveva avuto varie volte l’impulso di baciarla, ma la sua coscienza, molto previdente, l’aveva bloccato ogni volta. Dopo la quinta volta che gli ricordava che lui era il suo maestro di piano e stava saltando la lezione, le aveva fatto fare un goffo casqué e le aveva detto che doveva iniziare la lezione. Bella pensava che quella parentesi sarebbe finita, ma in realtà l’atmosfera non se ne era andata ed il sorriso era rimasto sui loro volti anche mentre l’insegnante spiegava all’alunna la nuova sinfonia da imparare."
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Bella/Edward
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Nono Capitolo
Un piano, un insegnante e un bacio.
 
Ok. D’ora in poi scriverò solo in fondo, vi rompo già troppo così.
Oggi uso questo spazio per dirvi che avete ragione ad odiarmi –se vi importa qualcosa di questa storia- perché sono orrendamente in ritardo. È più di un mese che non aggiorno ma la scuola –quella cosa odiosa che non prosciuga il tempo, ma la voglia sì!- mi distrugge ogni piccolo barlume di voglia di scrivere. Non mi chiedete come fa, non lo so neanche io.
Devo spiegarvi un po’ di cose.
Questa storia è nata grazie ad una persona che è esattamente uguale ad Edward.
E con questa persona non parlo più da un po’ –lo stesso tempo che ho impiegato per scrivere questo capitolo- e, capite bene senza l’ispirazione non si va da nessuna parte.
Basta vi lascio il capitolo –che almeno è lunghetto, per i miei standard, ovvio- che non è neanche corretto dalla voglia che ho di farvelo vedere.
Sappiate che oggi ho scritto benché domani mi interroghi a storia su 60 pagine di cui non so un’ h (si nota che sto cercando di addolcirvi?)
Ascoltate la canzone e –vi prego- recensite.
Mary.
 
Nono Capitolo – Look how they shine for you.
 
Yellow – Coldplay
 
“Beeeeeellaaaa… Sei pronta?” Urla su urla. Era tanto che urlava. Quel ragazzo non aveva pazienza.
Edward… Ci stai calmo, per favore?!
Amore, sai, non è facilissimo mettersi il costume nella mia situazione.”
Oh, ma io sono qui apposta.
Mi sa di no, invece, Edward.
Coscienza, sei una rompiballe.
Già sentito dire, non mi interessa… se non lo facessi io questo lavoro, te saresti un depravato-molestatore-di-sedicenni-molto-fighe.
1. E’ una sola sedicenne-molto-figa, 2. Questo non mi giustifica?
Cosa ti dovrebbe giustificare: che è una o che è molto figa?
Lasciamo stare. Sei una causa persa.
A me pare di aver vinto, visto che ti sei arreso. Pappappero.
Pft.
 
Ritornando leggermente indietro nel tempo:
Bella era rimasta un po’ interdetta dallo sbalzo emotivo di Edward, pur sapendo benissimo che lui era così e ci doveva fare l’abitudine –le sembrò strano comunque che non ci fosse già abituata-, ma gli sorrise felice, gli ristampò un altro bacio sulle labbra e lo spinse via, così da spostarsi dall’angolo della cucina in cui erano finiti mentre si baciavano.
“Ok, Ed. Sei pazzo. Ma va bene.” Awww. Lo amo.
Sorriso sghembo.
“Bella, non mi piacciono le frasi fatte, quindi non ti dirò mai ‘sì, lo so, io sono pazzo di te!’ Anche se lo sono. Sappi che ti amo.”
Ora piangio.
“Sì, va be’ andiamo che se no mi metto a piangere.”
Edward era impulsivo e per questo, per un impulso, abbracciò Bella. Mai gesto fu più giusto: Bella fra le sue braccia si sentiva al sicuro, protetta da tutto e da tutti, perfino dal suo protettore: Edward l’avrebbe fatta soffrire –lei lo sapeva; comportamento masochista? Non lo sapeva- ma lei lo amava e, sapere che anche lui l’amava, l’aveva fatta sentire così felice.
Niente di razionale il loro amore: un po’ quello di Cathrine ed Heathcliff, soltanto che loro l’avrebbero vissuto il loro: nessuna Cathrine avrebbe sposato alcun Linton e nessunissima Cathrine sarebbe morta poco dopo aver ritrovato –finalmente- il suo amore.
Il loro amore l’avrebbero vissuto fino all’ultima goccia, fino a dover spremere il cartoccio che lo contiene, e se questo era il cuore, beh lo si poteva far soffrire un po’ per essere normalmente felici, giusto?
E così –anche se da qualche parte la razionalità era ancora nascosta- con tutta l’irrazionalità che quell’amore tanto agognato le aveva portato, se ne era fregata del dolore, del comportamento altalenante di Edward e aveva accolto il suo amore… in buona e cattiva sorte, o no?
Bella si era posta tutte quelle domande mentre Edward –che aveva mollato già da un po’ la presa sul suo corpicino- la osservava con gli occhi scintillanti di curiosità e divertimento.
Un movimento.
Era bastato quello a smuovere Bella dai suoi pensieri e arrossire di botto… aveva seriamente pensato al Matrimonio? Ma che le saltava in mente?
Non lo sapeva nemmeno lei.
“Allora, ‘sto mare?” uno scampanellio di risate, la bellezza era la verità di quelle risate, non di chi fossero.
“Subito, Ed.”
 
Presente:
“Eeeeeeeeeeeeeed, ce l’ho fatta!”
Sì, esulto per essermi finalmente messa il costume, problemi?
No, no. Però non mi picchiare!
“Davvero?” era entrato in sala, gran bel problema visto che Bella -sì, era pronta- ma doveva ancora agganciarsi il reggiseno e –benché fosse coperta- l’imbarazzo fu così tanto che, se non fosse stato per i riflessi pronti di Edward, non lo sarebbe più stata, coperta.
“Girati che ti chiudo il coso.” Con grandi difficoltà –il suo compito era sempre stato quello di aprirlo il coso, mai chiuderlo, e se la prima azione gli era difficile, la seconda lo mise davanti ad una difficoltà praticamente insormontabile.
“Il gancetto, Ed? E’ quello il coso?” Lo stava deliberatamente sfottendo, ma si divertiva troppo di solito. 
Ma quella volta non si divertì per niente:
“Mhmh. Bella? Vuoi o non vuoi che ti chiuda il coso.” Quel coso era detto deciso, non c’era più niente del gancetto, era solo una provocazione.
E Bella avrebbe abboccato, se non si fosse ritrovata eccitata. Proprio così: una mano alla base della schiena; il petto muscoloso che la sfiorava, ma non la toccava mai veramente; le dita lunghe dell’altra mano a tenere i cosi ancora aperti; le labbra che soffiavano aria calda vicino all’orecchio, vicine, troppo vicine e la sua voce: vibrante, roca, bassa, Edward.
Edward. Edward e la sua risata.
Quella battaglia l’aveva vinta lui e Bella non aveva neanche lottato.
M’ha fregato. Sono inc… arrabbiata adesso. Merda.
“Hai barato!” Si era girata, Edward aveva mollato la presa –per ragioni fisiche per le quali non era Mr. Fantastic e non aveva le braccia allungabili e attorcigliabili- e lei –in tempo- era riuscita a coprirsi, di nuovo?
“Non è vero. Cioè anche tu l’hai fatto.” Sorrisetto innocente, per la serie: ho vinto, t’ho fottuto –nel senso lato del termine, eh!- e ora non puoi far altro che ammettere la sconfitta.
Due bambini.
“Ah, sì? E quando, Mr-io-non-baro-mai?” Grr. Odioso.
“Prima, quando ti sei appoggiata a me, totalmente.” Oddio. Forse non avrei dovuto dirlo.
Forse?
 
Oddio, l’ho fatto davvero?! Ma che idiota sono?! Ecco perfetto ora sono anche arrossita. Fanculo.
“Eeeeed!” Stridula. Era imbarazzatissima. E a lui aveva fatto anche un po’ pena eh, finché non aveva aperto bocca. Quel lamento aveva scatenato la sua risata, e non una di quelle sommesse, educate, coscienti di quello che lei gli avrebbe fatto se avesse iniziato a ridere, no!, una grassa, grossa, enorme e vera risata.
Lei avrebbe voluto tanto picchiarlo –stronzo, ride. Io muoio e lui ride. Tsk.- ma la sua risata le aveva solo fatto ricordare quanto lo amava e che il mare li stava aspettando.
Ohiohi. Ma ‘sto mare?” Sto seriamente pensando ad un suicidio. Dopo un omicidio, magari.
Uh, già, sì, andiamo… ma prima chiudiamo qui, i cosi, va’, e infila la maglia e i pantaloncini: non voglio che qualcuno faccia dei pensieri che implicherebbero una rissa.”
Eh?
Chiupa!
No, ma sei simpatica coscienza, eh!
Acida.
Non so… oh, va’ al diavolo.
“Non ti ho capito ma fa lo stesso. Ed… però i cosi agganciameli.”
Ouch. Già.” Una fatta.
“Ed passami i pantaloncini.”
Li prese, ma non glieli passò; invece si abbassò, le fece posare una mano sulla spalla e con molta calma –ricordandosi della caviglia incidentata- le fece alzare prima un piede e poi l’altro e, sempre con molta calma, li fece scorrere per le sue gambe lunghe –non perdendosi comunque l’occasione di fare un po’ di manomorta- e poi li abbottonò: sì, mise proprio le mani lì, nella zona calda.
E la era, eccome se era calda: Bella avrebbe balbettato di sicuro se qualcuno le avesse imposto di parlare. Amava l’effetto che Edward aveva su di lei: amava sentire il suo respiro su di sé, le mani, il calore che emanava. Tutto la rendeva felice, Edward era la causa della sua felicità.
Se fosse finita, lei ci sarebbe rimasta veramente male, non si sarebbe mai buttata giù da un ponte: aveva tutta la vita davanti; ma un periodo di sana depressione non glielo toglieva nessuno.
Mentre pensava alle varie canzoni che avrebbe potuto ascoltare durante il periodo di depressione acuta, vide la figura di Edward rialzarsi; si riscosse dai suoi pensieri, lo guardò negl’occhi mentre le faceva una carezza e le rimetteva la solita ciocca apposto.
“Alza le braccia.”
Bella continuava a non capirlo, ma faceva quello che le diceva senza batter ciglio, aspettando una sua mossa.
Lo vide piegarsi e raccattare una maglia grigia –la sua maglia grigia- e riavvicinarsi a lei, che aveva ancora le braccia in aria.
Le infilò la maglietta, si allontanò di due passi, la guardò con quel cipiglio alla Edward Cullen –compreso di sorriso sghembo, of course- e le disse:
“Certo che le mie maglie stanno meglio a te che a me.” A quelle parole Bella era arrossita: sia per il complimento che per il come Edward la stava guardando.
Ah, come mi diverto.
Ed, sappilo!, sei sadico!
No, mi diverto solo a prenderla in giro.
“E così, ti piacciono le brasiliane, eh!”
Oh. Bastardo. Ma questa volta non vince lui.
Ti sto immaginando con un ghigno malefico.
Ed era proprio così: sul viso dell’innocente Bella si era dipinto una smorfia maligna che non aveva fatto presagire nulla di carino e coccoloso.
“Oh, beh. Ho visto che piacciono anche a te.” Nessuna inflessione infastidita nella voce, soltanto tanta, tanta voglia di vendetta.
E così fu: Edward, a quelle parole, era rimasto immobile… forse doveva ancora elaborarle –non si aspettava di certo una risposta-, fatto sta che la faccia che fece, provocò l’immediata risata di Bella.
Tsk. Andiamo al mare, va’. Mi sta quasi passando la voglia.”
“No, no. Andiamo. Aspetta lascio un messaggio ad Alice, tu intanto trova un paio di asciugamani da mare.”
Ed era scappata in cucina, per quanto le potesse permettere la caviglia che stava anche iniziando a fare meno male.
Compose il numero di Alice e -ovviamente- le rispose la segreteria:
“Se non vi sto rispondendo è perché sono con il mio Jazzuccio, quindi vedete di non rompere, grazie. Se però siete la mamma, il babbo o qualsiasi altra persona che mi potrebbe mettere in punizione per il resto della mia vita, be’, sappiate che vi voglio tanto tanto tanto bene… biiiiiiiiiiiip.”
Pft, Alice, non cambierà mai.
“Alice sono Bella, sappi che ti devo raccontare un saaaaaaaacco di cose. Però ti ho chiamato per dirti che Edward mi porta al mare. Non preoccuparti se non sono qui prima di te, ok? Traduzione –visto che di solito ci metti un po’ a capire le cose- dateci dentro quanto volete, tanto non mi lascerai sola.” se finisco così mi distrugge, però! “Ti voglio bene. Bella.”
Una risata.
Cazzo. Quanto scommetti, Coscienza, che è arrivato quando le ho detto di “darci dentro”?!
Non scommetto, perderei.
Affrontiamolo va’.
“Ahm. Da dove hai ascoltato?”
“Uhm. Direi dalla traduzione dizionaristica di quello che potevano fare.”
“Merda.”
“Parla per bene!” che palle, sto ragazzo! “Comunque ho trovato gli asciugamani.” Lo dice come se avesse riscoperto l’America.
“Allora andiamo.”
Mentre gli passava accanto, lui le pizzicò un fianco e avvicinandosi al suo orecchio le soffiò:
“E quindi ci danno dentro, eh!”
Com’a dire: perché noi no?
Già perché noi no?!
Perché lei ha 16 anni e tu 27.
Non li dimostra.
Questo non toglie che non ce li abbia.
 
Già, perché noi non possiamo?
Perché lui ha 27 anni e tu 16.
CHICCAZZOSENEFFREGA.
Si erano incamminati verso la spiaggia vicino al porticciolo, Edward teneva  i due asciugamani e Bella si era aggrappata al suo braccio, non doveva essere una posizione comodissima.
Arrivati sulla spiaggia umidiccia, Edward distese gli asciugamani e si levò la maglia. Poi si girò verso Bella aspettando che lo prendesse d’esempio. La guardò levarsi la maglia e buttarla sull’asciugamano, aprirsi i pantaloni, farli scorrere lungo le gambe snelle. Appena li vide accanto alla maglietta grigia le si avvicinò, la prese tenendole ginocchia e schiena ed iniziò a correre verso il mare.
Fra le urla di Bella ci si immerse, portandola con sé. Gambe e braccia che si accarezzavano, bollicine che cercavano la luna, il suo riflesso sui loro corpi.
Situazione troppo romantica perché non si baciassero. Bella ricordò quel bacio per tutta la sua vita, la prima volta che si era sentita finalmente piena. Aveva ritrovato la sua metà d’anima, e non l’avrebbe lasciata.
E mentre si baciavano, aveva sentito qualcosa premere contro la sua pancia. Forse il freddo, forse l’eccitazione, forse la felicità, comunque Edward si era eccitato e Bella ne era rimasta –benché orgogliosa: sapere che il ventisettenne che ami si sveglia, tutto, è una botta piacevole all’orgoglio- totalmente imbarazzata.
Non si era mai ritrovata in una situazione del genere: con Jacob non erano mai stati così poco vestiti.
“Ehm. Imbarazzante.” Edward si stava piano, piano spostando, cercando di staccarsi da Bella, ma lei non glielo aveva permesso –non che volesse fare qualcosa-: voleva fargli capire che non si doveva vergognare.
“E così, i boxer col vampiro eh!” Sì, li aveva notati… Edward aveva sperato che non li avesse visti, ma Bella-occhio-d’aquila non poteva farsi scappare un occasione del genere.
“Ehm. Sono un… un regalo di Ro… Rosalie… Oddio, è troppo imbarazzante.” Le luci del ristorante vicino le avevano dato la possibilità di vedere il volto di Edwa…
EDWARD CULLEN E’ ARROSSITO! Non ci credo.
Era proprio così. Era arrossito. Edward Cullen non arrossiva, mai.
“Oddio! Sei arros…” Non era riuscita a finire la frase che si era ritrovata con l’acqua bruciante in gola. Tempo tre secondi era di nuovo su.
“Ma sei cretino?! Cazzo! Mi hai affogato. Dio. Sei proprio un bambino.” Si era allontanata ma non aveva fatto in tempo a dire qualcos’altro che si era ritrovata chiusa di nuovo fra le sue braccia, schiena contro il petto e la voce graffiante di lui che cantava:
 
“Look at the stars,
look how they shine for you.”
 
Lei guardava le stelle e sorrideva. Li immaginava visti dall’alto, da una di quelle stelle che brillavano per lei, dovevano sembrare dolcissimi, e lo erano.
“Sono tutte gialle.”
 
“Yeah, they were all yellow.”
 
“Sai perché ho quei boxer? Perché in realtà sono un vampiro.” Aveva appoggiato le labbra sul suo collo:
 
“Your skin,
oh yeah, your skin and bones,
turn into something beautiful.”
 
“Sei bianca come la Luna.”
 
“and you know,
you know I love you so,”
Lei non lo ascoltava praticamente più: guardava le stelle e pensava che era vero, brillavano per loro.

“it's true,
look how they shine for you
and all the things that you do.”
Forse non sarebbe durato per sempre, ma quello era l’amore della loro vita.
***
FERMATEVI A LEGGERE: E’ IMPORTANTE.
Allora: la storia è finita, andate in pace.
Ferme, scherzavo.
Cioè: è finita, ma questa parte di storia quella che è iniziata e si è conclusa in 3 giorni –mostruoso vero? Nove capitoli (e quarantuno pagine) per tre giorni di narrazione, già mi chiedo anch’io dov’è finito il mio potere di sintesi (e ce lo avevo, ve lo assicuro!)-.
Prima o poi –dipende quanto ci metto a decidere cosa voglio scrivere (fra presente e passato)- arriveranno i capitoli dell’ante love, love, love.
La parte in cui Edward è uno stronzo e Bella ci sta da cani.
La parte in cui Edward è dolcerrimo e Bella si scioglie.
La parte in cui Bella sta con Jacob (lo so, odiate il cane, lo odio anch’io e lo trovo abominevole, peggio dell’Uomo delle Nevi).
Quuuuuindi… se volete leggere qualcosa: nel passato, nel presente o nel futuro (qualsiasi cosa, sbizzarritevi!), sarò ben felice di farvi da Spirito come quelli di A Christmas Carol.
Se invece vi siete rotte le palle di me, della mia storia, dei miei ritardi –posso capirvi- ditemelo e non mi rifarò più sentire… Le idee che avrò me le terrò per me o come one-shot.
Au revoir.
Maria Sole
Ps. Dimenticavo: ho fatto un set di Polyvore per il capitolo, niente di stupendo, ma se vi va di vederlo: Set. I boxer che intendevo io non sono riuscita a trovarli (non so se avete presente: sono quelli di Intimissimi neri, con i canini -da cui uno cade una goccia di sangue- di un vampiro) quindi mi sono rifiutata di metterne un paio diverso… Morale della favola? Edward nel set è senza boxer, ma tranquille: ce li ha. :D
Pps. Recensite? Anche solo per dirmi che mi odiate? Mi fareste molto felice. :)
  
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