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Autore: Linny    15/12/2011    1 recensioni
Ogni sera andava a rifugiarsi sulla riva di quel lago illuminata dai tenui raggi argentati della luna. Fu proprio in una di quelle sere che per la prima volta vide un ANBU. Ricordava ancora l’emozione che la percorse nel momento in cui aveva fissato i suoi occhi su quella maschera simile ad un gatto. Aveva otto anni e per la prima volta sorrise meravigliata.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hinata Hyuuga
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 4
Nii-san
+++ Al tuo fianco +++



Hiashi aprì la bocca per parlare, ma la voce si rifiutava di uscire. Abbassò lo sguardo e gemette nel vedere la lama della katana trapassargli il ventre. Sarebbe morto per mano di quell’inutile figlia su cui non aveva mai avuto speranze. Che avesse sbagliato tutto? Forse se fosse stato più indulgente, se avesse provato a seguirla più attentamente, quella stupida creatura avrebbe potuto essere una grande speranza per il clan. Lo capiva solo ora.
 
La sua bambina non tremava più per la paura.
La sua bambina non era più inferiore alla sorella.
La sua bambina non provava orrore nell’ucciderlo.
 
Con movimento fluido, Hinata, estrasse la lama e rigirò la katana tra le mani osservando quel liquido rossastro gocciolare lungo l’acciaio. Aveva un che di armonioso e di ipnotico. Le era già capitato di dover uccidere altri ninja durante le missioni, ma l’aveva sempre fatto ricorrendo al Byakugan, in modo elegante come una qualsiasi Hyuuga, mai così.
 
-Sapete, questa katana me l’ha regalata lui- spiegò tranquillamente la ragazza –Guardate, ha fatto anche incidere sull’habaki il simbolo del nostro clan- aggiunse mostrando lo stemma della famiglia.
-Hi… nata…- sussurrò il padre accasciandosi a terra –Perché?-.
-All’inizio non avevo capito perché avesse fatto incidere anche il simbolo del suo clan, ma ora lo so- continuò la figlia girando l’arma per mostrare anche l’altro emblema all’uomo –Mi stava dicendo che sarebbe sempre rimasto al mio fianco qualsiasi cosa accadesse-.
 
Hiashi sussultò appena. Il clan maledetto. Come faceva sua figlia ad essere stata immischiata in tutta quella faccenda?
 
-Voi non avete fatto nulla per impedire ciò che accadde nove anni fa- sussurrò Hinata fissandolo negli occhi –Sono sicura che sapevate, ma non avete mosso un dito. Cosa volevate? Potere? Eliminare un clan che poteva rivaleggiare con il vostro in        quanto nobiltà ed antichità? Cosa?-.
 
Il vecchio Hyuuga con le mani premute sulla ferita, fissava imperterrito la figlia. Se il suo destino era la morte, allora l’avrebbe accettato, ma per nessun motivo al mondo avrebbe dato la soddisfazione al suo assassino di carpire qualche informazione. Mai. Soprattutto se si trattava di Hinata.
 
-Ti ho odiato così tanto- sussurrò la ragazza passando al "tu" mentre una lacrima scendeva solitaria lungo la guancia –Anche se mi ripetevo che era tutta colpa mia, che avevi ragione a trattarmi in quel modo, io ti ho sempre odiato nel profondo del mio cuore-.
 
Una nuova ferita veniva inferta al capoclan, non come quella che lo stava facendo sanguinare, spalancando gli occhi iniziava veramente a comprendere il suo fallimento come padre. Sarebbe riuscito a mettere da parte il suo sconfinato orgoglio di Hyuuga e chiedere perdono alla figlia maggiore? Non ne era certo.
 
-Una… delusione…- mormorò Hiashi.
 
Con un unico gesto la katana di Hinata lacerò la gola del vecchio. La ragazza strinse i denti per la rabbia. Nemmeno negli ultimi istanti di vita era riuscita ad ottenere qualcosa di diverso dai soliti commenti da quell’uomo che una volta chiamava padre. Il cuore di Konoha era marcio, ed i suoi antichi e nobili clan erano solo cani fedeli che scodinzolavano davanti al padrone. E lei, lei si era appena macchiata di uno dei peggiori crimini. Con passo docile si avvicinò alla finestra, scansò la tenda ed aprì i vetri. La luna splendeva in cielo. Spiccò un salto atterrando nel giardino ed iniziò a correre. Con il Byakugan attivo era molto semplice rintracciare le sentinelle poste alla guardia della villa, eliminarle lo era anche di più.
 
Arrivata fuori al villaggio della Foglia, Hinata si voltò indietro. Non aveva ucciso la sorella, ne provato ad affrontare Neji. Anche loro erano vittime di un gioco di potere più grande di quanto si potesse immaginare. Non poteva fargli del male, perché erano innocenti quanto lei, nonostante avessero contribuito a renderle la vita piena di angoscia ed insicurezza. Un giorno le loro strade si sarebbero rincontrate. Si. Ma fino ad allora, quello della ragazza era un addio.
 
-Sayonara Konoha- salutò la ragazza prima di correre nei boschi.
 
Trascorsero diversi giorni, da quando Hinata aveva abbandonato il villaggio, ma ancora non aveva idea di dove andare per rintracciare il suo Nii-san. Aveva cercato di rintracciarlo utilizzando la sua abilità innata, seguendo delle tracce tra gli alberi. Ma non c’era riuscita. Stanca per la lunga corsa, la ragazza si sedette su un masso in riva ad un torrente. Alzò gli occhi al cielo e sorrise nel vedere due farfalle danzare in aria.
 
-Ero stanco di aspettare- dichiarò una voce alle sue spalle.
 
Hinata sussultò. Non aveva percepito alcuna presenza attorno a sé. Ed alzandosi di scatto si mise in posizione di guardia. Il ragazzo sorrise impercettibilmente. Era cambiata la piccola Hyuuga. Era cresciuta, eppure aveva ancora qualcosa che gli ricordava la tim ida bambina che fissava il lago piena di speranza.
 
-Nii-san- sussurrò la ragazza osservandolo bene.
 
Si. Il suo Nii-san era lì, davanti a lei. Non stava sognando. Era reale. Finalmente avrebbe potuto riabbracciarlo. Avanzò di un passo, poi un altro, infine si mise a correre verso di lui e fiondò tra le sue braccia. Il cappello del ragazzo cadde a terra.
 
-Mi sei mancato- confessò lei arrossendo un poco.
 
Lui in risposta le accarezzò i lunghi capelli scuri, e si abbandonò dopo molto tempo ad una sensazione di pace. Quella ragazza era la sua dea. Una della vendetta venuta per salvarlo. In quel momento non gli importava che altri sapessero la verità su quanto accaduto nove anni prima, gli interessava unicamente che fosse Hinata a conoscerla. Null’altro.
 
-Come sei riuscito a sapere ciò che ho fatto?- domandò la Hyuuga senza staccarsi da lui.
-Le voci circolano- rispose semplicemente lui –L’assassinio del capo di uno dei clan più importanti della Foglia, fa molta notizia-.
 
Hinata sorrise poi si staccò improvvisamente da lui e si tolse il copricapo del villaggio.
 
-Ora che ti ho trovato, Nii-san, posso farlo- disse lei prendendo un kunai ed incidendo una linea sul simbolo di Konoha.
 
Dopo aver osservato la sua opera ed aver rimesso il copricapo al suo posto, Hinata alzò lo sguardo verso il ragazzo ed incrociando le mani dietro la schiena dondolando inclinò leggermente il volto.
 
-Nii-san…- iniziò a domandare lei –Resteremo sempre insieme ora?- concluse incurvando le labbra.
-Andiamo- rispose semplicemente lui iniziando ad incamminarsi nel bosco.
 
La giovane Hyuuga gli trotterellò accanto, con il cuore colmo di affetto e speranza. Non le importava del futuro in quel momento. Aveva ritrovato il suo ANBU, non indossava più una maschera simile ad un gatto, ma un mantello nero con nuvole rosse. Faceva qualche differenza? No. Il suo Nii-san era sempre il suo Nii-san.
 
 

-Fine-

 
Vorrei ringraziare tutti voi che avete letto fino alla fine questo mio esperimento, nonchè prima ed ultima ff su Naruto.
Ringrazio vivamente coloro che hanno commentato! Grazie! Non sapete che gioia mi avete dato!
E mando un grosso bacio a chi aveva intuito l'identità di Nii-san!
Grazie. Grazie. Grazie.


Linny






   
 
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