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Autore: verox    15/12/2011    3 recensioni
questa fic è una rivisitazione di una mia vecchia storia, aggiornata, corretta, modificata, spero in meglio. Sesto anno e i soliti Rose e Scorpius che si odiano...
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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- Questa storia fa parte della serie 'Together'
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Scusate lo so ci ho messo tantissimo, ma tra il computer che non andava e la mia poca vena artistica non sono mai riuscita ad aggiornare. Spero apprezzerete.

Cling chap.7

 

THE PERFECT PLACE TO...

 

Dopo un paio di minuti durante i quali era rimasta a fissare il portone d’ingresso, Rose si accorse del freddo pungente che la contornava. Rabbrividì e decise che avrebbe fatto meglio a sbrigarsi e a tornare in dormitorio.

Spinse il grande portone di legno vecchio ed entrò cautamente nell’enorme ingresso illuminato da quattro splendidi fuochi che scoppiettavano allegri negli altrettanti caminetti addossati alle due pareti parallele e che riscaldavano l’interno. Rose sorrise a quel piacevole tepore e cominciò a sbottonarsi il cappotto mentre iniziava a salire la lunga scalinata di pietra, si posò una mano sul collo e si accorse di avere ancora addosso la sciarpa di Scorpius Malfoy. Le venne spontaneo fermarsi e per un attimo pensò di sgattaiolare nei sotterranei per raggiungere il ragazzo e restituirgli l’oggetto ma poi ci ripensò: non sarebbe stata una buona idea, primo perché il permesso della McGrannit  scadeva alle due di notte e stando al suo orologio mancavano solo dieci minuti, secondo, il Serpeverde avrebbe senz’altro trovato un motivo per metterla in imbarazzo per quel gesto gentile, magari facendo riferimenti inopportuni sul fatto che gli mancasse o qualche altra diavoleria. Scosse la testa e riprese a salire le scale.

Il castello era immerso nel silenzio più assoluto, fatta eccezione per i protagonisti dei quadri appesi alle pareti che o russavano o bisbigliavano tra loro, e le scale erano illuminate solo da qualche candela sospesa che seguiva magicamente il percorso di Rose.

La ragazza arrivò in un baleno al settimo piano, pronta a dare la parola d’ordine alla Signora Grassa che sonnecchiava nel dipinto che proteggeva l’ingresso alla Sala Comune dei Grifondoro.

“Mi scusi” bisbigliò la ragazza tentando di svegliare il quadro “Ptsss!”

Nulla. Sbuffò.

“Mi scusi, dovrei entrare …” riprovò alzando leggermente la voce “Ehi!”

La Signora Grassa aprì un occhio e poi l’altro e sbadigliò sonoramente.

“Signorina Weasley!” proruppe la dama sistemandosi il vestito rosa attorno al ventre prominente “Cosa fa ancora in giro a quest’ora?”

“Sono stata alla Big Expo, la mostra più popolare del mondo” disse Rose sollevata nel vederla finalmente sveglia “Mi dispiace di averla disturbata, ma la mostra è durata fino a tardi. Ho il permesso della preside comunque …”

“Oh, non importa tesoro” le sorrise gaia la Signora Grassa “Spero che tu ti sia divertita. Buonanotte”

“Moltissimo”  annuì la ragazza contenta “Buonanotte”

Attraversò il buco del ritratto e si trovò nella calda Sala Comune di Grifondoro illuminata solo dal fuoco che scoppiettava nel camino. Raggiunse le scale del dormitorio femminile togliendosi il cappotto e la sciarpa verde e argento ripromettendosi di nasconderla bene per evitare che qualcuno facesse troppe domande. Entrò di soppiatto nella stanza ottagonale che divideva con le sue compagne di Anno e fu felice che se ne fossero tutte andate a casa per le vacanze di Natale.

Con passo felpato raggiunse il suo letto aggirando la grande stufa che stava al centro della stanza, appoggiò cappotto e sciarpa sulla sedia vicino al comodino e cominciò velocemente a spogliarsi. Tolse con sollievo le scarpe col tacco e le abbandonò sullo scendiletto, per il resto piegò alla bell’e meglio il vestito, appallottolò i collant, consapevole che sua cugina Dominique le avrebbe fatto notare che così si sarebbero sicuramente rovinati, e li buttò entrambi in mezzo al resto delle sue cose nel baule. L’ordine non era di sicuro il suo forte, soprattutto alle due del mattino. Infilò velocemente il pigiamone arancione dei Cannoni di Chuddley e i calzettoni di lana fatti da nonna Molly e si raggomitolò sotto il piumone del suo letto a baldacchino.

Non riusciva a credere che tutta quella storia fosse vera; non solo si era accompagnata a Scorpius Malfoy per andare a vedere una mostra, non solo si era divertita, non solo aveva detto di si quando lui le aveva chiesto se si sarebbero potuti vedere ancora, non solo. Effettivamente, non aveva fatto altro.

Era già abbastanza incasinato così, si disse.

No. C'era qualcos’altro. Era quella sensazione strana dentro la pancia che non le piaceva per niente. C'era qualcosa che non andava.

Lei odiava Scorpius Malfoy. Lo odiava perché era narcisista ed egocentrico, perché si atteggiava tra i corridoi, perché era prepotente e snob, perché anche lui la odiava e la trattava con disprezzo … ma non quella sera; quella sera lui si era comportato bene con lei, l'aveva portata alla mostra alla quale desiderava tanto andare, le aveva fatto passare una serata perfetta. Si, era narcisista ed egocentrico, senza dubbio, ma non le era sfuggito lo sguardo di ammirazione che gli era passato sugli occhi quando l'aveva vista con il vestito da sera addosso e nemmeno la dolcezza con cui le aveva scaldato le mani tra le sue. Non si era dato tante arie quella sera. Anzi. Anche se era evidente che si trovava a proprio agio con i vestiti formali addosso a chiacchierare del più e del meno con gente importante, Rose aveva notato che il suo accompagnatore non l'aveva mai lasciata da sola, l'aveva seguita ovunque, rispondendo alle sue domande, commentando assieme a lei i quadri, facendo ogni tanto dei commenti buffi che l'avevano fatta sorridere. E poi non le era sfuggito il lieve imbarazzo che aveva tinto le guance di lui di un lieve rosa quando le aveva dedicato un po’ troppe attenzioni, come porgerle il braccio all'uscita, aiutarla ad infilarsi il cappotto, come se si fosse reso conto di essersi lasciato andare troppo, di non essersi controllato.

Rose sorrise e subito si sentì incredibilmente stupida: aveva quasi diciassette anni e faceva ancora quelle scene.

Era ovvio che Scorpius Malfoy non poteva provare niente per lei. E lei non provava assolutamente qualcosa per Scorpius Malfoy.

Aveva sbagliato ad accettare quella seconda uscita. L'indomani avrebbe cercato il Serpeverde e avrebbe disdetto tutto. Rose Weasley e Scorpius Malfoy non escono insieme, si disse. Quello fu il suo ultimo pensiero prima di addormentarsi.

 

 

Scorpius entrò nel suo dormitorio, le scarpe in mano, il cappotto sul braccio e si chiuse la porta della stanza alle spalle senza fare rumore.

Gettò uno sguardo ai due letti che precedevano il suo: Ephias, nel primo, dormiva della grossa a pancia in su, con la bocca spalancata, russando sonoramente, il secondo, quello di Nathan, era vuoto.

Diede uno sguardo all'orologio appeso alla parete di fronte ai letti. Erano le due e un quarto. Probabilmente il suo amico stava dormendo beatamente tra le braccia di qualche bella Corvonero nuda. Sogghignò.

Si avvicinò al suo letto in silenzio, appoggiò piano le scarpe vicino al baule, appese la giacca all'appendiabiti nell'armadio davanti al letto e prese a togliersi lentamente il completo elegante partendo dalla camicia bianca, che buttò elegantemente su una sedia lì vicino, seguita in fretta dai pantaloni grigio scuro in misto lana. Rimasto in boxer agguantò una maglietta logora dei Tornados dal baule ai piedi del letto e se la infilò in fretta mentre si buttava a peso morto sul morbido materasso, coprendosi al meglio col piumone verde e argento.

Ignorò un grugnito particolarmente fastidioso proveniente dal letto a fianco e si rigirò, appoggiando la testa al cuscino.

Avrebbe dovuto escogitare qualcosa di particolare per la sera dopo, Rose Weasley non era più la ragazzina bruttina e saccente che l’aveva snobbato sul treno per Hogwarts al primo anno, non poteva più prendersi gioco di lei.

Sorrise e chiuse gli occhi. Sei anni di inutile disprezzo per poi scoprire che uscire insieme a lei era davvero piacevole. Si ritrovò a pensare di essere impaziente di rivederla, ma poi si scosse. Doveva rimanere chiaro come stavano le cose: lui era un Malfoy, lei una Weasley, niente sarebbe cambiato.

 

 

L’indomani mattina Rose fu svegliata da sua cugina Dominique che, vestita di tutto punto, irruppe nella sua stanza aprendo le imposte delle finestre con un colpo di bacchetta.

“Sveglia dormigliona!” disse dolcemente mentre con un movimento del polso metteva in ordine la scrivania caotica di sua cugina “Sarà meglio che cominci a prepararti”

“Altri cinque minuti …” bofonchiò Rose da sotto le coperte, girandosi dall’altra parte

“Dai, cugina! E’ l’antivigilia di Natale!” esclamò Dominique allegra togliendo bruscamente il piumone che copriva Rose con un altro tocco di bacchetta “Se tu e quello zoticone di Malfoy avrete la grazia di finire quella benedetta Biblioteca, domani si torna a casa!”

“Abbiamo finito!” piagnucolò Rose tentando di recuperare invano il piumone che l’aveva tenuta al caldo tutta la notte e che ora si stava ripiegando a mezz’aria comandato dai gesti di Dominique “Ieri sera tardi, quindi non ho dormito tanto!”

Poi si voltò verso il comodino e diede un’occhiata alla sveglia “Dom! Sono solo le nove e mezza!”

“Finiscila di lamentarti!” le disse sua cugina frugando nel baule ai piedi del letto per trovare qualcosa da metterle “Quindi, visto che avete finito, sta sera si esce!”   

“Va bene …” mormorò Rose alzandosi di malavoglia e sbadigliando sonoramente “Ti avverto che non ho intenzione di indossare nulla che non siano un bel paio di jeans e una felpa calda. Vado in bagno”

Dominique fece una smorfia alle sue spalle, ma fece orecchie da mercante e, dopo averle rifatto il letto con un colpo di bacchetta, cominciò a sistemare sul lenzuolo rosso i vestiti che aveva scelto per la cugina.

Rose si chiuse in bagno e aprì l’acqua della doccia perché diventasse calda. Si guardò allo specchio, mise abbondante dentifricio sullo spazzolino e iniziò a strofinarsi bene i denti con la mano destra, mentre con la sinistra era riuscita a estrarre una salviettina struccante dalla confezione per poi passarsela energicamente sul viso in modo da eliminare i residui di trucco della sera prima che ora la facevano assomigliare ad un panda. Buttò la salviettina nel cestino sotto il lavandino e si risciacquò in velocità la bocca. Si sfilò il pigiama e i calzini e si infilò sotto l’acqua calda della doccia, lasciandosi coccolare dalla piacevole sensazione di calore e pulito che la circondava.

Non aveva nessuna voglia di uscire dal dormitorio quel giorno. Andare in giro per il castello avrebbe potuto significare incontrare Malfoy, vederlo, guardarlo e magari parlarci. Prese una buona quantità di shampoo e cominciò a massaggiarlo sui capelli ormai bagnati, tenendo gli occhi ben chiusi. Non voleva parlare con lui, soprattutto dopo la sera prima. Buttò di nuovo la testa sotto l’acqua calda per togliere ogni residuo di schiuma. E poi non voleva che lui si ricordasse dell’appuntamento a cui sarebbe dovuta andare quella sera stessa, quindi era meglio evitare di uscire allo scoperto. Massaggiò i capelli rossi con il balsamo e poi li risciacquò passandoci il pettine a denti stretti in mezzo, per districare i nodi ereditati da sua madre. Passò al bagnoschiuma continuando a pensare alla sera prima e arrossì violentemente in zona orecchie quando le risuonarono  nella mente le parole di lui. “Forse sei quello che voglio …” aveva detto.  Soprapensiero scrisse quelle parole sul vetro appannato della doccia, ma in un attimo le cancellò, ridendo di se stessa. Scorpius Malfoy non poteva aver detto una cosa del genere su di lei pensandola veramente. Si godette l’ultimo getto di acqua bollente sulla schiena e poi chiuse il rubinetto. Appellò veloce un asciugamano che le si avvolse attorno al corpo mentre si strizzava i capelli per farne uscire l’acqua in eccesso, prese un altro asciugamano e uscì dal bagno in una nuvola di vapore.

“Ti ho fatto tre completi” le disse Dominique vedendola apparire nella stanza, accennandole i vestiti ben sistemati sul letto “Scegli quello che preferisci”

Rose sbuffò notando che nessuno dei tre abbinamenti comprendeva un paio di jeans e una felpa e si diresse verso il baule estraendone un paio di slip e un reggiseno a caso.

“Ti ho messo anche un completino coordinato sul cuscino” le sorrise sua cugina indicandole un reggiseno e uno slip sui colori del giallo limone piegati con cura “E’ il mio pre-regalo di Natale!”

“Grazie” sorrise Rose compiaciuta ributtando le cose che aveva scelto nel baule “Ne avevo davvero bisogno e poi è bellissimo”

“L’ho notato, dato che non hai una mutanda che sia una, coordinata ad un reggiseno” sbuffò con finto disprezzo la bionda, soddisfatta del regalo riuscito “Quindi quando l’ho visto in vetrina ad Hogsmeade l’altro giorno ho pensato che sarebbe stato perfetto per te, non ha pizzi e fronzoli o roba del genere che tu odi”

“E’ perfetto” ribatté Rose contenta dopo averlo indossato e facendo una mezza passerella per la cugina “Dovrei avere un ragazzo per fargli apprezzare queste cose …” aggiunse ironicamente.

“ A proposito …” ghignò Dominique guardandola con interesse “Perché per terra c’erano le scarpe col tacco e sulla sedia il vestito scuro che abbiamo comprato insieme?”

“Oh, beh …” Rose arrossì violentemente in zona orecchie, maledicendosi per non essere stata più furba e non aver nascosto tutto nel baule prima che la cugina lo vedesse “Ehm …”

Dominique la guardava con aria insistente, ma Rose era certa che la verità non le sarebbe piaciuta affatto. Però, si disse, avrebbe potuto trascurare la parte lievemente romantica dell’accaduto e raccontare la storia che aveva fatto bere ai suoi la sera prima, anche se le dispiaceva non condividere con sua cugina i suoi pensieri sul biondo Serpeverde.

“Mi hai beccata” sospirò la rossa non riuscendo a trattenere il sorriso “Sono andata alla Big Expo ieri sera!”

“Scherzi?” Dominique la guardò con tant’occhi “Oh Merlino! E con chi?”

“Con Malfoy” rispose Rose sedendosi sul bordo del materasso “La McGranitt ci ha mandati insieme in rappresentanza, credo …  O forse voleva solo farsi perdonare per la punizione della Cox”

“Deve essere stato meraviglioso!” esclamò Dominique allegra “Era una vita che volevi andarci, o sbaglio?”

“Si! E’ stato stupendo” annuì Rose lasciandosi prendere dall’entusiasmo “Ti giuro che quando l’ho saputo stavo per mettermi a piangere dalla gioia!”

“Hai sempre la solita fortuna sfacciata” sorrise la bionda “Ma adesso vestiti che voglio fare colazione entro il prossimo millennio”

Rose annuì e cominciò a infilarsi uno dei completi scelti dalla cugina, continuando a pensare alla sera precedente.

 

 

“Finalmente hai finito la punizione, Scorp!” esclamò Nathan ficcandosi un grosso pezzo di arrosto in bocca “Non ne potevo più di stare solo con Eph tutte le sere”

“Tu ti sarai stancato di stare con me” sbottò Ephias versandosi abbondante salsa sulle patate bollite “Ma io ho dovuto sopportare te e il tuo ego per ore ed ore”

“Almeno io e il mio ego siamo simpatici” replicò Nathan dopo aver deglutito “E vinciamo sempre a scacchi”

“Abbiamo scommesso su una partita di basket se non ricordo male” disse l’altro con un ghigno sardonico “Vedremo allora chi piangerà”

Nathan non gli rispose e, con la bocca piena, cercò di seguire lo sguardo grigio di Scorpius, fisso dall’inizio della cena su un punto preciso.

“Che cavolo stai guardando?” esclamò dopo aver tentato invano di capire “Scorpius?”

“Che c’è?” rispose Scorpius preso alla sprovvista prestando attenzione agli amici che lo guardarono storto “Nulla, scusate. Stavo tentando di ricordare se nel compito di pozioni ho scritto la foglia di Menta Piperita tra gli ingredienti … devo recuperare il Troll dell’ultimo compito”

“Ci andava la foglia di Menta Piperita?!” esclamò Nathan sputacchiando pezzi di patata dappertutto

“Si, se vuoi contrastare il sapore acre della radice di Pugnaceo” rispose Ephias con noncuranza dall’alto del suo Oltre Ogni Previsione in Pozioni “Perché?”

“Radice di Pugnaceo? Ci andava la radice di Pugnaceo?” Nathan guardò il suo amico con sguardo sconvolto “Io non ho messo la radice di Pugnaceo!”

“Era l’elemento essenziale … che cosa hai fatto bollire assieme al pesto di belladonna e cardamomo?” commentò l’altro servendosi di abbondante goulash e patate “Spero non qualche pianta inventata sul momento …”

“E’ lo stesso se ho messo l’estratto di menta al posto della foglia di menta piperita?” chiese Nathan fissando l’amico con aria speranzosa “Ho scritto estratto di menta … credo.”

“Nat, il problema è cosa hai messo al posto del Pugnaceo” decretò Scorpius partecipando al dibattito

“Già. Tra foglia ed estratto di menta non c’è grande differenza, a meno che tu non abbia messo al posto del Pugnaceo una pianta che reagisce con l’estratto” disse Ephias tranquillo continuando a mangiare “Ma sono rare. Dubito che tu abbia scritto il pistillo di Agripantus o il tubero blu della Grimalide della Patagonia”

Cadde il silenzio.

“Qual è l’ultimo che hai detto?” mormorò Nathan guardando il piatto con aria colpevole

“Non posso crederci” esclamò Scorpius scoppiando a ridere di gusto “Altro che Troll, la Cox ti boccerà direttamente!”

“Tra tutte le piante che ci sono al mondo” sillabò Ephias posando forchetta e coltello sul tavolo “Tu hai scritto proprio una delle due che se miscelata all’estratto di menta, che tra l’altro era un’imprecisione nella ricetta, rischia di scoppiare come una bomba nucleare?”

“E io che pensavo fosse andato bene” borbottò Nathan sconsolato prendendo una grossa fetta di pasticcio di carne “Alla fin fine ho preso Accettabile al GUFO, pensavo di essere abbastanza portato per Pozioni”

Scorpius perse il filo del discorso un’altra volta; la sua attenzione fu catturata nuovamente da una chioma ribelle rosso scuro: Rose Weasley.

Voleva farle cambiare idea su di lui, lo aveva deciso quella mattina, quando si era svegliato con il profumo di lei che aleggiava nell’aria e pensava di averla accanto. Con suo grande disappunto, aveva realizzato che probabilmente quell’odore doveva provenire dal sogno che si era interrotto poco prima.

L’aveva sognata e, anche se non si ricordava praticamente nulla, aveva addosso ancora quella sensazione di benessere e di felicità che lei riusciva ad infondergli.

Aveva deciso che quella sera avrebbe dovuto fare qualcosa di davvero speciale, qualcosa che l’avrebbe lasciata senza parole. Ma cosa?

“Nathan” esordì Scorpius interpellando l’amico e distogliendolo dalla sua disperazione per il compito di Pozioni “Dove porti di solito le ragazze quando devi fare qualcosa di speciale per loro?”

Aveva volutamente parlato al plurale, conscio del massiccio numero di partner che l’amico cambiava ogni settimana.

“Quando intendi qualcosa di speciale” ammiccò Nathan di rimando con un ghigno esplicito “Intendi..?”

“No, no, nulla di quel genere” lo interruppe Scorpius alzando le mani per far segno che di quello non se ne doveva parlare “Intendo qualcosa di carino, boh. Che la lasci a bocca aperta”

“Stai chiedendo alla persona sbagliata” rispose Nathan alzando le spalle “Per me le ragazze hanno un solo motivo di esistere, e noi tutti sappiamo qual è”

“Ricevuto” replicò Scorpius alzando gli occhi al cielo e poi rivolgendosi all’altro amico “Ephias?”

“Devo intuire che non si tratta di mia sorella?” borbottò l’altro con un occhiataccia “Giusto?”

“Abbiamo litigato stamattina” rispose Scorpius noncurante bevendo dal suo bicchiere “E lei mi ha clamorosamente piantato”

“Troia” commentò Ephias con un sorriso sghembo “Sono contento di non essere più tuo cognato”

“Anche io” gli sorrise il biondo di rimando

“Dunque, ora ti svelerò un segreto” Ephias si allungò sul tavolo per avvicinarsi al suo amico “Non c’è un posto perfetto. Non c’è. Ma c’è un calcolo perfetto. Un calcolo ad esclusione”

“Sempre odiata la matematica” commentò Nathan inarcando le sopracciglia “Ma poiché sono consapevole del fatto che muori dalla voglia di dirci come funziona questo calcolo, Eph, spara!”

Ephias sorrise, si chinò per frugare nella sua borsa lasciata sul pavimento e ne estrasse un pezzo di pergamena, una piuma e l’inchiostro.

“Bene” esordì lisciando per bene il foglio sul tavolo facendosi spazio fra i bicchieri “Non è difficile, eppure è infallibile” aprì l’inchiostro con attenzione e vi intinse la piuma per poi posarla sul foglio e cominciò a scrivere.

“Il calcolo si suddivide in tre fasi fondamentali: la prima è un elenco di tre posti, con relative attività possibili che piacciono a voi, io li metto a caso” scrisse con la sua grafia grossolana un grande uno affiancato dai binomi: bar-bere qualcosa, parco-prendere il sole e stadio-Quidditch disposti in colonna.

“Poi, la seconda fase è scrivere tre luoghi con relative attività che pensate possano piacere alla vostra ragazza, metto a caso anche questi” continuò tracciando sul foglio un grosso due e le parole parco-appuntamento romantico, cinema-film e centro commerciale-shopping, sempre incolonnate come le precedenti.

Gli altri due lo seguivano attenti.

“Terza fase, e questa richiede più tempo, prendete un manuale di Aritmanzia e traducete tutto in numeri” lo fece a mente, abbastanza lentamente, scrivendo sopra ad ogni lettera il numero corrispondente, poi prese la bacchetta e verificò che il calcolo fosse corretto: aveva scambiato alcune cifre, le corresse e si schiarì la voce “Ora, scartate quelle la cui somma fa più di trentadue” cancellò dalla pergamena due binomi dalla parte maschile e uno solo dalla parte femminile “E prendete quelli che divisi per due danno un numero senza decimali” eliminò l’ultima opzione maschile, con il grande disappunto di Nathan “Ora, dei due ultimi numeri mischiate i numeri a gruppi di due, così” con un ulteriore colpo di bacchetta i numeri e le lettere delle due diverse parole di disposero alternandosi a coppie “Ed ecco qui!” girò il foglio soddisfatto e lo mostrò agli amici con orgoglio: sulla carta ora era impresso il binomio “locale appartato-pizza”.

“Incredibile” decretò Scorpius a bocca asciutta “Com’è possibile?”

“L’arte della stregoneria” rispose con un ghigno Ephias piegando accuratamente il foglio e porgendolo a Scorpius “Poi dipende sempre da un sacco di fattori, basta mettere ‘bar’ al posto di ‘pub’ che cambia tutta la faccenda”

“Sempre detto che avrei dovuto nascere intelligente e fare Aritmanzia” sbottò Nathan stiracchiandosi “Ora però passiamo al dolce …”

Mentre Nathan ed Ephias si servivano di abbondante torta al cioccolato e macedonia, Scorpius infilò il foglio di pergamena tra i libri riposti nella sua tracolla di pelle di drago e si alzò.

“Vado a fare i miei conti” strizzò l’occhio agli altri due “Non aspettatemi alzati sta notte”

“Scommettici” bofonchiò Nathan con la bocca piena di torta

“Domani abbiamo il treno per tornare a casa per Natale” annuì Ephias in risposta “Buona fortuna con la donzella”

“Grazie” il ragazzo dai capelli biondi fece un ultimo cenno ai suoi amici e poi si diresse a grandi passi verso la Sala Comune di Serpeverde. 

  
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