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Autore: Eikochan    15/12/2011    1 recensioni
“Itachi ha ucciso i suoi amici, ha ucciso i suoi superiori, ha ucciso la sua amata, ha ucciso suo padre, ha ucciso sua madre ma non ha saputo uccidere il suo fratellino.” – Tobi; cap. 400
Dal capitolo 1: "Itachi la osservo allontanarsi e quasi si prese un colpo quando la vide ruzzolare rovinosamente a terra, ma la ragazzina, alzandosi di scatto, si girò e gli fece il segno dell’ok con la mano, prima di ripartire a razzo verso casa.
Itachi si concesse un sorrisino, poi si alzò e si diresse verso casa.."
Come apprendiamo da Tobi, Itachi aveva un'amata.. io ho provato a immaginare la loro storia, dal primo incontro fino alla tristemente famose notte dello sterminio. Enjoy it.
Genere: Drammatico, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Itachi, Nuovo Personaggio, Sasuke Uchiha, Shisui Uchiha
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima dell'inizio
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“Itachi ha ucciso i suoi amici, ha ucciso i suoi superiori, ha ucciso la sua amata, ha ucciso suo padre, ha ucciso sua madre ma non ha saputo uccidere il suo fratellino.” – Tobi; cap. 400

 

DI CUGINI, NUOVE CONOSCENZE E CHIOSCHI DI ONIGIRI:

 

Si massaggiò stancamente le orecchie, aveva ancora i timpani indolenziti dal ciarlare di suo cugino Shisui: era stata decisamente una pessima idea ubbidire a sua madre che gli ordinava di andare ad avvisare gli zii che quella sera erano invitati a cena. Come era possibile che un bambino di appena sette anni sproloquiasse di cose inutili, senza riprendere fiato, per sette minuti contati? Alla fine era riuscito a sfuggire da quella casa, non prima di sentire il cugino urlargli dietro: “Tranquillo Itachi, continuiamo il discorso stasera!”
Valutando se scappare in un altro paese e darsi alla macchia o se fare affidamento al suo proverbiale autocontrollo, prese a cullare il fratellino per farlo addormentare.
Cinque minuti dopo osservava il piccolo Sasuke, gli occhi chiusi e la bocca leggermente aperta, dormire beatamente tra le sue braccia; era pressoché arrivato a casa quando si senti piombare qualcosa addosso. Pronto all’azione si girò a guardare chi lo stava attaccando ma vide solo una bambina, di circa cinque anni, che piangeva disperatamente sul suo vestitino bianco a pois neri: aveva lunghi capelli ebano e un paio di grandi occhi –sempre neri- contornati da folte ciglia, in quel momento luccicanti di lacrime; non vi erano dubbi che era un’Uchiha… un’Uchiha parecchio sconvolta a dire la verità.
“Hei, tutto bene?” le chiese senza scomporsi Itachi. “Perché piangi?”
“Perché ho deciso che non torno più a casa… non sopporto più i miei genitori!” disse l’altra, tra un singhiozzo e l’altro.
“Potresti parlare piano? Il mio fratellino si è appena addormentato..” le chiese lui pacato, prima di aggiungere: “E perché non li sopporti più?”
“Continuano a litigare e si lanciano addosso tutti quei kunai..”
“ Bè.. pensa a chi i genitori non li ha nemmeno.”
“Meglio non averli che averli come i miei.” ribattè ostinata l’altra.
Sembrava davvero sconvolta con i capelli arruffati, il viso paffuto tutto rosso dallo sforzo e il vestitino sporcato di terra; Itachi ebbe un moto di compassione.
“Senti, io sto andando a mangiare un po’ di onigiri” mentì lui “ti va di venire con me?”
“Va bene.”
Per un po’ camminarono in silenzio, una asciugandosi le lacrime, l’altro che la osservava di soppiatto.
“E’ carino il tuo fratellino.. quanti anni ha?” gli chiese, guardando il bambino che dormiva con un dito in bocca in braccio a Itachi.
“Appena un anno…”
“E come si chiama?”
“Sasuke.”
“Un bel nome” approvò la bambina. “E tu come ti chiami? Sei un Uchiha vero?”
“Io sono Itachi e, si, sono del clan. Te, invece?” rispose l’altro, sempre nel suo modo fin troppo calmo per un bambino di soli sei anni.
“Io sono Uchiha Miku. Piacere.” aggiunse poi, porgendoli la mano graffiata, che venne stretta dal moro.
“Sei caduta?” le chiese, indicandole con un cenno la mano graffiata e sporca di terra.
“Eh già.” sorrise l’altra. “Poco prima di incontrare te.. stavo correndo e non vedevo bene per via delle lacrime e cosi ho fatto una caduta a terra, peggio di un sacco di patate!” E rise, con la sua voce limpida e cristallina. L’altro fu sollevato dal vedere che le stava tornando il buon umore.
Chiacchierando arrivarono al chiosco di onigiri, appena fuori dal quartiere degli Uchiha.
“Due porzioni di onigiri, per piacere.”
“Oh.. ciao Itachi.” lo salutò cordialmente il negoziante. “Vedo che hai portato anche Sasuke e una tua amica oggi..”
“Eh già. Questa è Miku.” fece le presentazioni il moro.
“Itachi.. prendi solo una porzione per te. Io non ho soldi con me..” aggiunse timidamente l’altra.
“Tranquilla. Sta volta offro io.” si intromise di nuovo il negoziante, prima di porgere ai ragazzini due onigiri.
“Grazie mille, signore.” ringraziò Miku, addentando con gusto il cibo.
“Ti ringrazio, Takumi-san.”
I due consumarono il loro spuntino seduti su una panchina, in perfetto silenzio, ognuno perso nei proprio pensieri. Poi la bambina butto via il tovagliolino e si girò verso Itachi.
“Ora devo proprio andare.”
“Tornerai a casa?” si informò, un po’ preoccupato l’altro.
“Si, almeno fino a quando non sarò in grado di provvedere a me stessa.”
“Bene.”
“Ciao allora.”
Poi la ragazzina si girò in un turbine di capelli neri e sorrisi, e partì correndo verso il quartiere degli Uchiha; Itachi la osservo allontanarsi e quasi si prese un colpo quando la vide ruzzolare rovinosamente a terra, ma Miku, alzandosi di scatto, si girò e gli fece il segno dell’ok con la mano, prima di ripartire a razzo verso casa.
Itachi si concesse un sorrisino, poi si alzò e si diresse verso casa, sempre tenendo in braccio l’amato fratellino.

 
Erano le dieci del mattino e Itachi era ancora a letto, tormentato dagli incubi della sera prima: Shisui che per tre ore ininterrotte gli urlava in un orecchio. Stava giusto per rigirarsi nel letto e concedersi un’altra mezz’oretta di sonno, quando un vagito disperato ruppe il silenzio della casa.
“Mamma, vado io a vedere cos’ha Sasuke.”
“Ok, fai attenzione però!” le rispose Mikoto, dal piano di sotto.
Itachi entrò nella stanza del fratellino, che stava piangendo disperatamente, delicatamente lo prese in braccio e iniziò a cullarlo; Sasuke, sentendo la voce del fratello e il calore del contatto si tranquillizzò subito.
“Che ne dici? E’ ora della colazione, giusto?”
Scese al piano di sotto, facendo attenzione a dove appoggiava i piedi in modo da non rovinare giù dalle scale.. non che ce ne fosse bisogno date le sue capacità di ninja.
“E’ ora della pappa, Sasuke!” gli venne incontro Mikoto, con i capelli raccolti in una coda e il grembiule stretto in vita. “Dammi pure il piccolo. Per te c’è del latte caldo in cucina.”
“Grazie, mamma.”  
Aveva appena finito di fare colazione quando bussarono alla porta. Quando aprì si trovò appoggiato allo stipite il suo migliore amico, nonché cugino, altresì definito come Shisui Uchiha.
“Sei ancora in pigiama, Itachi?” gli domandò lui, senza nemmeno degnarsi di salutarlo prima.
“Mi sono appena svegliato..” gli rispose l’altro.
“Fai schifo… Mia mamma mi ha tirato giù dal letto due ore fa! Comunque andiamo a giocare fuori! E’ una giornata bellissima..” scalpitò l’amico, agitandosi sul posto.
“Si, lascia almeno che mi cambi..” aggiunse, indicando eloquentemente il pigiama con gli stemmi Uchiha che indossava.
“Fai veloce però; non metterci mezz’ora come sempre.. peggio delle femmine sei!” lo canzonò Shisui, seguendolo al piano di sopra. Itachi, del resto, mantenne la sua solita aria tranquilla e sorvolò sulla frecciatina del cugino.
Si stava cambiando quando suonarono nuovamente alla porta, dal piano di sotto si sentì Mikoto andare ad aprire.
“Itachi!” lo chiamò trenta secondi dopo. “C’è una persona per te.”
“Arrivo subito, mamma.” Si infilò veloce la maglia con lo stemma Uchiha sulla schiena e poi scese al piano di sotto, sempre seguito da Shisui.
In mezzo al tappeto del salotto c’era Miku, i capelli tenuti insieme da un fermaglio a forma di giglio e in mano una scatoletta.
“Ciao Itachi.” lo salutò lei, un po’ imbarazzata.
Itachi aveva appena aperto la bocca per pronunciare un piccolo “Ci..” che Shisui si piazzò davanti a lui, coprendogli la visuale, e si presentò con fare da marpione alla ragazzina: “Sono Shisui Uchiha, l’Uchiha più carino del clan e cugino di quel musone di Itachi.. piacere di fare la tua conoscenza.”
“Piacere di conoscerti, Shisui. Io sono Miku Uchiha.” lo salutò lei, poi si sporse a guardare l’altro moro e gli porse la scatoletta che teneva in mano. “Questi sono per te, un paio di onigiri fatti da me, sono per ringraziarti di ieri..”
“Grazie, non dovevi!” le sorrise lui, prendendo un’onigiri e offrendo gli altri due alla sua nuova amica e al cugino; di sicuro quello era l’inizio di una lunga amicizia.

 
SPAZIO AUTRICE:
Eh si, una nuova storia per Eikochan.. che culo, direte voi!
Questa storia, che non penso sarà molto lunga, mi è saltata in mente leggendo quello che dice Tobi a  Itachi… ho voluto quindi immaginare l’amata di Itachi. Spero vi piacerà, questo era solo un piccolo capitolo di presentazione; gli altri saranno più lunghi.
Beh.. fatemi sapere se il capitolo vi è piaciuto e se l’idea vi intriga.

Un bacio, Eikochan.

   
 
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