Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: occhidigatto    17/12/2011    1 recensioni
un mondo nuovo dove una guerra sta per iniziare, un Cavaliere che tenta di combattere, una Regina che vuole sopravvivere, una ragazza inconsapevole, un unico obiettivo: proteggere il segreto
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ciaoooooo! Eccomi ancora qui, non demordo! Ho scritto un nuovo capitolo che penso vi possa entusiasmare.
Si inizia a capire qualche cosa di più della storia. Ringrazio le persone che stanno leggendo la storia, state aumentando sempre più e mi fa molto piacere, ringrazio le persone che la leggeranno e anche quelle che semplicemente apriranno la pagina per curiosità. Inoltre ringrazio le persone che hanno recensito, sia in positivo che in negativo, ogni critica insegna..
Scusate se trovate qualche parola in inglese non corretta, e anche se le trovate in italiano ihihihihi!
Vi lascio al capitolo, buona lettura (forse..) 

Informazioni

Questa non gliela avrei fatta passare liscia! Aprii la porta di casa infuriata, sbattendola e corsi di sopra, sotto gli sguardi sorpresi di mia mamma e mio fratello. Che rabbia!! Ma come aveva potuto disobbedirmi cosi? Lo sapeva, glielo avevo detto chiaramente che non volevo usare la pozione, e invece, ha dovuto fare di testa sua.
Mentre ero su tutte le furie, mi spogliai, con l’intento di farmi una doccia, per vedere se i bollenti spiriti avevano possibilità di scemare. Non mi ero mai sentita così furiosa in vita mia, infastidita all’ennesima potenza, del fatto che la mia amica aveva deciso di calpestare la mia decisione, del fatto che mi sentissi tradita dalla persona di cui mi fidavo di più al mondo. Inoltre, al pensiero di quello che poteva succedere.. che imbarazzo, che vergogna!!
Mi senti avvampare le guance e girai il rubinetto della doccia in acqua fredda. Se veramente, questa volta la pozione avesse funzionato, me lo sarei ritrovato tra le mie braccia pronto a dichiarare il suo eterno amore? Quasi sorrisi gongolante a quell’idea, ma subito mi ripresi, scrollandomi il pensiero dalla mente.. Sapevo benissimo perché mi ero arrabbiata così.. avevo solo il terrore che questa volta funzionasse.. proprio ora che doveva fallire.. Con il cuore ancora in gola, entrai nella mia stanza, avvolta dall’accappatoio e trovai, seduta sul letto, mamma “ allora? Che hai oggi?” chiese guardandomi dritta negli occhi, con il suo sguardo severo
“ niente. Cosa dovrei avere?” domandai allarmata
“ Alexis, puoi mentire a tutti, ma non a tua madre! È da questa mattina che sei strana. Ora, o mi spieghi il problema o rimarrai in punizione per una settimana e, sabato sera non andrai a suonare al Vips.” Cavolo era veramente incacchiata e non potevo permettermi di mancare al nostro primo concerto in un locale chic, il primo serio, da quando avevamo iniziato a suonare, in cui Lana si era terribilmente impegnata per farci ingaggiare. Mi avrebbero mangiata viva!! Dovevo inventarmi qualche cosa, ma cosa? Mica potevo far entrare mia mamma in questa assurda storia. L’idea me la diede lei..
“ dimmi la verità piccola mia” disse facendomi cenno di sedermi accanto, sul letto “ sei innamorata?” Mi sentii così sorpresa di quella domanda che diventai rossa come un peperone, aveva ragione, non si poteva nasconderle niente. Di Nathan non avevo mai parlato a casa, non sapeva neanche della sua esistenza, eppure aveva capito che ero innamorata.. “ non pensare che, anche se sono impegnata al lavoro 30h su 24h” sorrise amareggiata da quella realtà che ci circondava, “io non mi accorga dei miei bambini!” riprese il discorso, abbracciandomi teneramente.
Ero consapevole che, anche se il lavoro le portava via molto tempo, faceva sempre i salti mortali per essere presente, e la ammiravo molto per questo. “ Ti vedo piccola mia in questo periodo, sei sempre con la mente tra le nuvole, ti parlo e fai finta di ascoltarmi, sei sempre smemorata.. tutti sintomi chiari..” La guardai, senza spiaccicare parola, cosa le dovevo dire? A quel punto, pensai a una mezza verità
“ sembra che mi leggi nel pensiero..” dissi con voce soffusa, un po’ intimidita.
Lei ridacchiò “ ma tesoro, ti ho concepita io.. vuoi che non ti conosca?” già, avevo dimenticato che mamma spesso, riusciva a leggermi nel pensiero, prima ancora che mi esprimessi, e non era sovrannaturale, non era una strega e non aveva poteri occulti, era solo.. mia mamma.
“allora?” chi è il fortunato?” cercò di spronarmi, scrollandomi leggermente le spalle, ancora avvolte dal suo braccio
“ si chiama Nathan.. Nathan Price ed è il capitano della squadra di football” dissi fucsia dalla vergogna per essermi esposta così con lei
“ Price.. l’ho sentito.. ma, è mica figlio dell’avvocato Price?” domandò incuriosita
“ ebbene si, è proprio lui..” ammisi infastidita e imbarazzata, che mia madre potesse iniziare a fantasticare, capendo tutto il contrario da quello che in realtà era.
“ oh, tesoro complimenti, oltre a essere un bel ragazzo è anche benestante un buon partito sono proprio..” iniziò a parlare concitata ed euforica.
“alt! Alt!” la fermai all’istante concretizzando i miei timori “ mamma, è vero mi piace, ma guarda che la cosa è a senso unico” precisai
Si accigliò “ come a senso unico?”
Sbuffai, già stufa di continuare il discorso “ a lui non interesso minimamente” ammisi intristita Vidi mia mamma che ad un tratto si sbellicò dalle risate, come divertita da una barzelletta appena raccontata. Sapevo di sembrare ridicola inseguendo quel folle amore, però essere presa in giro anche dalla propria madre, non era certo il massimo! “ ah bene! Mi fa piacere che la cosa ti diverta” dissi acida
“ no, no, aspetta Alex.” Mi fermò mentre stavo per uscire dalla camera, decisa a rinchiudermi in bagno “ hai frainteso, non stavo ridendo di te, ma per te” la guardai imbronciata e incredula, aspettando la risposata “ non è possibile che lui non ti prenda in considerazione! Tu sei così bella, dolce, particolare.. chi non si accorge di questo, significa che è un emerito deficiente”
“ mi credi bella?” distraendomi per un istante dal mio nervosismo, rimasi sorpresa da quell’affermazione
“ tesoro sei veramente bella. Ma non ti vedi allo specchio?” E mi trascinò davanti alla specchiera in un angolo della stanza.
Io vedevo una normalissima ragazza con corporatura esile, di media altezza, capelli neri e folti, che emanavano un’aria selvaggia, semplici occhi verdi, un viso lineare marcato da labbra fini, caratterizzate da un piccolo neo, sul labbro inferiore. Insomma una semplicissima ragazza niente di particolare. “mamma, tu sei di parte e non vale, inoltre, lui è fidanzato oramai da due anni con la capo Cheerleader della scuola quindi..”
“ quindi..” m’interruppe “le Cheerleader sono solo un branco di..”
“ ok, ok.. frena il linguaggio.” Stava già iniziando a insultare il gruppo di Pearl, anche lei come me, non le sopportava, perché quando era adolescente, la madre di Pearl, le aveva soffiato il posto di capitano, della squadra. Da quel momento in poi, non smise di provare rancore nei confronti di quella famiglia. Non le davo torto, sia la madre che la figlia erano veramente insopportabili, però mi infastidiva che mia madre usasse un determinato linguaggio, non le si addiceva. “ sarà quel che sarà” continuai “ però non posso non ammettere che lei sia bellissima e talentuosissima” mi espressi gesticolando con le mani per rendere maggiore l’idea
“ anche tu..” puntualizzò. La guardai incredula a quello che stava dicendo, io talentuosa? Ma se ogni tre per due inciampavo da qualche parte, come ginnasta ero mediocre, non avrei mai partecipato a qualche mondiale di sicuro, ma neanche alle regionali, senza andare troppo lontano.. e lei affermava che ero talentuosa.. non riuscivo neanche a farmi piacere al ragazzo che desideravo!! Forse l’unica cosa in cui potevo essere brava era il canto.. forse. “ certo, certo.. però non è me che vuole” cercai di terminare il discorso
“ se ne ricrederà” disse dirigendosi verso la porta “ ora cambiati e vieni a cena, vado a finire di preparare e a vedere cosa sta combinando tuo fratello..” prima di andare si soffermò ancora qualche istante, come per aggiungere altro “ tu lo sai che, per qualsiasi cosa puoi confidarti con la tua mamma, vero?” disse premurosa
“ certo che lo so” risposi intenerita dalla sua richiesta e a quel proposito, mi venne in mente la cosa che dovevo fare “ mamma, aspetta un secondo, ti devo far vedere una cosa..” presi lo scrigno dalla tasca e glielo mostrai
“ che bello! Ma è uno scrigno?” chiese
“ si, antico” precisai mentre scrutavo attentamente il suo sguardo
“ chi te l’ha dato?”
“ me l’ha regalato Grace, era nella sua soffitta..” Mamma se lo girava e rigirava tra le mani, guardando minuziosamente com’era fatto. Mi sentivo agitata, l’attesa di sapere cosa avrebbe visto mi innervosiva
“ aprilo” la incitai.
Lo aprì e tirò fuori la pergamena, incuriosita, la srotolò senza riuscire a leggere la frase. Tirai un sospiro di sollievo, senza sapere perché mi sentissi sollevata, forse perché ero arrivata ad una certezza: la pietra la vedevo solo io.
“cosa c’è scritto?” domandò destandomi dai pensieri
“è una lingua antica” affermai “ però non sappiamo cosa significhi” mentii
Mamma piegò di nuovo il foglietto e lo ripose nello scrigno, restituendomelo “ sei sicura che non sia un oggetto antico della sua famiglia che magari tengono ad avere?” chiese con voce rimproverante
Scossi la testa decisa “ no tranquilla, Grace mi ha assicurato che non lo vogliono”
“ va bene..” si convinse
“ a mamma, ancora una cosa, questa sera, posso andare da Grace un oretta dopo cena?”
“ domani c’è scuola” non apprezzava che uscissi durante la settimana
“ si però, devo confrontare un compito di matematica per domani, e il professore mi darà un brutto voto se non lo consegno in tempo.. già ne ho preso uno dalla professoressa Croff oggi!” dissi di getto, con la speranza di convincerla e attutire la sgridata del brutto voto, facendomi vedere diligente
“ hai preso un brutto voto?” si stava alterando, abbassai lo sguardo, colpevole. La sentii sospirare pesantemente senza dire nulle, mentre io continuavo a fissare il pavimento, non avendo il coraggio di affrontarla. “ lo devi recuperare subito!” disse seccata
“ farò del mio meglio, ma se potessi studiare con qualcuno..” cercai di essere persuasiva, “ Grace è sempre così diligente e studiosa..non potrebbe che farmi bene” azzardai a sbirciare il suo viso, vedendolo pensieroso
“ va bene, per questa volta vai, non voglio avere la matematica sulla coscienza, ma d’ora in avanti si studia di giorno, durante la settimana, chiaro?”
Le saltai al collo “ oh si! Grazie mamma, grazie, grazie, grazie!!” Si mise a ridere e tornò in cucina a spiattellare.
Grace mi chiamò proprio nel mentre in cui stavo per mettermi a tavola, e le annunciai in tono grave che sarei andata da lei dopo cena
“ sei arrabbiata?” aveva chiesto, percependo la tonalità di voce, ma non diedi spiegazioni, aspettando di vederla personalmente.

Arrivata da Grace, dopo aver salutato i genitori, mi diressi direttamente in soffitta, presentandomi davanti alla porta con le braccia incrociate. Lei si voltò, indifferente dalla mia presenza e, come se niente fosse, mi salutò.
“ dai vieni dentro, oppure vuoi stare li impalata tutta la sera?” disse scherzosa Mi avvicinai arrogante
“ non hai niente da dirmi?”
“oh si una marea di cose” e iniziò a prendere libri e appunti, tutta esaltata
“ no” la fermai “ prima di questo” Mi guardò in volto, senza capire a cosa mi riferissi o forse, faceva solo finta
“ dirti cosa..?” rispose pacifica, con un sorriso sulle labbra
“ Grace, non fare la furba, sono infuriata nera con te!”
“cosa c’è Alex?” sbuffò
“ lo sai benissimo! Hai dato la pozione a Nathan!” urlai
“ avevi bisogno di una spintarella” si giustificò
“ dovevo decidere io!” precisai
“ a volte è bene che le amiche decidano per te” affermò irritata
“ non quando si tratta di lui” e a quel punto sbraitai “ ti avevo detto di starne fuori!”
“ vedrai che poi sarai contenta” continuò a parlare con tutta calma, un comportamento che mi faceva infuriare ancora di più
“non sono contenta se lui mi amerà per una tua magia”
Girata di nuovo a raccogliere i suoi libri, si voltò di scatto verso di me “ Alex, se ti amerà, sarà solo per amore e basta. Lo sai, le mie pozioni non funzionano mai, e mai funzioneranno perché non riesco a trovare la sostanza mancante che probabilmente, non esiste neanche! Quindi, visto che è una cosa che mi fa arrabbiare e mi demoralizza, per favore possiamo non parlane più?” disse in preda ad un attacco di rabbia.
Cercai di calmarmi alle sue parole “ mi vuoi dire allora, perché gliel’hai data?”
Scosse le spalle “ te l’ho detto, solo per spronarti e darti coraggio, ma sembra che abbia fatto l’effetto contrario” disse stizzita “ ora, possiamo passare a cose più serie? Ne ho da raccontare”. Annuii, guardandola ancora in cagnesco, ma sentivo che la rabbia poco a poco stava scemando. Ero dispiaciuta infondo, di essermela presa così tanto con la mia migliore amica, pur capendo le sue buone intenzioni, non era bastato a frenare la mia ira in quel momento.
Ma le tempeste che si abbattevano tra me e Grace, svanivano veloci come arrivavano e, man mano che il tempo passava, mentre lei posizionava tutti i suoi libri sul tavolo, subentrò il desiderio di fare pace.
“ scusa” aggiunsi, sentendomi colpevole
“ scusa tu” rispose, con un piccolo sorriso a filo di labbra

“All’ora, cos’hai scoperto?” chiesi ansiosa.
Eravamo sedute attorno alla tavola rotonda della soffitta, sopra, solo una lampada, con all’interno, una fievole candela a farci luce, misi lo scrigno al centro, in modo che fosse a portata di mano nel caso ne avessimo avuto bisogno. Grace posizionò i libri raccolti in biblioteca e gli appunti presi, con le nozioni più salienti intorno a lei.
“ Alex,la luce di cui mi hai parlaato, l'avevi vista altre volte?” domandò a brucia pelle, rimasi inizialmente sorpresa, e siccome la risposta sarebbe stata affermativa, non riuscii a rispondere nell’immediato, facendo un lieve cenno di assenso con la testa.
“ quando?” interrogò
“ anni fa..” mormorai “ quando ero ancora una bambina..”
Prese un grande respiro e aggiunse “ raccontami, potrebbe essere importante”
“ avevo 5 o 6 anni, c’era ancora mio padre, eravamo andati in campeggio, decidendo di passare li la notte, io avevo una piccola tendina a parte, rosa, me l’avevano comprata i miei. Ero entusiasta di dormire all’aperto, non avevo paura, a casa dormivo già nella cameretta da sola.. andammo a dormire..” mi fermai, avevo la gola secca, Grace mi porse un bicchiere di acqua fresca e mi incitò nel proseguire “ andai a dormire e.. nel pieno della notte mi sveglia all’improvviso, sentendo come se ci fosse stata una voce che mi chiamava, assomigliava a un sussurro e..” non riuscivo più a proseguire, tanto era la forte emozione che provavo in quel momento al ricordo “ hai visto la luce?” continuò per me Grace “si, la stessa del sogno” ammisi
“cosa significa Grace? Co’hai scoperto?” chiesi agitata All’improvviso, appena terminai la frase, entrambe fummo spaventate da un avvenimento anomalo, sgranammo gli occhi, il cuore batteva così forte da sentirlo in gola e, ancora più inquietante, sembrava di sentire anche quello di Grace! Battevano in sincrono come fossero stati tamburi.. Ci guardammo in volto, il suo appariva pallido, forse lo specchio del mio, sconvolto e incredulo a ciò che si era presentato innanzi a noi. Lo scrigno tremò e si aprì, con la pergamena stesa su di esso, in bella mostra, come se avesse volontà, come se chiedesse qualche cosa, e stava chiedendo, voleva che rileggessimo la frase. “ oggetto di tante battaglie, desiderio di milioni di uomini, l’oggetto dei desideri innanzi a te. Se l’uomo lo vedrà lo desidererà, se lo desidererà lo afferrerà, e una volta afferrato mai più se ne libererà. Soddisfatto e appagato uomo impuro, solo la morte lo salverà. Ma se l’uomo puro lo userà, una vita serena l’attenderà.. Custodito nell’involucro non destate il suo riposo, o l’uomo punito sarà.” Ritornai con lo sguardo su Grace e dissi “ è successo la stessa cosa dell’altra notte!” dissi sgomenta Lei annuì tetra
“ Alex, siamo di fronte a una magia occulta, molto potente...”
“ continua” implorai vedendola esitante
“ in biblioteca ho trovato vari libri che parlavano di pietre, amuleti, talismani, ma nulla di interessante..”
“ quindi non..” mi fermò “ sono andata alla reception della biblioteca, e ho chiesto se c’era un signore di mia conoscenza, amico di mio padre. Sono stata fortunata, l’ho trovato e grazie a lui, ho avuto accesso ai libri veri e propri di magia.. riuscendo a trovare il libro che ci interessa” lo avvicinò a me, si intitolava Tatranca: al di là della magia, sembrava un libro vecchio, antico, la copertina marrone si presentava ruvida, completamente rovinata. Lo aprì a metà, dove aveva già posizionato un segnalibro nella pagina interessata, ingiallita dal tempo, e continuò con la spiegazione
“ questo scrigno, come avevamo supposto è la custodia che protegge la pietra, che non è assolutamente ciò che ci aspettavamo..” La guardai impaurita e lo notò, ma andò avanti nel racconto con voce spezzata “ è una pietra secolare Alex, ha passato ere, secoli, anni, nascosta, senza mai farsi scovare..”
Mostrai un sorriso tirato “ parli come se avesse una coscienza”, non rispose, ma il silenzio bastava “ è così?” sussurrai “sembrerebbe, come ti stavo dicendo è una pietra magica, dal potere immenso, si chiama Tatranca ed è la pietra del bene e del male, a seconda di chi la usa, di chi la vede, di chi la possiede. Tutto è correlato, come dice la pergamena..”
“ cioè?” chiesi tremante
“ Se la vedi in teoria sei la padrona e puoi usarla, sempre che la persona sappia come usufruirne.”
Inarcai le sopracciglia “quindi, sarei la padrona della pietra?”
“ diciamo di si. O meglio, lei ti ha scelto”
“!?! Come, mi ha scelto?”
“ si, ti ha scelto per uno scopo preciso..”
“ quale?” dissi angosciata
“ non lo so” ammise dispiaciuta “ una delle cose che non sono riuscita scoprire, come il fatto della luce”
“cosa centra la luce?”
“ è una delle cose che dobbiamo scoprire, mi spiace”
“ fa niente, continua” la incitai
“ insomma, leggendo questo libro ho scoperto che, in passato uomini e donne che erano riusciti a vedere la pietra hanno cercato di utilizzarla a loro piacimento, senza conoscerne il reale scopo.. sembrerebbe che, appena utilizzati i poteri, abbiano vissuto nel benessere per un periodo limitato di tempo..”
corrucciai la fronte, sentivo la presenza di qualche cosa di sinistro nelle sue parole “ come, periodo limitato..” annuì come se avessi azzeccato la parola chiave
“ bhè, dopo circa un cinque anni goduti dei benefici di Tatranca, queste persone sono scomparse misteriosamente e, ogni volta anche la pietra si volatilizzava con loro..” sentii per l’ennesima volta il cuore in gola
“ cosa significa questo?”
“ non te lo so dire perché, proprio la pagina che dovrebbe spiegare cosa sia accaduto è strappata” confessò, facendomi vedere il libro, che terminava con la spiegazione della pietra scomparsa. “ il punto è..” continuò con tono soffuso “ che le persone scompaiono, ma la pietra prima o poi, viene trovata sempre, ciclicamente da qualcuno in grado di vederla” la sua voce si fece quasi rauca tanta sembrava l’emozione a pronunciare quelle parole
“ ciclicamente?” ripetei monocorde, mi sentivo debole, le gambe molli, la testa che girava, sudore freddo che colava sulla fronte, la nausea che stava per trasformarsi in vomito..
“ Alex, ti senti bene, sei pallidissima” si preoccupò Grace
“ no, ma non ti preoccupare, continua”
Preoccupata, mi diede retta e continuò a narrare “ ogni cento anni, qualcuno la vede”
“ ma.. ma come è possibile?” Scosse la testa, quasi irritata per non essere venuta a capo di questa faccenda
“ non ne ho la più pallida idea, però ho una mia teoria” mi fissò penetrante “ secondo me, è un incantesimo, creato come ti avevo accennato in precedenza da qualche stregone molto potente”
“ ma, a che scopo?” Scrollò le spalle, “ non so, forse per proteggere la pietra o per proteggere qualcuno..”
“ magari la pietra ha uno scopo preciso” suggerii
“ può darsi, oppure potrebbe essere anche che, invece di proteggere, sia un maleficio e quindi hanno tentato di allontanarla..” gelai a quell’idea
“ intendi, per proteggere qualcun altro hanno allontanato la pietra?”
Annuì “ si, con una magia, in modo da mandarla lontano dall’interessato. Inoltre, a parte le congetture che possiamo ideare, secondo il mio punto di vista, questa pietra non è di questo mondo” Sgranai ancora di più gli occhi, con la paura che mi uscissero dalle orbite “ ricordi il portale di cui ti avevo parlato?” annuii “ ecco, penso che l’abbiano fatta passare da li” aggiunse certa
“ e come fai a saperlo?”
Sorrise beffarda “ non lo so infatti, però sono certa che non esista mago potente a fare una tale magia nella nostra era e, nel nostro mondo”
“ quindi, supponi addirittura che abbiano mandato la pietra lontano anni luce per chissà quale motivo..”
“ esatto, e devi sapere anche che, se fosse realmente così, il tempo del nostro e degli altri mondi non è equivalente” non compresi quello che stava dicendo e la mia espressione fu chiara “ es: se nel nostro mondo sono passati 100 anni dal ritrovamento della pietra, in un altro mondo può equivalere a giorni, o mesi, oppure anni, addirittura a millenni..”
“ wow! Quindi, magari dal luogo in cui deriva questa pietra possono essere passati solo tre giorni?”
“ brava, vedo che hai capito”
“ ma, secondo te, quale scopo potrebbe avere con me la pietra.. perché io..”
“ anche a questo non so rispondere, l’unica cosa che posso dire è che ho notato un particolare..” si soffermò sul libro per qualche secondo, stavo spazientendo
“dai, non tenermi sulle spine, sono già abbastanza tesa come una corda di violino!” la rimproverai
“ hai ragione, scusa” disse distogliendo lo sguardo dalla pagina “ sembrerebbe che, tutte le persone che hanno visto e posseduto la pietra, siano nati al settimo mese..” Questa volta la nausea si trasformò nella temuta emissione di materiale ed espulsi il tutto sul pavimento di Grace.
Dopo essermi tranquillizzata, coricata sul divanetto della soffitta, con un pacchetto di fazzoletti in mano e un bicchiere d’acqua nell’altra, con la mia amica che mi accarezzava i capelli, riuscii a schiarirmi le idee potendo di nuovo parlare “ stai meglio?” chiese ansiosa
“ si.. si.. la nausea è passata. Scusa, non volevo combinare questo macello” indicai il pavimento ancora sporco
“ tranquilla, ora pulisco, volevo assicurarmi che ti fosse passata”
Affermai di si “ pulisco io” e feci cenno ad alzarmi
“ non ci provare, stai li tranquilla” detto questo, prese carta, spazzolone e secchiello e si mise a pulire dove avevo sporcato
“ tua mamma se n’è accorta?”
“ no stai tranquilla” disse, rimettendo a posto il tutto
Ripensai alla conversazione di poco prima, all’ultima affermazione, e con il cuore accelerato toccai ancora l’argomento “ quindi, settimini?” chiesi
Mi guardò, cercando di capire se potevo ancora reggere il discorso “ si, settimini.. proprio come te”.
Era per questo che mi era venuto il conato di vomito, perché quella coincidenza mi aveva traumatizzato tanto, tutte quelle persone erano nate al settimo mese come me.. “ ma, se sono persone di 100, 200 anni prima, come fai a sapere..” mi bloccai, era così assurdo, soprattutto nei secoli passati, non c’era mica l’anagrafe o se c’era era molto grossolana, come faceva Grace, a sapere che persone ad esempio del 1600, erano settimini Intuì subito la mia domanda e sfogliando l’ultima pagina del libro, indicò quello che dovevo vedere
“ non chiedermi come.. perché non lo so”
Infondo alla pagina, a caratteri minuscoli, erano segnati una fila di nomi e cognomi, con le rispettive date di nascita, e la cosa più assurda, a fianco si rilevava la data esatta di concepimento che permetteva, facendo un rapido calcolo, di constatare che ognuno di loro era nato prematuro di due mesi..
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: occhidigatto