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Autore: KikiWhiteFly    17/12/2011    8 recensioni
{Famiglia Hayama centric}.
«È bollente!».
Sana si volta, distinguendo solo in quel momento la figura di suo marito – il quale pare essersi accorto solo in quel momento che il caffè è, effettivamente, sul fornello.
Dev'essere proprio stanco, sì, ecco perché Sana si limita a rivolgergli un sorriso.
«Te ne faccio un altro, aspetta».
E, in quel momento, le cose non sono mai state più semplici: Sari quel giorno farà tardi all'asilo, lei probabilmente ritarderà agli studi televisivi ma, almeno, ne sarà valsa la pena.
Per Akito ne vale sempre la pena. Sì, perfino se si tratta di un caffè.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Sana/Akito
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Crossroad'
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Smile







Sari Hayama osserva soddisfatta l'ennesimo disegno, è convinta di aver realizzato un vero capolavoro: i suoi pennarelli hanno schizzato delle figure 

stilizzate, piuttosto astruse invero, comprensibili solamente ad una mente di larghe vedute – solo all'immaginario infantile, insomma.

«Mamma, mamma!».

Sana le fa segno di tacere o, quantomeno, di abbassare il tono di voce: Akito è rientrato alle quattro di mattina, all'incirca, dev'essere piuttosto stremato.

Poi, lasciando la caffettiera sul fornello, si avvicina alla bambina – sta sventolando un foglio di carta, smaniosa del suo giudizio –, non capisce proprio 

come Sari riesca ad essere così pimpante alle otto di mattina.

«Bellissimo, tesoro», bisbiglia Sana, ben sapendo la successiva richiesta di sua figlia.

Decide di precederla, allora, prendendo il foglio di carta e posizionandolo accanto a molti altri: ormai, da un anno a quella parte, Sari ha dato vita 

ad un muro creativo e Sana non intende assolutamente ostacolare la vena artistica di sua figlia.

«Sari, prendi lo zainetto. Dobbiamo andare all'asilo. Oh, no, siamo in ritardo», si rende conto tra sé e sé – un improvviso déjà vu attraversa la sua mente, 

ricorda i suoi costanti ritardi scolastici.

E, in quel momento, Sana va davvero in crisi: pensa al caffè che sta uscendo dalla caffettiera, a sua figlia che arriverà in ritardo all'asilo e al fatto che quello

– come se non bastasse – è anche il suo primo giorno di riprese in una celebre trasmissione televisiva.

Fantastico, sono solo le otto di mattina.


«È bollente!».

Sana si volta, distinguendo solo in quel momento la figura di suo marito – il quale pare essersi accorto solo in quel momento che il caffè è, effettivamente, sul fornello.

Dev'essere proprio stanco, sì, ecco perché Sana si limita a rivolgergli un sorriso.

«Te ne faccio un altro, aspetta».

E, in quel momento, le cose non sono mai state più semplici: Sari quel giorno farà tardi all'asilo, lei probabilmente ritarderà agli studi televisivi ma, almeno, ne sarà valsa la pena.

Per Akito ne vale sempre la pena. Sì, perfino se si tratta di un caffè.




All'asilo, qualche ora dopo.




Sari non avrebbe mai immaginato che l'asilo sarebbe stato un posto così divertente: la sua vena artistica può sfogarsi liberamente, i suoi fogli di carta sono delle tavolozze.

Tanti colori, molteplici forme, infinite linee.

Nella mente di una bambina tutto ciò ha terribilmente senso – sono gli adulti che hanno imparato ad essere razionali, crescendo.

La maestra, una giovane donna sui trent'anni, osserva lo schizzo della bambina – sta cercando di trovare il verso adatto, in tutta sincerità –, solo 

dopo un'accurata analisi può concludere che quel disegno rappresenta la sua famiglia.

Lo intuisce dal cuore che sembra aver abbozzato tra i genitori, alla fine.

La maestra punta con l'indice la figura di suo padre ma Sari è più veloce, intuisce all'istante: «Mamma e papà si vogliono bene».

E la donna, sorridendo, chiede: «E cosa vuol dire per te, Sari, voler bene ad una persona?».

La bambina ci pensa su un attimo, fissando con aria incerta le pareti spoglie dell'edificio; poi, l'illuminazione: «Mamma fa il caffè la mattina e papà le dice

sempre che è troppo bollente. Ma lei continua a farlo lo stesso. Perché si vogliono bene».

Sari ha detto la cosa più naturale del mondo, senza alcun dubbio; eppure la maestra sorride e, anzi, quasi si commuove di fronte alle parole della bambina – pensa di 

dover informare sua madre di avere una figlia prodigiosa e che, probabilmente, il merito è tutto loro.

Sari sorride, ancora non sa: è una bambina ingenua, le sue parole possono solo essere autentiche.

Poi, con la stessa espressione, si dirige verso il muro spoglio: attacca il suo primo disegno – nell'angolo della parete di fondo, fin dove l'altezza glielo

permette –, pensa che ne realizzerà molti altri.







Note: beh, con questa fan fiction posso inaugurare ufficialmente la mia prima “storia in serie”.

Ricordiamolo: questa storia è collegata a Crossroad e all'altra spin-off  Life as we know it

No, credo che non mi stancherò mai di scrivere su questi due.

Se mi vengono in mente altre idee le posterò sicuramente. *A*


Spero vi sia piaciuta, sebbene sia molto breve.

Vi informo che sto portando definitivamente a conclusione l'altra long-fic: “È già ieri, è quasi domani”, il finale sarà postato in tempi brevi. **


Grazie per aver letto,


Kì.

   
 
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