Titolo: To
wish you a merry Christmas.
Autrice: Eralery.
Personaggi: James/Dominique.
Contesto: 25 dicembre.
Genere: Romantico, Commedia, Fluff.
Avvertimenti: Het, lieve Incesto, Slice of Life.
NdA: Vi avverto che questa storia
sprizza Fluff da tutti i pori – e chi mi conosce sa quanto sia difficile che io
scriva storia di questo tipo –, solo che non me la sentivo di mettere un
no-happyending, perché dai, già sia Sirius Sr. e James Sr. hanno avuto la loro
buona dose di sfigatezza (permettetemelo, anche perché li amo con tuuuuutto il
mio cuoricino), quindi almeno il loro piccolo erede doveva avere un lieto fine
u.u.
E poi boh, non potevo far soffrire il povero fanghérlismo James/Dominique di
Sephora <3.
A Sephora,
Perché loro due, assieme, sono una delle coppie più belle della NG.
To
wish you a merry Christmas.
La neve scendeva lentamente
fuori dalle finestre – pulite in maniera impeccabile dalla bacchetta di nonna
Molly – e si posava sul suolo d’erba ormai un po’ secca del giardino. Fuori era
tutto bianco, il manto nevoso stava pian piano ricoprendo tutto: dai cespugli
dietro ai quali erano soliti nascondersi gli Gnomi agli utensili da giardino
che i nonni Weasley avevano lasciato fuori all’aperto.
Dominique, le mani posate sul bordo interno di una delle finestre del primo
piano, guardava la neve scendere, il viso forse troppo vicino alla lastra di
vetro. Aveva le labbra socchiuse e l’aria che aveva inspirato poco prima scivolava
via da esse, andando a condensarsi contro il freddo del materiale di cui era
fatta la finestra.
Quando l’ennesimo sfitto ciuffo di capelli le finì davanti agli occhi, alzò una
mano e lo ricacciò indietro; si legò successivamente i capelli in una coda
improvvisata ed infine si sistemò meglio gli occhiali da vista sul naso.
Riprese a guardare la nevicata che imperversava all’esterno finché non sentì la
maniglia girare ed i passi di qualcuno che entrava nella stanza. Ricambiò lo
sguardo di James senza girarsi, sfruttando il fatto che riuscisse a vederlo
anche grazie al vetro. Il cugino aveva i capelli scuri e spettinati come lo zio
Harry, gli occhi castani ed un sorriso contagioso sempre sulle labbra sottili;
quel giorno stringeva tra le mani un regalo impacchettato probabilmente da lui
stesso, visto come era stato impacchettato.
«Nessuno si
è accorto di niente, sta’ tranquilla» rispose lui, al perenne dubbio che affiorava alla mente
della ragazza ogni volta che si trovavano da soli. «Dopotutto lo sai che tutti
adorano i biscotti di nonna Molly».
Lei sorrise e si girò velocemente, mettendo però male i piedi e rischiando di
cadere a terra; fortunatamente quello sembrava essere un giorno abbastanza
fortunato, perciò non cadde e ringraziò mentalmente Tosca, la fondatrice della
sua Casa ad Hogwarts.
«Sei sempre
così goffa». Non era
una domanda, era una semplice contestazione. Lei alzò il mento, consapevole
della veridicità delle parole del ragazzo, ma lungi dall’ammetterlo di
spontanea volontà. Nonostante le numerose cadute ad Hogwarts o a casa, aveva
pur sempre una reputazione da difendere.
«E tu devi
sempre farmelo notare» ribatté,
forse un po’ troppo acidamente. Si sistemò nuovamente gli occhiali sul naso,
come era solita fare ogni volta che era nervosa, e poi puntò di nuovo lo
sguardo sul pacchetto di James. «Cosa c’è lì?».
«Fammi
pensare… Una bomba atomica» la prese
in giro, avvicinandosi a lei e posando il regalo sulle coperte del letto che
era appartenuto a Ginny fino a vent’anni prima. «Dai, Domi. È Natale, cosa
può essere? Non potrebbe essere un regalo per te, vero?».
«È per me?» chiese, allargando gli
occhi, felice.
«Già. Anche
se a volte sei una rompiscatole, resti sempre la mia Tassorosso, no?» le sorrise, buttandosi sul
letto e tirandosi poi su a sedere. Batté una mano sul piumone pesante che
probabilmente vi aveva steso Dominique per non ‘patire troppo il freddo’ ed
aggiunse: «Ora vieni
ed aprilo, però».
Lei non se lo fece ripetere due volte e salì sul letto, imitandolo e mettendosi
di fianco al cugino. Gli strappò quasi via di mano il pacchetto mal incartato,
che il ragazzo aveva ripreso proprio per darglielo di persona, ed iniziò a
lacerare la carta con le dita. La risata di James le riempì le orecchie e ruppe
quel silenzio fatto di sorrisi ed il lieve omicidio della carta da regalo.
Le labbra della ragazza si distesero in un sorriso quando vide cos’era:
un album azzurro – il suo colore preferito – con una dedica di James sulla
copertina - I’ll never let you go, if you promise not to fade away.1
E a James parve di rivedere in lei la Dominique di otto anni prima, quando
avevano ancora dieci anni e si rincorrevano nel giardino: quando Dominique
cercava di scappare dal cugino, perché lui voleva farla cadere nella neve, ben
sapendo quanto fosse freddolosa. A James parve di rivedere in lei la Dominique
che spiccava nella prima pagina dell’album.
La bambina correva per il giardino, sentendo la risata squillante ed allegra
del cugino farsi sempre più vicina. Accelerò ancora, per l’ennesima volta, ma
alla fine James la raggiunse e le fu addosso subito dopo: caddero entrambi a
terra, tra la neve fresca, quasi rotolando.
La neve le entrò dentro la sciarpa e lei sentì la pelle d’oca. Fece in modo di
far stare James sotto e poi cercò di guardalo, ma lui rideva a crepapelle e
aveva le lacrime ai lati degli occhi. Gli mollò un pugno ad un fianco e gioì
quando lo vide inclinarsi leggermente verso la parte offesa. Non capì, però,
che si era anche rattristata quando aveva sentito la sua risata spegnersi in un
guaito in quel pomeriggio di Natale.
«È bello,
James…».
«E grazie,
questo lo sapevo!» scherzò,
beccandosi però uno scappellotto dalla ragazza. «E dai, anche Logan ha detto
che non era male!».
«Logan?» chiese lei, spostando
rapidamente lo sguardo su di lui.
«Tranquilla,
non sa niente, gli ho detto che è solo un regalo tra cugini».
Lei sorrise ancora e posò la guancia sulla spalla di James, quella che sfiorava
la propria, mentre lui le passava un braccio attorno alla vita. Dominique si
portò l’indice destro alle labbra e poi lo riappoggiò alla prima pagina,
girandola.
Un James di undici anni con i capelli verdi e lunghi quasi fino alle ginocchia
stava guardando la cugina dai capelli biondo-rossicci, sbalordito. L’aveva
presa in giro a lungo, perché non era capace di fare magie – apparentemente –
involontarie, ma che tra loro, lo sapevano bene, voleva dire che non sapeva
farle quando lo voleva.
E poi si era ritrovato con i capelli allungati e verdi ed una Dominique
gongolante davanti, che lo guardava con superiorità e le braccia incrociate al
petto.
Il rumore del click di una macchina fotografica fece scattare entrambi, che
vennero immortalati da zia Hermione e la sua macchinetta Babbana con un’espressione
confusa sui giovani visi.
Dominique ridacchiò e passò il dito sulla fotografia lucida, mormorando: «Ti stava bene, eri
insopportabile».
«Lo dicevi
e lo dici sempre, ma stai con me. Mmh. Sono davvero così insopportabile? No,
perché non mi sembra che ti diano fastidio i miei baci» le sussurrò, muovendo le
labbra sulla sua tempia prima di scendere con esse verso gli angoli della bocca
di lei, dove posò alcuni lievi baci, facendola arrossire leggermente – sia per
l’imbarazzo che per l’indignazione per il non avere una risposta pronta. «Oh, è così bello quando
riesco finalmente a farti tacere».
«Coglione» sbuffò infine lei,
sorridendo lo stesso, e guardando altre foto dell’album.
Si trovavano al binario 9 e ¾ e James era più alto di Dominique di quasi otto centimetri. Lei aveva già iniziato a mettere gli occhiali a causa di un
principio di miopia, ed i capelli erano raccolti in una coda da cui sfuggivano
solo alcune ciocche che Fleur aveva insistito le scendessero ai lati del viso.
Entrambi già indossavano le loro divise, anche se senza cravatte, ed avevano un
sorriso larghissimo sulle labbra. E, sebbene il Cappello Parlante li avesse
divisi, loro avevano trovato il modo di ritrovarsi, anche se dopo poco più di
sei anni.
«Sei sempre
così gentile, Domi» rise
James, soffiandole sulla guancia e facendole così socchiudere gli occhi. Il
fiato di James sapeva di dentifricio alla mente e del dopobarba che gli aveva
regalato al compleanno e, in fondo in fondo, un po’ anche delle Winston che
fumava di nascosto.
«Sei sempre
così bastardo, Jamie» ribatté,
sorridendo quando sul viso del ragazzo comparì una smorfia infastidita dal
nomignolo usato.
«E perché
mai?».
«Perché mi
regali una cosa così… così tenera, ma poi mi sfotti. Certo che tutto quel che
fai ha senso, eh».
«Mmh. Ma
sono bello anche per questo, no? E se io sono insensato e bello, anche noi
siamo insensati, non credi?» le
sorrise, e lei poggiò le labbra sulle sue prima di girare ancora pagina.
Dominique urlava contro James e aveva in mano una spazzola. Era in procinto di
tirarla contro il cugino, ma poi era intervenuta Rosie, che le aveva detto che
forse era meglio non farlo. Lei aveva annuito e si era avvicinata a James: gli
tirò un calcio sullo stinco e gli sorrise angelicamente.
Il flash della macchina fotografica di Teddy Lupin li prese mentre James
mugolava qualcosa come «Ma da quando leggere tutti quei libri, Domi, ti ha fatta
diventare così forte?» mentre si massaggiava la gamba offesa.
«Dovrò fare
più cose tenere, d’ora in poi, se poi mi diventi così» ridacchiò, cercando di
riacciuffare le labbra della ragazza per approfondire il bacio precedente e,
magari, anche qualcosa di più. Lei si lasciò baciare con piacere, ma quando
James cercò di sfiorarle la pelle sotto il maglione si scansò e disse che dovevano
prima finire di vedere tutte le foto.
James sbuffò e le fece appoggiare la schiena al suo petto, iniziando a giocare
con il bordo del maglione di lei mentre Dominique osservava altre foto ancora.
James finì di sistemare la macchinetta fotografica sopra uno scaffale della
libreria e poi si girò verso di lei, alzando entrambi i pollici delle mani. Poi
cliccò sul pulsante dell’autoscatto e corse verso di lei; l’afferrò per un
braccio e la mise sotto del vischio. Aspettò che l’autoscatto avvisasse che
mancavano ancora solo tre secondi, cibandosi solo del sorriso divertito e dolce
di Dominique, e poggiò le labbra su quelle di lei. Il flash scattò quando
avevano già chiuso gli occhi entrambi.
Dominique finì di sfogliare l’album con un sorriso radioso sulle labbra e gli
occhi talmente felici che a James sarebbe bastato vederli così ogni giorno per
stare bene.
«È… è stupendo, James…”,
mormorò lei. Chiuse l’album e si allungò verso il comodino per posarlo lì; poi
tornò al suo posto e si girò verso James, circondandogli il collo con le
braccia esili. Lui l’avvolse con le proprie, di braccia, e la strinse a sé,
chiudendo gli occhi e posandole le labbra sulla guancia.
«Ti voglio
bene, Domi».
Il sorriso di Dominique sembrò quasi ampliarsi, a quell’affermazione – perché
volersi bene è amarsi e stimarsi reciprocamente, amarsi a volte non implica la
stima l’uno per l’altro –, e James scese con le labbra sul suo collo.
«E questo
cos’è?», domandò
lei, mentre James le sfilava il maglione chiaro.
«Prendilo
come un ulteriore per dimostrarti ancora che ci tengo davvero a te. E
come un biglietto per augurarti buon Natale».
1 – “I’ll never let you
go, if you promise not to fade away” è una citazione da “Starlight”, dei
Muse.
Ooookay. La storia non ha senso, già, ma non è tenera? Suu, ci sono James e Dominique, come potrebbe non essere tenera?
Oggi sono così contenta ed iperattiva *_*. Cioè, ho recuperato due materie in un colpo solo e sono finalmente riuscita con una delle mie migliori amiche – che è andata ad un altro liceo e quindi ci siamo perse un po’ di vista :c –, perciò direi che una storia, per festeggiare, ci stava proprio! Ora devo solo vedere se sono riuscita a recuperare almeno un po’ anche latino e greco scritti e sono a posto. Uhuh, che bella cosa <3.
E pooooi sarà Natale! E questa storia lo anticipa un po’, è vero, ma mi piaceva troppo per non postarla ç_ç. Cioè. Io li amo, insieme, e aver scritto su di loro qualcosa di fluff mi ha esaltata troppo :’). Ho superato un mio limite, il fluff, oddio! Mi sento troppo potente .-..
La storia è dedicata alla fantastica Sephora, che come me ama James e Dominique. Per Teffy arriverà presto una storia, sìsìsìsì <3. Non so che centra ora Tef, effettivamente, ma vabbeh, era solo per farglielo sapere.
Il Natale mi rende piuttosto propensa a scrivere storia. INTASERO’ LE VOSTRE HOMEPAGE! Muahahah. NO. Però devo fare tanti regali regalosi e tenerosi <3.
Perciò sì, non vi siete ancora liberati di me e.e. Ma lo so, eh, lo so, che volete farlo! e.e
Vabbeh, vi amo lo stesso <3
Okay. Ho finito di sproloquiare e smammo, che oggi voglio vedermi un film tenero <3.
Eralery.
(La storia partecipa anche al contest “Natale in famiglia” indetto da BessieB).
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