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Autore: BebaTaylor    19/12/2011    3 recensioni
Calliope, diciassette anni, ultimo anno di liceo. Abile nell’organizzare feste. Un dolore arrivato all’improvviso che le lacera l’anima, ma fa credere a tutti di averlo superato. Un ex ragazzo, troppo stupido per capire il motivo per cui è stato lasciato e una ex migliore amica, che non la racconta giusta. Un rapporto da ricucire con Chris e Travis, che erano i suoi migliori amici, prima che lei voltasse loro le spalle per stare con James e la sua cricca.
Zack, ventun anni, meccanico, tastierista e all’occorrenza cantante nel gruppo formato da lui, Chris, Travis, Antony e Matt. Capace di arrivare alle spalle senza farsi sentire.
Clarissa, capo cheerleader, sceglierà di rinunciare ai suoi “privilegi” per seguire quello che le dice il suo cuore.
Chris, pronto a prendere a pugni chiunque faccia soffrire Calliope, con un segreto che ha paura persino a confessare a se stesso.
E poi c’è Jessica, pronta a portare scompiglio nelle loro vite.
Questa è la loro storia.
STORIA SOSPESA maggiori info alla fine dell'ultimo capitolo
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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All Things Come To
Those Who Wait


Capitolo Due


Callie era seduta a gambe incrociate sul suo letto, davanti a sé la locandina della band di Chris. Lisciò le pieghe della carta e piegò la testa di lato. Per qualche minuto rimase ferma in quella posizione a osservare lo sfondo giallo e i visi dei cinque ragazzi. I suoi occhi si fermarono su Zack, in particolare sugli occhi e le labbra carnose del tastierista. Callie scosse la testa, piegò la locandina e la infilò nella cartelletta verde che si trovava accanto a lei. S'impose di non pensare a Zack, lei era la ragazza di uno dei ragazzi più ambiti del liceo e, cosa più importante, lei amava James. E per lui, ma anche per Daphne, Eddie e Liam, aveva fatto una scelta dolorosa.
Andava tutto così bene, perché erano dovuti andare allo Zoe, il venerdì precedente? Callie sospirò profondamente e si sdraiò sul letto, chiuse gli occhi e si coprì il viso con le mani.
Il cellulare della ragazza squillò, e lei si sporse verso il comodino per prenderlo. Sul display lampeggiava il nome di Liz. «Dimmi.» esclamò.
«Callie, stasera il centro commerciale è aperto fino alle undici, ti va di mangiare un hamburger e poi fare un po' di shopping?» pronunciò Liz.
Callie si passò una mano sopra la caviglia, sfiorando l'elastico del calzino giallo. «Sì, certo, non ci dovrebbero esserci problemi.» rispose. «Ti chiamo fra cinque minuti, va bene?»
Callie sentì Liz sospirare. «Certo, va benissimo.» esclamò Liz.
Callie chiuse la comunicazione, posò il cellulare sul letto e si alzò in piedi. Il suo sguardo si posò sulla cartelletta contenente la locandina, la prese e la chiuse nell'armadio. Uscì dalla camera e si diresse al piano di sotto.
Trovò sua madre in salotto, seduta sul divano che guardava un programma di giardinaggio in tv. Le si avvicinò e le sfiorò la spalla. La donna voltò appena la testa.
«Posso andare al centro commerciale con Liz?» domandò la ragazza, anche se conosceva già la risposta. A sua madre non importava dove andasse e con chi, l'importante era che non combinasse casini.
«Vai pure.» rispose la donna. Calliope ringraziò, usci dal salotto e tornò in camera.
Chiuse la porta dietro di sé, si sedette sul letto, prese il cellulare e chiamò Liz. «Ci sono. Andiamo con la mia macchina?» pronunciò quando Liz le rispose. Sapeva già la risposta, Liz difficilmente usava la sua macchina.
«Sì. Riesci e passare fra un'ora?» chiese l'amica.
«Devo farmi la doccia e asciugarmi i capelli, dovrei farcela.» rispose Callie.
Le due ragazze si salutarono e Callie si avvicinò al grande armadio. Lo aprì e rimase a osservare i vestiti appesi all'interno. Dopo qualche minuto sistemò sul letto un paio di pantaloni neri e una maglietta a maniche corte rossa e andò in bagno a lavarsi.

Il centro commerciale era un grosso edificio di forma rettangolare, con una grossa cupola di vetro al centro del tetto.
«Che ne dici di quel vestito?» domandò Liz indicando un tubino nero esposto in una vetrina.
«Provalo.» commentò Callie buttando il bicchiere di plastica, ormai vuoto, nel cestino dell'immondizia. Le due ragazze entrarono nel negozio. Della musica da discoteca proveniva dagli auto parlanti neri posti sopra la cassa, che si trovava sulla parete di fronte all'entrata. Una commessa stava sistemando delle magliette su uno scaffale. Liz si mise a cercare l'espositore dove si trovava l'abito che aveva visto in vetrina. Dietro di lei Calli si fermò a guardare una maglietta bianca in stile impero. Afferrò il cartellino del prezzo e lo girò. Costava quindici dollari. Callie cercò una delle magliette della sua taglia, la trovò e la prese.
«Trovato qualcosa?» le chiese Liz che stringeva fra le mani l'abito che cercava.
«Sì, questa.» rispose mostrando la maglietta.
Liz sfiorò le piccole perline che decoravano il davanti della maglietta. «E' carina, mi piace.» disse. «Andiamo a provarli?»
Callie annuì e le due si diressero nei camerini. Poco dopo, erano davanti al grande specchio che si trovava davanti a camerini.
Liz posò le mani sui fianchi e fece un giro su se stessa, l'abito le arrivava a metà coscia. La ragazza sorrise compiaciuta all'immagine che lo specchio rifletteva.
«Prendilo, ti sta benissimo.» si complimentò Callie.
«Su serio?» chiese Liz voltandosi verso l'amica, Callie annuì. «Allora lo prendo.» aggiunse voltandosi per tornare nel camerino.
«Vai con James domani sera?» domandò Liz mentre si cambiava.
«Sì.» rispose Callie infilandosi la sua maglietta rossa. «Cioè, penso di sì. Non ne abbiamo ancora parlato.» aggiunse scostando la tendina e uscendo dal cubicolo dalle pareti color crema.
«Magari potete passare a prendermi.» anche Liz uscì dal camerino.
«Domani gli chiedo cosa facciamo.» esclamò Callie avvicinandosi a un espositore di collane. Ne prese una con delle grosse perle, bianche e nere, di plastica. Le perle erano unite da una sottile catenella color argento.
«Prendo anche questa.» disse rivolta più a se stessa che a Liz.
Insieme, le due giovani andarono alla cassa, pagarono i loro acquisti e uscirono dal negozio.
«Aspetta...» Liz fermò Callie posando una mano sulla sua spalla. «C'è Clarissa... con Travis!» esclamò indicando i due compagni di scuola seduti ai tavolini di uno dei fast food del centro commerciale. I due sembravano molto in confidenza. Callie guardò Clarissa, capo delle cheerleader, allungare una mano e fiorare i capelli neri di Travis.
«Ma non usciva con quel tizio che va all' UCLA?» domandò.
Liz annuì. «Sì, mi pare che si chiamasse Jordan, George o qualcosa del genere.»
«Dai, lasciamoli perdere. Continuiamo il nostro giro.» esclamò Callie riprendendo a camminare.
«Non capisco cosa ci faccia lei con uno come lui.» borbottò Liz.
Callie guardava davanti a sé. Aveva paura di voltarsi e di trovarsi di fronte Chris, o peggio, Zack.
«A cosa pensi?» le chiese Liz.
«Uh, a nulla in particolare.» rispose voltandosi verso l'amica. E dietro di lei apparvero, come se fossero spuntati dal nulla, Zack, Chris e uno degli altri due ragazzi della band. «Andiamo.» Callie afferrò la mano di Liz e la condusse, quasi trascinandola, dentro un negozio di borse.
«Cosa ti prende?» le domandò Liz. Callie si limitò a indicare, con un cenno della testa, Chris.
«Ci credo che sei scappata.» borbottò Liz. Callie afferrò una borsa nera e sospirò dal sollievo. Liz non aveva notato Zack o l'altro ragazzo ma solo Chris. Non sapeva neanche lei perché fosse scappata in quel modo. A lei non importava nulla di Chris o Zack. Non c'era una sola buona ragione per entrare di corsa in quel negozio, scappando come se qualcuno la stesse inseguendo.
«E' sempre in mezzo alle palle.» continuò Liz.
«Già.» mormorò l'altra, posò quello che aveva in mano e alzò il viso verso la vetrina. Al di là del vetro, Chris, Zack e l'altro ragazzo le stavano fissando. Callie distolse lo sguardo, incapace di sostenere quello accusatore dell'amico. O forse non voleva guardare Zack. Callie scosse la testa e si avvicinò all'amica.
«Guarda questa, non è carina?» esclamò Liz mostrando a Callie una borsa bianca a forma di coniglio.
«Carina.» commentò Callie. «Ma non penserai davvero di prenderla? Non andresti mai in giro con una roba del genere, vero?»
Liz alzò le spalle e posò la borsetta sullo scaffale «No, ma è tanto carina.» Liz si passò una mano sulla fronte, scostò una ciocca di capelli e la portò dietro l'orecchio destro.
«Non c'è nulla d'interessante. Usciamo?» propose Callie, dopo essersi accertata che quelli non fossero più davanti alla vetrina. Liz si limitò ad annuire.

«Aspetta, devo andare in bagno.» esclamò Liz. Le ragazze si erano stancate di stare al centro commerciale e avevano deciso di tornare a casa. Calliope annuì alla richiesta dell'amica e si diressero in uno dei bagni. Svoltarono in un corridoio laterale, che portava ai bagni, agli ascensori e alle scale d'emergenza.
Callie posò la mano sulla porta del bagno delle donne e in quel momento il suo cellulare squillò, lo cercò nella borsetta e si allontanò dalla porta.
«E' James.» disse. «Ti aspetto fuori.» continuò rivolgendosi a Liz e ritornò indietro, fermandosi a metà del corridoio. «Ehi, James.» disse.
«Ciao tesoro, sei ancora con Liz?» le domandò lui.
«Sì, stiamo per tornare a casa.» rispose e si appoggiò al muro. «Ora è in bagno.» continuò.
«Bene. Hai preso qualcosa? Qualcosa che posso vedere solo io?» scherzò James.
«Stupido.» rispose ridendo Callie, «Ho preso una maglietta e una collana.». Si voltò e notò, con orrore, che Zack stava venendo verso di lei.
«Ehi, Callie, ci sei ancora?» domandò James leggermente preoccupato.
«Cosa? Sì, ci sono. Scusa.» Callie guardò Zack passarle davanti ed entrare in bagno. «Ah, prima che me ne dimentichi, passi tu a prendermi per andare da Liam?» continuò, sollevata dal fatto che Zack non l'avesse degnata di uno sguardo.
«Sì, certo. Mi pare ovvio.»
«Liz mi ha chiesto se passiamo a prenderla.» Callie si staccò dal muro e si avvicinò alla porta del bagno delle donne.
«Va bene. Però potrebbe usare la sua di macchina, ogni tanto.» si lamentò lui.
Callie si passò una mano su viso. «Hai ragione.» disse e vide Liz avvicinarsi ai lavandini. «Devo andare. Ci vediamo domani.»
«Buona notte, Callie. Ti amo.» mormorò James.
«Buona notte. Ti amo.» Callie chiuse la comunicazione e mise il telefono nella borsetta.
«Gliel'hai chiesto?» domandò Liz.
«Sì. Passiamo noi.» disse Callie. «Andiamo? Sono stanca.» continuò lanciando una breve occhiata alla porta del bagno degli uomini, non sapendo neanche lei quello che voleva guardando quella porta. Improvvisamente si sentì confusa, e le stava incominciando a dolerle la testa.

***

Quando James, Callie e Liz arrivarono da Liam, la festa era in pieno svolgimento. Nel grande salotto della casa il lungo tavolo di acero era stato spostato contro una delle pareti, e sopra di esso si potevano trovare bibite, bottiglie d'acqua e alcolici; ma anche del cibo, semplici stuzzichini preparati da una delle ditte di catering della città.
James prese due bicchieri con Vodka e succo d'arancia e li passò alle ragazze, per poi prenderne uno anche per se stesso.
«Cosa facciamo?» domandò Liz e portò il bicchiere alle labbra. La giovane indossava il vestito che aveva acquistato la sera prima, e gli sguardi che i ragazzi le rivolgevano le piacevano.
James guardò Callie e lei si limitò ad alzare le spalle.
«Uh, dobbiamo cercare Daphne!» esclamò Liz, afferrò la mano di Callie e insieme si diressero verso la porta finestra che dava sul giardino posteriore. Callie si voltò e vide James parlare con uno dei ragazzi della squadra di football.
Daphne era in giardino, seduta su un basso muretto decorativo.
«Hai saputo?» domandò Liz sedendosi accanto a lei.
«Cosa?» chiese lei spostandosi leggermente per far posto a Callie.
«Ieri sera siamo andate al centro commerciale e abbiamo trovato Clarissa e Travis.» spiegò Callie.
Daphne inarcò un sopracciglio. «Insieme nel senso che...»
«Erano seduti allo stesso tavolo e si facevano gli occhi dolci.» esclamò Liz alzando la voce perché qualcuno aveva alzato al massimo il volume degli auto parlanti.
Daphne, sorpresa, spalancò la bocca. «Ma... ma... come? Perché?» balbettò.
Callie finì di bere il suo drink e lasciò cadere a terra il bicchiere vuoto. «Non ne ho idea.» pronunciò guardandosi attorno; era tranquilla, lì non avrebbe rischiato d'incontrare Chris insieme a Zack, si passò una mano sul viso e si maledisse. Più cercava di non pensarci più ci pensava.
«Per questo stasera non è venuta!» esclamò Daphne toccandosi la fronte con la mano. «Ha detto a Emily che non veniva perché aveva un impegno di famiglia.» spiegò.
«Quale impegno di famiglia! È uscita con Travis. Ci metto la mano sul fuoco.» sentenziò Liz.
«Non me l'aspettavo da Clarissa.» borbottò Liz, si alzò e si sistemò il vestito che si era leggermente alzato.
Callie rimase in silenzio ad ascoltare le sue amiche parlare, sputando giudizi su Clarissa, che da capo cheerleader non poteva uscire con uno come Travis.
«Io vado a cercare James.» informò le altre alzandosi. Daphne e Liz non la sentirono, troppo prese dai loro discorsi. Callie si allontanò da loro e rientrò in casa.
Trovò James insieme a Liam e alcuni ragazzi della squadra. Quando James la vide si alzò e andò da lei.
«Le altre dove sono?» le sussurrò in un orecchio.
«Fuori.» rispose lei stringendo con la mano un lembo della maglietta del ragazzo. Alzò il viso e lo guardò sorridendo.
Lui le sfiorò il viso con la mano. «Andiamo di sopra?» sussurrò ancora accarezzandole la schiena. Callie continuò a sorridere e annuì. Lui la prese per mano e facendosi largo fra i compagni di classe la condusse al primo piano. Entrarono nella prima camera libera che trovarono -quella di Cody, il fratello maggiore di Liam- e iniziarono a baciarsi non appena chiusa la porta.

Callie si era appena rimessa la maglia quando Liz aprì la porta.
«Sei qui. Ti stavo cercando.» esclamò rimanendo ferma sulla soglia. James mugugnò un insulto e si nascose sotto la coperta.
«Liz, cazzo, potevi bussare! E se eravamo... ancora impegnati?» domandò Callie chinandosi per prendere gli stivali neri che aveva lasciato ai piedi del letto.
Liz sbuffò e si mosse verso l'interno della camera. «Mi annoio, voglio andare a casa.» borbottò sfiorando la libreria in legno chiaro.
«Ma non è neanche mezzanotte! Non puoi chiederlo a Eddie o qualcun altro?» sbottò James abbassando la coperta fino al mento e guardando la compagna di classe.
«Uffa, vi aspetto giù.» sbuffò Liz uscendo dalla stanza e chiudendo la porta dietro di sé.
«Ma dobbiamo proprio accompagnarla a casa?» si lamentò James sedendosi sul letto. Callie lo guardò e alzò le spalle. «Sul serio, ci ha scambiato per i suoi tassisti personali?» continuò scostando la coperta; si chinò e prese i suoi vestiti che aveva buttato sul pavimento.
Callie andò davanti allo specchio e si sistemò i capelli. «Fai quello che vuoi.» disse voltando appena la testa.
James sbuffò e finì di vestirsi. «Io voglio stare qui.» disse alzandosi in piedi e tirando su la cerniera dei jeans.
«E allora andiamo giù e diglielo.» pronunciò Callie, poi si avvicinò a lui.
«Andiamo?» disse lui. Callie sorrise e si avvicinò alla porta.
James e Callie trovarono Liz in salotto, stava parlando con Eddie. «Andiamo a casa?» domandò la ragazza, prese la borsetta e si alzò in piedi.
«Ehm... veramente no.» esclamò James. Un ragazzo gli passò accanto e le loro spalle si sfiorano.
«Come no? Io credevo...» Liz si sedette e guardò Callie in piedi accanto a James.
«Noi vogliamo stare qui.» disse Callie sedendosi accanto all'amica.
Liz incrociò le braccia e appoggiò la schiena allo schienale del divano. «Ma io mi annoio.» mormorò.
Callie spostò lo sguardo su Eddie. «Non puoi accompagnarla tu?» domandò.
Il ragazzo scosse la testa. «No, anche io voglio stare qui.» esclamò, si alzò in piedi e si allontanò.
«James può accompagnarmi e tu rimani qui. Poi lui torna.» esclamò Liz.
Callie guardò prima lei e poi James. «No, vengo anch'io.» disse alzandosi.
Liz sorrise e a Callie quel sorriso sembrò strano, anche se non sapeva dire il perché. Pensò che fosse solo una sua impressione.
I tre ragazzi uscirono di casa senza salutare Liam. Tanto ormai lui era abituato a questi comportamenti, e non si lamentava.

***

Liz, Daphne e Callie erano al centro commerciale.
«Non è detto che siano qui anche oggi.» sbuffò Callie rivolgendosi a Daphne, la quale aveva insistito per andare al centro commerciale e vedere con i suoi occhi Travis e Clarissa insieme.
«Meglio un tentativo in più che uno in meno.» esclamò Daphne guardandosi attorno.
«Secondo me ha ragione Callie.» disse Liz fermandosi. «Magari non siamo qui a girare come tre sceme e loro sono chissà dove.» aggiunse incrociando le braccia al petto.
Daphne sbuffò. «Ma io voglio vederli!» disse piegando la testa di lato.
«Io ho fame.» Callie passò la borsa da una mano all'altra. «Andiamo a mangiare?» aggiunse guardando le sue amiche.
«Ma io voglio vederli.» si lamentò Daphne.
«Magari, stando ferme da qualche parte, riusciremo a vederli.» disse Liz. Callie la guardò sollevata.
«In che senso?» domandò Daphne.
«Nel senso che ora noi siamo qui e magari loro sono di là. noi andiamo di là e loro vengono qua.» spiegò Callie.
Daphne spalancò gli occhi. «Avete ragione.» disse, sospirò e riprese a camminare.
Callie guardò Liz e le sorrise. «Grazie.» mormorò. Liz ricambiò il sorriso. Ormai conoscevano bene Daphne e come era facile farle cambiare idea su certi argomenti; anche se a volte si impuntava e diventava molto difficile farle capire che una cosa era meglio di un'altra.
Le tre si fermarono in uno dei fast food e con i loro vassoio si avviarono verso uno dei pochi tavoli liberi.
«Spero di riuscire a vederli.» disse Daphne avvolgendo il cheeseburger in un tovagliolo di carta.
«Sei quasi stata esaudita.» ridacchiò Liz che era seduta davanti a lei.
«Cosa?» esclamarono Callie e Daphne all'unisono. Liz sorrise e indicò qualcuno davanti a sé. Le altre due, sedute vicine, si voltarono. A un paio di tavoli di distanza Chris, Travis, Zack e altri due ragazzi stavano mangiando.
«Ma io volevo Travis e Clarissa!» sibilò Daphne sporgendosi verso Liz.
Callie rimase in silenzio, guardando i ragazzi scherzare.
«Ti sei imbambolata?» le chiese Liz dandole un piccolo calcio.
«No. Stavo pensando.» rispose Callie voltandosi verso le amiche e pentendosi di aver seguito Liz e Daphne al centro commerciale. "Non potevo stare a casa?" pensò. Sperò solo che i ragazzi non l'avessero vista.
«Lei non c'è.» disse Liz. «Quindi direi di finire di mangiare e di farci un giro.» continuò prendendo una patatina.
Daphne si appoggiò allo schienale. «Magari arriva più tardi.» disse dubbiosa «Seguiamoli.»
«Io non posso.» esclamò Callie.
«E perché?» le chiese Daphne.
«Lo sai Daphne, James è geloso. Se scoprisse che mi sono messa a seguire cinque ragazzi si arrabbierebbe.» rispose Callie. Non era una bugia, James era molto geloso.
«Non preoccuparti, glielo spiego io.» trillò Daphne battendo le mani.
«Non credo sia il caso.» esclamò Callie e guardò Liz, in cerca del suo aiuto.
Liz finì di bere la sua aranciata e posò il bicchiere vuoto sul vassoio. «Però potremmo farlo.» esclamò guardando brevemente i ragazzi. «Ci siamo noi, James non si arrabbierà.» continuò rivolgendosi a Callie che annuì debolmente.
«Tu sta suonando il cellulare.» disse Liz rivolgendosi a Callie.
«Grazie.» mormorò lei, prese il cellulare dalla borsa e rispose. Era sua madre.
«Devi prendere un regalo per la signora Bennet.» le disse la donna. «È il suo compleanno.»
«Cosa le prendo?» chiese Callie alzandosi e allontanandosi di un paio di passi dalle sue amiche.
«Una cornice, un soprammobile... una cosa così.» rispose l'altra.
«Uhm... va bene.» disse Callie, salutò la madre e mise il cellulare nella borsa.
«Chi era?» le chiese Liz.
«Mia madre. Devo comprare un regalo per la vicina.» rispose Callie sedendosi.

Callie entrò in un'oreficeria, Liz e Daphne erano andate in bagno. La ragazza si fermò davanti a un espositore di cornici.
«Io prenderei quella.»
Callie si voltò, rimanendo sorpresa nel trovarsi di fronte a Zack. «Non ho chiesto il tuo parere.» disse duramente.
Zack fece una smorfia, cercando di trattenere una risata. «Ti ho solo detto quella che preferisco.» esclamò. «Ma il mio compleanno è ad Aprile.»
Callie si morsicò le labbra. Quel ragazzo aveva la capacità di farla arrabbiare. Era la seconda volta che ci parlava, ma secondo lei, quelle due volte, erano state anche troppe.
«Non ti ho chiesto niente e non m'interessa nulla di te.» disse Callie. «Ho il ragazzo...»
«Da un anno.» finì per lei Zack. «Sì, lo so, mi ricordo.»
Callie alzò gli occhi al cielo, si voltò e andò dalla commessa. Voleva uscire al più presto da quel posto.

Callie era al supermercato. Sua madre le aveva chiesto di prendere un paio di cose, peccato che poi la lista si fosse allungata di molto.
Infilò la scatola dei cereali nel carrello e guardò la lista. Doveva passare dal reparto di frutta e verdura e poi in quello dei surgelati.
Spinse il carrello, arrivò alla fine della corsia e svoltò a destra, per bloccarsi quasi subito, appena vide Zack e Travis gironzolare nel reparto della verdura. Callie non ci pensò due volte e spinse il carrello a sinistra, nella corsia dei preparati per dolci. Si fermò a metà corsia e prese un paio di confezioni poc corn da microonde. Non erano sulla lista, ma questo alla ragazza non importava.
«Guarda chi si vede.»
Zack. Callie fece finta di nulla e riprese a camminare. Improvvisamente girò il carello e tornò indietro. Tanto ormai era stata vista, non c'era più il bisogno di nascondersi. Passò accanto a Zack e lo guardò appena. Mentre si dirigeva verso il reparto frutta e verdura sentiva lo sguardo di Zack su di lei. Si fermò accanto ad uno scaffale e prese in mano un sacchetto di arance, lo guardò per un paio di secondi e lo sistemò accanto alla scatola di cereali. Prese anche una vaschetta di pomodori. Passò accanto a Travis, e i due s'ignorarono reciprocamente.
«Non puoi evitarmi per sempre.» esclamò Zack avvicinandosi a Callie, bloccandola contro uno degli scaffali che contenevano la verdura.
«Ho il ragazzo. Si chiama James, stiamo insieme da un anno.» sibilò Callie spostandosi.
«Mica voglio sposarti o uscire con te.» replicò Zack con un sorriso beffardo.
Callie sbuffò e riprese a camminare, dirigendosi verso il banco frigo. Doveva prendere anche la panna montata spray. Si fermò a guardare le diverse marche, indecisa su quale prendere.
«Non è che continui a ripeterlo per convincere te stessa?» Callie sobbalzò, Zack le si era avvicinato e le aveva sussurrato quella frase nell'orecchio. Riusciva a sentire il suo respiro sul collo, e il suo profumo le arrivava alle narici. S'impose di mantenere la calma e di non tirare in testa a ragazzo la bomboletta di panna spray.
Diede uno spintone a Zack. «Tu stai sognando.» esclamò, evitando per un pelo di essere travolta da un bambino.
«Non mi sembra.» esclamò Zack seguendo la ragazza. «Fino a prova contraria sei tu quella che sta cercando di evitarmi.»
Callie si fermò e si voltò verso Zack. «Lasciami in pace.» esclamò guardandolo negli occhi. Si bloccò, fissando gli occhi castani del ragazzo, le lunghe ciglia, le labbra carnose. Il suo sguardo scese a osservare le spalle larghe e muscolose, le braccia incrociate, il fisico perfetto. Deglutì a vuoto e riprese a camminare, dandosi mentalmente della stupida. Il suo comportamento poteva dar ragione a Zack. "Ma lui non ha ragione" si convinse Callie. Aprì lo sportello e prese una confezione gigante di lasagne surgelate. "E se invece, avesse ragione?"
Callie scosse la testa a quel pensiero.
«Lascialo perdere, è uno stupido.» esclamò Travis prendendo un sacchetto formato famiglia di patatine fritte. Lei rimase sorpresa, era la prima volta dopo svariati mesi che lui le rivolgeva la parola. Travis la guardò, fece un cenno di saluto e tornò da Zack.
Callie rimase imbambolata a guardare Travis che parlava con Zack. I due si accorsero di essere osservati, e Zack alzò il braccio destro e agitò la mano in segno di saluto. Callie, indispettita, si voltò e decise che ne aveva avuto abbastanza per quel giorno, e che voleva tornarsene a casa.

Salve! Ecco qui il secondo capitolo. Ringrazio tutti quelli che hanno letto la storia e StenMerry che ha commentato.
   
 
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