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Autore: Elisir86    05/08/2006    1 recensioni
“I nostri nomi non sono rimasti impressi nella storia. Dimmi, sai magari chi era Harry Potter? E Luna Lovegood? Sono solo due nomi che nessuno considera. Eppure di nomi come questi ce ne sono tanti. Perché sono i nomi di eroi, ma non si può pretendere che i babbani possano ricordarsi di persone morte in un mondo che ora non esiste.”
Genere: Malinconico, Sovrannaturale, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo IV

Il professore

 

La cantina di Villa Rosa era enorme. Piena di piccole finestre all’altezza del suolo. Enola le aveva raccontato che un tempo vi erano delle prigioni, ma che sua madre aveva fatto ristrutturare.

Noelene si era ritrovata lì sperando di non vedere più quelle strane immagini. Ma si sbagliava.

Un uomo alto, dal viso appuntito e dai lunghi capelli scuri stava accovacciato verso lo scafale dei vini bianchi.

Lo sguardo distante, e il naso adunco.

Una mano pallida, uscita dallo scafale, gli accarezzò il viso, e una sussurro femminile uscì da una bottiglia del 2002.

“Non importa, professore...l’importante è che il resto dell’Ordine resista ancora.” Velocemente la mano dell’uomo coprì quella della ragazza.

“Presto ti porterò fuori da qui...Potter senza di te non...”

“Professore lei ha un compito più importante che salvare me.”

La voce era sicura.

L’uomo si spostò una ciocca di capelli unticci dietro l’orecchio destro.

“Non c’è molto tempo, non lo deve sprecare con me. L’Ordine ha bisogno anche di voi.” Il viso della giovane si materializzò vicinissimo a quello dell’uomo.

Una ciocca di capelli rossi le copriva gli occhi. “Riporti Silente da Harry...” sussurrò baciandolo su una guancia, “...E lascia che io segua il mio destino.”

Noelene si voltò di scatto per risalire le lunghe scale.

Ma di nuovo il ragazzo biondo le si materializzò davanti. Stava scendendo le scale, seguito dall’uomo scuro.

“Dovremo prendere uno di loro.”Sembrava stanco, con lo sguardo perso nel vuoto, “Chi credi sia meglio Piton?”

Si avvicinò allo scafale pieno di torce elettriche, sembrava osservare qualcosa da una porta socchiusa.

Noelene salì le scale stanca e spaventata.

Ma una volta arrivata alla hall la bambina si bloccò di colpo. La donna che aveva visto nella sua stanza stava seduta sulle scale che portavano al piano superiore.

Nella mano teneva un bicchiere di vino rosso e teneva gli occhi fissi sulla porta di casa.

Noelene si spostò verso la cucina.

La donna scomparve e al posto suo si materializzò l’uomo di prima, si stava trascinando verso la cantina.

"Cosa vuoi fare Lucius?"

Un altro uomo, con i capelli quasi argentei si delineo, scendeva lentamente le scale, ma sul suo volto c’era dipinta la follia pura.

“Non ti perdonerò mai!”

Urlò prima che dalla sua mano protesa uscisse un raggio verde.

Noelene urlò coprendosi il viso con le mani e cascando sul pavimento della cucina.

“Ho sbagliato tutto nella vita, Narcissa, ma ora so quello che sono e cosa sto facendo.”

La voce sussurrata del moro.

“Severus...”

La voce della donna carica di tristezza.

Poi le mani gentili di Enola che l’aiutavano ad alzarsi e tutto ritornò normale.

Nessun sussurro, nessuna immagine.

Solo lei e la signora anziana.

“Noelene piccola mia, cosa ci fai qui?” le stava domandando accompagnandola lungo le scale.

“Non riesco a dormire.”

 

  
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