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Autore: GStew    19/12/2011    4 recensioni
Edward è un professore di musica, ha un figlio e una moglie, è felice ma i dubbi dopo anni di matrimonio arrivano, una lettera e lui si ritroverà solo, questo però lo renderà più forte e riuscirà a ricostrursi una vita con lei, la donna da gli occhi color cioccolato. Questa è la mia prima ff, è un Edward X Bella, tutti umani.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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CIAO A TUTTI!!!  :)
SICCOME TRA QUALCHE GIORNO INIZIANO LE FESTE VOLEVO METTERE SUBITO UN CAPITOLO NUOVO. QUESTO È IL MIO REGALO DI NATALE! SPERIAMO VI PIACCIA! AUGURI A TUTTI E GRAZIE! :) AH, NON VORREI CREARE DISAGI CON I CAPITOLI, VISTO IL LORO AGGIORNAMENTO A DISTANZA DI POCHISSIMI GIORNI, QUINDI AVVISO CHI NON HA ANCORA LETTO L'ALTRO CAPITOLO CHE, Bè C'è ANCHE IL DICIASETTE.

 
 
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LA MIA VITA CON TE
 
CAPITOLO DICIOTTO – PER SEMPRE
 
“Sei sicura?”
Le chiesi quando ad un tratto uscimmo dalla strada principale per entrare in una secondaria che si inoltrava in un bosco.
“Si, amore e poi devo recuperare alcune cose.”
Ci  stavamo dirigendo a casa sua, quella casa dove aveva vissuto per anni con Jacob.
Non riuscii a frenare l’impeto di stringere le mani a pugno.
La gelosia e la rabbia mi invadevano. Ero geloso del mio ex migliore amico perché aveva avuto l’onore di conoscere Bella prima di me, aveva avuto l’onore di passare sei interi anni con lei, aveva avuto l’onore di gioire con lei nel comprare una casa insieme e di gioire con lei l’arrivo di Ashley. Ero tremendamente arrabbiato con me stesso per non aver incontrato prima di lui Bella, per aver sprecato anni preziosi della mia vita. Ero arrabbiato perché avevo trascorso la mia adolescenza con Jane, che non mi amava, invece che con lei che mi avrebbe amato da subito.
“Vedrai, ti piacerà, fuori è rimasta come prima, quando c’era Jacob, ma dentro l’ho tutta rivoluzionata.”
Disse felice facendo brillare i suoi grandi occhi color cioccolato che mi avevano fatto innamorare di lei.
“Ho comprato mobili nuovi, ho buttato quelli vecchi e… e ora è semplicemente fantastica.”
Continuò facendo sorridere anche me.
Dopo dieci minuti di macchina finalmente arrivammo. La mia bocca, alla vista della casa, si aprì in una O di stupore e se non fosse stato per Bella che mi avvisava delle mosche sono più che sicuro che sarei arrivato sul punto di sbavare come un idiota.
 
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“Bella, ma…”
“Si, è mia, solo mia, quando i miei sono morti ho ereditato abbastanza soldi da potermela permettere. Jacob non ha pagato nulla di questa, mentre l’altra casa di Montreal, è solo sua. Abitavamo qui perché tornava meglio, almeno a me per il mio lavoro.”
“Wow.”
Riuscii solo a dire.
“Vuoi dare un’occhiata oppure preferisci stare qui, sai dietro la casa c’è una specie di cascata mi piacerebbe fartela vedere.”
Ridacchiò e entrò in casa lasciando la porta aperta per me.
“Una specie di cascata.”
Ripetei tra me.
Entrai e fui subito accolto da un enorme salone moderno.
 
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Il verde e il bianco rendevano tutto molto luminoso, i due divanetti facevano venire voglia di mettersi a sedere e il lampadario argentato faceva diventare la stanza ancora più bella di quello che non fosse già. Dal salotto si intravedeva la cucina e preso dalla curiosità non mi feci scrupoli a entrarvi. La prima cosa che si incontrava era un tavolo in vetro e subito dopo “l’angolo” cottura, e che angolo. Anche questa era in stile moderno sulle tonalità del verde.
 
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“Edward? Edward?”
Mi sentii chiamare e quando mi voltai Bella si stava avvicinando a me.
“Finalmente ti ho trovato.”
Disse sorridendomi e prendendomi per mano.
“Ti mostro il resto, vieni.”
“Bella è… è bellissima.”
“Lo so, prima non era così dentro, era in pietra e lo stile era quello che si trova nelle baite di montagna. Non mi piaceva.”
“Ah.”
Sussurrai continuando a camminare.
“L’ho fatta ricoprire e ora come vedi ci sono delle pareti bianche, su questo piano ci sono la cucina, il salotto e uno studio, il mio. Dopo ti porto di sopra.”
“C’è anche una piscina?”
Chiesi mentre osservavo le foto di lei e Jacob, ancora appese alle pareti.
Non si accorse di me e rispose tranquilla.
“Oh, si. È all’ultimo piano, accanto alla dependance.”
“Certo alla dependance, come ho fatto a non pensarci.”
Dissi divertito nascondendo la tristezza che mi invadeva nel vedere tutte quelle foto. Perché non le ha tolte?
Lo pensa ancora? Lo ama ancora dopo tutto il dolore che le ha provocato?
Mi feci mille paranoie e mi posi mille domande prima di entrare in una stanza con una grande vetrata che dava proprio sulla cascata, mi avvicinai a guardarla e notai che c’erano delle scale che andavano proprio su essa.
“Bella, amore?”
”Si Ed?”
“Ma li – indicai le scale che davano sulla cascata – ci si può andare?”
“Certo! Vuoi toccare l’acqua?”
Rispose, con una voce che solo a un bambino di tre anni si può fare, prendendomi in giro.
“Si mamma, posso?”
Ribattei stando al gioco. Bella aprì una porta e insieme scendemmo qualche scalino. Mi abbassai a toccare l’acqua spinto dalla voglia di toccare per essere sicuro che non fosse un sogno.
 
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“Cazzo, è vero!”
Dissi guardandomi le mani bagnate.
“Certo Cullen che è vero e ora alzati ti mostro il resto.”
Disse lei tirandomi per la camicia.
Salimmo due rampe di scale e ci trovammo in un lungo corridoio con una lunga vetrata che mostrava un secondo terrazzo
“Allora qua – disse aprendo la prima porta del corridoio – c’è la stanza di Ash.”
Insieme entrammo.
“Devo prenderle un quaderno e dei colori mi ha detto, non li troverò mai.”
Sbuffò e iniziò a cercare.
Era una bella stanza, rosa, molto rosa. Era adatta ad una bambina un po’ più grande di lei ma era comunque stupenda.
 
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“Si, lo so cosa stai pensando.”
Disse con le mani sui fianchi e un sopracciglio alzato.
“Forse altre bambine avrebbero preferito dormire dentro un letto a forma di castello, ma l’ha scelta lei, è di barbie, rosa ed è perfetta. Lo sai com’è… è più grande della sua età.”
“È stupenda Bella, davvero.”
Sorrise e con un quaderno un astuccio in mano uscimmo.
“Questo invece è il bagno.”
Aprì una porta e un bagno grande quasi quanto la camera di Ashley fece bella mostra di se.
 
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“Bella, ti posso fare una domanda?”
”Me la stai già facendo amore.”
Disse sghignazzando per la battuta.
“Ah, ah, ah… ma… quanti soldi hai ereditato precisamente?”
Sbuffò e uscì dal bagno.
“Dai, amore, non ti arrabbiare, ma, veramente questa casa è… è enorme e… e stupenda, c’è tutto e tutto perfetto.”
“Un po’.”
”Un po’ cosa?”
“Ho ereditato un po’ di soldi, abbastanza per tutto questo e per farmene rimanere ancora molti. La mia era una famiglia benestante.”
Il suo sguardo si fece triste e capii che quello era un brutto argomento.
“Ok, fammi vedere la prossima stanza.”
Dissi dopo averla stretta a me e averle dato un bacio sulla fronte.
Aprì un’altra porta che si trovava ad angolo retto con quella del bagno.
“Questa è la mia camera! Ovvero la  mia e la tua camera da letto.”
Disse felice stringendosi a me.
Era davvero molto bella.
 
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“Non vedo l’ora di provarlo.”
Dissi facendola arrossire, era così dolce.
La mia attenzione venne attirata da un’enorme fotografia che aveva sul letto.
“Ma… ma sei tu?”
Dissi indicando la foto.
“Mh mh.”
Rispose annuendo.
“Dove eri? Sei bellissima.”
“Ero a casa dei miei, avevo ventuno anni appena compiuti, era il mio compleanno.”
“Avrei voluto esserci, mi dispiace.”
L’abbracciai e lei appoggiò la testa su una mia spalla.
“Tranquillo, non preoccuparti, non c’era nemmeno Jacob e stavamo già insieme.”
Mi accigliai un attimo.
“Bella, quando sei nata?”
Chiesi.
“Il tredici settembre.”
“Noi abbiamo la stessa età giusto?”
“Si.”
“Bene, il tredici settembre dei miei ventuno anni io stavo con Jacob in Brasile. Per passare le vacanze estive insieme come due migliori amici.”
Dai suoi occhi scesero alcune lacrime che baciai mentre scendevano.
“Scusa, forse non avrei dovuto dirtelo.”
“Mi aveva detto di non poter venire perché aveva un importante colloquio di lavoro.”
Che stupido che ero stato, perché glielo avevo detto? Idiota!
“Scusa, sono un cretino.”
”No, mi va di parlarne, voglio sfogarmi.”
“Ti ascolto amore.”
Dissi mentre insieme ci distendevamo sul letto, coprendoci con una coperta verde.
“È sempre stato così tra noi, alle occasioni importanti lui non c’era. L’ho conosciuto quando avevo circa diciotto anni, me ne sono innamorata subito. Era bello e dolce. Ma più passavano gli anni più lui cambiava, a ventiquattro anni è nata Ashley e ci siamo sposati, era tornato il Jacob che amavo, sempre a casa a coccolare sia me che Ash. – Prese aria e proseguì. -  Ma è ricrollato tutto dopo una decina di mesi. Penso che fosse il periodo in cui iniziò a vedere Jane. Non c’era per il primo compleanno di Ashley, non è potuto venire per il secondo e il terzo. Arrivò a fine festa per il suo quarto e la chiamò per farle gli auguri il giorno che compieva cinque anni. Non ci è stato quando ebbi un incidente in macchina, non venne nemmeno una volta in ospedale. Rimasi incita per la seconda volta quando Ash aveva due anni, ma quando persi il bambino a causa di una caduta giù dalle scale di quella maledetta casa a Montreal, lui non è venuto da me a infondermi coraggio, è tornato dopo due mesi e non mi disse nulla. – singhiozzò e la strinsi ancora di più a me. - Come se si fosse scordato dell’accaduto. Non c’era quando mi laureai, non c’era quando partorì Ashley, non c’era ad accompagnarmi al mio primo giorno di lavoro. Non c’è mai stato, mai!”
Pianse, la mia Bella si mise a piangere come non avevo mai visto fare a nessuno.
Quando avevo diciotto anni Jacob era felicemente fidanzato con Jessica, una nostra compagna di liceo. Quando nacque Ashley lui era felicemente fidanzato con Angela. È vero per una decina di mesi sparì dalla circolazione, lo vedevo poco e niente poi però si fidanzò con Leah ma ormai il nostro rapporto si era sgretolato e ci parlavamo a malapena. Non dissi nulla a Bella. Non le dissi che era stata presa in giro per tutta la vita da Jacob, lui che si era sposato a mia insaputa, lui che aveva una casa, moglie e figlia e non mi aveva più richiamato. Forse erano stati i sensi di colpa, certo andava a letto con Jane, la sua coscienza si sarà fatta sentire. Piansi con lei ripensando a tutto quello che aveva dovuto affrontare da sola, un aborto e una vita difficile ad allevare una bambina tutta da sola.
Io e Bella alla fine ci alzammo da quel letto e  finimmo di vedere la casa, poi andammo a riprendere Seth e Ash, non tornammo più sull’argomento e quella notte ci riamammo. Si, perché avevamo bisogno, avevamo bisogno di sentirci finalmente amati da qualcuno, avevamo bisogno di sentirci protetti. Avevamo bisogno di sapere che c’eravamo e che ci saremmo sempre stati per l’altro. Avevamo bisogno di noi. Per sempre

  
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