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Autore: Levineisabitch_    19/12/2011    5 recensioni
Bienvienue (?)
Questa storia è ispirata all'album American Idiot dei Green Day.
Quindi DECLAMO CHE I PERSONAGGI NON SONO DI MIA PROPRIETA'.
Yo.
Dopo di questo, spero vi piaccia, anche se scrivo peggio di quanto scriverebbe un cane (?)
THERE'S NOTHING WRONG WITH ME, THIS IS HOW I'M SUPPOSED TO BE.
Genere: Malinconico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO DUE: AMERICAN IDIOT AND HOLIDAY
Eri stanco di tutto, pure della pioggia che scendeva come una fiammata.
Portavi addosso il peso della vergogna di chi muore senza nome, perché quello eri: il nulla, nemmeno degno di avere un nome.
Eri stanco del governo californiano, di quello inglese, di quello italiano, perché si ha perso la guerra?
Per idee sbagliate, per opinioni senza rispetto, per quello che ognuno fa: ce ne freghiamo tutti.
‘tutti!’ dicevi. E avevi ragione, per una volta. Eri pure tu un menefreghista, alla fine, ma almeno tu lo facevi come Dio comandava.
Qualcosa da dire al riguardo avevi. Gli altri accettavano tutto, senza porsi nessun interrogativo.
Dicesti che sognare era ancora possibile, che tu alle balle che tutti cacciavano non credevi, non eri d’accordo con niente.
Quello era l’inizio del resto della tua vita, passata così, in vacanza, da bravo menefreghista.
Avevi assolto il tuo compito scappando, evitando il problema, vero?
No! Cos’avevi capito? Tu eri ancora coinvolto, con la merda fino al collo.
Lo sei sempre stato.
Perché quello che riguarda me, noi, lui e lei riguarda pure te.
Rinnegare non ti avrebbe aiutato, lo sapevi.
Tutti quegli uomini, morti in guerra, senza un cazzo di nome, tutti quegli uomini che asciugavano le ferite con la bandiera della nazione, la grande nazione!
Combattevano per il paese! Per aiutarci! Per dare un contributo!
Ma tu non ci cascavi, non eri mica il governo che alla fine si era trovato culo a terra, toccando il fondo.
Non eri d’accordo con le grandissime balle di tutti i giorni.
Bombardamenti come punizioni, critiche al governo per far cambiare le cose, ma le cose non cambieranno.
Potevi farne a meno di torre Eiffel e affini, a te importava avere un futuro anche se sia quello che la speranza per te non c’era.
Volevi uccidere le fatiche inutili, provando che è il fuoco a scatenare il fuoco.
Non significava nulla per te il governo, forse perché eri il cattivo ragazzo di Berkeley.
O magari il solito idiota americano, eri.
Vivevi in una nazione succube, dipendente dai media, dove l’opinione di chi contava era quella di chiunque, solo per televisione, radio, musica che diceva che era così.
Ma non era così! Perché far guerra alla guerra? Non si può finire tutto, abbandonare tutto?
No, non si poteva! La svolta era necessaria e tu volevi essere la svolta in persona.
Ma era impossibile per un rifiuto umano come te, vero.
L’isteria che si appropriava dei cervelli americani.
Un suono subliminale che fotteva chiunque. Fotteva me, te, loro!
Al posto di ‘California’ sarebbe dovuto campeggiare un bel cartello che dava il benvenuto a un nuovo tipo di pressione mentale, dove dovevi essere lo stereotipo dell’Americano perfetto, non avevi alternativa.
Una pressione che si spargeva come il petrolio si spande in acqua, dove tutto può benissimo andare a puttane, senza che a qualcuno interessi sul serio.
Perché alla fine neanche all’America quella potente interessa.
La televisione che ci affibbia sogni del futuro, ovviamente falsi, perché non c’è questo futuro di cui si va tanto parlando.
Ma non bisogna seguirli, dicevi! Bisogna convincere la massa a seguire un esempio diverso, positivo o negativo che sia, diverso!
Tu, quello che diceva di essere parte dell’America gay, non per il tuo orientamento sotto le lenzuola, ma perché tu eri differente e essere gay, neri, malati o che altro era essere differente! E tutti dicevano che era essere peggio, eh? Tu volevi essere peggio, in senso migliore.
Non volevi essere il solito bigotto conservatore, tu eri la svolta e tu per primo te ne volevi convincere.
In un paese dove tutti fanno propaganda a tutti e ogni singolo individuo si sente paranoico fino alle ossa, paura per un domani incerto.
Ti rifiutavi di appartenere alla massa, quella massa convinta di essere informazione quando invece era solo fottuta isteria!
E allora perché sei anche tu un menefreghista? Perché alla fine ti sei arreso, sai che non sarai tu quello a cambiare le cose, forse non sei quel Gesù che dici di essere.
Se fossi davvero Gesù ora riusciresti a tornare indietro, spaccando i culi e diventando il cambiamento che vuoi vedere nel mondo.
Ma non sarà così, giusto.



Note autrice.
Come già detto i personaggi e la storia non mi appartengono.
Magari fosse così ç_ç
Questo capitolo è ispirato a 'Holiday' e a 'American Idiot' dei Green Day, infatti ci ritrovereste molte frasi a confrontarli.
Spero vi piaccia :D
   
 
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