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Autore: Elisir86    05/08/2006    2 recensioni
“I nostri nomi non sono rimasti impressi nella storia. Dimmi, sai magari chi era Harry Potter? E Luna Lovegood? Sono solo due nomi che nessuno considera. Eppure di nomi come questi ce ne sono tanti. Perché sono i nomi di eroi, ma non si può pretendere che i babbani possano ricordarsi di persone morte in un mondo che ora non esiste.”
Genere: Malinconico, Sovrannaturale, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Grazie per i commenti! ^///^

In questo capitolo c'è uno scambio di parole tra Fred e George che è in un'altra mia fanfic "SALICE PIANGENTE"

Spero che anche questo capitolo vi piaccia!

 

Capitolo V

Musica

 

Il giorno prima aveva dormito con Enola e nessuna immagine inconsistente l’aveva più disturbata.

E quella mattina, la signora le aveva portate a fare un bel picnic vicino a un fiume. Lontano qualche ora dalla villa.

Noelene perciò aveva conosciuto Alysha la ragazza che abitava insieme a lei a Villa Rosa. Era stata mandata lì da sua zia per farle curare le sue insonnie.

Fu così che tra chiacchiere e risate che finirono il loro pranzo e si sdraiarono sotto il un salice piangente.

“Assolutamente no!”

Noelene spalancò gli occhi azzurri, di Alysha e Enola nessuna traccia.

“Oh, smettila Fred! Io sono più veloce di te e posso arrivare da Bill in meno di due ore!” Il corpo di una ragazza dai lunghi capelli rossi dava le spalle alla bambina.

“Non è questo il punto! Mamma ti ha affidata a me e io di certo non ti lascerò fare certe pazzie!” Un ragazzo di tre anni più vecchio si materializzò accanto a lei. I capelli rossi spettinati e sporchi, la barbetta incolta.

“Non sono sola c’è anche Flebo con me!”

Noelene s’alzò in piedi e la scena cambiò.

Due ragazzi indettici stavano seduti sotto l’albero e una bottiglietta contente fumo grigio stava nelle mani di uno di loro.

“Fred?”

“Si?” i lunghi capelli rossi che coprivano gli occhi del ragazzo.

“La nascondi tu per favore?” la fiala cascò.

Si spostò velocemente, doveva ritrovare Enola, aveva paura.

Una ragazzina di sedici anni le corse incontro, “Bill!” rideva felice, e saltò imbraccio al ragazzo oltrepassandola.

Noelene notò solo i lunghi capelli rossicci e un orecchino bizzarro prima che tutto scomparisse.

“Ehi! Che faccia che hai!”

Alysha la stava fissando preoccupata, in mano teneva due coni, “Abbiamo deciso di comprare dei gelati. Che gusto preferisci? Limone o Fragola?”

E fu in quel momento che tutto accanto a Noelene fu buio.

Si ritrovò da sola con la musica di un pianoforte inesistente, e la figura del giovane ragazzo biondo.

“Cosa volete da me?”

Gli occhi carichi di lacrime e le manine che tremavano.

La musica continuò triste.

“Nessuno di noi lo sapeva. Nessuno voleva questo. Nemmeno Lui.” La voce del ragazzo era strascicata e stanca.

“Eravamo in tanti sai? Molti di più dei babbani. C’era chi odiava, chi distruggeva e chi...Chi tentava di salvare la vita a quelli senza magia. Ma, mai avremmo immaginato che il nostro mondo si sarebbe concluso così.

Che i maghi si sarebbero estinti.

Da bambino pensavo che i babbani dovessero sparire dalla faccia della terra...”

S’azzittì mentre cambiava musica.

Da triste a allegra.

“Abbiamo abbandonato in tutti i luoghi le nostre esperienze...i nostri ricordi...” Noelene si guardò attorno sperando che tutto fosse un incubo.

“E abbiamo lasciato la nostra vita. Molti di noi non hanno trovato pace. Io non ho trovato pace!” la musica divenne più veloce.

“Stavamo in un mondo di ricordi e silenzio. Un mondo che nessun babbano poteva vedere, sentire. Ma tu...Tu sei entrata nel mondo della magia! Hai oltrepassato la sottile linea che divide maghi e babbani...”

Noelene iniziò a piangere, “Io non volevo, io...”

“I nostri nomi non sono rimasti impressi nella storia. Dimmi, sai magari chi era Harry Potter? E Luna Lovegood? Sono solo due nomi che nessuno considera. Eppure di nomi come questi ce ne sono tanti. Perché sono i nomi di eroi, ma non si può pretendere che i babbani possano ricordarsi di persone morte in un mondo che ora non esiste.”

La musica cessò e il ragazzo si voltò verso la bambina.

  
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