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Autore: Elisir86    05/08/2006    2 recensioni
“I nostri nomi non sono rimasti impressi nella storia. Dimmi, sai magari chi era Harry Potter? E Luna Lovegood? Sono solo due nomi che nessuno considera. Eppure di nomi come questi ce ne sono tanti. Perché sono i nomi di eroi, ma non si può pretendere che i babbani possano ricordarsi di persone morte in un mondo che ora non esiste.”
Genere: Malinconico, Sovrannaturale, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Grazie a tutti per i commenti.

Quello che suona il piano, si è Draco... In questo capitolo la voce di Draco è in grosetto, poiché è come se fosse il narratore della storia.

Da questo capitolo iniziano i ricordi.

Vi prego di lasciare ancora commenti!

Capitolo VI

Fleur

 

La prima ad andarsene fu Fleur, la moglie di Bill.

Noelene sobbalzò nel vedere il salice piangente sotto al quale pochi minuti fa riposava.

Un ragazzo e una ragazza dai capelli rossi stava in piedi. E la voce del ragazzo biondo divenne solo un mormorio di sottofondo.

“Assolutamente no!” Frederick osservava furioso sua sorella, i capelli rossi tagliati in maniera bizzarra.

“Oh, smettila Fred! Io sono più veloce di te e posso arrivare da Bill in meno di due ore!” Lei gli dava le spalle, e guardava con freddezza il cielo limpido. Un cielo troppo bello per tempi come quelli.

“Non è questo il punto! Mamma ti ha affidata a me e io di certo non ti lascerò fare certe pazzie!” Si portò una mano tra i capelli appiattendo solo alcuni ciuffi. La barbetta incolta che gli dava un aspetto malato.

Si avvicinò a Ginny affiancandola, lei aprì leggermente le labbra “Non sono sola c’è anche Flebo con me!”

Frederick sospirò arrabbiato, affondando le mani nelle tasche dei jeans, “Vuoi sempre vincere tu...” mormorò abbassando lo sguardo sul prato verde, “Ma questo non è un gioco! Tu non puoi tornare in vita, non hai altro che una sola opportunità che...” alzò gli occhi blu, carichi di lacrime, per fissarli in quelli azzurri di lei, “Io non sopporterei di perderti...”

Ginny sorrise dolcemente, abbracciandolo.

“Oh, il mio dolce fratello!”

Due fratelli, che in quel momento non pensavano che quel gesto fosse stato il loro addio. Non è forse triste Noelene? Non hai mai sentito parlare di loro, della famiglia Weasley?

La famiglia che tutti dovrebbero prendere come esempio.

La famiglia che perfino io avrei voluto.

Ne hai mai sentito parlare?

E in quel momento con passo veloce arrivò Fleur, i capelli legati in un alta coda. Al collo una pesante collana.

“Andiamo?” chiese con dolcezza, non mascherando l’accento francese.

In pochi minuti Ginny era già alla passaporta, mentre la giovane moglie di suo fratello era rimasta con il gemello.

“Fred, so quanto ami tua sorella. E finché ci sarò io vicino a lei te non ti devi preoccupare...”

Lo guardò un momento, sembrava scettico.

“Non permetterò mai che le succeda qualcosa.”

Raggiunse velocemente la rossa e insieme toccarono il capello di paglia. Scomparvero da quel luogo.

E si ritrovarono nel capo di grano.

Ma mai si sarebbero aspettate di trovarsi in mezzo a dei maggiamorte.

E iniziarono a correre per salvarsi la vita... Per salvare la vita di tutti i babbani.

Dimmi Noelene qualcuno ti ha parlato di questa corsa? Ti hanno parlato della disperazione che queste due giovani donne hanno dovuto provare in quei attimi per dare un futuro a tante persone sconosciute?

Hanno corso per questo mondo.

E Fleur, la bella Fleur...

La giovane donna si tolse la pesante collana, lanciandola tra le mani tremanti di Ginevra, “Corri! Siamo quasi arrivate! Corri Ginny!”

La incitava nonostante fosse più vicina di lei alla nuova passaporta.

Fleur aveva perso l’elastico e ora aveva i lunghissimi capelli sciolti. Vide suo marito in lontananza abbracciare sua sorella.

Gli occhi azzurri come il cielo sgranati dal terrore, e le mani che s’allungavano in avanti, nell’insulsa speranza di darsi più forza.

“BILL!”

Urlò con disperazione e orrore, proprio mentre la maledizione senza perdono, che ti toglieva la vita la stava per colpire.

E la colpì.

Vigliacchi come pochi erano i mangiamorte, perché colpire una persona di spalle non è mai un gesto di cui vantarsi.

Non è un peccato Noelene, che una donna così bella se ne andasse proprio quando aveva scoperto l’amore?

Noelene trattenne un singhiozzo.

“Smettila. Non voglio vedere queste cose!”

Il ragazzo comparve ancora, sempre seduto sul pianoforte, con le magre e lunghe dita che si muovevano sui tasti.

“Ma tu devi...Devi raccontare di Fleur, Ginny, di me, e di tutti gli altri. Devi far conoscere i nostri nomi, e le nostre ultime gesta.

Eravamo solo ragazzini, Noelene.

Ronald ne aveva solo diciassette.

Io dicianove.

Eppure abbiamo combattuto come pochi.

Devi raccontare la fine di un mondo che doveva essere eterno.”

  
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