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Autore: Lisey91    19/12/2011    2 recensioni
Tutti conosciamo la storia del famoso Harry Potter e dei suoi migliori amici, Hermione Granger e Ronald Weasley, e di come essi sconfissero il malvagio Lord Voldemort. Ma pochi conoscono quella di tre ragazze speciali, senza le quali forse non avrebbero potuto farcela... Questa storia non l'ho scritta io, ma una dolcissima ragazza con un lieve ritardo mentale ma con una fantasia a dir poco stratosferica che l'ha terminata dopo 5 anni che ci lavorava. Spero che piaccia a voi quanto è piaciuta a me.
Genere: Avventura, Commedia, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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2.11 Pozione Polisucco

-Smettila Pix!- Marion alzò lo sguardo umido a incontrare quello della professoressa McGonagall che avanzava verso di loro seria. Si fermò davanti a lei e esaminò la scena circondata da un silenzio improvviso e carico di tensione. –Signor Mcmillan potrebbe portare il suo compagno e Ser Nicolas in infermeria per favore?- Ernie sobbalzò facendosi avanti timidamente –Certo professoressa ma non saprei proprio come..- non finì la frase che con un tocco di bacchetta la donna aveva fatto apparire un grosso ventaglio a quadri scozzesi e una barella fluttuante, che aveva già caricato e coperto il corpo paralizzato del povero Justin – Ti seguirà- spiegò indicando quest’ultima al ragazzo, che annuì e, afferrando il ventaglio che la donna gli porgeva, e si allontanò verso l’infermeria sventolando energicamente con un ultima occhiata astiosa a Harry –Tornate tutti ai vostri dormitori. A parte lei, signor Potter. Lei mi segua- Marion sobbalzò scattando in piedi, non voleva assolutamente che Harry fosse espulso (o peggio) per una cosa che non aveva fatto –No! Professoressa, Harry non ha fatto nulla glielo giuro!- disse accorata sotto lo sguardo severo della donna –Non è una questione di mia competenza Lupin- la castana si morse un labbro cercando di darsi coraggio –Sono anche io sulla scena del delitto, non dovrei avere lo stesso trattamento che vuole riservare a lui?- domandò cercando di non far tremare la propria voce. Vide gli occhi scuri della donna spalancarsi lievemente mentre un leggero sorriso le increspava il volto –Molto bene. Seguitemi- Camminarono in silenzio per qualche minuto fino ad arrivare davanti a un grande gargoyle con le fauci spalancate –Sorbetto al limone- disse la McGonagall senza riuscire a trattenere un mezzo sorriso subito celato da uno sbuffo. Evidentemente la parola d’ordine aveva per lei un significato che loro ignoravano. Entrarono nell’apertura lasciata dalla statua, una scala a chiocciola saliva pigramente verso al soffitto sospinta da chissà quale magia. Arrivati in cima la donna bussò a una porta di noce che si aprì senza fare rumore accogliendoli nella stanza più assurda che Marion avesse mai visto.. Era una grande stanza circolare con un caldo pavimento composto da un gioco di legni e forme che creavano la mappa stellare. Ovunque scaffali e tavoli gremiti di strani oggetti rumoreggianti o dalle forme più strane e libri dappertutto, anche sul pavimento, rivestiti con un centrino di pizzo e usati a loro volta come piani d’appoggio. Una scala, infondo, si inerpicava su un altro piano, probabilmente dove c’erano il bagno e la camera da letto. Se non fosse stato che non erano lì per una visita di cortesia ai due ragazzi sarebbe senz’altro piaciuto esplorare un po’ in giro. –Aspettate il preside qui. E non rompete nulla!- raccomandò la professoressa prima di andarsene di fretta, probabilmente a lezione. Harry si diresse subito verso l’enorme scrivania dalle zampe ad artiglio mentre lei si avvicinò ad un tavolo coperto di fiale dai colori sgargianti e da un paio di fotografie. Si era aspettata di vedere un giovane Dumbledore dalle ginocchia sbucciate o in sella al primo manico di scopa o magari con la famiglia sul binario 9 e ¾ al suo primo anno. Invece il Dumbledore delle foto era già piuttosto maturo e in ogni caso erano più che altro foto di una bambina. Fissò stupita le immagini concentrandosi in particolare su quella che sembrava più recente, Dumbledore aveva una mano sulla spalla di una ragazza che mostrava sorridente una pergamena che attestava i suoi 11 M.A.G.O e la professoressa McGonagall sorrideva orgogliosa al fianco opposto. Sembravano proprio una famiglia e si domandò chi fosse quella ragazza dall’aspetto famigliare e che rapporti avesse con il preside. In quel momento Harry strillò attirando immediatamente la sua attenzione –L’UCCELLO E’ ANDATO A FUOCO!- le urlò concitato –Co-cosa ti è successo?- domandò, certa di aver capito male, fissandolo perplessa –L’uccello di Dumbledore! Ha preso fuoco io non..- cercò di spiegarsi evidentemente fuori di se. Marion fissò la palla di fuoco alle spalle del ragazzo e si avvicinò incredula –Ma com’è possibile?- chiese guardando le ceneri fumanti che si erano raccolte in una ciotola dorata posizionata appena sotto il trespolo. In quel momento entrò Dumbledore. Aveva un’aria torva. –Professore.. il suo uccello.. non ho potuto fare niente.. ha preso, semplicemente, fuoco- si affrettò a spiegare il moro. Con grande stupore di entrambi l’uomo sorrise –Era anche ora! Erano giorni che aveva un’aria terrificante. Gliel’ho detto tante volte che doveva decidersi, non è vero mia cara?- Mirice apparve dietro il professore con un sorriso lievemente imbarazzato –Signorina Lupin, si è già scordata di Fanny?- la castana sobbalzò mentre il viso pallido si apriva in un sorriso divertito –Oh! Harry è una fenice! Loro rinascono dalle ceneri- esclamò tranquillizzando l’amico. Dumbledore si sedette alla scrivania con un sorriso sereno –E’ un vero peccato che l’abbiate vista il giorno del Falò. In genere è un animale veramente molto bello. Mirice ci vediamo presto, e di a Minerva quello che ti ho detto- la donna sbuffò sistemandosi meglio gli occhiali quadrati sul naso –Tu e mamma mi farete impazzire. Sai bene che non cambierà mai idea- gli fece notare alzando gli occhi al cielo –E tu sai bene che non lo farò nemmeno io- proseguì Dumbledore ridacchiando –Ah, potresti accompagnare fuori la signorina Lupin? Vorrei parlare da solo con Harry- Marion sobbalzò, per poi lanciargli lo sguardo più implorante che riusciva a fare –Non si preoccupi, non credo che il signor Potter abbia aggredito quelle persone e non ho intenzione di espellerlo- la rassicurò con un sorriso sincero. Solo allora Marion accettò di lasciar da solo l’amico.

Melen sbuffò seccata chiudendo l’ennesimo libro sulle famiglie magiche. Era una settimana che in ogni momento libero cercava un collegamento tra i Potter e i Serpeverde e anche qualche notizia in più sui Peverell. Ma senza risultati apprezzabili. Lasciò vagare pigramente lo sguardo sulla sala comune e notò con disappunto che i suoi amici erano spariti di nuovo. Era da un po’ di tempo che spesso Hermione e qualcuno degli altri spariva per periodi abbastanza lunghi senza specificare mai dove andavano e perché, anche una mente meno sveglia avrebbe capito che le stavano nascondendo qualcosa. Frustrata chinò il viso incrociando gli occhioni chiarissimi di Plummy e gli concesse una grattatina dietro le orecchie, ultimamente il cagnone era molto triste. Non che fosse l’unico. Dopo l’aggressione di Emily, Nick e Justin il castello viveva nel terrore. Certamente il più abbattuto era Fred che sembrava non sarebbe mai più stato in grado di sorridere e che nemmeno George riusciva a tirare su di morale. Stranamente non era in infermeria ma fissava il fuoco assorto, giocando con qualcosa che non riusciva a classificare ma di cui conosceva perfettamente il proprietario, o meglio la proprietaria.. –Che ne dici bestione, andiamo a trovare la tua padrona?- domandò a Plummy, che si diresse istantaneamente verso l’uscita abbaiando impaziente –Molto bene- concesse incamminandosi con lui verso l’infermeria. Non c’era mai andata in quella settimana. Sapeva che gli altri, a parte forse Ron, andavano a trovarla tutti i giorni ma lei non se l’era mai sentita, vederla immobile avrebbe reso ancora più reale la sua assenza.. Entrò nella stanza e notò subito i tre letti con le tende tirate e la sagoma fumosa di Nick-quasi-senza-testa “appoggiata” tra il letto di Colin e il muro. Si avvicinò nervosa a quello di Emily rendendosi conto che non era sicura di volerla vedere “non fare il coniglio Melen. Dopodomani torni a casa, devi almeno salutarla” si disse con riprovazione scostando la tenda. Era peggio di come aveva immaginato. Il corpo della ragazza era rigido, un braccio alzato come a toccare qualcosa e un espressione di stupore e orrore sul viso. Non l’aveva mai vista così ferma, così..morta.. e avrebbe preferito continuare con quella sana abitudine.. Si sedette sulla sedia davanti alla ragazza e le sfiorò la mano. Generalmente Em era calda, una vera stufa-umana, ma in quel momento sembrava che tutto il calore avesse abbandonato il suo corpo. Era gelida. –Lelly..?- la voce di suo cugino, così vicina da farla sussultare la distrasse dai suoi pensieri, non l’aveva sentito arrivare –Ciao. C-cosa ci fai qui?- domandò asciugandosi le lacrime che, a sorpresa, avevano preso a bagnarle il volto pallido. Il ragazzo sospirò sedendosi sul letto e le prese una mano nelle sue senza dire nulla, limitandosi a farle sentire il suo appoggio –E’ strano vederla così silenziosa. Pensavo non esistesse una magia capace di bloccare questa lingua..- mormorò con forzata ironia, sfiorando le labbra congelate di Emily con le dita. Melen annuì –Non siete riusciti a scoprire altro tu e l’elfo?- Draco scosse la testa –No. Mio padre non mi vuole dire nulla e infondo a me non è che dispiaccia poi tanto. Ci libereremmo di un po’ di sanguesporco..- la vampira gli lanciò un occhiataccia –Anche io sono una mezzosangue Draco.- Il serpeverde scosse la testa –Sei una purosangue. Vampiri si diventa, sanguesporco si nasce- ribatté lui –Io sono nata così.. Non voglio discutere di nuovo su questo. Tu odi quello che ti hanno insegnato ad odiare, quello che probabilmente avrei disprezzato anche io se mio padre non fosse quello che è.. Eppure non tratti il tuo elfo come un oggetto..- fece notare incatenando i suoi occhi scuri con quelli grigi del cugino –Dobby è.. l’eccezione che conferma la regola- Melen sorrise –Lui ti ha fatto cambiare idea sugli elfi, ora basta trovare un nato babbano che ti faccia cambiare idea su di loro e avremo un Draco migliore- il biondo fece una smorfia contrariata –Non ti sarà facile trovarlo- il sorriso della mora si allargò –Oh, ma io l’ho già trovata- mormorò. Accarezzò un ultima volta il viso di Emily poi si alzò e se ne andò, non poteva sopportare oltre la vista del corpo senza vita della sua migliore amica..

Le vacanze di Natale furono accolte da una bianca coltre di neve e dal sollievo della maggior parte degli studenti. Erano veramente pochi quelli che avevano deciso di restare al castello, ancora meno che negli anni passati e in cuor suo Marion non poteva proprio dar loro torto. Se non fosse stato per la Polisucco avrebbe seguito anche lei il loro esempio, anche perché il suo papà le mancava davvero molto! La mattina di Natale fu la prima a svegliarsi, fissò il letto di Em e per un attimo ebbe un tuffo al cuore nel notare la sagoma che vi dormiva, salvo poi ricordarsi che era stata proprio lei a proporre alla piccola Weasley di trasferirsi momentaneamente nel loro dormitorio. Sospirò rattristata tirandosi a sedere e notò che invece il letto di Hermione era vuoto. Si affrettò a vestirsi per poi correre verso il bagno di Mirtilla dove, come aveva previsto, la bionda stava mescolando la pozione ribollente –Ciao- la salutò entrando nel cubicolo – Hai aggiunto la Crisopa?- Hermione annuì –Si, è pronta. Non ci resta che aggiungere i pezzettini delle persone in cui ci vogliamo trasformare e dovremmo esserci- Marion si mordicchiò il labbro inferiore nervosa –Sei sicura di volerlo fare Herm? Insomma potremmo metterci in un mucchio di guai.. senza contare che a Melen non piacerà per niente- Hermione si strinse nelle spalle con un sospiro –Una volta che Malfoy confesserà tutto tornerà come prima. Mel.. Mel capirà- mormorò mordicchiandosi il labbro, probabilmente nel tentativo di convincere anche se stessa..

Hermione aveva rubato delle divise di Serpeverde in lavanderia ed era riuscita a procurarsi un capello di Millicent Bulstrode per se e uno di Pansy Parkinson per Marion, ora dovevano solo aspettare che Ron e Harry tornassero con i capelli di Tiger e Goyle e avrebbero potuto tranquillamente cominciare. La pozione aveva raggiunto un intenso color fango di palude (a parere di Ron anche l’odore ricordava il fango di palude e Marion non avrebbe potuto essere più d’accordo) e aveva iniziato a rilasciare un intenso fumo nero che appestò ben presto l’intero bagno, costringendo le ragazze a coprirsi bocca e naso per non morire soffocate. –Miseriaccia! Speriamo che il sapore sia meglio dell’odore- Marion sorrise aprendo la porta del gabinetto –Dal colore non ci giurerei..- commentò ansiosa con un mezzo sorriso –Li avete presi?- domandò Hermione spostandosi un ricciolo sudato dal viso. Harry annuì mostrandole un paio di peli scuri –Bene. Allora direi che.. ci siamo. Sono certa di aver fatto tutto a dovere, il libro dice che avremo un ora esatta prima di riprendere le nostre sembianze.. Dovremo farcela, no?- Ron sbuffò –Certo che ce la faremo! Non dobbiamo mica interrogarlo su tutta la sua vita!- Harry deglutì nervoso –Speriamo vada tutto bene-. Hermione versò la poltiglia maleodorante nei bicchieri di vetro che Marion si era procurata dalle cucine, lasciò cadere un lungo capello scuro nel primo e lo passò a Marion mentre il composto diventava di un violetto brillante. Tra quella giallo-vomito di Hermione, quella cachi di Harry e quella marrone di Ron era senza dubbio la più invitante –Prima di berla ci conviene cambiarci e uscire da qui.. altrimenti non ci staremo più- fece notare Harry. –Ben detto. Andiamo ognuno in un gabinetto- disse Ron aprendo la porta e infilandosi nel cubicolo di fianco. Marion osservò la sua pozione preoccupata, nonostante il colore non fosse proprio orribile aveva un odore da uovo marcio davvero nauseabondo, poi avvicinò il bicchiere alle labbra e bevve un paio di grandi sorsi. Subito sentì torcersi le budella come se avesse ingoiato serpenti vivi, era certa che presto avrebbe vomitato. Poi l’intero corpo iniziò a bruciare e a pizzicare, sentì le gambe allungarsi, i capelli lunghi si scurivano e si ritiravano nella testa fino a raggiungere la nuca, sentì il naso diventare piccolo e le mani affusolate ed eleganti, improvvisamente la gonna le stava un po’ stretta di vita. Poi, così com’era iniziato, tutto cessò di colpo. –Tutto ok?- la voce di Harry le arrivò dal cubicolo attigua al suo –s-si, credo di si- rispose con una voce acuta e nasale. Si infilò velocemente la divisa e uscì dal gabinetto per fiondarsi allo specchio, gli occhi verdi di Pansy ricambiarono il suo sguardo stupiti –Wow, è davvero incredibile!- esclamò Ron avvicinandosi a lei palpandosi il naso –Ci conviene muoverci. Dobbiamo ancora trovare la sala di ritrovo dei Serpeverde, e sono già passati quasi cinque minuti..- disse Harry. Marion annuì con un mezzo sorriso, era davvero strano vedere Goyle con un espressione seria e pensierosa! –Herm sei pronta?- domandò Ron. Una vocetta stridula, per nulla simile a quella profonda della Bulstrode gli rispose –Io..io non credo che verrò. Andate senza di me- i tre si guardarono increduli –Come senza di te? Hermione stai bene?- domandò Harry basito –Dai, lo sappiamo che Millicent è brutta, ma nessuno saprà che sei tu!- cercò di sdrammatizzare Ron –No.. no io davvero.. non posso.. non credo proprio di venire. Andate, ci ritroviamo qui!- aveva una voce talmente implorante che i ragazzi decisero di non indagare oltre e si avviarono fuori dal bagno –Mary devi cercare di essere più sicura, alza il viso e guarda tutti come se fossero delle cacche- suggerì Ron fissando critico Marion –C-così va meglio?- balbettò alzando lievemente il mento, le guancie in fiamme. Harry e Ron si scambiarono uno sguardo, a disagio. Si avviarono verso i sotterranei perché, come aveva fatto notare Ron, era da lì che in genere venivano i serpeverde. Girarono per un po’ nei corridoi bui cercando un arazzo, una statua, un qualcosa che potesse suggerire la presenza di una porta nascosta senza, ovviamente, nessun risultato.. –Ah eccovi! Vi ho cercato dappertutto! Siete stati a rimpinzarvi in Sala Grande fino ad ora? Voglio farvi vedere una cosa davvero buffa- Draco Malfoy li raggiunse dopo quasi un quarto d’ora di vagabondaggi con un sorrisetto divertito sul viso pallido. Marion non avrebbe mai pensato che un giorno sarebbe stata felice di vederlo! –Oh, ciao Pan! Alla fine hai deciso di restare- si avvicinò a Marion e le prese una mano regalandole un sorriso dolce –Ne sono contento- sussurrò facendola avvampare. Lo seguirono fino a quando non si fermò davanti a un punto del muro vuoto e squallido –Qual è la nuova parola d’ordine?- chiese a Harry –Ehm.. purosangue?- tentò lui, poco convinto. Miracolosamente la porta si aprì – E bravo Goyle, finalmente una che ti ricordi!- esclamò il biondo dandogli una pacchetta sul braccio possente. –Aspettate qui, vado a prenderla- Harry, Ron e Marion si guardarono in giro cercando di non dare nell’occhio. La sala comune di Serpeverde era molto decorata, le poltrone verde smeraldo sembravano davvero costose, così come i mobili e i quadri. C’era una penombra perenne, rischiarata da candele fluttuanti e dal grande camino, mentre delle sottili finestrelle nella parete facevano intravedere le acque scure del lago Nero. Un po’ impacciati si sedettero a uno dei tavoli e attesero il ritorno di Malfoy. Il biondo portava un pezzo di giornale che sembrava essere stato ritagliato dalla gazzetta del profeta. Lo lesse velocemente ad alta voce:

Arthur Weasley, direttore dell’Ufficio per l’Uso improprio dei Manufatti Babbani, ha ricevuto oggi una multa di cinquanta galeoni per aver stregato un automobile babbana. Non siamo riusciti a raccogliere il commento del signor Weasley, ma sua moglie ha intimato ai giornalisti di levarsi dai piedi minacciando di sguinzagliargli contro il fantasma di famiglia. Lucius Malfoy..

-Beh, non è buffo? Immagino che sia stato un bel colpo per loro. Cinquanta galeoni equivarranno più o meno a tutti i loro possedimenti- Ron strinse forte i pugni fingendo di sorridere ma ottenendo solo una smorfia. Harry e Marion non dissero niente limitandosi ad annuire, entrambi preda di feroci sensi di colpa –Arthur Weasley ama talmente tanto i babbani che dovrebbe proprio buttare la bacchetta alle ortiche e andare a vivere con loro- continuò Malfoy sprezzante –Da come si comportano non si direbbe proprio che i Weasley siano purosangue- La faccia di Ron era contratta dalla rabbia. –Si può sapere cosa ti prende Tiger? Stai male?- gli domandò Draco perplesso –Mal di stomaco- grugnì lui –Beh, vattene in infermeria e già che ci sei dai un calcio a tutti quei sanguesporco da parte mia- proseguì con un ghigno –Mio padre dice sempre che Dumbledore è la peggior disgrazia capitata alla scuola. E ha ragione! Nessuno preside sano di mente avrebbe ammesso Canon e Fat. Insomma almeno la Fat è carina, ma Canon.. mi fai un autografo Potter? Posso farti una foto Potter? Permettimi di leccarti le scarpe Potter!- esclamò in falsetto con una scrollata di spalle, fissandoli in attesa. La risata forzata e in ritardo di Harry e Ron non parve sorprenderlo più di tanto quindi si concentrò su Marion con aria interrogativa –E così credi che Emily sia carina?- domandò quella senza riuscire a trattenere un sorrisetto nel vederlo arrossire –m-ma figuriamoci! Non toccherei quella schifosa sanguesporco neanche con un dito! Anzi, mi piacerebbe davvero sapere chi è l’erede di Serpeverde per stringergli la mano!- La mascella di Ron-Tiger si afflosciò così tanto che la sua faccia sembrò più ebete del solito. Fortunatamente Malfoy non sembrò farci caso e Harry ne approfittò per cercare di salvare il salvabile –Ma tu avrai sicuramente un idea di chi c’è dietro a tutto questo..- Malfoy sbuffò –Sai che non ce l’ho, quante volte te lo devo ripetere? E mio padre non vuole dirmi nulla sull’ultima volta che la Camera è stata aperta. Mi ha detto che è successo cinquant’anni fa, quindi prima che lui fosse a Hogwarts, ma lui sa tutto e si è lasciato sfuggire che l’ultima volta che è stata aperta uno di loro ci ha lasciato la pelle. Io speravo potesse essere Fat, ma ora come ora.. speriamo sia la Granger- concluse soddisfatto. Ron digrignò i denti furibondo cercando di trattenersi dal picchiarlo. Rendendosi conto del pericolo Marion cercò di sviare il discorso –Hanno preso il colpevole?- Malfoy annuì –oh sì. Chiunque fosse è stato certamente espulso. Probabilmente sta marcendo ad Azkaban. Harry lo fissò perplesso –Azkaban?- Malfoy lo fissò incredulo –Si Greg, la prigione dei maghi! Parola mia, se tu fossi un po’ più lento andresti indietro!- si agitò sulla sedia e poi aggiunse –Mio padre ha detto di non immischiarmi e di lasciarlo fare.- Marion stava per fargli un'altra domanda quando notò con orrore che i capelli di Ron iniziavano ad assumere una sfumatura rossastra. Terrorizzata e sorpresa guardò l’orologio rendendosi conto che l’ora era passata. Dall’occhiata che Harry e Ron si lanciarono anche loro dovevano averlo capito, infatti Ron finse di avere delle fitte lancinanti allo stomaco e lei e Harry si offrirono di accompagnarlo in infermeria, sperando solo che Draco non si fosse accorto della mutazione in atto.. Corsero letteralmente verso il bagno, e arrivarono che erano nuovamente loro stessi –E’ bello non sembrare più un gorilla.- commentò Ron contento guardandosi allo specchio. Marion ridacchiò bussando alla porta del gabinetto di Hermione –Herm siamo noi! Vieni fuori, abbiamo parecchie cose da dirti!- -ANDATE VIA!- strillò Hermione. Harry e Ron si scambiarono un occhiata. –Cosa diavolo è successo? Noi siamo tornati normali, quindi anche tu..- Mirtilla Malcontenta volò fuori dal suo cubicolo sorridente –Ooooooh, adesso vedrete, è orribile!- esclamò felice mentre il chiavistello scorreva facendo apparire Hermione in carne, ossa e.. pelo.

Draco si ritirò nella sua stanza visibilmente seccato. Tiger e Goyle erano tornati in sala comune, assolutamente dimentichi della loro conversazione e accusando un dannato mal di testa. Buttò un polvere smerldina nel camino per poi infilarci dentro la testa velocemente –Villa Black- mormorò. Qualche secondo dopo il suo sguardo si posò su un elegante studio e su una ragazza rannicchiata a leggere in poltrona –Ciao Draco. Bastava un biglietto per gli auguri sai?- il biondo scosse la testa –Melen, devo dirti una cosa-



Angolo dell'autrice e della postatrice:
Salve a tutte! Ed ecco il "famoso" capitolo della polisucco. Ho sempre trovato abbastanza strano che Draco non notasse i capelli di uno dei suoi migliori amici diventare rossi tutto ad un tratto, e poi è possibile che Tiger e Goyle non gli dicano nulla?! Per me no, quindi qui Draco se ne accorge e, ovviamente, fa la spia a Melen. E ora son dolori.. Beh ha anche ragione infondo.. Scusate il breve commento ma siamo un pò di fretta. Volevo pubblicare due immagini oggi, una è Mirice. Dato che mi piace molto come personaggio (medita fic parallela..) ho cercato anche lei ed eccola qui! ^^ http://imageshack.us/photo/my-images/14/miricemcgonagall.jpg/
In più un piccolo schizzo per Niniel, per ringraziarla di seguirci da sempre e per dirle che, anche se la conosciamo solo per recensione, ci siamo davvero affezzionate a lei. Grazie mille! http://imageshack.us/photo/my-images/835/001vegc.jpg/ 
Dato che altamente improbabile che avvenga un aggiornamento prima di natale: BUON NATALE E FELICE ANNO NUOVO A TUTTI! Valentina e Lisa
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