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Autore: Lelenu    20/12/2011    6 recensioni
Indubbiamente sono fortunata ad avere la mia vita piena di fottutissime cose materiali.
Sono fortunata ad avere persone che mi vogliono bene.
Sono fortunata ad essere bella.
Ma quando questa fortuna ti si ritorce contro che si fa? Quando tutte le cose belle che hai sono la causa della tua distruzione, come ci si sente?
Quando quella bellezza di cui tutti parlano e che tutti ti invidiano viene violata, come puoi continuare a guardarti allo specchio?
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kristen Stewart, Robert Pattinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi qui!

Beh si è passato un pochino da quando ho postato il prologo ma scrivere il capitolo ha richiesto diverso tempo.
Ci tengo a ringraziarvi davvero tutti, per le tante visite e anche per le recensioni: mi avete resa immensamente felice.

Beh che dire? Adesso sto zitta e vi lascio al capitolo.

Elena* 

 

 

Prisoner

 

Pov Rob

12 ore. 12 fottutissime ore di aereo mi sono bastate per farmi entrare nella condizione nostalgia-incazzo, per la tua lontananza.

La paura che ogni volta mi attanaglia lo stomaco, quando siamo lontani, è impressionante.

Non so perché. Non capisco per  quale motivo riesco a sentirti al sicuro solo se sei accanto a me. Solo vedendoti e stringendoti tra le mie braccia ho l’assoluta certezza che tu stia bene.


E saperti dall’altra parte del mondo, sicuramente non mi fa stare molto sereno. Saperti da sola in quella casa, non mi rende molto tranquillo.

Saperti senza di me, mi fa impazzire.


E guarda caso nemmeno stavolta le mia ansia riesce a farmi stare calmo.

Dio, a volte sembro suo padre! Ma è più forte di me.


Lei deve stare bene.

Lei deve essere felice.

Lei deve stare al sicuro.


Ma se questo dannato aereo non atterra entro 60 secondi, quelli a non essere più al sicuro sono i passeggeri, perché farò una strage!


Devo accendere quel telefono! Devo chiamarla.

Devo sentire la sua voce.

Devo sapere che ha fatto in queste 12 ore.

Devo dirle che la amo, quanto la amo.


Chiudo gli occhi quando sento l’aereo che inizia a scendere verso il basso, cercando di calmarmi e respirare molto lentamente per il bene della mia salute psichica.

Non appena sento le ruote toccare terra, faccio un respiro di sollievo e togliendomi la cintura di sicurezza. Neanche il tempo di alzarmi e mi ritrovo Dean accanto.


“Adesso chiamo per vedere se c’è già la macchina fuori”

Determinato come sempre, ma mai stanco in viso e pronto a lamentarsi.

Poveretto fa una vita fin troppo stressante dietro i miei ritmi. Forse dovrei dargli un po’ di ferie ora che viene Natale.

“Va bene Dean. Fa con calma.”


Mentre scendo dall’aereo prendo in mano il cellulare e lo accendo.

Sta per finire la tortura. Stai per sentire la sua voce e tutto andrà bene come sempre e avrai l’ennesima conferma che sei solo un pallosissimo fidanzato paranoico del piffero.

Vibra. Eccome se vibra.


3 sms

7 sms

17 sms

26 sms

31 sms.

31 sms??

Ma che cazzo….


Quale motivo plausibile ci sarebbe per un tale accanimento al mio telefonino da parte di tutt? Che diavolo era successo?

Non farti prendere dal panico. Non è successo niente. Non è….


11 chiamate di Lizzy, 7 di Tom, 8 di mamma…


Nessuna sua.

Nessuna chiamata di lei. Nessun sms.

Non ho nemmeno il tempo di entrare nella più profonda e assolutamente oscura forma di paranoia, che di  nuovo prende a vibrare il telefono nelle mie mani: Lizzy.


“Che cazzo succede?!”

“Rob…”


No, Rob niente! E’ successo qualcosa. Lo so. Me lo sento.

E non mi posso permettere di stare calmo. Non posso esserlo.

Non posso esserlo senza capire, senza sapere.

Senza Lei.


“Ti prego non chiedermelo… Non chiedermi di mantenere la calma!”

“Devi! Altrimenti non credo che…”


Aveva la voce incrinata dal pianto. Era preoccupata, shockata.

E tutto questo non faceva che peggiorare la situazione. Non faceva che rendermi irrequieto. Iniziai a tremare come una foglia, forse per paura o forse per rabbia.

Iniziai ad avere fitte in tutto il corpo ed iniziai a rendermi conto che davvero qualcosa era andata storta.


“Non devo un cazzo Lizzy! 31 sms! 31 sms e varie chiamate perse da mezzo mondo tranne che di lei! Dimmi che cazzo succede!!”

“Sono in ospedale.. con Kristen..”

Ospedale.


Kristen…


“E’… senti, adesso è davvero necessario che tu stia calmo Rob.. per favore”


E’ in ospedale.


“.. Rob…”

“Parla!”

“…E’ stata.. Kristen è stata violentata… siamo qui da circa sei ore… Rob, ti prego…”


Non sentivo più. Mi ero fermato a quella parola che ancora risuonava nella mia mente.

A quella parola spregevole, ignobile, dolorosa, orrenda, mostruosa…dolorosa.


Fu come sentire una lama profonda infilzarsi dentro il mio stomaco, sentirla scavare sempre più nel profondo fino a farmi morire lentamente.


Violentata.

Kristen. Violentata.


Quel “violentata” riferito a lei. Quel “violentata” riferito alla mia Kristen.

Quel “violentata” riferito alla mia fidanzata, alla mia donna, alla mia amante, alla mia migliore amica.


Al mio Amore.

 

POV Kristen

“Secondo me è sveglia!”


Lizzy?


“Ma sta un po’ zitta,eh! E falla dormire. Si vede lontano un miglio che dorme!”


Tom?

Ma che diavolo…

“..Kris.. Kristen sono Lizzy…”

Lo so chi sei!


“..Andiamo Kris.. So che sei sveglia!”

Si lo sono! Andiamo perché non apro gli occhi?

A già, perché mi sembra di avere le palpebre bloccate da un peso abnorme!

Che qualcuno me lo tolga, Dio Santissimo!!


“..Vabbè direi che sei proprio scema, Liz! Se la svegli mi incazzo da morire!”

Sta un po’ zitto Tom! Mi scoppia la testa. Forse ho un peso anche lì!

Si, decisamente ho una quantità indefinita di massi disseminata per tutto il corpo.

Occhi, testa, labbra, gambe…ventre.

No, direi che quello me lo sento dilaniato. Direi che il mio ventre è assolutamente strappato in piccoli pezzi e martoriato.

Ma che diavolo mi è successo?

Dove diavolo sono?


E soprattutto perché ci sono Lizzy e Tom con me e non quella sottospecie di fidanzato che mi ritrovo, che alla prima occasione mi lascia sola a Londra?

Ah. Ecco.

Non è a Londra.

Mentre io invece sono ancora qui,vero?


“Va bè vado a prendermi un caffè e poi provo a chiamare di nuovo Jules.”


Mamma?


Che c’entra mamma-Stew adesso?

Che c’entra lei se io sto benissimo nel mio appartam…


Oh.


Oh.


Male.Male improvviso. Male acuto fino a farmi mancare il respiro.

Male che strazia l’anima e la stacca dal mio corpo.


“Vedi di stare ferma! E sta un po’ zitta troia!”

No.. No! Non voglio…

No, lasciami! No!

“Apri queste fottute gambe, da brava! HO DETTO APRI QUESTE GAMBE!”

Rob.. No…

Voglio Rob. Robert. Dov’è Robert?

Lasciami, voglio Robert!

Ti prego Rob, vieni! Ti prego.

Rob…

 

“ROBERT!”


Rob… datemi Rob!
Tremo. Tremo di paura. Tremo di dolore.


Tremo per i ricordi che potenti come un bomba atomica mi hanno svegliata e mi hanno liberata dai pesi.

Ma che dico?

Non mi hanno liberata. Adesso sono tutti concentrati in un punto ben preciso.

In quel punto che fa male da impazzire e sembra che stia per scoppiare.

In quel famoso cuore che tutti abbiamo e tutti consideriamo la cosa più importante.

E improvvisamente ricordo dove sono. Ricordo cosa è successo.

Ricordo tutto.


E fa male.

Fa più male di quanto pensassi.

Sembra che mi abbiano appena strappato l’anima. Sembra che questa vita non sia più la mia.


Che questo corpo non mi appartenga più.

No, non è più mio un corpo dilaniato da mani sconosciute e violente.

Non è più mio questo corpo.


“Kris.. Kristen,come ti senti?”

Mi ridestai leggermente dal mio stato di trans giusto per fissare i miei occhi in quelli preoccupati di Lizzy.

Non li avevo mai visti così cupi e agitati.


Mi stringeva la mano convulsivamente per cercare una mia reazione, positiva o negativa che fosse, purchè ne vedesse una.

“Kris va tutto bene… adesso va tutto bene!”


Mi abbracciò improvvisamente fregandosene di tutti i fili attaccati al mio corpo.

Mi abbracciò come mai prima d’ora. Mi abbracciò come una sorella.

Ma non era il suo abbraccio quello che volevo. No, io avevo bisogno di altre braccia nelle quali rifugiarmi adesso.


“Rob…”


Il mio fu soltanto un debole sussurro mentre ancora ci stringevamo a vicenda.

Un sussurro pronunciato con una voce non mia. Una voce spenta, senza tono.

 Una voce fredda e piatta.

Una voce che non mi appartiene.

Quel semplice sussurro bastò a farla staccare da me.


Si sistemò meglio sulla sedia e togliendosi velocemente dal viso le lacrime che lo rigavano, mi prese la mano e prese a parlare freneticamente.

“Mio fratello è sull’aereo. Tra qualche ora sarà qui. Sta tranquilla. Ma tu come stai? Kristen, come ti senti? Hai dormito per dieci ore.”

“Dieci ore?”

“Si! Ti hanno imbottito di farmaci e… di questo ne parlerai con i dottori. Ma come stai? Non fisicamente, intendo.”


Come sto?

Non sto. Semplicemente non sento niente. Ed è questo niente che mi fa male.

Questo non sentire, mi fa soffrire.

“Mi sento.. vuota”

Lizzy fece per aprire bocca e dire qualcosa quando venne interrotta da un Tom dalla faccia stanca, stanchissima direi, con in mano un caffè.


“Lizzy l’ho preso anche a… ehi, bambola! Ti sei svegliata!”

Posò velocemente i bicchierini col caffè sul comodino accanto al letto dove ero distesa e si fiondò letteralmente su di me.


Non ho né la forza né la voglia di ricambiare l’abbraccio.

Non ce la faccio.


Semplicemente nemmeno queste sono le braccia di cui ho bisogno.


Non appena il mio migliore amico capì che quell’abbraccio non stava significando niente per me, lo sciolse con naturalezza  e mi carezzò il viso.

Fu un leggero sfiorare proprio dove avvertivo la presenza di un ematoma. Gli scorsi gli occhi pieni di lacrime che non tardarono a scendere e l’unica cosa che riuscì a fare fu stringergli la mano nella mia come avevamo sempre fatto in ogni momento del bisogno.


Ma nemmeno quella mano è la mia.


Mi sento intrappola dentro un involucro sconosciuto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


  
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