Capitolo
VIII
L’inizio
Le
visioni aumentarono.
Ovunque.
Vedeva
gente che rideva, e poi magari con solo qualche anno in più che moriva.
E
ora, lei era ancora nella vecchia stazione dei treni.
Alla
ricerca del binario nascosto.
Con
la mani tastava i muri, e con i piedi schiacciava con forza sulle piastrelle.
Anche se erano passati alcuni mesi, e fosse pieno inverno, Noelene non aveva
ancora salvato nessuno.
“Ci
vorrà tempo...” aveva sussurrato al corpo trasparente di un Draco bambino
qualche giorno prima.
E
intanto stava alla stazione seguita a vista da suo fratello.
Poi
quando la vide scomparire all’interno di un muro la seguì. E anche lui, come
lei si ritrovò in un mondo sconosciuto.
Con
un treno devastato davanti a lui.
Noelene
lo guardò tristemente, “Sono ancora qui, e non riesco ad aiutarli.” Mormorò
mentre due figure uscivano dal treno ridendo.
E
così anche Clay li vide.
“Basil
lei è sempre così divertente!” la donna si portò una mano tra i capelli
ricci e scuri.
“È
un dono di natura!” scherzò lui.
“Vieni
qui, vicino a me...” lo richiamò la sorella.
E
si ritrovarono circondati da uomini incappucciati. “Cosa sta succedendo
Noe?” la voce di Clay alterata.
“Questo
è il mondo che io devo far ricordare.”
Le
urla dell’uomo la fecero azzittire. “Sono morti tutti con la disperazione
negli occhi e nella voce...”
Fece
cadere a terra una margherita.
E
improvvisamente tutto cambiò.
Poi
un’altra margherita cascò a terra, seguita da molte altre.
“A
finché le loro vite non siano dimenticate, io...” Noelene chiuse gli occhi.
E
qualcosa cambiò.
“...Il
binario nove e tre quarti tornerà a splendere.”
Le
finestre del treno di ripararono. Le tende tornarono intere. La vernice era
tornata uniforme.
E
dal finestrino del ferroviere non c’era più una mano scheletrica che
penzolava, ma il viso allegro di un uomo.
Una
donna s’affacciò alla finestra di uno scompartimento, “Basil, è
arrivata!” esclamò, ma l’uomo ridendo la corresse, “Sono
arrivati!”