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Autore: more_    21/12/2011    18 recensioni
OS su Louis Tomlinson e Mylène Foster (tratta dalla storia "But now I'm asking you to stay" ancora in corso)
Mylène è una piccola ragazzina di sedici anni che è pazzamente innamorata del ragazzo più popolare e bastardo di tutta la scuola, Louis Tomlinson.
Ad una festa si incontreranno e finiranno per chiudersi in un camera..
[...]
«Andiamo di sopra, parliamo un po’» urlò per farsi sentire da me prendendomi per un braccio. L’effetto della vodka era niente in confronto all’effetto che fece il tocco della sua mano sul mio braccio.
Andai in pallone e l’unica cosa che seppi fare fu seguirlo. Incrociai lo sguardo di Gerogia, scosse la testa nervosamente appena mi vide, poi con dei gesti mi fece capire di andare da lei, ma non le diedi corda così seguì la mia unica ragione di vita.
[...]
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 OS sulla storia "Now I'm asking you to stay"


«E’ il sesto bicchiere che bevi, Mylène, e sei già ubriaca marcia» esordii la mia migliore amica Georgia, strappando dalle mia mani il bicchiere già mezzo vuoto di vodka. Mugugnai qualcosa di incomprensibile e dilungai le braccia per riprendere ciò che mi era stato sottratto, ma Georgia me lo impedii.
«Io voglio bere!» mi lamentai ciondolando da una parte all’altra come una mezza scema. Il mio corpo non rispondeva più ai miei ordini, era completamente partito, mentre il mio cervello c’era, almeno, una minima parte c’era.
«Basta!» esclamò Georgia appoggiando le mani sulle mie spalle «ora prendi un bel respiro» feci come mi aveva detto «riprendi possesso del tuo corpo e voltati» Georgia stava guardando esattamente dietro di me. Feci spazio nella mia mente all’unica parte che era ancora lucida e mi volta lentamente curiosa di vedere cosa Georgia stava scrutando attentamente.
«Cazzo, Louis Tomlinson!» ansimai mordendomi un labbro. Gli occhiali da nerd lo facevano un gran figo, per non parlare di cosa indossava: una t-shirt bianca con delle righe rosse e blu nascondeva il suo petto già ben formato per i suoi diciassette anni e un pantalone stretto blu notte con il cavallo basso piegati all’estremità -come al suo solito- era sostenuto da delle bretelle. I pensieri più impuri e meno casti si affollarono nella mia mente «Quanto diavolo è perfetto!» dissi sognando ad occhi aperti, Georgia sogghignò per poi scuotere la testa.
«Sì, è un perfettino del cazzo! Mylène guardalo, è un bastardo patentato con cinque oche appresso!» mi fece notare la mia amica roteando gli occhi, eppure io lo amavo lo stesso, sin dal primo giorno.
Louis Tomlinson, quel fottutissimo ragazzo, era entrato nella mia vita inconsciamente con un solo sguardo. I suoi occhi azzurri mi avevano guardata per alcuni secondi, e fu in quel momento che sentii i brividi salire su per la schiena, fu in quel momento che nella mia mente c’era solo un immagine, il suo volto.
"Non pensarlo, non pensarlo, non pensarlo" ripetei più volte nelle mia testa stringendo gli occhi. Georgia sbuffò, a lei non gli era mai piaciuto Louis, lo riteneva un “inutile soggetto che è bravo a fare solo una cosa!” e me lo ripeteva ogni volta che le raccontavo qualche aneddoto particolare su di lui.
«Io mi butto!» dissi convinta dirigendomi verso la folla che ballava le note di “4 minutes” di Madonna e Timberlake, ignorando la voce di Georgia che mi supplicava di rimanere con lei. Iniziai a scatenarmi come non aveva mai fatto: muovendomi il vestito attillato nero salì ancora più sopra, scoprendomi le gambe già per tre quarti nude, ma non ci feci molto caso dato che il mio tasso alcolico nel sangue era altissimo. Alcuni ragazzi si avvicinarono e ballarono con me, ma nessuno di loro mi attirava, sinceramente sperai che lo sguardo di Louis mi investisse almeno per un secondo.
Delle mani si posarono sui miei fianchi mentre ondeggiavo liberamente, mi voltai pensando “E’ Louis” ma il ragazzo che stava dietro di me non era lui, ben sì il suo miglio amico Freddy.
«Carina, Foster» disse avvicinandomi a lui, puzzava di alcool, sicuramente aveva bevuto più di me. Mi meravigliai che ricordava ancora il mio cognome, dopo avergli fatto ripetizioni per tutto l’inverno, gente come lui i nomi se li scorda anche dopo un secondo.
«E’ il vestito» dissi sorridendo con un vano senso di vanità. Freddy si morse il labbro e si avvicinò pericolosamente, poi sentii le sue mani scivolare più del dovuto sulla mia schiena.
«Le mani» gli dissi incenerendolo con lo sguardo prendendo le sue braccia per allontanarlo da me.
«Che c’è? Ti da fastidio?» mi chiese riprendendomi e posando di nuovo le sue mani sul mio fondoschiena. Stavo per mandarlo a quel paese quando qualcuno precedette le mie intenzioni.
«Ehi fratello, spostati. Non vedi che le dai fastidio? Vai via!» una voce si avvicinò a noi e una mano separò Freddy da me, alzai gli occhi e iniziai a sentire le gambe molli. Louis Tomlinson era proprio affianco a me e mi stava, in un certo senso, aiutando. Il ragazzo moro alzò le mani in segno di arresa e furtivamente si allontanò da noi confondendosi tra la folla.
«Grazie» dissi a bassa voce, sicuramente con la musica alta Louis non mi aveva neanche sentita così abbassai lo sguardo per evitare di arrossire pesantemente.
«Andiamo di sopra, parliamo un po’» urlò per farsi sentire da me prendendomi per un braccio. L’effetto della vodka era niente in confronto all’effetto che fece il tocco della sua mano sul mio braccio.
Andai in pallone e l’unica cosa che seppi fare fu seguirlo. Incrociai lo sguardo di Gerogia, scosse la testa nervosamente appena mi vide, poi con dei gesti mi fece capire di andare da lei, ma non le diedi corda e continuai a seguire la mia unica ragione di vita.
Le scale che portavano al piano di sopra erano invase da coppiette che limonavano animosamente e tutti se ne fregavano altamente, potevano almeno trovarsi un posto meno “pubblico”. Scavalcai si e no due tre ragazzi, e sempre con la mano di Louis incollata al mio braccio, arrivai davanti ad una stanza chiusa. Louis l’aprì e mi ci portò dentro, ma ci fermammo appena vedemmo un ragazzo ed una ragazza sul letto.
«Ehi voi! Fuori!» ordinò ai ragazzi Louis con sguardo severo attirando la loro attenzione. Il volto del ragazzo cambiò espressione, da stupito a impaurito, e rimettendosi la maglietta andò via, portando con sé la sua presunta fidanzata. Appena furono fuori Louis chiuse a porta, e notai che girò anche la chiave che c’era nella fessura.
«Così nessuno ci potrà dare fastidio» mi sussurrò con voce roca sorridendomi sghembo, poi strinse di più la sua presa sul mio braccio e mi portò vicino al letto facendomi sedere sopra.
«Conosci Joyce Lambert o sei un’ imbucata?» mi chiese dopo appoggiando le mani su letto per poi voltarsi verso di me. Joyce Lambert era la ragazza che aveva organizzato la festa, faceva i suoi dolci sedici anni e i genitori le aveva concesso la casa per tutta la notte, mio padre non me lo avrebbe mai lasciato fare. Joyce era anche cugina di Louis, e questo le dava una certa importanza a scuola.
«No.. siamo nella stessa classe di matematica» balbettai, mi resi conto che il mio volto stava andando a fuoco. Era stata la parte sana del mio cervello a rispondere, perché quella ubriaca faceva solo pensieri poco carini su di lui e il suo ben di Dio. Desiderai altamente sprofondare nelle sabbie mobili invece di fare qualche figura davanti a lui.
«Sai che sei molto carina?» mi chiese dopo mettendo una mano sul mio ginocchio nudo, accarezzandolo dolcemente. Mi stavo letteralmente sciogliendo.
«Me lo fanno notare in molti» rispose la parte stronza del mio cervello. Accidenti a me e alle doppie personalità del cazzo.
Louis ghignò sorridendo «In questo caso» concluse mettendo una mano dietro la mia nuca per avvicinarmi a lui.
Le sue calde labbra che sapevano di pesca si appoggiarono sulle mie e le baciarono lentamente. Louis Tomlinson stava baciando me, Mylène Foster. Il mio cuore stava facendo delle capriole con triplo, quadruplo e quintuplo salto mortale mentre il mio corpo fremeva di eccitazione.
Louis socchiuse le labbra e fece diventare il semplice bacio qualcosa di più complesso e passionale. La sua mani sul mio ginocchio salì lentamente sempre più sopra, ero talmente presa dalle emozioni, che lo lasciai fare tranquillamente.
Ragazza facile, direte. No, ero solo innamorata persa di un coglione che non sapeva neanche il mio nome.
Louis si staccò dalle mie labbra e si alzò da me con il solito sorriso da strafottente. “Non può finire adesso” pensai guardandolo preoccupata, ma quello che vidi dopo mi fece pensare che non sarebbe finita lì. Si levò la maglietta a righe rosse e blu e la gettò da qualche parta nella stanza, mostrandomi il petto scolpito.
Sulle mie labbra fiorì un sorriso beffardo, poi lo tirai nuovamente verso di me cominciandogli a baciare il collo mentre le sue mani si facevano spazio sotto il mio vestito, che mi levò da lì a poco, così come tutti gli altri indumenti che ostacolavano il suo percorso. I nostri corpi fremevano insieme, sentivo il suo odore forte e allo stesso dolce su di me, sentivo le sue mani toccare ogni parte del mio corpo, sentivo lui ovunque.
Stavo per fare quello che avevo sempre sognato e sperato. Cazzo.
«Ti prego, fammi tua» ansimai affondando le dita nei suoi capelli lisci.
Lo sentii sorridere sulla pelle del mio collo, e poi dopo qualche secondo urlai.
Urlai dal piacere, urlai dal dolore, urlai per amore.
 _______________________

Ciaaaooo *-*
Come promesso ecco la OS su Mylène e Louis u.u
Alloraaa come vedete non sono scesa molto nel dettaglio, non vorrei traumatizzarvi AHAH (Okay, sembro poco pervertita .-.)
Comunque credo che abbia messo tutto il necessario u.u
Vi ricordo che questa OS è l'inizio (inizio inizio) della mia storia 


Per chi si è trovato qui per caso e non sa assolutamente niente della mia Fan Fiction sui One direction, vi pregheri di passare e di recensirla :) Mi farebbe molto piacere cicci :*
Spero vi sia piaciuta :)
With loooooovee
More_ <3


 

   
 
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