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Autore: AngelSword    21/12/2011    5 recensioni
“Su questo pianeta esiste un luogo nascosto agli occhi della gente. Non lo si può raggiungere, ma lo si può chiamare. Anzi, non è nemmeno un luogo, è... una porta.”
'Perchè gli uomini uccidono?' Perchè il loro cuore è come la superficie dell'acqua: basta poco per farlo increspare.
Secondo Volume dell'Ancient Saga.
QC all'interno. Occhio B3
- SOSPESA -
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Roronoa Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Ancient Saga'
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Premessa
 

Alors... ci siamo quasi *w* Questo è un mini capitolo... Perdonatemi, non ho scuse =/ Forse è perchè il mio cervello è ancora un omogenizzato.
Ringraziamenti: a fior di loto, a His-chan, a Niki-chan, a Streffo-sama, a tutti quelli che leggono/seguono/ricordano/preferiscono ♥
Disclaimer: I personaggi di One Piece non sono miei.
Countdown: -1 al QC *w* Preparatevi ;)
Colonna Sonora Consigliata: "Caradhras" - Two Steps From Hell
Enjoy ♥



Capitolo 5 - Sei Tu Di Umano Mondo?

Splic! Splac!

Il rumore dei suoi stivali che avanzavano nell’acqua riempiva il religioso silenzio di quell’oscurità. Il tempo scandito solo da qualche lontana goccia che cadeva a terra.

Ovunque guardava era solo nero. Non un barlume di luce, non il contorno di una roccia. Mai l’assenza di luce era stata così palpabile ed opprimente per lui. Era tentato dal fermarsi, dal fare mente locale, dal dare un’occhiata intorno e dal trovare a tentoni una parete da seguire. Aveva paura di quel buio così soffocante. Ma non fece assolutamente nulla di tutto ciò. Continuò ad avanzare, gli occhi fissi nel vuoto di fronte a sé. I denti serrati e la fronte aggrottata per la determinazione. Il cuore che batteva a mille, le tempie che gli pulsavano. Le orecchie che stridevano per la quasi totale assenza di rumore.

Dopo secoli di marcia gli sembrò di vedere una lieve luce azzurrina di fronte a sé. Sbattè un paio di volte le palpebre e velocizzò il passo. Poi, all’improvviso, si trovò di fronte alla fonte del bagliore. Si bloccò immediatamente, sorpreso da quella repentina apparizione e si schermò accecato gli occhi con un braccio.

Quando finalmente si abituò alla luce riuscì a stabilire cosa la emanava. Era una sfera perfetta, di un pallido azzurro, che stava fluttuando sopra una grande pozza d’acqua. Avanzò di un passo e la sua gamba sprofondò nel nero. Imprecò sottovoce e guardò di nuovo quell’affare. Non sapeva spiegarselo, ma la sua vista lo calmava. Sopra e sotto la sfera, grande più o meno come la polena della Merry, c’erano due cerchi di luce bianca e un terzo cerchio, molto più grande degli altri, la tagliava perfettamente a metà.

Scosse la testa ed incurante dell’acqua gelida che gli arrivava a mezza coscia avanzò verso di essa.

Sei tu di Umano, di Anima o di Antico mondo?disse ad un certo punto una voce femminile chiara come il cristallo facendolo fermare a metà strada.

“Suppongo Umano,” rispose con diffidenza Zoro.

Perché rechi tu la tua Vita in questo luogo di sole Anime? La voce era calma e rilassata, forse un po curiosa, ma atona all’inverosimile.

Non rispose subito. “Ho bisogno che tu mi restituisca una persona.”

Persone giammai, solo Anime popolano questo di pace e riposo luogo.

Lo spadaccino sbuffò. “Persona, Anima, quel che è, ridammi Aqua.”

Ah, purtroppo la tua richiesta non posso accontentare giacché ciò che è appassito a fiorire non potrà più tornare.

“Sono qui proprio per rispedirti quella convinzione a suon di calci.”

La sfera fece una pausa. Come vai tu chiamandoti, spadaccino?

“Roronoa Zoro.”

I cerchi di luce cominciarono lentamente a girare. Della stirpe dei Roroseth, terzo portatore del nome Zoro,  Mezzi Antichi di Aquroja, sopravissuti al massacro e persi nell’umanità. Legato al cuore dell’Antico dell’Acqua di Terza Generazione Juliet Auros Laertis, passata dall’Altra Parte della Porta, fuori sia dall’Umano che dall’Antico Mondo.

Lui ci mise qualche secondo ad assimilare le informazioni sul suo conto che quella cosa luminosa gli aveva appena fornito. Non sapeva né di appartenere ad una stirpe, né di essere il terzo Zoro in famiglia, né tantomeno di avere radici in Aquroja. “Ok...” rispose titubante. “Almeno potresti ricambiare dicendo che cosa sei,” disse riprendendo il controllo.

Io Lamia Sentoris mi chiamo, della Porta Spirito custode sotto l’Antico delle Gemme Rigel Regendorf Stigmatis. Un Mezzo Antico di Stiria ero originariamente.

“Ora che le presentazioni sono fatte, mi lasceresti andare a prendere Aqua?” Riprese ad avanzare faticosamente in acqua.

Ciò purtroppo mi è vietato. Anime che rinchiuse in un corpo il loro tempo hanno già trascorso da qui non possono più passare.

“Ti ho detto che ti rispedirò questa congettura a suon di calci e pugni,” rispose a denti stretti mentre arrancava.

Cosa tu sei disposto a sacrificare come pedaggio?

“Quello che ti pare.” L’acqua si faceva sempre più profonda, gelida e nera ad ogni passo. Stranamente il riflesso perfetto sotto la sfera non era minimamente alterato dall’acqua che stava spostando al suo passaggio.

Una settimana ti concedo di tempo. Se l’Anima che desideri non è nuovamente confinata nel suo corpo allora sarai costretto a pagare.

Zoro non rispose, troppo concentrato ad avanzare.

Io prenderò il tuo sogno.

“Ascoltami bene, sottospecie di palla da discoteca,” cominciò, infuriato per un motivo a lui stesso ignoto, “Aqua uscirà da lì insieme a me, volente o nolente. E sai perché?” Fece un altro passo e l’acqua lo raggiunse fino al petto. “Perché è una mia nakama e perché la amo. Sono stato sufficientemente chiaro?”

Che la sabbia nella clessidra a scendere cominci, che il suo corso faccia il Tempo, finchè l’ultimo granello non diventi primo e la lancetta muova il suo ultimo battito. Quando la marea tornerà di nuovo profonda la Porta si chiuderà per impedire il vostro ritorno per sempre.

All’improvviso l’acqua prese a trascinarlo verso la sfera con una violenza inaudita. Tentò di resistere ma i suoi piedi persero il piano d’appoggio. Riconobbe che non poteva nuotare contro quella corrente quindi prese una grande boccata d’aria e s’immerse, lasciandosi trascinare giù nell’abisso.

Superata è la Prima Prova.
 
  
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