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Autore: Sophie Isabella Nikolaevna    21/12/2011    2 recensioni
N.B.: questa è la ri-pubblicazione di una storia che ho già pubblicato e che per errore si è cancellata!
"Attirerò le persone a me. E allora... allora saranno loro a creare il mio mondo!".
Un piccolo sogno e il suo innocente desiderio di vivere. Ma cosa si intende con "saranno loro a creare il mio mondo?". Qual è il mistero legato alla voce del piccolo sogno? Quale strada macchiata di rosso (ma anche di blu, verde e giallo) stanno per percorrere cinque amici?
E soprattutto, saranno ancora amici o si volteranno le spalle a vicenda?
Troverete queste risposte nelle stanza di una vecchia casa, tra carte da gioco, rose e castelli reali, nella più nera delle notti.
Genere: Dark, Mistero, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kaito Shion, Len Kagamine, Meiko Sakine, Miku Hatsune, Rin Kagamine
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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.:Capitolo I - Meiko:.

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La piccola Meiko si svegliò di soprassalto.
La prima cosa che notò fu che era sola nel grande letto a baldacchino. Un brivido gelido le percorse la schiena.
"Kaito?", chiamò. "Ehi! Dove siete?".
Non ottenne risposta.
"Meiko, di cosa hai paura?".
Fu come se qualcuno l'avesse capovolta improvvisamente, facendola finire a testa in giù. Il suono di quella voce... lei lo conosceva. Gli occhi sbarrati, lentamente si girò, pronta a tutto.
La stanza era avvolta nel buio più nero eppure, poco lontano da lei, una piccola figura riluceva, bianca. Una piccola e stilizzata figura umana con una grande testa rotondeggiante e due enormi occhi neri, uno dei due attraversato da una cicatrice. Sorrise sinistramente.
Meiko sbarrò ancora di più gli occhi e si alzò in piedi sul letto, coraggiosa. Aveva da tempo imparato che l'unico modo per non avere paura era farsi temere.
"Brava. Così mi piaci", disse la creatura.
"Sei un fantasma?", chiese la bambina.
"Oh, no. Io sono solo un piccolo sogno...".
Ma certo. Il piccolo sogno della sera prima. Quella della nonna...
"Allora era una favola... vera?".
Il piccolo sogno si limitò a sorridere come aveva fatto pochi istanti prima e prese in mano il libro che la nonna aveva appoggiato sul comodino. Il volume era alto giusto la metà della piccola creatura, però questa riuscì a sollevarlo e ad aprirlo senza problemi.
"Vediamo... dov'eravamo rimasti?", si chiese. Meiko poté nuovamente notare una sfumatura di familiarità nella sua voce. "Ah... già. 'E allora saranno loro a creare il mio mondo!'.
Lei è la prima Alice, tutta rossa e con la spada, nel Paese delle Meraviglie entra e va. Lei avanza uccidendo tutto ciò che trova, un sentiero rosso dietro sé lei lascia già. Ma questa Alice si spinge troppo in là, e come punizione viene imprigionata. Se non fosse per quel sentiero rosso ormai, tutti ora si dimenticherebbero di lei".
"E... che fine fa la prima Alice?", non poté fare a meno di chiedere Meiko.
"Lo vedrai. Lo vedrai. E ora, seguimi".
"Perché?".
La creatura la guardò fissa negli occhi per qualche secondo:
"Avanti, fa' felice un povero, piccolo sogno".
Meiko si fece forza, scese dal letto e seguì il piccolo sogno verso la porta. Passando velocemente davanti ad uno specchio le sembrò, nonostante il buio pesto, di vedere riflessa la propria immagine. Però, invece di una bambina, vide una giovane donna, pallida e vestita di rosso, con in mano un lungo oggetto metallico. Senza darlo a vedere, rabbrividì.
Si fermarono davanti alla porta.
"Prima le signore", si fece indietro il piccolo sogno.
Meiko trasse un profondo respiro e, coraggiosa e decisa, prese in mano la maniglia, pronta ad aprire la porta.
Come lo fece, l'intera porta iniziò a risplendere di propria luce color rosso intenso.
"Aprila, su".
Meiko abbassò la maniglia, spinse l'anta e si ritrovò in corridoio.

La prima cosa che notò furono gli alberi. Come avessero fatto a crescere degli alberi nel corridoio, non lo sapeva. Fattostà che erano lì: fitti, neri e intricati. Un reticolo infernale.
La seconda furono le candele. Decinde di candele accese alle basi degli alberi che tingevano d'oro l'oscurità della foresta e della notte.
Infine, ai suoi piedi giaceva una spada regale e rilucente, con un rubino sull'elsa d'oro. Quando la prese in mano e la sollevò con fare battagliero, si accorse che sul dorso della sua mano destra le era comparso un segno. Una picca color rosso fuoco.
Sorrise di fronte alla strana situazione.
"E' come quando io e i miei amici giochiamo", osservò ad alta voce. "Facciamo finta che le stanze di questa casa siano boschi, castelli o mari. Ed è come se lo diventassero davvero. Peccato che loro non ci siano, si divertirebbero un mondo!".
"Non ci sono, è vero", rispose il sogno. "Ma probabilmente arrriveranno...".
"Che bello!", esclamò Meiko, e si fece avanti decisa, recidendo con la spada i rami che la ostacolavano, dimentica della storia della Prima Alice.
"...quando sarai improgionata per sempre", finì il piccolo sogno.
Ma Meiko non lo sentì.

La bambina avanzava decisa in mezzo al bosco. A volte delle cose, degli esseri neri, uscivano dagli alberi e le si paravano davanti, ma lei li faceva fuori con un solo colpo di spada. Senza accorgersi che ad ogni creatura uccisa una candela si spegneva, tramutandosi in una rosa rossa. E ogni volta che le capitava di vedersi riflessa nell'affilata lama della spada, vedeva il volto di una donna combattiva, gli occhi rossi e macchiata di sangue. Sangue di nemici sconfitti, pensava Meiko.
Non la sfiorava minimamente il pensiero che quello avrebbe potuto essere invece il suo stesso sangue.
"Attenta, Meiko... attenta...", sentì dirle una vocina, la voce del piccolo sogno.
"A che cosa devo stare attenta?". chiese la bambina in tono di sfida, "Quando io e i miei amici giochiamo, faccio sempre la parte della guerriera. Ora finalmente il gioco è diventato vero e io sono una vera guerriera!".
"Fai attenzione, piccola Meiko... il corridoio sta per finire...".
"Insomma, basta con questi rimproveri. Ora sono io a doverti dire una cosa". Si interruppe per tagliare la testa ad un'altra sagoma nera. "La tua voce mi è familiare. Molto familiare. Perché?".
Il piccolo sogno non le rispose. Sorrise ancora una volta in modo sinistro e osservò ciò che stava accadendo con malignità.
La piccola Meiko era giunta alla fine del corridoio. Davanti a lei, il muro.
"Lei è la prima Alice, tutta rossa e con la spada
Nel Paese delle Meraviglie entra e va.
",

canticchiò il piccolo sogno, facendo volare le parole della fiaba su una melodia inquietante.
Meiko si fermò di botto, ricordandosi della fiaba. La Prima Alice. Tutta rossa e con la spada. Lei era la Prima Alice.
"Piccolo sogno!", chiamò, guardando vicino ai propri piedi.
Era in piedi su un sentiero color rosso sangue, il sangue delle creature che aveva ucciso. Le girò la testa. Il sentiero era circondato da rose rosse. Il piccolo sogno spuntò da dietro una delle sue caviglie.
"Lei avanza uccidendo tutto ciò che trova, un sentiero rosso dietro sé lei lascia già."
"Smettila!".
"Ma questa Alice si spinge troppo in là, e come punizione viene imprigionata."
Meiko si voltò di scatto. La foresta era buia, ora che non c'erano più le candele. Solo le rose - e il sangue del sentiero - risplendevano di luce rossa. Proprio dietro di lei erano calate le spesse sbarre di un cancello, o di una gabbia. Andavano da una parete all'altra del corridoio. Da un lato il cancello, dagli altri tre le pareti. Era in trappola.
"Fammi uscire!". Si attaccò disperata alle sbarre. "Piccolo sogno, fammi uscire!".
"Se non fosse per quel sentiero rosso ormai
Tutti ora si dimenticherebbero di lei.
"
"Piccolo sogno", ansimò Meiko, "ora devi dirmelo! Cosa succede alla Prima Alice dopo essere imprigionata? Cosa le succede?!".
Il piccolo sogno la guardò con occhi falsamente innocenti.
"Muore... non è ovvio?".
Meiko osservò con orrore le creature nere - le stesse creature nere che aveva ucciso - infilarsi tra le sbarre del cancello e avvicinarsi a lei. Poi, aguzzando lo sguardo, le parve di scorgere, all'inizio della selva, due teste bionde. Due gemelli.
"RIN! LEN!", chiamò. Ma i due non la sentirono, e scomparvero. Le creature si stavano avvicinando. E proprio mentre gli esseri neri si arrampicavano lungo il suo corpo e la immobilizzavano, proprio mentre le loro viscide mani raggiungevano la sua faccia, proprio mentre una catena scarlatta avvolgeva tutto ciò che vedeva...
...sentì il piccolo sogno chiederle:
"Vuoi sapere perché la mia voce ti è familiare, piccola Meiko?".




SPAZIO SOPHIE! (:
Allora.
L'ambientazione del tutto all'interno della casa è un po' strana. Ma anche io, come la piccola Meiko, da bambina immaginavo che le stanze della mia casa si trasformassero in altri luoghi, e sarei stata felicissima se fosse successo davvero. Quindi, dovendo scrivere dal punto di vista di una bambina, mi è venuta questa idea stramba ma - almeno spero - originale.
Ah, un avvertimento. La traduzione della canzone è mia, ho cercato di farla almeno QUASI in rima ^^, quindi per favore non dite "no, non è così" etc.: ho cercato di fare del mio meglio xD Bon. E' tutto. Grazie mille a
Epic_chan e _Chibi_chan_
per le loro simpatiche e graditissime recensioni, e a FedyTsubasa per avermi pazientemente ri-recensito e... al prossimo capitolo!
Sophie (:
   
 
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