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Autore: LaCla    22/12/2011    3 recensioni
Isabella Swan è reduce da una delusione amorosa, ma sulla sua strada incontra una compagnia di spensierati amici, che riusciranno a farla rinascere! Tra questi nuovi incontri, però, c'è un ragazzo che rapisce l'attenzione di Bella, Edward! cosa succederà, visto che questo Edward non è propriamente come l'originale? storia OOC, dove tutti sono umani. sul Raiting sono incerta, mi riserbo di cambiarlo, sia in verde che in arancione a seconda degli sviluppi della storia.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Ciao a tutti! ecco il nuovo capitolo, l'avevo pronto da qualche giorno però non ho avuto un secondo per postarlo! ma volevo darvelo prima di natale quindi eccomi qui! ^_^
Colgo l'occasione per ringraziare tutti quelli che seguono questa storia, o che l'hanno inserita tra le preferite o le seguite, grazie davvero!

un grazie ancora più grande ovviamente va a coloro che mi regalano il loro tempo scrivendomi i loro pareri! grazieee!! è veramente bellissimo per chi scrive leggere le vostre impressioni e come vivete voi la storia. Ma ora la smetto di straparlare qui, buona lettura!


canzone del capitolo:
Attack! - System Of A Down


Cap 7 - Attack!


La mattinata scolastica era iniziata veramente malissimo, quindi non volevo assolutamente illudermi, con pronostici idilliaci sulla sua continuazione. Speravo solo che la situazione non degenerasse e che arrivasse presto l’ultima ora.
Mi accontentai persino dell’arrivo dell’ora di pranzo. E per essere felici di entrare in una mensa maleodorante a mangiare cibo schifoso che, fidatevi, non era per nulla allettante, voleva dire che ero proprio disperata. Se poi pensavo ad un possibile incontro casuale tra Edward e Jacob mi veniva la nausea. Ma ero comunque disposta a sopportare tutto, se faceva in modo che il tempo scorresse più veloce, e sicuramente stare in compagnia dei miei amici avrebbe accelerato leggermente la lancetta.
Quando io ed Alice varcammo la soglia, fummo investite dal solito lezzo di olio fritto, rifritto e fritto ancora una volta, misto a broccoli e altri odori non meglio identificati. Che schifo la mensa scolastica! Prendemmo un vassoio ed iniziammo ad ispezionare i vari contenitori di metallo, che racchiudevano il nostro pseudo pranzo. La regola era “prendi solo quello che riconosci” quindi niente puree varie, salse ecc. Persino gli hamburger era meglio evitarli. Alla fine il nostro vassoio era colmo di carote tritate, insalata mista, mais, qualche fetta di pollo e acqua. Non era andata poi così male, i guai arrivavano quando il pollo finiva e dovevi accontentarti della pasta. E fidatevi, la pastasciutta della mensa era l’esperienza più raccapricciante che può capitare. Un miscuglio colloso di pasta stracotta e sugo non meglio identificato che ti vengono sbattuti nel piatto. La cosa peggiore è che nel piatto continuano a mantenere la forma del mestolo. Orrendo. La descrizione della consistenza e del sapore ve la risparmio, il solo ricordo mi fa venire il vomito. Indescrivibile e raccapricciante.
Ci dirigemmo svelte verso il nostro tavolo, dove Seth, Edward, Jasper, Rose ed Emmett ci aspettavano, con lo stesso contenuto nel vassoio, Emmett escluso. Lui era un cassonetto dei rifiuti ambulante! Ingurgitava di tutto, l’importante era che fosse dichiarato commestibile! E talvolta non era un requisito propriamente fondamentale!
Salutammo e ci sedemmo, io accanto ad Edward, ed Alice accanto a Jasper. Tra i due si era creato un certo feeling, e nei giorni seguenti avrei indagato sulla faccenda. Oggi era una giornata troppo negativa per toccare l’argomento, avrebbe potuto persino portare sfiga!
«Hey, come va? Hai più avuto problemi?» mi chiese Edward appena mi fui sistemata.
«No no, tutto ok, va benissimo ora! Sono un po’ lente le ore, ma per il resto tutto ok! E tu?»
«Non mi lamento, anche se ti avviso, mi è dispiaciuto non fracassagli il naso, e se si riavvicina, non metterti in mezzo. Te lo chiedo per favore, fallo per me, ma soprattutto per te stessa! Rischieresti di farti male con un’idiota del genere coinvolto!». Il suo sguardo era penetrante, intenso, come se volesse entrarmi nell’anima ed incidere quelle parole nella mia mente. Mi ritrovai ad annuire come un’ebete, promettendo di non interferire, ed implorando il caso di non mettermi nella condizione di doverli separare.
Ovviamente il caso, il destino, il fato, o come cavolo volete chiamarlo, mi fu avverso. Infatti pochi attimi prima che ci alzassimo per tornare in classe, arrivò Jacob, avvolto da un’aurea di rabbia allo stato puro. Se ne accorsero tutti nella mensa, e non trovò ostacoli nella sua avanzata verso il nostro tavolo. Si avvicinava come una furia, accecato dalla rabbia e dalla sete di vendetta. Con finta nonchalance urtò violentemente la spalla di Edward, che ancora seduto faticò leggermente ad ammortizzare il colpo. Feci per alzarmi, ma la mano di Edward  piombò sul mio braccio, velocissima ma con estrema delicatezza, ed il suo sguardo, assieme al “no” che sibilarono le sue labbra, mi fecero stare seduta ed obbediente. Aveva il fuoco negli occhi, in quei due pozzi di smeraldo ardeva il fuoco nero della rabbia. Si alzò ed andò a testa alta verso Jacob, che con spacconeria teneva le braccia incrociate al petto.
«Stai più attento quando cammini, rischi di urtare la persona sbagliata!» ringhiò Edward.
Sul viso di Jacob si dipinse un ghigno strafottente, che avrebbe fatto incazzare anche un monaco buddista. Ed Edward non era un monaco buddista, anzi. Sembrava di rivivere nella realtà quelle scene dei cartoni animati, dove tutto attorno ai due sfidanti diventa scuro e l’elettricità invade l’aria circostante. Era una scena surreale. Mi agitai ancora di più quando vidi i ragazzini di prima correre fuori, molto probabilmente ad avvisare gli insegnanti. Non volevo che Edward finisse nei casini per colpa di un’idiota arrogante.
Non mi accorsi nemmeno del braccio che si muoveva, fatto sta che lo fece, e fu quello di Jacob a scagliare il primo affondo verso la faccia di Edward, che però fu rapido a schivare. Fu altrettanto rapido ahimè ad alimentare la rabbia di Jake, stuzzicandolo con l’arma più potente di sempre, la parola.
«Tutto qui? Grande, grosso, e idiota sapevo che lo eri, speravo almeno in doti tipo: agilità, rapidità, forza… ti ho sopravvalutato parecchio, sai? Invece sei solo un inutile omuncolo, un rifiuto sociale, che ricerca nella violenza uno sfogo alla sua misera e frustrante esistenza, fatta di mediocrità! Cosa vuoi ancora da me? Un’altra umiliazione? O forse… rivuoi la tua ex ragazza? Sottolineo e ribadisco, EX?!».
Ecco fatto, alea iacta est, il dado è tratto, e si salvi chi può! Stava per scatenarsi un putiferio! Conoscevo abbastanza Jacob da capire quando stava per esplodere, ed ora era veramente troppo vicino al punto di non ritorno!  
Il suo respiro diventò più profondo, più rabbioso. Ed anche il suo sorrisetto si tramutò immediatamente in un ghigno terrificante. Mi voltai verso Emmett e Seth, ma non c’erano. Erano già posizionati in modo da scongiurare la catastrofe grazie al cielo. Emmett era dietro Edward, gli altri due avevano preso Jake alle spalle. Speravo veramente che non dovessero intervenire, ma erano utopie. Infatti pochi secondi dopo Jacob si avventò verso Edward con il pugno destro alzato; se l’avesse colpito gli avrebbe rotto non solo il naso!
Ma Edward mi stupì ancora, schivando il pugno scostandosi di lato, ed afferrando il braccio di Jake lo fece ribaltare sfruttando la forza della sua carica. In pochi secondi Jacob si ritrovò con la faccia  a terra e le braccia bloccate dietro la schiena.
Edward si chinò verso l’orecchio di Jacob, evidentemente non ancora contento della vittoria, per farlo infuriare ulteriormente.
«Ed eccoti di nuovo a fare la figura del fesso. È un ruolo che ti si addice sai? Ti avevo avvisato di non avvicinarti mai più, ma tu non hai ascoltato, non hai colto l’occasione per evitarti l’ennesima figuraccia, non hai resistito alla tentazione di fare il gradasso. E cosa ci hai guadagnato? Una probabile lussazione alla spalla ed una pugnalata mortale al tuo orgoglio. Contento ora?»
Jacob non ebbe il tempo di ribattere, visto che un’altra voce tuonò nella mensa, ormai quasi deserta. Era la voce del preside, ed era alquanto alterata.
«Black, Cullen, Swan, Brandon , Hale e Clearwater, nel mio ufficio, adesso!!!».
I guai si facevano seri. Le convocazioni di gruppo erano sempre le peggiori, rischiavano di andarci di mezzo tutti quanti a causa di quell’idiota.
Ci trascinammo verso l’ufficio, dove entrammo uno alla volta, prima Edward, poi Jacob ed a seguire la sottoscritta. Quando entrai mi ritrovai a sprofondare in una sedia orrenda e scomodissima, davanti al preside della Forks High School, che prima di allora reputavo una creatura mitologica, visto che non l’avevo mai incontrato. Era un ometto grassoccio, praticamente pelato e con degli occhialetti rotondi che lo rendevano fin troppo simile ad uno strano gnomo gotico. Aveva le guance arrossate, e la sua pelle aveva quella lucidità tipica delle pelli sudaticce. Nonostante l’aspetto però i suoi occhietti neri erano di una profondità disarmante, ed in quel preciso istante erano anche abbastanza arrabbiati. Con la fronte corrucciata e il viso alterato iniziò bruscamente il nostro colloquio.
«Allora signorina Swan, mi vuole spiegare di grazia cosa diavolo è accaduto in mensa? La avviso che propendo per l’espulsione di entrambi i ragazzi coinvolti direttamente, mentre per voi altri una punizione salata, quindi veda di convincermi a cambiare idea in meno di cinque minuti, e se non pensa di farcela si alzi immediatamente e non mi faccia perdere tempo!».
La rabbia mi avvolse. Come si permetteva quell’idiota di trascinarci tutti con lui nel fango? No, mai glie l’avrei permesso, mai e poi mai! Cosa c’entravamo poi noi altri con la rissa? Va bene, io c’entravo, ma gli altri no cazzo! Anche questo strano hobbit incravattato ci si metteva oggi?
L’ira mi fece trovare il coraggio di parlare con risolutezza, soffocando quel briciolo di ragione che mi ricordava che avevo davanti l’essere, seppur strano che fosse, che teneva nelle sue mani la mia carriera scolastica!
«Ok, la farò breve. Jacob Black è l’unico colpevole. È un ragazzino immaturo e viziato. Abbiamo avuto una storia, mi ha scaricata, ed ora che mi sono rifatta una vita predente le mie attenzioni, ed importuna di continuo me e chi mi sta accanto. Stamattina, se non fosse intervenuto Edward, probabilmente mi avrebbe fatto del male, e sarebbe stata coinvolta anche Alice Brandon, solo perché stavo chiacchierando con Cullen in corridoio. E poco fa, a mensa, è entrato già furibondo, ha volontariamente dato una spallata ad Edward, per provocarlo, ed è stato anche il primo, e l’unico, a tentare di colpirlo a pugni in faccia! Edward si è limitato a schivare i colpi, ed alla fine lo ha immobilizzato, visto che non ragionava più. Jasper, Emmett e Seth erano pronti ad intervenire se la situazione si fosse aggravata, e non nel senso che si sarebbero uniti alla rissa, li avrebbero divisi!
Io e le altre ragazze eravamo spaventate, l’unico tentativo che ho fatto per impedire tutto ciò è stato bloccato sul nascere da Edward, che temeva per la mia incolumità, punto e basta. Non c’è altro, non ci sono colpe per gli altri ragazzi, o per Edward. » mi accasciai sulla sedia, avevo veramente parlato così al preside? E avevo veramente detto al preside i miei problemi di cuore? Ma scherziamo?
Sfumata la rabbia la mia razionalità si riattivò, facendo tornare il mio tono di voce e le mie parole su una frequenza più adatta per parlare con il preside.
«Mi scusi, non volevo essere impertinente o sgarbata, o maleducata, o altre cose che non sono… solo che… mi scusi, ma sono così arrabbiata! Forse dovrebbe espellere solo me, estirperebbe il problema alla radice…» non osavo alzare gli occhi dalle mie dita, che si intrecciavano nervosamente tra di loro, inscenando una strana danza nevrotica. Non volevo essere espulsa, ma forse così Edward e Jacob non avrebbero più litigato, non ne avrebbero avuto motivo, no?
«Oh, per favore signorina Swan! Non ho la minima intenzione di espellerla! Lei è una studentessa modello, stesso discorso vale per la signorina Brandon e gli altri la fuori. Anche il signor Cullen è un ottimo studente. Discorso che ahimè non vale per Black… è veramente stato lui ad iniziare? Non me lo sta dicendo per una sorta di vendetta? Sa, a volte una delusione d’amore si porta dietro una rabbia che non fa ragionare al momento, è veramente sicura?» disse il preside. Mi aveva veramente capita? Non era arrabbiato con me? Oddio, magnifico!
«Si signore, sono sicura, lo chieda pure a chiunque era nella mensa, è stato Black ad iniziare, Edward non ha risposto agli attacchi, si è limitato a difendersi, nulla di più.»
«Perfetto, allora lei ed i suoi amici potete andare, compreso il signor Cullen. A Black ci penso io. Mandamelo dentro prima di andartene, non darà più problemi. Giustificherò il suo linguaggio poco consono per stavolta, tenendo conto del fatto che la trovo molto scossa dall’accaduto, e che in ogni caso ha ritenuto opportuno scusarsi. Spero di non rivederla in questo ufficio mai più. Le concedo una visita rapida per ritirare eventuali documenti da presentare per l’ammissione al college. Buona giornata.» mi rispose lui, liquidandomi con un gesto frettoloso della mano. Annuii ed uscii rapidamente dall’ufficio. Seduti nella sala d’attesa c’erano tutti i ragazzi, esclusi i due litiganti, che si trovavano  in piedi, appoggiati al muro con la schiena. Ovviamente l’uno dalla parte opposta dell’altro.
Quando mi videro uscire alzarono tutti gli occhi verso di me, quasi a voler capire a chi toccava, se ero ancora intera, se sapevo qualcosa sulla loro sorte. Un provvedimento disciplinare all’ultimo anno, con gli esami alle porte, non era certamente uno scherzo, quindi erano tutti preoccupatissimi.
«Jacob, il preside vuole vederti. » dissi voltando leggermente il capo verso di lui. Quando vidi che non aveva intenzione di rispondermi mi girai verso gli altri, e dissi loro che potevamo andarcene. Alice e gli altri tirarono un sospiro di sollievo ed alzandosi iniziarono ad avviarsi verso l’uscita. Edward invece non si mosse. Lo guardai, ma non accennava ad alzare lo sguardo.
«Edward, anche tu devi venire via.» gli ribadii avvicinandomi leggermente. Quando alzò lo sguardo su di me aveva praticamente un punto di domanda stampato in fronte. Probabilmente era già pronto psicologicamente all’espulsione e alla conseguente reazione dei suoi genitori. Sicuramente si era già visto appioppato il cinquanta percento della colpa dal preside, e non si aspettava una conclusione così rosea per se stesso. Jacob la pensava allo stesso modo a quanto pare, visto che dietro di me diede un pugno al muro, talmente forte, da far tremare una misera assicella di legno, che reggeva con difficoltà una povera piantina rinsecchita. Con quell’ultimo gesto immaturo si diresse verso l’ufficio, sbuffando e, se possibile, ancora più arrabbiato di prima. Quando la porta si chiuse alle sue spalle mi rilassai, e tornai a fissare Edward.
«Davvero ti ha detto che posso andare? Non mi espellerà per aver fatto a pugni nella mensa?» mi chiese raddrizzandosi e staccandosi lentamente dal muro, quasi come se temesse di non reggersi bene sulle proprie gambe. Era stato così buono e disponibile con me, alla fine era finito nei guai solo per proteggermi, non certo perché l’avesse voluto di sua spontanea volontà!
«Si, gli ho spiegato la situazione. Tutta la situazione. E gli ho detto che tu non hai mai risposto agli attacchi di Jacob, ma ti limitavi a schivare; che l’unica volta nella quale l’hai toccato è stato quando hai temuto per la mia incolumità, e per quella di Alice. Ho detto solo la verità, ed il preside ha ritenuto che potevo andare, e dire anche a te che eri libero di andartene. Non mi ha detto altro, quindi non penso ci saranno provvedimenti di alcun tipo. Puoi stare tranquillo… e comunque, grazie per quello che hai fatto, anche se non eri obbligato… grazie davvero…».
Edward allora sospirò sollevato e di slancio mi abbracciò. Il profumo di miele e l’odore della pelle del suo giubbino mi invasero le narici. Appena inspirai nuovamente quella fragranza il mio cervello tornò al bacio che mi aveva rubato, facendo perdere un battito al mio cuore.
«Non sei tu che devi ringraziarmi, sono io che dovrei dirti mille grazie! Se tu non mi avessi difeso davanti al preside, sarei stato espulso di sicuro. Invece tu sei andata a raccontargli i tuoi fatti privati, in modo da non far ricadere la colpa su di me. Non è una cosa facile da fare, e non tutti l’avrebbero fatta per uno come me, soprattutto per quello che ti ho fatto quella sera. Per questo sono io a ringraziarti. Ma non prendere questi ringraziamenti come mio scuse in merito a quel bacio, se potessi tornare indietro, lo rifarei, e anche meglio se devo essere sincero…»
Quando mi staccai ero certa di essere arrossita vistosamente, quindi tenni la testa bassa. Le sue parole sussurrate vicino al mio orecchio mi avevano fatto venire la pelle d’oca, in più il mio battito cardiaco era accelerato di parecchio.
«Ok, ora qui abbiamo finito. Torno a casa, ci vediamo!»  dissi velocemente, prima di dileguarmi rapida come un fulmine nel corridoio. Non mi fermai nemmeno a parlare con Alice e gli altri. Mi fiondai verso la mia auto e partii verso casa.
Maledetto Edward Cullen, la sua galanteria, il suo profumo, la sua voce e il suo essere dannatamente irresistibile! È ma adesso basta farmi prendere di sorpresa, sarei passata al contrattacco. E quale arma migliore potevo usare, se non il suo migliore amico, non che mio migliore amico?
Avrei fatto una gran bella telefonata con Seth quella sera, proprio una gran bella chiacchierata virtuale, giusto per scoprire qualche tallone d’Achille da punzecchiare.
Che la guerra abbia inizio!






Ecco, altro capitolo finito ^_^
spero di leggere ancora tanti commenti, mi sono utilissimi per capire se la mia storia arriva come voglio io, se le cose si capiscono, se devo migliorare, sistemare, ritoccare ecc qualsiasi cosa! e poi grazie alle recensioni riesco a capire se sono riuscita a tenere il filo del discorso! xD alla fine io avendo già l'intera storia in testa ho sempre il terrore di incasinarmi e di non spiegarmi bene!!! ^_^ speriamo non capiti!
un bacione, Buon Natale, e se non aggiorno prima Buon Anno a tutti!!!!
   
 
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