ENJOY THE SUICIDE CIRCUS
-A hell on Earth-
«Stringimi
la mano,» gli dico «Che il
circo del suicidio
non si ferma.»
Giriamo intorno in un luna park immenso che non dorme
mai. Dolorosi caroselli di luci che accecano gli occhi, formano scie
senza criterio.
Incombono le voci di persone che paiono rapaci pronti a gettarsi sulla
preda.
«Facciamo un giro
nel tunnel dell’amore?»
propone.
«Per forza?»
«Si può vedere di tutto, lì dentro. La
curiosità paga sempre.»
Non credo proprio.
«Stai giocando male,» dice il carcerato.
Ebbene, ridono di me?
«E stai perdendo.»
«Principe? Avanti, principe, ascolta quello
che ho bisogno di dirti. Guardami. Volta il viso… per
favore.» eppure non mi
degna di uno sguardo. Fissa davanti a sé con un angolo della
bocca rivolto
all’insù, e non riesco a vedere esattamente che
espressione abbiano i suoi
occhi.
Dall’alto di una cabina della ruota
panoramica, guardo giù. Miseria, dice? Ciò che ho
visto prima era la miseria?
«Erano tutti morti.» dice, mentre è
dietro di
me, che mi tiene una mano sul fianco, intanto che guardo fuori dal
vetro.
«Erano vivi; io li ho visti!»
«Ti dico che erano morti.»
«Vuoi dire che hanno perso il cervello?»
Scuote la testa. Per un motivo a me ignoto, i
suoi capelli mossi e biondi e quella smorfia per certi versi
provocatoria, mi
fanno più terrore del serpente della rettilofona e delle
spade di quel folle,
dell’oscurità dell’inchiostro di
quell’essere e dei movimenti convulsi del
carcerato… tant’è che ne rimango
inevitabilmente vittima. Mi sta chiaramente
spingendo nella miseria di quei poveracci che ho visto prima.
Alza lo sguardo, dopo aver
accennato una
risata. Serio, ha lo sguardo puntato su di me; riesco a sentirlo. Si
avvicina,
e benedico il cielo di non riuscire a vedere ancora ciò che
esprimono i suoi
occhi. Mi ha completamente spinto verso il vetro: la schiena vi
aderisce
perfettamente, così come il suo corpo al mio. Pare
un’esagerazione se dico che
mi sembra che qualcuno mi stia stringendo un cappio al collo e mi stia
masticando le viscere?
«Si sono salvati.» sussurra «Fallo anche
tu.»
«Principe, stringimi la mano.»
È un principe non proprio ortodosso: veste di nero, sparsi
sugli abiti
ha dei cristalli che io ho paura a toccare, che per quanto siano belli,
hanno
l’aspetto di pezzi di vetro affilati. Cammina con
un’eleganza propria di un
dio, ed i passi sicuri in questo caos mi intimoriscono,
perché i miei sono
quelli di un cucciolo che segue la madre. Ed ha anche delle labbra
perfette,
lui. Son sicura che debbano avere il sapore di qualcosa di dolce.
Eppure lui è
fatto di veleno. Suppongo che sia per questo motivo che non riesco a
lasciarlo
andare per poi poter camminare da sola. Ne sono intossicata di
già?
Distolgo lo sguardo dal suo profilo e porto l’attenzione a
quelli che
abbiamo incontrato prima, che ora sono giusto fuori dal tunnel
dell’amore. La
ninfa incantatrice, vestita di verde, con i capelli biondi raccolti e
gli occhi
bianchi, è a capo di tutti quanti, ma arretra in fretta
quando vede il mio
principe. Terrorizzata, continua a farsi indietro insieme agli altri.
«Ma cosa
gli stai facendo?»
«Non puoi
ancora capirlo,» inizia a dire «ma i miei occhi
mostrano la realtà che non
possono sopportare.»
Non riesco
ancora a percepire cosa esprimano le gemme con cui sta terrorizzando
quegl’individui, ma ha un’aria severa e cattiva.
Torna poi ad essere come
prima, quello fatto di veleno, quel dio nella sua casa. La ninfa torna
a
camminare verso di noi tranquilla. Parlano, ma non capisco cosa dicono.
Mi
fissano ed ho paura. Il principe non c’è
più.
Ai piedi
del carosello che gira lentamente senza alcun senso, decisi di
guardarlo negli
occhi, prima che quei mostri potessero mangiarmi. Fra le lacrime,
fissai un
oceano chiaro che era peggio dell’inferno.
I suoi
occhi erano il circo del suicidio.
NdA
Beeeeene.
Come al solito non so cosa dire, o meglio, non so cosa dire di sensato. La
pubblico a mezzogiorno perché ieri il mio amato pc mi ha
amorevolmente impedito di scaricare ed installare NVU. Ma immagino che
non ve ne freghi un cazzo... ED AVETE RAGIONE!
Eniuei, l'ispirazione indovinate
un po' da che canzone m'è venuta? LOLOLOLOL Va beh, per chi
non lo sapesse si tratta di The
Suicide Circus dei the GazettE che, in questo periodo, mi
va bene se l'ascolto solo
ventiquattr'ore su ventiquattro. Non ha davvero senso. Cioè,
a voler dare a questa storia dei significati simbolici c'era da
sbizzarrirsi, ma siccome son partita intenzionata a buttare parole a
caso (!) fino alla fine di 'sti significati non riesco a vederne. Poi,
se ce li vedete, tanto di guadagnato. Ho voluto metterla fra le
originali perché... boh, non lo so perché, ma mi
pareva più giusto così.
Bien, non ho altro da dire :3
Byeee~