Storie originali > Introspettivo
Ricorda la storia  |      
Autore: Emi Nunmul    22/12/2011    2 recensioni
Ai piedi del carosello che gira lentamente senza alcun senso, decisi di guardarlo negli occhi, prima che quei mostri potessero mangiarmi. Fra le lacrime, fissai un oceano chiaro che era peggio dell’inferno.
I suoi occhi erano il circo del suicidio.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

ENJOY THE SUICIDE CIRCUS

-A hell on Earth-

 

 

«Stringimi la mano,» gli dico «Che il circo del suicidio non si ferma.»
Giriamo intorno in un luna park immenso che non dorme mai. Dolorosi caroselli di luci che accecano gli occhi, formano scie senza criterio. Incombono le voci di persone che paiono rapaci pronti a gettarsi sulla preda.

«Facciamo un giro nel tunnel dell’amore?» propone.
«Per forza?»
«Si può vedere di tutto, lì dentro. La curiosità paga sempre.»
Non credo proprio.

Perché sono qui, queste persone? O meglio, cosa sono? Ed anche stringendomi a lui nel vagoncino, mi pare di essere un topo finito nella trappola di un gatto. Una rettilofona, un uomo ed una donna con gambe alte due metri, una ninfa incantatrice, un carcerato che ha perso la cognizione del tempo ed il controllo della coscienza, un’avvenente donna-corvo, un folle che fa delle spade tatuate sulla sua pelle un’arma, un’altra ninfa ed un uomo fatto d’inchiostro che si son lasciati possedere dalla libidine. Cosa vogliono? Cosa vogliono mentre ridono?
«Stai giocando male,» dice il carcerato.
Ebbene, ridono di me?
«E stai perdendo.»
«Principe? Avanti, principe, ascolta quello che ho bisogno di dirti. Guardami. Volta il viso… per favore.» eppure non mi degna di uno sguardo. Fissa davanti a sé con un angolo della bocca rivolto all’insù, e non riesco a vedere esattamente che espressione abbiano i suoi occhi.

«Guarda quanta miseria.»
Dall’alto di una cabina della ruota panoramica, guardo giù. Miseria, dice? Ciò che ho visto prima era la miseria?
«Erano tutti morti.» dice, mentre è dietro di me, che mi tiene una mano sul fianco, intanto che guardo fuori dal vetro.
«Erano vivi; io li ho visti!»
«Ti dico che erano morti.»
«Vuoi dire che hanno perso il cervello?»
Scuote la testa. Per un motivo a me ignoto, i suoi capelli mossi e biondi e quella smorfia per certi versi provocatoria, mi fanno più terrore del serpente della rettilofona e delle spade di quel folle, dell’oscurità dell’inchiostro di quell’essere e dei movimenti convulsi del carcerato… tant’è che ne rimango inevitabilmente vittima. Mi sta chiaramente spingendo nella miseria di quei poveracci che ho visto prima.

Alza lo sguardo, dopo aver accennato una risata. Serio, ha lo sguardo puntato su di me; riesco a sentirlo. Si avvicina, e benedico il cielo di non riuscire a vedere ancora ciò che esprimono i suoi occhi. Mi ha completamente spinto verso il vetro: la schiena vi aderisce perfettamente, così come il suo corpo al mio. Pare un’esagerazione se dico che mi sembra che qualcuno mi stia stringendo un cappio al collo e mi stia masticando le viscere?
«Si sono salvati.» sussurra «Fallo anche tu.»
 

«Principe, stringimi la mano.»
È un principe non proprio ortodosso: veste di nero, sparsi sugli abiti ha dei cristalli che io ho paura a toccare, che per quanto siano belli, hanno l’aspetto di pezzi di vetro affilati. Cammina con un’eleganza propria di un dio, ed i passi sicuri in questo caos mi intimoriscono, perché i miei sono quelli di un cucciolo che segue la madre. Ed ha anche delle labbra perfette, lui. Son sicura che debbano avere il sapore di qualcosa di dolce. Eppure lui è fatto di veleno. Suppongo che sia per questo motivo che non riesco a lasciarlo andare per poi poter camminare da sola. Ne sono intossicata di già?
Distolgo lo sguardo dal suo profilo e porto l’attenzione a quelli che abbiamo incontrato prima, che ora sono giusto fuori dal tunnel dell’amore. La ninfa incantatrice, vestita di verde, con i capelli biondi raccolti e gli occhi bianchi, è a capo di tutti quanti, ma arretra in fretta quando vede il mio principe. Terrorizzata, continua a farsi indietro insieme agli altri.
«Ma cosa gli stai facendo?»
«Non puoi ancora capirlo,» inizia a dire «ma i miei occhi mostrano la realtà che non possono sopportare.»
Non riesco ancora a percepire cosa esprimano le gemme con cui sta terrorizzando quegl’individui, ma ha un’aria severa e cattiva. Torna poi ad essere come prima, quello fatto di veleno, quel dio nella sua casa. La ninfa torna a camminare verso di noi tranquilla. Parlano, ma non capisco cosa dicono. Mi fissano ed ho paura. Il principe non c’è più.

 

Ai piedi del carosello che gira lentamente senza alcun senso, decisi di guardarlo negli occhi, prima che quei mostri potessero mangiarmi. Fra le lacrime, fissai un oceano chiaro che era peggio dell’inferno.
I suoi occhi erano il circo del suicidio.















NdA
Beeeeene. Come al solito non so cosa dire, o meglio, non so cosa dire di sensato. La pubblico a mezzogiorno perché ieri il mio amato pc mi ha amorevolmente impedito di scaricare ed installare NVU. Ma immagino che non ve ne freghi un cazzo... ED AVETE RAGIONE!
Eniuei, l'ispirazione indovinate un po' da che canzone m'è venuta? LOLOLOLOL Va beh, per chi non lo sapesse si tratta di The Suicide Circus dei the GazettE che, in questo periodo, mi va bene se l'ascolto solo ventiquattr'ore su ventiquattro. Non ha davvero senso. Cioè, a voler dare a questa storia dei significati simbolici c'era da sbizzarrirsi, ma siccome son partita intenzionata a buttare parole a caso (!) fino alla fine di 'sti significati non riesco a vederne. Poi, se ce li vedete, tanto di guadagnato. Ho voluto metterla fra le originali perché... boh, non lo so perché, ma mi pareva più giusto così.
Bien, non ho altro da dire :3

Byeee~


   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: Emi Nunmul