Anime & Manga > Junjou Romantica
Segui la storia  |       
Autore: PuccaChan    22/12/2011    8 recensioni
Cosa accadrebbe se Usagi si stancasse dell'eterna indecisione di Misaki riguardo al loro rapporto e prendesse una decisione molto grave?
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Akihiko Usami, Eri Aikawa, Misaki Takahashi, Nuovo Personaggio, Takahiro Takahashi
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Misaki si rimise lentamente in piedi. Per quanto tempo era rimasto steso lì a terra, a piangere e ripetere ossessivamente il suo nome? Non lo sapeva; aveva perso la cognizione del tempo nel momento stesso in cui Usagi era uscito da quella porta. Uscito, per non tornare mai più… no, non riusciva a crederci! Doveva essere tutto un terribile incubo, non poteva esserci altra spiegazione… ma purtroppo era sveglissimo. E continuava anche a piangere, avvertiva chiaramente quel liquido bruciante che sgorgava inarrestabile dai suoi occhi e gli scorreva giù lungo le guance.
Stringendosi le braccia sul corpo, si diresse a passi incerti verso le scale; salì e andò nella camera di Usagi. Nel vedere il suo letto pieno di orsetti di peluche  ebbe un’altra crisi: vi si gettò sopra ricominciando a piangere disperato. “Usagi-san… Usagi-san…” Rimase a lungo sdraiato a stringere il cuscino di Usagi, inspirando forte per stordirsi con il suo odore, finché non riuscì più a percepirlo.
Era proprio lì che era iniziato tutto, in quella stanza. Misaki ricordava perfettamente quel giorno: era andato in quella casa per avere ripetizioni scolastiche, e così aveva conosciuto quell’uomo affascinante, colto e famoso; anche se non se n’era reso conto in quel momento, era già caduto vittima del suo fascino. Ricordava il momento in cui l’aveva visto per la prima volta: lui si era appena svegliato, ma lo sguardo assonnato e i capelli arruffati non intaccavano minimamente la sua avvenenza. Ricordava i suoi occhi di quell’incredibile sfumatura di viola che lo squadravano curiosi, i suoi capelli del colore della luna, e infine le sue mani… le sue mani che esploravano il suo corpo, sicure, esperte, e lui che non riusciva a sottrarsi al loro incantesimo… a ripensarci adesso, probabilmente non aveva mai voluto sottrarvisi. Probabilmente lo aveva amato subito, dal primo istante, ma era stato così stupido da lasciarsi sopraffare dai dubbi e non lo aveva mai voluto ammettere.
Misaki si mise seduto sospirando rumorosamente. Forse cominciava ad essere più calmo, ora che si era sfogato. C’era un pacchetto di fazzoletti di carta sul comodino e ne prese uno per asciugarsi il viso bagnato e soffiarsi il naso.
Usagi aveva ragione: stavano insieme da 4 anni (la sua mente, come sempre, per un attimo si ritrasse imbarazzata davanti a quel pensiero) e non era cambiato assolutamente nulla. Lui aveva continuato a respingerlo e trattarlo male; era ovvio che Usagi si fosse stancato. Nessuno avrebbe potuto sopportare per tanto tempo una situazione simile. Usagi era stato anche troppo paziente, gli aveva offerto tutto il suo amore… e lui lo aveva ripagato solo con cattiverie e indifferenza. Faceva malissimo ammetterlo, ma era la verità.
Perché era stato così stupido? Di cosa aveva paura? Della reazione di suo fratello, di quelle della gente? Ormai era troppo tardi. Usagi se n’era andato e non sarebbe tornato mai più…
NO! Non può finire così!” gridò il ragazzo alla stanza vuota.
Non poteva essere. Se n’era andato da un momento all’altro, senza prendere nemmeno una valigia… o magari le aveva già spedite da qualche parte? Col cuore in gola Misaki si mise a rovistare furiosamente negli armadi e nei cassetti, ma le cose di Usagi sembravano essere ancora tutte al loro posto. Allora non poteva essere andato molto lontano, senza alcun bagaglio… però non si poteva mai dire; Usagi era la persona più imprevedibile che Misaki avesse mai conosciuto ed era capacissimo di prendere e partire dall’oggi al domani, tanto i soldi non erano mica un problema per lui. Misaki sorrise tristemente al ricordo di tutte le volte in cui si era trovato costretto ad arginare quel suo lato esuberante, per evitare guai sia a lui sia a quelli che gli stavano intorno… e in quel momento fu colpito da un’idea.
“Ma certo! Aikawa-san!” esclamò.
Lei doveva per forza sapere qualcosa. Per forza! E poi, Usagi aveva detto che le avrebbe chiesto di fargli sapere quando lui avrebbe traslocato… a quel pensiero sentì di nuovo le lacrime premere in fondo ai suoi occhi per uscire, ma si sforzò di ricacciarle indietro.
Aveva pianto abbastanza; adesso doveva assolutamente parlare con la redattrice.

 
~~~
 
Un’ora dopo Misaki mise giù la cornetta del telefono, del tutto scoraggiato.
Aikawa non aveva saputo dirgli nulla: sapeva ovviamente che Usagi era partito, ma effettivamente lui non le aveva detto dove stesse andando. La donna aveva chiesto se fosse successo qualcosa, e Misaki aveva tremato internamente: sforzandosi di mantenere un tono di voce normale, aveva risposto che andava tutto bene. Aikawa aveva accettato di buon grado la sua risposta e poi aveva riattaccato.
Preso dallo sconforto Misaki aveva addirittura commesso un atto impensabile: aveva telefonato a casa Usami. Mentre il telefono squillava si era sentito prendere dall’ansia di sapere chi sarebbe venuto a rispondere; fu quindi un enorme sollievo per lui quando sentì la voce familiare e rassicurante di Tanaka, il maggiordomo.
Purtroppo anche quella telefonata si era rivelata un buco nell’acqua, dato che Tanaka non sapeva nemmeno che Usagi fosse partito. Gli promise di non dire nulla al signor Usami, e quella per Misaki fu un’ottima notizia; non aveva proprio voglia di sorbirsi l’ennesima predica da parte dell’anziano uomo d'affari, il quale era sempre stato convinto che per suo figlio non sarebbe mai venuto nulla di buono dal rapporto con Misaki.
Il ragazzo trasalì al suo stesso pensiero. Alla fine le parole di Usami Fuyuhiko si erano rivelate profetiche: lui aveva sempre fatto soffrire Usagi, non si era mai impegnato seriamente nella loro relazione, e così l’aveva perso per sempre…
Misaki si sforzò d’inghiottire il groppo doloroso che gli serrava la gola, cercando di non scoppiare di nuovo in lacrime. Andò ad accoccolarsi sul divano, stringendo l’orso Suzuki forte contro il suo petto.
Aveva anche pensato di telefonare al suo vecchio professore di letteratura all’università, Kamijo Hiroki, visto che lui e Usagi erano amici di lunga data, ma poi aveva lasciato perdere. Non aveva senso importunare anche un’altra persona; e comunque era sicuro che nemmeno il professor Kamijo sapesse nulla.
Misaki voltò il peluche verso di sé in modo da guardarlo in faccia. “Cosa posso fare, Suzuki-san…?” mormorò tristemente.
Naturalmente l’orso non poteva rispondere a quella domanda. I suoi occhi non erano altro che bottoncini di plastica neri, freddi e indifferenti.
Il silenzio che regnava in casa era quasi assordante.
Misaki chiuse gli occhi cercando di frenare le lacrime; ma due di esse, ribelli e pesanti come macigni, rotolarono ugualmente giù per le sue guance.
“Usagi-san… dove sei…?”
  
Leggi le 8 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Junjou Romantica / Vai alla pagina dell'autore: PuccaChan