Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
Segui la storia  |       
Autore: Miyuki chan    22/12/2011    4 recensioni
Io, giuro, quella ragazza non l'avrei mai capita.
Prima mi ringhiava contro, poi si arrabbiava, poi mi ignorava, poi ancora fuggiva.
E adesso addirittura mi baciava...
*
Io, un giorno o l'altro, a quello stupido pirata avrei staccato la testa dal collo.
Lui e quella sua perenne aria da moccioso compiaciuto, i capelli corvini e ribelli, le lentiggini, gli occhi scuri e ardenti...
Stupido pirata, tanto bello quanto stupido.
Genere: Azione, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Marco, Nuovo personaggio, Portuguese D. Ace, Smoker, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'The Fire and the Tiger'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

I don't understand


Arrivato sul ponte sentii l’aria frizzante sferzarmi il viso, mentre una leggera pioggerellina mi bagnava le guance ed il petto e picchiettava di nero il ponte della nave.
Con passo rapido, tenendo il cappello con una mano per impedire al vento di portarselo via, mi diressi nuovamente verso la cucina, salutando con un cenno della mano gli uomini che indaffarati si occupavano delle vele.
Mikami eh? Certo tra tante domande non mi aspettavo che mi chiedesse di Smoker.
Mi era sembrato di averla vista vacillare nell’udire la mia risposta, ma poteva anche essere stata solo un impressione.
Del resto non si poteva dire che mi fosse sembrata molto informa, così pallida e sbattuta.
Corrugai le sopracciglia, rivedendo per un attimo il suo sguardo ferito e minaccioso, che mi aveva ricordato tanto quello di un animale rinchiuso in gabbia.
Quando finalmente raggiunsi la cucina calda e accogliente mi rasserenai, mentre gli odori invitanti che provenivano dalle pentole che con un borbottio sommesso si scaldavano sui fornelli disegnavano un ampio sorriso sul mio volto.
“Non ti darò più una sola briciola fino ad ora di pranzo”
Disse secco il cuoco senza smettere di mescolare il contenuto fumante di una grossa pentola, identificando la mia figura con la coda dell’occhio mentre mi chiudevo la porta alle spalle.
“E non venirmi a raccontare che è per quella ragazzina, perché stavolta proprio non ti credo!”
Continuò imperterrito l’uomo senza voltarsi.
Sogghignai mentre mi sedevo scompostamente sulla panca contro la parete, appoggiando il cappello sul tavolo al mio fianco:
“Mi conosci bene, eh vecchio?”
Chiesi divertito.
L’uomo non rispose, ma riuscii a scorgere un sorriso che si allargava sotto la barba bianca ed ispida.
Dopo qualche minuto si staccò dai fornelli, sedendosi pesantemente davanti a me, scrutandomi:
“Cosa pensi di fare con il marine?”
Mi chiese con un tono simile a quello che potrebbe usare un genitore mentre, con pazienza infinita, spiega al figlio che non può tenere con sé il gattino abbandonato che ha trovato lungo la strada tornando da scuola.
 “Non vedo molte opzioni: la molliamo sulla prima isola abitata in cui ci imbattiamo, così ce la leviamo dai piedi senza sporcarci le mani o essere assaliti dai sensi di colpa.”
Risposi appoggiando pigramente il viso sul dorso della mano, mettendo bene in chiaro le cose.
Il vecchio annuì, un tenue sorriso di approvazione mista a sollievo sul volto rugoso.
 

*

 
Soffocai con la mano uno sbadiglio, mentre i miei occhi mettevano stancamente a fuoco la cartina sulla scrivania.
Il pranzo si era appena concluso ed io mi ero ritirato nella mia cabina per studiare il tratto di mare in cui ci trovavamo, alla ricerca dell’isola più vicina su cui poter mollare la ragazza.
Tuttavia non riuscivo a concentrarmi, ogni volta che chinavo il capo sulla carta raggrinzita sentivo gli occhi chiudersi, mentre il bisogno di schiacciare un pisolino si faceva sempre più forte.
“Forse ho esagerato un po’ a pranzo…” stavo pensando placidamente, quando sentii bussare alla porta.
Sbadigliai rumorosamente, e grattandomi la nuca assonnato andai ad aprire.
Il primo viso che incontrai fu quello titubante e ansioso di Sam: sollevai un sopracciglio, lievemente sorpreso.
Il secondo fu quello scontroso e torvo di Mikami: entrambe le mie sopracciglia si sollevarono, ulteriormente.
Il terzo fu quello di Leo che come un cane da guardia teneva gli occhi verdi puntati sul marine, da cui vennero distolti soltanto per la frazione di secondo necessaria ad incontrare fugacemente i miei: a quel punto il solito sorriso impertinente fece la sua comparsa sul mio viso, esplodendo in una risata rumorosa subito dopo.
Sam mi sorrise timidamente di rimando, mentre lo sguardo degli altri due si incupiva.
“Ragazzi, cosa sono quelle facce scure?”
Domandai sornione, guardando prima l’uno e poi l’altra.
“Stavamo per ritirarci nelle nostre cabine dopo il turno di guardia, e l’abbiamo pescata a gironzolare per la nave come se niente fosse”
Mi rispose in un sibilo Leo, puntando gli occhi rapaci e minacciosi in quelli azzurri della ragazza, che sostenne il suo sguardo e lo ricambiò con altrettanta ferocia.
“…e quando abbiamo fatto per ricacciarla da dove era venuta e dove sarebbe dovuta restare si è impuntata, dicendo che doveva parlare con te”
Concluse con un altro sguardo ben poco amichevole rivolto al marine.
“Oh-oh”
Commentai interessato:
“Prima non mi rivolgi nemmeno la parola e ora addirittura mi vieni a cercare?”
Il mio sorriso non vacillò quando non ottenni alcuna risposta: mi sarei stupito del contrario.
“Va bene ragazzi, sentiamo cosa vuole. Grazie”
Li congedai con un cenno del capo.
Sam sgusciò via riconoscente mentre Leo mi guardava, esitante.
“Non ti preoccupare, credo me la caverò”
Scherzai, dandogli un energica pacca sulla spalla come ulteriore invito a levare le tende.
Il biondino mi lanciò un ultima occhiata, prima di sospirare e di dirigersi nuovamente sottocoperta dove lo aspettava la sua branda.
Diressi quindi lo sguardo su Mikami, che davanti alla mia curiosità rispose con il muro di ghiaccio dei suoi occhi.
Con un sorriso irriverente mi feci da parte, indicando con una mano l’interno della cabina.
Mi guardò minacciosa e diffidente, mentre varcava cauta la soglia cercando di passare il più lontano possibile da me.
Il mio sorriso si allargò, mentre mi impegnavo a non cedere alla tentazione di allungare un braccio e mandare in fumo tutti i suoi propositi di non sfiorarmi nemmeno con un dito.
Richiusi la porta alle sue spalle, appoggiandovi contro la schiena, attendendo che la mia ospite mi degnasse delle sue parole.
La luce del sole, che ancora lottava contro le nuvole dell’acquazzone appena passato, filtrava tenue dall’oblò, illuminandone la figura.
Non potei fare a meno di notare che mi sembrava ancora più pallida di quella mattina e che occhiaie scure cerchiavano gli occhi grandi.
L’uniforme stropicciata e logora le dava un aspetto ancora più sofferente, e per un momento provai dispiacere per lei.
Questo sentimento comunque non fece in tempo a fare presa in me: lo sguardo del marine si fece più affilato mentre prendeva fiato:
“E ora?”
Disse soltanto.
La guardai nuovamente perplesso.
Ma che diavolo di domanda era?
“Guarda che se anche dici più di due parole in un'unica frase non succede nulla di brutto, sai?”
La canzonai con un largo sorriso, stanco di sentirla parlare a monosillabi o con frasi spezzate e sconnesse come quella che le era appena uscita dalle labbra.
Si schiarì la voce senza nascondere uno sguardo notevolmente scocciato e infastidito, ma sembrò decidere che la mia era una richiesta che avrebbe anche potuto esaudire:
“Intendo dire, cosa volete fare con me?”
Sillabò scandendo bene le parole, come se parlasse ad un bambino o ad un imbecille.
Decisi di ignorare il suo atteggiamento:
“Il piano prevede di lasciarti andare non appena toccheremo terra”
Le risposi invece, mentre il sorriso sul mio viso si faceva un po’ più gentile.
Vidi qualcosa tremare nel suo sguardo ma Mikami lo nascose subito, distogliendo i suoi occhi dai miei.
La vidi aprire la bocca come per dire qualcosa, ma richiuderla subito dopo.
Tornò a guardarmi ostile corrugando le sopracciglia, riabbassando lo sguardo subito dopo sui suoi piedi.
Mi accigliai a mia volta: mi sarei aspettato di vedere almeno un barlume di felicità, di speranza o cose simili nell’udire che da lì a qualche giorno sarebbe potuta tornare a fare allegramente il cagnetto della marina.
Rimasi pazientemente in attesa, un po’ per curiosità e un po’ perché in quel momento mi sembrava davvero fragile, a dispetto dello sguardo minaccioso.
Così fragile, che mi domandai se non mi fossi sbagliato sul frutto del diavolo.
La cosa più facile sarebbe stata chiederlo, porle direttamente la domanda che tanto mi incuriosiva.
Tuttavia non lo feci: in parte perché ero quasi certo che non mi avrebbe risposto, in parte perché non volevo rovinarmi la sorpresa.
Dopotutto non poteva essere tanto pericolosa, se lo fosse stata avrebbe fatto ben più che fulminarci con lo sguardo.
“Capisco”
Disse infine con un filo di voce, rispondendo nello stesso modo in cui aveva accolto le notizie su Smoker.
Fece un passo verso di me, guardandomi fisso.
Di nuovo ebbi l’impressione di avere a che fare con un animale selvatico, mentre capivo che il significato di quel gesto era che semplicemente non aveva più nulla da dire e voleva andarsene.
Perché non si limitava ad aprire la bocca e parlare?
Ad ogni modo mi feci da parte, aprendo la porta.
La osservai uscire: si irrigidì passandomi di fianco, per accelerare il passo verso la sottocoperta non appena ebbe varcato la soglia.
La lasciai andare senza aggiungere nulla.
I miei occhi si persero tra le onde grigie dell’oceano mentre richiamavo alla mente il mio primo, spiacevole, soggiorno sulla Moby Dick: mi scoprii a provare una spiacevole sensazione che, se avessi dovuto descrivere con un unico aggettivo, non avrei esitato a definire amara.
La lotta tra pirati e marines non è poi così diversa nè meno serrata di quella tra due pirati rivali, e mi resi conto solo in quell’istante di sapere bene come si doveva sentire Mikami.
Per un attimo, uno soltanto, rimpiansi di non averle mostrato più gentilezza.
 

 Spazio autrice:
E anche il quarto capitolo è andato!
Ringrazio chi continua a seguire e recensire la storia, mi fa sempre tanto tanto piacere leggere cosa ne pensate ^o^
Oh, quasi dimenticavo: buon Natale a tuttiiiiii **

  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio! / Vai alla pagina dell'autore: Miyuki chan