Storie originali > Generale
Segui la storia  |       
Autore: Colonnello    23/12/2011    1 recensioni
Diecimila anni dalla Fondazione di Roma (circa 3000 d.C.). L'Impero Romano domina su più della metà dell'Europa e dell'Asia e su tutto il Nuovo Continente... ma la sua egemonia sta per essere messa in discussione...
Genere: Avventura, Azione, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
6 Per il giorno seguente, Plauto Corinno aveva concesso ai due tribuni che aveva inviato in ricognizione un'insolita mattinata di riposo. In questo modo, Publio e Sesto ebbero anche la possibilità di defilarsi dagli assalti dei loro commilitoni, curiosi di sapere da loro quanto era successo oltre il confine e quello che i due tribuni avevano scoperto. Quella mattina, infatti, non si parlava d'altro presso l'avamposto della XXVIII Legione. Quando Publio e Sesto uscirono finalmente dal dormitorio per andare a fare rapporto al legato della legione, nei corridoi che percorrevano il Vallo i legionari li osservavano e se li additavano a vicenda, parlottando sottovoce fra loro e facendo una miriade di improbabili congetture su quello che i due tribuni stavano andando a raccontare a Plauto Corinno. Qualcuno dei centurioni più anziani li salutava adesso con più rispetto di prima; qualunque cosa fosse successa là fuori, Publio Scipione e Sesto Balbo si erano comunque trovati di fronte al nemico e lo avevano affrontato in maniera onorevole, riuscendo a riportare a casa la pelle, e tanto bastava perché si meritassero il rispetto dei veterani. Gli altri tribuni, invece, non si trattenevano e, prima di riuscire ad arrivare all'alloggio di Corinno, Publio e Sesto vennero fermati da almeno una decina di loro per essere tempestati di domande di ogni tipo. Troppo compresi nell'importanza del ruolo che avevano ricoperto e soprattutto consapevoli della gravità della situazione, i due si limitarono a congedarsi garbatamente da ciascuno di loro con frasi del tipo "Non possiamo dire nulla ancora" o, questo il massimo delle informazioni che divulgarono, "Prima dobbiamo parlarne con il legato. Vi farà sapere lui".

-Ci scusi il ritardo, comandante- disse Publio, quando finalmente furono arrivati nel suo ufficio- Siamo stati più volte trattenuti.

Plauto Corinno si concesse un sorriso tirato. Quella mattina sembrava più stanco e più preoccupato del solito.

-Purtroppo le voci si sono diffuse rapidamente- disse- Tra la vostra avventura e l'attacco dei ronin alla legione di Appio Sempronio, quella di ieri è stata una giornata assai intensa.

-Cos'è accaduto?

-Un gruppo di almeno un centinaio di ronin è riuscito ad avvicinarsi al Vallo mentre era in corso la bufera. Quando questa è finite, le sentinelle di Sempronio si sono accorte che erano arrivati quasi ai piedi della fortificazione e hanno dato l'allarme. Pare che questa volta si siano procurati delle artiglierie leggere, perchè hanno lanciato delle pirobule prima di essere respinti.

Publio e Sesto si scambiarono un'occhiata allarmata. Ronin armati pesantemente e appoggiati dai romani stessi! C'era ben poco da stare allegri con quelle due novità! Il loro rapporto avrebbe definitivamente devastato l'umore del legato.
-Ma veniamo a voi- disse Corinno- Che cosa avete scoperto al villaggio?

I due tribuni procedettero a rifergli con ordine quanto era loro successo dal momento in cui erano usciti dalle fortificazioni, fino a quando erano arrivati al villaggio. Della marcia di ritorno non c'era molto da dire e il più il legato lo aveva saputo la sera prima stessa, al loro rientro.

Corinno non sembrò troppo sorpreso quando seppe che i ronin avevano sterminato l'intero villaggio, affermò anzi che se lo aspettava. Quell'anno i mercenari nionici avevano dimostrato di essere molto più determinati del solito ed era evidente che questa volta avevano deciso di non lasciare in vita eventuali informatori che potessero tradire le loro mosse.

Quando però Publio gli riferì del rinvenimento del cadavere del romano, con addosso il frammento della tessera annonaria, il legato sbiancò di colpo e si lasciò cadere pesantemente sulla sedia dietro la scrivania, come se gli si fosse di colpo fermato il cuore. Con gli occhi sbarrati dallo sgomento e dall'orrore, lesse più volte il rapporto che Publio aveva scritto al villaggio, ed esaminò meticolosamente le fotografie del cadavere, sperando inizialmente di trovare qualche falla che gli consentisse di smentire con certezza le deduzioni del giovane tribuno. Fatica sprecata! Le fotografie parlavano chiaro e il rapporto del giovane Scipione non faceva una piega.

-Per la Triade Capitolina!- mormorò decidendosi finalmente a restituire il palmare a Publio- Che ne avete fatto del cadavere?

-Lo abbiamo nascosto sotto la neve, non c'era modo di seppellirlo più in profondità- rispose Sesto- Speriamo di poterlo recuperare prima della fine dell'inverno e che nel frattempo non lo trovi nessuno.

Corinno si passò una mano sul volto e si grattò la barba, osservando poi corrucciato il nero che si era accumulato sotto le unghie. Devo proprio darmi una sistemata, pensò costernato.

-Quello che avete scoperto è molto grave- disse poi, rivolgendosi ai due tribuni- E io vi pregherei di non farne parola con nessuno, almeno finché non ne avremo saputo di più. Mi raccomando... non scrivetene nemmeno ai vostri padri!

Publio e Sesto gli assicurarono che avrebbero mantenuto il segreto, ma Publio voleva essere sicuro che la sua scoperta non cadesse nelle mani sbagliate. Di Corinno si fidava abbastanza da sapere che non avrebbe lasciato correre, ma sapeva che non sarebbe stato lui ad occuparsene direttame e che avrebbe affidato quel rapporto a qualcun'altro più competente di lui.

-Che cosa farà adesso?- chiese.

Corinno sospirò.

-Normalmente partirei immediatamente per Aleupoli e andrei a consegnare personalmente questo rapporto al governatore- rispose- Solo che nelle attuali condizioni non posso permettermi di allontanarmi dalla sede della mia legione. Coi ronin che minacciano di attaccare da un momento all'altro, non posso assolutamente allontarmi da qui.

Publio annuì, non potendo che essere d'accordo. Anche lui, del resto, aveva seguito lo stesso ragionamento solo il giorno precedente. Prima il pericolo più immediato. Del resto, i congiurati sarebbero rimasti tali anche dopo che loro avessero ricacciato indietro il nemico.

-Quindi, se per te non è un problema, conserverò il tuo palmare al sicuro- disse Corinno tendendo la mano- Te ne farò avere un altro, nel frattempo.

Publio consegnò il palmare con una certa riluttanza. Lì dentro c'erano anche degli appunti un po' personali, seppur innocui, ma si rendeva conto che la salvaguardia dell'unica prova di una congiura in corso nell'Impero doveva essere custodita e preservata a qualunque costo. Così si rassegnò a vedere il suo palmare chiuso nell'arca del legato, cui aveva accesso solo lui.

-Molto bene- disse Corinno chiudendo la cassaforte- Adesso dobbiamo per prima cosa preoccuparci di fare in modo che i ronin non passino di qua. Metterò al corrente tutti, legionari, centurioni e ufficiali, della gravità della situazione, e vi esorto fin da adesso a tenere gli occhi aperti e a fare massima attenzione quando riprenderete servizio stasera. Sono stato chiaro?

Publio e Sesto scattarono sull'attenti.

-Potete andare- li congedò il legato.

Si avviarono entrambi verso la porta, ma Corinno richiamò indietro Publio, dicendo di dovergli comunicare qualcosa in privato. Incuriosito, Publio salutò l'amico e si richiuse la porta alle spalle, tornando poi verso la scrivania del legato.

-Di che si tratta?- chiese.

Il legato tirò fuori da un cassetto un pacchetto di sikari, se ne infilò uno in bocca e lo accese. Tirò una boccata di fumo, quindi si rivolse a Publio.

-Volevo chiederti come se l'è cavata là fuori Licinio Balbo- disse offrendogli il pacchetto- Lui non proviene da una famiglia di militari come noi due e, per quanto si dia da fare qui in guarnigione, avevo ancora qualche dubbio sulle sue capacità come soldato. Tu che ne pensi?

Publio rifiutò il sikar e pensò a come rispondere a quella domanda. Era tipicamente romana la convinzione che le doti e i difetti avessero natura ereditaria. Sesto era figlio di un retore e apparteneva ad una famiglia dell'aristocrazia togata, quindi era difficile che potesse diventare un buon soldato. Anche suo padre la pensava allo stesso modo, e infatti Publio era stato destinato fin dalla nascita ad intraprendere la carriera militare. Publio, però, aveva ricevuto anche l'educazione più aperta e meno rigida di sua madre, e questo lo rendeva meno tradizionalista e meno schematico.

E inoltre, solo la sera prima aveva avuto la prova che i natali di Sesto non gli avrebbero certo impedito di diventare un buon soldato.

-Indubbiamente si troverebbe meglio nell'arena politica- rispose- Con le parole ci sa fare ed ha una notevole capacità di ragionamento. Ma se costretto dalle necessità sono sicuro che saprebbe tirar fuori gli artigli!

Corinno inarcò le sopracciglia.

-Spiegati- disse.

-Ieri, quando quel ronin mi ha quasi ucciso, lui era giù avanti e correva verso gli autocinetum. Quando il centurione Nasica ha fatto accendere i fari, si è voltato per chiamarmi e mi ha visto a terra. Il centurione mi ha raccontato che senza pensarci due volte, si è voltato, ha preso la mira e ha sparato un singolo colpo, centrando in pieno quel ronin.

-Quindi se non fosse stato per lui, a quest'ora non saresti qui a parlare con me- concluse Corinno- Beh... buono a sapersi, perchè in vista di un possibile attacco, sto spostando gli elementi più deboli ai servizi infrastrutturali. Ma se dici che Balbo ha solo bisogno di esperienza e di essere incoraggiato, allora gli affiderò un caposaldo.

Publio sorrise.

-Sono certo che lo apprezzerà- rispose.

*******************

Poco dopo, Publio stava tornando verso il suo dormitorio. Mentre si trovava ancora presso l'ufficio del legato, Corinno aveva comunicato lo stato di massima allerta, riferendo della macabra scoperta fatta dai tribuni Scipione e Balbo al villaggio. Mentre tornava al suo alloggio, quindi, Publio aveva fatto di tutto per evitare di incrociare qualcuno nei corridoi, sapendo che se lo avessero fermato non avrebbe avuto un attimo di pace.

Stava quasi per infilarsi nella porta del dormitorio, quando sentì dei passi affrettati alle sue spalle e subito capì che il suo intendo di passare inosservato era miseramente fallito.

-Giulio Scipione!

Publio si rassegnò a richiudere la porta del dormitorio e si voltò, trovandosi davanti Gaio Adriano Rufo. Rufo era il più giovane dei tribuni della legione, aveva da poco compiuto diciassette anni, e sembrava essere stato arruolato per errore. Spesso distratto o disattento, se ne stava sempre per i fatti suoi a leggere, leggeva di tutto!, e quando cercava di impegnarsi per eseguire i suoi doveri diventava così nervoso da peggiorava solo la situazione. Due mesi prima, quando si era ritrovato di turno presso un osservatorio, aveva fatto scattare per due volte l'allarme, credendo di aver intravisto del movimento sospetto oltre il confine. La cosa peggiore era che nella seconda occasione aveva anche fatto sparare le artiglierie dell'osservatorio senza aver prima ricevuto l'ordine dal legato. Insomma, era proprio negato per la vita militare ed era sicuramente uno degli elementi che Corinno voleva togliere dai posti di responsabilità in vista di un imminente attacco.

Publio lo salutò cordialmente. Al contrario degli altri tribuni, cercava di non isolarlo. Rufo poteva non essere tagliato per fare il soldato, ma aveva certamente altri pregi. Nonostante la tendenza ad agitarsi facilmente, era un ragazzo sveglio e di spiccata intelligenza, con un notevole talento nell'uso dei computatori. Il legato Corinno, per quanto non lo ritenesse all'altezza di ricoprire il grado di tribuno, non aveva potuto fare a meno di lodarlo quando aveva potenziato i computatori degli osservatori munendoli di microfoni vettoriali, cosicché le sentinelle potessero sentire oltre che guardare lontano. A Publio, da parte sua, non dispiaceva discutere con lui. Condividevano entrambi l'interesse per le culture d'oltreconfine, anche se ovviamente Publio trovava più confacente alla sua persona e al suo carattere quella nionica, mentre Rufo prediligeva la sinoica, più portata verso la filosofia e le scienze. In ogni caso, sedere per un'ora a parlare con lui era una piacevole distrazione, specie in un posto come quello, dove di distrazioni ce n'erano poche e vi abbondava invece la tensione.

-Scusa se ti ho fermato, probabilmente vorrai andare a riposare- disse Rufo con aria di scusa e sempre educato e discreto.

-Ho già dormito abbastanza- rispose Publio- Dimmi pure, Rufo.

-Beh... in realtà, volevo chiederti di quello che è successo ieri sera... ma immagino che sarai stufo di sentirti fare sempre le stesse domande.

Publio sorrise e decise che per Rufo avrebbe fatto volentieri un'eccezione. Inadeguato com'era in quell'ambiente, sapeva di essere nettamente inferiore ai suoi commilitoni e di essere condannato a vivere alla loro ombra finché avesse indossato il paludamentum. Insomma, l'unico modo che aveva per conoscere le glorie militari era di viverle ascoltando le esperienze altrui, perchè difficilmente ne avrebbe ottenute di personali.

-Vieni a sederti in dormitorio- lo invitò Publio riaprendo la porta- Preferisco starmene comodo mentre racconto.

*******************

Okay, non èun granchè e l'ultimo pezzo non mi piace proprio per niente. Solo che mi serviva un capitolo di collegamento fra il precedente e quanto spero di riuscire a pubblicare la sera/notte del 24 Dicembre... esatto, proprio la Vigilia di Natale!!! L'idea me l'ha data una "collega scrittrice" che l'anno scorso ha fatto esattamente la stessa cosa. E devo dire che è stata una piacevole sorpresa arrivare a casa alle cinque del mattino e trovare l'aggiornamento (anche se in quel caso l'aspettativa aveva raggiunto un livello notevole).
Quanto all'ultimo pezzo del capitolo, ripeto, non mi piace per niente, ma Adriano Rufo è un personaggio che intendo sviluppare per benino in seguito (anzi, nel seguito!) e per esigenze narrative dovevo farlo prima che... okay, basta o vi rovino la sorpresa!
Insomma, spero di riuscire a fare meglio con il prossimo capitolo e che lo spirito dei Saturnali (la festa romana in seguito sostituita col Natale) mi ispiri! A presto!
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Generale / Vai alla pagina dell'autore: Colonnello