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Autore: Stormtroopers in stilettos    23/12/2011    4 recensioni
In un mondo alternativo, in cui la guerra è finita nel 1981 e più o meno a fin di bene per parecchi, Sirius Black è un mago che vive sereno e a piede libero. Che potrebbe succedere però se incontrasse nuovamente una delle sue vecchie fiamme scolastiche, tale Cornelia Lethifold, con cui i rapporti erano finiti in maniera piuttosto burrascosa? Solamente un mare di guai…
ULTIMO CAPITOLO ONLINE!
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, Nuovo personaggio, Sirius Black | Coppie: James/Lily
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Sirius & Cornelia'
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Note: Bene, ci siamo, nuovo capitolo in arrivo. Ormai Sirius è così alla canna del gas che potrebbe, e diciamo potrebbe farcela! Ne approfittiamo per augurare a tutti Buon Natale e Felice Anno Nuovo, see you in 2012!


Capitolo cinquantaquattro: dici sul serio?

Con l’arrivo del 1987 fu evidente però, passata l’euforia, che Sirius doveva arrendersi all’evidenza e agire. Provò a dimenticarsene, a dire il vero, ma solidali e fraterni amici insistettero a metterlo di nuovo sulla retta via.
Dunque, che il suo destino si compisse; si sentiva pronto ormai, di nuovo. Il suo personalissimo e drammatico giorno del giudizio. Merlino, gli veniva male a pensarci. Non poteva farcela; sarebbe inevitabilmente, disgraziatamente, desolatamente morto. O forse Nel gli avrebbe piantato un pugnale nella schiena, il che, ovviamente, era pressoché la stessa cosa. Però di una cosa era certo: quello sarebbe stato l’ultimo, definitivo tentativo. Un uomo può chiedere la mano di una donna non più di un certo numero di volte; oltre diventa ridicolo. D’accordo, forse anche lui aveva le sue colpe, in parte. Chiederglielo il primo aprile, per dire, era stato un errore. Chiederlo cercando di non essere melenso o sdolcinato aveva reso la questione poco attendibile, d’accordo. Causarle un infarto al matrimonio della sua amica forse era stato crudele. Senza poi aggiungere lo scherzo di pessimo gusto di James. In parole povere: una strage. Era brutto farsi ridere dietro; insomma, era dunque così poco credibile?
Sì. Puoi contarci. Era ovvio che sarebbe successo. Queste erano state le cortesi ed incoraggianti risposte degli amici. Gli unici a tenerlo sempre su di morale erano stati Julian ed Harry, ma essendo solo due teneri bambini di quasi tre e sette anni non potevano farci molto. Be’, magari poteva chiedere loro di intercedere per lui… No, Nel l’avrebbe considerato sfruttamento di minore, e considerando i suoi agganci ministeriali con esperti di legge, ovvero suo padre, era il caso di lasciar perdere.
Sospirò. Dopotutto era un Grifondoro fatto e finito, e decisamente disgraziato e fin troppo audace, a detta di tutti. Ne era sempre andato fiero, ma al momento non si riconosceva granchè in quella descrizione. Chi era il viscido fifone che si era impossessato della sua volontà, dal giorno in cui aveva visto i suoi piani fallire miseramente? L’importante era farla finita, e in fretta. Approfittò del primo giorno in cui entrambi riuscirono a incrociarsi con calma in casa sua, e decise di agire.
Con passo felpato sgusciò via dalla camera da letto; la fiera era da qualche parte in casa, e non voleva che gli si parasse davanti senza preavviso. Un infarto, al momento, avrebbe potuto ucciderlo. Bagno e corridoio erano deserti, e gli pareva che lo fosse anche il soggiorno, nonostante non vedesse molto, dal suo punto di osservazione. Quella lì, croce e delizia della sua vita, era di certo in cucina. Il rapporto di quella strega col cibo aveva del morboso, davvero.
- Ah, sei tu. Non ti ho sentito entrare. – sbottò lei voltandosi di scatto.
- Siamo gli unici abitanti in casa, Nel. – rispose lui, nervoso. Grazie tante, aveva dovuto far sfoggio di tutto il suo addestramento Auror per non farsi sentire, ci mancava solo che si facesse beccare come un pivellino da una giornalista nevrastenica.
- Sono l’unica a conoscere persone che ti piombano in casa tramite Smaterializzazione senza bussare?
- James ha disimparato alla svelta, quando ho cercato di privarlo del suo braccio destro a morsi. Ci tiene, a non essere menomato. – Ok, non gli avrebbe mai staccato il braccio per davvero, era pur sempre il suo migliore amico. Ma l’aver instillato il dubbio nel signor Potter era stata una grande idea, e aveva funzionato alla perfezione.
Nel rise sommessamente, ben conoscendo il pessimo carattere del mago. Farlo arrabbiare poteva essere pericoloso, l’aveva imparato da anni, e a sue spese. – Cerchi qualcosa? È presto per l’ora di cena.
Sirius si chiese se offendersi o meno. Non era una persona mossa da istinti primari e basta; non sempre, almeno. Ma irritarsi al momento avrebbe complicato notevolmente la questione, quindi lasciò perdere.
- No, in realtà devo dirti qualcosa.
- Sono tutta orecchie. – disse lei, sorniona, andandosi a sedere su uno degli sgabelli. Per qualche motivo il mago aveva l’aria da cane bastonato, e non vedeva l’ora di scoprire il perché.
- Be’… ecco… - tentennò un momento. Era già giunto al punto di non ritorno, ormai, per cui la soluzione era una, sperando che finalmente Merlino gliela mandasse buona. - Considerando che non mi hai reso per niente il compito semplice, e giuro che se l’hai fatto apposta mi vendicherò… - disse, prima di inginocchiarsi e prenderle la mano. – Vuoi sposarmi?
Seguì un lungo momento di apnea. Entrambi di guardarono negli occhi terrorizzati.
Se era uno scherzo del signor Black, ponderò Cornelia, era il migliore mai progettato nella storia. Be’, un po’ ripetitivo, però comunque ottimo. Ma l’aria afflitta di Sirius non faceva ben sperare. A che genere di nuova tortura ministeriale la stava sottoponendo? Nel riepilogò nella sua mente le volte in cui il mago che le stava di fronte l’aveva già torturata a quel modo; poi, mentre la paura arrivava ad avvolgerla dalla testa ai piedi, si ricordò delle parole di Stephane, a proposito delle proposte mal riuscite solo perché fatte nel giorno sbagliato.
- Quindi tu vuoi davvero sposarmi? – domandò, sperando di sbagliarsi, almeno da un punto di vista razionale.
- Ce l’ho fatta ad essere preso sul serio? – Sirius sospirò. Non era nemmeno stato incenerito, ancora. - Nel, pensaci, perché avrei dovuto chiederti più volte una cosa del genere? Per sport?
- Credevo che il tuo sport preferito fosse il Quidditch, non chiedere la mano a destra e manca. – rispose subito lei, cercando di sviare la questione.
Sirius dovette trattenersi dallo schiaffeggiarla solo perché era una donna. - Mi hai torturato a sufficienza, che ne dici di darmi una risposta? – chiese, ormai stanco di starsene inginocchiato.
D’accordo, pensò Cornelia sospirando, forse era giunto il momento di considerare la cosa in maniera seria. L’apnea continuava, ma considerando che non era morta soffocata in quei cinque minuti, forse il suo cuore avrebbe retto ancora un po’. Ad un paio di domande bisognava dare risposta, ora. Sirius l’amava? Se mai aveva avuto dubbi, e di dubbi ne aveva avuti parecchi, quell’umiliazione era sufficiente a dimostrarle molte cose. Non era il tipo d’uomo che si affezionava, in genere, e aveva sempre cercato di trattarla come poco più che un passatempo. C’erano state innumerevoli occasioni in cui l’aveva ferita, e aveva deliberatamente lasciato che si sentisse una nullità, ma nonostante questo, in un modo o nell’altro, era spesso riuscito a rimediare ai danni. E questa volta poi, si era veramente impegnato. Quindi sì, Sirius l’amava. Metteva un po’ di strizza considerarlo, ma pareva vero. Lei amava Sirius? Be’, era una certezza che aveva raggiunto da un pezzo e soffocato un po’, per autodifesa in caso di brutte sorprese. Aveva cercato di ribellarsi a questa idea molte volte, nel corso dell’ultimo anno, eppure ogni volta che il pensiero di arrendersi le sfiorava la mente, aveva sempre deciso di lasciar perdere, perché le sarebbe costato di più.
- Ad una condizione sola, Sirius. – disse dopo un po’, molto seria.
- Ovvero?
- Non ridurti mai, mai, e sottolineo MAI PIU’ a compiere azioni così stucchevoli. – rispose lei, arrossendo, mentre scendeva dallo sgabello per mettersi allo stesso livello di Sirius. Questo modo formale di fare una proposta la metteva a disagio, avrebbe dovuto perdere prima la sua incredulità.
- Merlino grazie. – sospirò Black abbracciandola di slancio e lasciandosi cadere all’indietro. Circe, Nel aveva sempre avuto ragione, il pavimento della cucina era assai scomodo, per la schiena.
- Sbaglio o dovrei ricevere un anello, a questo punto? – domandò la ragazza, cercando con tutte le sue forze di cacciare l’imbarazzo di entrambi.
Black rise: - Sei una vera sanguisuga, Nel.
- Succede, quando si decide di sposare un uomo molto ricco.
- Questo è proprio il genere di risposta che mi sarei aspettato da una di quelle figlie di papà che si incontrano nei salotti bene. – sbuffò Sirius, facendo comparire nella sua mano un anello con diamante piuttosto vistoso.
- Basta e avanza per far schiattare d’invidia metà di amici e parenti ed accecare l’altra metà. – commentò Cornelia, soddisfatta. Ecco quello che si diceva accalappiare un buon partito.
- Sei veramente crudele. – rise Sirius, prendendole la mano e infilandole al dito quel piccolo capolavoro di sobrietà.
- Bene, e ora? Ci tocca fare un annuncio ufficiale?
- Prima pensavo di ricevere un risarcimento per tutti i miei sforzi. – ponderò Sirius, baciando la, orrore, futura sposa con una certa urgenza.
- Non hai amici in spasmodica attesa di conoscere l’esito del tuo ultimo, disperato tentativo? – lo bloccò lei con molta fatica e molto selfcontrol. – Immagino dovrai farti anche perdonare da Lily per come hai ridotto James non più di due mesi fa. Ora so perché te l’eri presa tanto.
- Già. – fece Sirius. – Detesto chi mi intralcia il cammino, Ramoso incluso. Ad ogni modo so che si sono dati alle sedute spiritiche ormai, quindi non è il caso di disturbarli. – seriamente, al momento uscire di casa era l’ultimo, sottolineare bene, l’ultimo dei suoi desideri.
- Sirius…
- E’ freddo fuori, siamo in gennaio. E poi li abbiamo visti pochi giorni fa per l’ultimo dell’anno, non è necessario vederli per forza e… - negativo. Non avrebbe ceduto alle richieste della fidanzatina.
- Sirius?
- Che c’è?
- Vorrei sapere con anticipo se rischio di sposare uno che potrebbe diventare completamente matto nell’arco di un lustro. – rispose lei, inarcando un sopracciglio.
- Sposando te non è un dubbio, è una certezza il fatto che andrò fuori di testa. Ero preparato a questo, combatterò stoicamente, non temere. – la rassicurò, stringendola a sé.
- Mi stai stritolando, Sirius, e abbiamo un annuncio ufficiale da fare… - con tutta la fatica che sicuramente avevano fatto per sopportare Black e i suoi infausti tentativi, Nel si sentiva in dovere di far presente che il loro amico ce l’aveva fatta.
- Ti stai affezionando un po’ troppo ai miei amici. Cosa c’è sotto?
- Sono il vero motivo per cui ti frequento. – rise Cornelia, cercando per la seconda volta, invano, di rimettersi in piedi. – Lasciami andare, per favore.
- Non riuscirai a convincermi, piantala.
- Guarda che invito Connie qui a cena. Ti farà le fusa anche con suo marito presente, ti avverto.
- Ok, andiamo. – si convinse Sirius alzandosi in piedi e aiutando Nel a fare altrettanto. Connie era una cognata simpatica, ma seriamente inquietante, a volte. La cosa buffa o tremenda era che suo marito non faceva mai una piega.
Piombarono di fronte a casa Potter un attimo dopo; nessuno aprì, dopo che ebbero bussato.
- Dove Merlino sono quegli squinternati? – chiese Sirius.
- Non ne ho idea…
- Scusa un attimo. – si giustificò Black prima di saltarle addosso come un animale, mentre erano ancora sulla soglia.
- Il rumore mi era famigliare! – esultò James, aprendo la porta. – E’ un piacere avervi sempre in casa mia. Vi si sentiva attraverso la porta, comunque.
- Sei lento a capire che ti sono arrivati ospiti. – replicò Sirius.
- Eravamo tutti presi in una seduta spiritica nello studio, pensavamo giusto ora di scendere per cena, c’è qualcosa che devo sapere?
- Perché stavi mangiando Nellie, Sirius? – chiese Julian, facendo capolino tra le gambe di James. Evidentemente i piccioncini non si erano staccati abbastanza velocemente. Lily raggiunse il drappello poco dopo, seguita da Harry e Remus che lo guardava con disapprovazione per quelle effusioni poco consone.
- Che ci fa il professorino, qui? – chiese Sirius, sorpreso.
- Non volevo perdermi la seduta, e poi volevo dimostrare che sei un uomo molto prevedibile.
- Ma prego, entrate pure, casa nostra è casa vostra. – li invitò James, mentre in sottofondo si sentiva Lily borbottare “Be’, quasi”.
- Allora, che dovete dirmi voi du… - James si voltò non appena messo piede in cucina, dopo la moglie, e lo spettacolo che vide fu grandioso. Nel aveva fatto apparire uno scintillante guinzaglio rosso e collare ben stretto al collo di Sirius. Non ricordava di averla mai vista più divertita.
- Non potevi trovare modo migliore per dircelo. – ululò James, abbandonandosi sullo stipite della porta. – Grazie, davvero!
- Questa entra ufficialmente negli annali. – bofonchiò Remus, preso da irrefrenabili attacchi di risate.
- Bella trovata. – commentò Sirius, gelido. – Toccherà anche a lei, signor Lupin, prima o poi. – fece evanescere subito dopo il grazioso pensiero della fidanzata. – Non ne ho passate a sufficienza? – chiese, irritato.
- Oh, no Sirius, peccato, a me piaceva il tuo guinzaglio nuovo.
- Non ti ci mettere anche tu, Harry, per favore.
- Suvvia, dovresti essere felice di avercela fatta. Sei antipatico come il signor Palmer, quando fai così.
- Io non sono come quell’antipatico tizio, e nemmeno voglio entrare in parlamento, e nemmeno mi pentirò per aver sposato una donna solo per la sua bellezza. – replicò rigido come un palo.
Nel passò oltre a quella considerazione sulla sua bellezza e si limitò a dare la stoccata finale. – Ma allora leggi davvero Jane Austen, quei libri non sono solo lì per fare figura! – esclamò, fingendosi estremamente sorpresa. James era ormai seduto per terra, e singhiozzava. Lily si era nascosta il viso tra le mani e anche Remus avvertì l’indispensabile bisogno di appoggiarsi da qualche parte.
- Ti odio. – sibilò Black in direzione della strega.
- Raccontala a qualcun’altra, sì? – rispose Nel, mostrandogli l’anello e mandandogli un bacio.
- Mamma, è enorme, brilla più degli occhiali di Harry. – mugugnò Julian.
- Ci sarà voluto un cane con tanto naso per scovarlo. - disse Harry.
Fantastico, pure i figliocci in vena di scherzi.
- Il gioielliere aveva le protezioni in negozio per ripararsi gli occhi, posso testimoniare. – confermò Lupin, prendendo in braccio Julian, che si era arrampicato sulla sua gamba.
- Buono a sapersi. – annuì Cornelia, divertita.
- Vi fermate a cena? – domandò poi Lily. – Non mi cambia aggiungere due piatti, mi farebbe piacere avere ospiti.
Nel si voltò a guardare Sirius, che pareva estremamente irritato da una situazione che, come al solito, gli si era ritorta contro, e anche dal non aver ricevuto la soddisfazione che sperava.
- Mi spiace Lily, ma non è finita la nostra sessione di annunciazione, dovremo fare un’altra volta.
- A quando le nozze? – chiese James, ancora ridacchiando, mentre raggiungeva la moglie per darle un bacio.
- Ti faccio io da testimone, Sirius, posso vero? – s’intromise Julian, portato in cucina da Remus.
- Ne riparliamo più avanti, d’accordo?
- Sono meglio io, Sirius, non inciampo nei tappeti. – si propose Harry.
- Faremo delle audizioni quando sarà il momento, promesso. – disse Nel. – Ci vediamo a cena prossimamente, qui o altrove, ok?
- D’accordo, ma niente pomiciamenti per strada, fate i bravi. – disse James.
- Ha parlato la ventosa del dormitorio di Grifondoro. – sbottò Sirius Black, prima di Smaterializzarsi, sotto lo sguardo imbarazzato di Lily e James, ancora vicini.
- Bene… perdonate la sua maleducazione, vi saluto anche io. – disse Nel, prima di tornarsene a casa di Sirius in un battito di ciglia. Ebbe il buon gusto, o l’intuito, di Materializzarsi nella stanza giusta della casa. Black, futuro marito fregato e incastrato, ebbe il suo personale trionfo.
  
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