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Autore: Wren07    23/12/2011    2 recensioni
Natale 1981, subito dopo la caduta di Voldemort. Albus fa visita a Gellert a Nurmengard.
Prima classificata al contest 'Slash and Christmas Song' indetto da Ale HP sul forum di EFP.
Genere: Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Albus Silente, Gellert Grindelwald | Coppie: Albus/Gellert
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Scritta per il contest "Slash and Christmas Song", indetto da Ale Hp sul forum di EFP.

Nick autore (Sul Forum ed EFP): Wren07

Titolo: Der Krieg ist vorbei

Pairing: Albus/Gellert

Prompt: Piuma

Canzone: Happy Christmas (War Is Over)

Rating: Verde

Avvertimenti: One shot; Slash

Genere: Generale; Fluff

Introduzione: Natale 1981, subito dopo la caduta di Voldemort. Albus fa visita a Gellert a Nurmengard.

NdA:
 
- Il titolo Der Krieg ist vorbei significa La guerra è finita  in tedesco, lingua di Gellert, ed è un richiamo al War is over della canzone Happy Christmas (War is over), liberamente citata nella lettera di apertura di Gellert.
 
- Le altre espressioni in tedesco sono es ist Weihnachten  (è Natale) e mein lieber (mio caro).
 
- Ho scelto di usare il nome originale Dumbledore invece di Silente.
 
- Grunt è l’elfo domestico che nella mia immaginazione perversa fa da secondino a Gellert e il suo nome è un richiamo ai suoi continui borbottii e grugniti.


 
Der Krieg ist vorbei

 

25/12/1981

Albus,
E così è Natale. E tu che cosa hai fatto? E’ passato un altro anno e uno nuovo sta per cominciare. Non che per me cambi qualcosa naturalmente. E’ solo un caso che qualche giorno fa quel vecchio elfo pulcioso mi abbia allungato dalle sbarre la tua lettera vecchia di settimane e  un giornale, oltre al mio solito pasto, che probabilmente definiresti “dietetico” o “salutare”. Erano mesi che non leggevo una data, ho anche rischiato di perdermi il Natale.
Ma tu almeno hai novità. Der Krieg ist vorbei. La guerra è finita. Che quel Lord Voldemort sia caduto non mi sorprende, in realtà. Per essersi dato un nome del genere, non doveva avere un gran cervello, né il tuo senso dell’umorismo. E tu avrai appena salvato il mondo magico per l’ennesima volta, scommetto. Possibile che tu non abbia neanche il tempo di venire a trovare un vecchio amico?
Buon Natale comunque. Spero che tu ti diverta,
Gellert
 
 
Rileggendo con le palpebre pesanti quelle poche righe, Gellert posò sul vecchio tavolo sbilenco la sua piuma a dir poco malridotta. Era già piuttosto vecchia e spennacchiata, ma, dopo essersi macchiata con l’inchiostro rovesciato dalla boccetta, ormai era del tutto inservibile. Del resto, quello era uno degli inconvenienti di non disporre più di una bacchetta. In altri tempi gli sarebbe bastato roteare un braccio per far tornare la sua piuma come nuova.
Per un folle attimo, pensò che avrebbe desiderato una piuma nuova per Natale. Beh, la avrebbe desiderata se avesse avuto qualcuno a cui chiederla. Ma nelle sue condizioni non sarebbe stato comunque sensato dare importanza a una questione del genere. Né, in effetti, era più sensato stare lì seduto ad arrovellarsi su come far recapitare una lettera all’uomo per il quale si ritrovava rinchiuso in quella dannata prigione da decenni.
Mentre tentava di evitare di soffermarsi sulla propria discutibile coerenza, fu distratto da uno scricchiolio. Doveva essere quel dannato elfo, il vecchio Grunt, che gli portava il pranzo di Natale. Non che se lo aspettasse particolarmente abbondante.
« Muoviti, Grunt, almeno a Natale! » brontolò rauco. Ma, voltandosi, intravide un profilo allungato e avvolto in un mantello color porpora, che non aveva niente a che fare con quello dell’elfo domestico.
« Modera i toni, Gellert, almeno a Natale! » gli rispose con assoluta naturalezza Albus Dumbledore, che gli si parò davanti, inappuntabile, nella sua veste da cerimonia sulla quale ricadevano la lunga barba e i capelli bianchi. Eppure, nel suo passo elegante e nelle parole affettate c’era ancora qualcosa del ragazzo allampanato dalla chioma rossiccia di Godric’s Hollow.
« E così si chiama Grunt quell’elfo, eh? Non mi è sembrato particolarmente socievole. Un’ottima guardia, però. Appena mi ha visto, credeva che fossi un intruso e mi ha assalito con una vecchia lanterna. Non ha neanche accettato le mie scuse e un dolcetto natalizio » continuò Albus in tono pacato, apparentemente più turbato dal poco garbo dell’elfo che dalla vista di Gellert, che non incontrava da decenni e non era esattamente nella sua forma migliore, in quella veste sudicia e con i pochi capelli ormai completamente bianchi.
« Non posso crederci. Albus Dumbledore ha rinunciato al banchetto di Natale con i marmocchi della sua adorata scuola per venire qui a Nurmengard » commentò Gellert, sogghignando. « E comunque, non dovresti essere da qualche parte ad aiutare Babbano Natale, o come si chiama, a portare regali in giro, o ad addobbare l’albero con il tuo fratellino? » continuò, alzando lo sguardo. Incontrò gli occhi azzurri di Albus, in quel momento gelidi, che lo trapassavano come avevano già fatto troppe volte così tanto tempo prima.
 « Dubito che ad Aberforth farebbe piacere passare le feste con me in realtà » rispose Albus, simulando noncuranza in modo poco credibile. « Almeno starà facendo affari d’oro in questo periodo, per tutti i brindisi alla caduta del Signore Oscuro » continuò, scrollando le spalle.
« Da tutto quello che mi hai scritto su questo Voldemort, vedo solo che mancava di originalità. Ma tu dovresti essere felice. Es ist Weihnachten. Der Krieg ist vorbei » replicò Gellert.
« Già, non dovrebbe esserci niente di meglio, vero? » assentì Albus, poco convinto, mentre rivolgeva lo sguardo ad un punto imprecisato sulla parete. Sembrava quasi che si stesse rammaricando di non aver portato addobbi natalizi.
« Cosa c’è, ti aspettavi anche di trovare un po’ di vischio e qualche ghirlanda qui dentro? » sbuffò Gellert un attimo dopo.
« Beh, non posso negare di averci sperato in effetti. Mi ero sempre rammaricato di non averti mai visto in vena natalizia, se proprio vuoi saperlo. E poi mi aspettavo che avessi tempo libero a volontà per dedicarti alle decorazioni » replicò prontamente Albus, sarcastico.
Per tutta risposta, Gellert inarcò le sopracciglia perplesso, per poi esplodere in una fragorosa risata.
« Avresti potuto mandarmi un biglietto almeno » si affrettò ad aggiungere Albus, non potendo fare a meno di notare che le labbra di Gellert continuavano a curvarsi sempre allo stesso modo quando rideva.
« E ci ho provato! Ma il mio gufo è a caccia e quel dannato elfo si presenta solo quando gli fa comodo » ribatté Gellert, quasi offeso. « In più, la mia piuma è del tutto andata ormai, ne avrei desiderata una nuova come regalo di Natale » aggiunse, bofonchiando.
« Oh, che sciocco, quasi dimenticavo » disse Albus, mentre iniziava a frugare in una tasca del mantello. Finalmente ne estrasse una scatola rettangolare impacchettata con una carta rossa e con tanto di fiocco in tinta.
 « Non è esattamente quello che intendevi ma... Beh, le mie capacità di Legilimens sorprendono anche me a volte » commentò Albus in tono soddisfatto, mentre porgeva il pacchetto a Gellert.
« Il solito vanaglorioso » sospirò Gellert, mentre ruotava tra le mani il pacchetto, ancora sigillato, in tutte le direzioni.
« Ma se sei sempre stato tu l’arrogante! » rise Albus. « E comunque, potresti anche fidarti per una volta. Se avessi voluto far saltare in aria un vecchio disarmato avrei già avuto molte occasioni, non mi sarei sprecato ad impacchettarti qualcosa di esplosivo » .
« Eppure avrebbe un non so che di poetico, Albus, non lo escluderei. Anzi, direi quasi che è nel tuo stile » notò Gellert, accingendosi finalmente a sciogliere il nodo del fiocco. Dopo un paio di imbarazzanti minuti trascorsi nel tentativo di liberarsi della carta rossa, finalmente Gellert si ritrovò fra le mani una scatola di legno, su cui era incisa una scritta dorata: Mielandia. Rimase per un attimo a fissarla immobile, e Albus avrebbe giurato di aver intravisto per un istante gli occhi di un bambino eccitato per il suo regalo di Natale, tra le rughe che segnavano il viso di Gellert. Mentre sollevava il coperchio della scatola, si diffuse nella cella un aroma leggero di zucchero filato e Gellert prese tra le mani quella che a prima vista sembrava una piuma nuova a tutti gli effetti. 
« E questo ti sembra nel mio stile? » domandò Albus, mentre l’altro ridacchiava sommessamente.
« Assolutamente » annuì Gellert. « Una piuma di zucchero filato! Nessuno sano di mente avrebbe pensato a una cosa del genere per allietare un carcerato » .
« Lo prenderò come un complimento » rispose Albus, abbassando la testa in modo solenne.
« Era quella la mia intenzione, mein lieber. Mi dispiace solo di non poter ricambiare in nessun modo e di non poterti neanche offrire un pranzo natalizio » ribatté Gellert, portandosi una mano sul petto per apparire risentito. « Ma quella non è esattamente colpa mia, visto che hai fatto scappare Grunt » continuò, ammiccando.
« Oh, non c’è problema, ho pensato anche a quello » disse Albus, sfoderando la bacchetta dal mantello e guardandosi intorno. In pochi istanti, il vecchio tavolo, allungato e apparecchiato, era ricoperto di leccornie. « Direttamente dalle cucine di Hogwarts » chiarì Albus con un piccolo inchino, mentre gli occhi di Gellert, che per un attimo si erano persi seguendo i movimenti della Bacchetta di Sambuco, incontravano di nuovo i suoi.
« Beh, lasciami fare gli onori di casa, allora, accomodati! » esclamò il prigioniero, scostando una sedia e indicandola ad Albus. « Non avrei mai pensato che avremmo passato un Natale insieme » sorrise poi a occhi bassi, raggiungendo l’altro lato del tavolo. « Non così almeno » aggiunse in un sussurro, affrettandosi a mascherare quell’accesso di sentimentalismo con un colpo di tosse.
« Già, ma è questo il senso del Natale, no? » commentò Albus, nel tentativo di suonare indifferente, tradito però dalle sue orecchie che iniziavano a tingersi di rosso. « E cerca di non finire quella piuma prima di scrivermi » concluse con uno sguardo minaccioso, riacquistando il controllo.
Gellert alzò le spalle. « Sei sempre stato tu ad avere problemi di autocontrollo, in fatto di dolci. E comunque, non appena la piuma sarà consumata, potrò chiedertene un’altra. Cominci davvero a somigliare sempre più a quel Babbano Natale, sai? » notò Gellert, addentando una coscia di tacchino.
Albus, intanto, aveva riempito due calici di vino elfico. « Al Natale e alle piume » disse poi in tono solenne, levandone uno. « Alla fine della guerra » rispose Gellert sorridendo. E probabilmente i brindisi si sarebbero prolungati per molto tempo, senza che nessuno dei due facesse caso al gelo della cella angusta, ai grugniti di protesta dell’elfo domestico, o alla neve che iniziava a fioccare lentamente al di là delle sbarre.



I classificata: Der Krieg ist vorbei di Wren07



Grammatica: 9.5/10

Stile e Lessico: 9/10

Caratterizzazione: 15/15

Uso Prompt: 10/10

Uso Canzone: 5/5

Originalità: 10/10

Gradimento Personale: 8/10

Totale: 66,5/70

 

Mai scrivere un giudizio è stato più difficile di così, davvero.

Cioè, secondo me era tutto fatto bene, niente in contrario.

Ho iniziato a basarmi sulle minuscole imperfezioni, giusto per trovare il pelo nell’uovo!

L’unico errore “grammaticale” o più che altro di battitura è stato un doppio spazio, nulla di che, quindi.

Lo stile e il lessico erano buoni, anche se, andando avanti nella lettura, il tuo stile lo trovato un filino stancante e monotono.

Quello che più ho apprezzato, invece, è stata la caratterizzazione. Albus era perfettamente IC, e l’ho adorato tantissimo in tutti i punti della storia. Gellert mi è piaciuto molto. Per quanto rude voleva essere, si percepiva quanto amore provava per Albus – e per la piuma di zucchero filato!

Il prompt era decisamente perfetto, tutto era incentrato su di esso e in maniera anche molto originale! Quindi, anche per questo, hai il punteggio pieno sia al prompt che all’originalità. Perché Albus che va a trovare Gellert in cella è la cosa più dolce e originale di cui si possa scrivere.

L’uso della canzone, anch’esso, è stato di mio gradimento, e in più era perfettamente adatta al contesto.
   
 
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