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Autore: kresbiten    23/12/2011    11 recensioni
Cos'è l'amore? E' quel brivido che ti attraversa la spina dorsale nel momento in cui incroci i suoi occhi, nel momento in cui ti sfiora? No, l'amore è sofferenza, sono lacrime versate, è dolore. L'amore è solo un'illusione che ti aiuta ad andare avanti, a crescere e a diventare la persona che sei o sarai un giorno.
La professoressa Isabella Swan decide di tornare a Forks, dopo precisamente quattordici anni. Tutto è cambiato nella sua vita, lei per prima. E' convinta di essersi lasciata tutto alle spalle, anche se gli occhi di sua figlia la riportano troppe volte indietro nel tempo. Ma cosa succederà quando, in un tranquillo giorno scolastico, non saranno gli occhi di sua figlia a farle ricordare, ma il soggetto stesso dei suoi ricordi?
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Renesmee Cullen, Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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A grande richiesta, eccovi il capitolo di Mi scusi prof! Ma loool!
Buon pomeriggio girls e buon 23 dicembre! Natale è alle porte, mentre per i nostri carissimi personaggi della fic, è la Vigilia di Natale! Nemmeno a farlo apposta, ci troviamo nello stesso periodo. Ahahahahah, sono un genio, lo so u.u
13 recensioni alli scorso capitolo sono... wow *-------------* Grazie, grazie, grazie!
Poi tutte le attenzioni che mi rivolgono le ragazze sul GRUPPO *-----------*
Awwwww vi adoro :')
Dedico questo capitolo a tutte voi, ogni singola persona che mi segue e mi legge con piacere. Vi auguro di trascorrere un meraviglioso Natale, con i più sinceri auguri a voi e alle vostre famiglie.
Prima dell'anno nuovo ci sentiremo con un nuovo capitolo e coglierò l'occasione, in quel capitolo, di farvi gli auguri per Capodanno.
Adesso mi limito ad augurarvi BUON NATALE e, naturalmente, una BUONA LETTURA!
Un bacione enorme,
Mary.






- Allora tesoro, cosa mi racconti?- chiese mia madre un minuto dopo che ci lasciarono da sole. Eravamo arrivati da circa tre quarti d'ora ed eravamo stati assaliti da mio padre, con abbracci e domande. Adesso, lui, Renesmèe e James si trovavano in salotto a chiacchierare, lasciando noi donne in cucina a preparare il cenone della vigilia di Natale.
- Beh, sono successe un pò di cose mamma..- sussurrai cercando di prestare maggiore attenzione al coltello, nella speranza di non tagliarmi. Mia madre, così come Charlie, non sapeva niente di quello che era successo nelle ultime settimane e questo mi faceva sentire in colpa. Gli avevo sempre raccontato tutto ma adesso, presa dal tutto, li avevo particolarmente trascurati. Dovevo tutto a loro. Era grazie ai miei genitori se ero riuscita a crescere Renesmèe nei migliori dei modi, come una ragazza normale che aveva entrambi i genitori. Mi avevano, da sempre, aiutata sia dal lato affettuoso che economico. Avevano accettato la mia gravidanza con le lacrime e gli abbracci, anzicchè con le urla e minacce, perchè sapevano che non era stato fatto da una ragazza che non avesse la testa sulle spalle, ma tutt'altro.
- Come ad esempio?- stava cuocendo la salsa con le vongole, mentre io tagliuzzavo l'antipasto.
- Renesmèe sa tutto..- confessai, mentre lei iniziò a tossire. Risi alla sua reazione.
- Come sa tutto? In che senso?-
- Non è stupida e, dopo varie coincidenze, ha capito che Edward è suo padre- feci spallucce mentre aggiungevo il prezzemolo.
- T..tutto?-
- Tutto quello che sapete voi, però..-
- Però?-
- Sono uscita con Edward la sera prima dell'incidente..- mi bloccai aspettando che iniziasse ad urlare, ma non arrivò nulla di tutto questo. Mi sentii in colpa nell'aver pensato queste cose, quando sapevo che mia madre non lo avrebbe mai fatto, ma mi avrebbe sempre appoggiata chiarendo anche i suoi punti di vista. - E.. ci è stato un equivoco.. quella mattina..- abbassai lo sguardo consapevole che mia madre sapesse tutto, eppure mi imbarazzava parlarle di certe cose, soprattutto se queste facevano male.
- In che senso tesoro? Non riesco a capire quale equivoco ci possa essere stato..-
- Mamma.. E..Edward non mi ha tradita, non lo ha.. mai fatto..- era la terza volta che lo dicevo ad alta voce, appure ogni volta sentivo le gambe tremare e un groppo formarsi in gola. - Sono stati i.. i Cullen, i suoi.. genitori..- il rumore della forchetta che cadde a terra mi fece sobbalzare e, quando mi girai, trovai mia madre immobile e con gli occhi sgranati.
- I Cullen?-
- Sì, hanno.. pagato questa ragazza per mettersi nuda nel letto di.. Edward..-
- Oh mio Dio- risi amara e annuii.
- Già..-
- E' terribile, io non pensavo che fossero così. Oddio, se li tenessi tra le mani adesso, io.. io li ammazzerei. E' solo colpa loro se..-
- Mamma, ti prego. E' la Vigilia di Natale, non voglio rovinarmi la festa- la pregai sia con la voce che con lo sguardo e mi annuì dolce.
- Hai ragione, scusa la mia superficialità- le sorrisi e l'abbracciai.
Passammo le altre due ore a cucinare e alle sei del pomeriggio era tutto pronto, compreso l'allestimento della tavola redatto da Renesmèe con gli immancabili suggerimenti di James, mentre mio padre aveva provveduto ad accendere le luci, addobbi e il fuoco nel camino. Passammo la serata a mangiare e a divertirci, nonostante fossimo solo noi cinque, ma eravamo le giuste persone che dovevano esserci. Solo una volta il mio pensiero volò a Edward, e a quanto volessi che lui fosse lì con me, seduto al mio fianco e a baciarmi ogni qual volta ne aveva l'occasione. Ma mi ero ripromessa di non dovermi intristire, almeno quella sera. Alle undici, visto che ce l'eravamo presi con molta comodità, finimmo di mangiare e fare i piatti. Facemmo una partita a carte e a mezzanotte, allo scoccare dell'antico orologio che avevano i miei genitori, ci demmo gli auguri e ci scambiammo i regali.
Avevo provveduto a far arrivare dal corriere a mio padre, il pomeriggio prima, un servizio completo per la pesca. Mentre a mia madre avevo regalato un sevizio di piatti nuovi, che aveva da un bel pò adocchiato. I miei genitori mi regalarono due libri da leggere, mentre regalarono un portatile a mia figlia e un set di non so cosa a James. Verso mezzanotte e mezza, dop tanti abbracci, li lasciammo e andammo a casa nostra. Per tutto il viaggio guidò James, come era normale che fosse ogni volta che stavamo da soli.
Più ci avvicinavamo a casa, più sentivo una strana ansia artigliarmi lo stomaco. Più volte James mi chiese se mi sentissi bene e, ogni volta, gli avevo risposto che avevo mangiato troppo. Quando arrivammo entrammo tutti a casa mia, visto che i regali si trovavano tutti sotto l'albero. Ci sedemmo tutti intorno all'albero illuminato e iniziammo a scambiarci i regali.
- Questo è tuo..- porsi in pacchetto a mia figlia mentre aveva gli occhi illuminati. Scartò il pacchetto e, appena vide l'immagine raffigurata sulc artone, urlò come una matta e mi saltò addosso.
- Ommioddo, ommioddio, ommioddio!! L'i-phon 6! Oddio, grazie, grazie, grazie!- sentii il cuore stringersi al vederla così presa.
- Questo è mio, è di adornamento a quello di tua madre- James le lanciò un pacchetto che lei afferrò a aprì subito. Al suo interno c'era una memory card, una mascherina per il telefono, laccio, cuffie di ricambio e tutto il resto. 
- Grazie!- ci abbracciò sorridente cercando di riaquistare controllo. Continuammo a scambiarci regali, tra cui vestiti, accessori e chi più ne ha più ne metta. Erano quasi le due quando Renesmèe si chiuse in camera sua, dopo averci dato la buonanotte, a, sicuramente, sperimentare il suo nuovo telefono. Mi lasciai ricadere sul divano esausta e James rimase all'inpiedi di fronte a me. Lo guardai e sorrisi.
- Devo invitarti a sedere?- chiesi ridendo e lui mi imitò.
- Spiritosa Bells, spiritosa.-
- Lo so, grazie- gli feci un occhiolino e scosse la testa.
- Io mi ritiro. Ci si vede domattina- mi diede un bacio sulla fronte e si avviò alla porta.
- Che mi nascondi Jams- si bloccò voltandosi nella mia direzione.
- Eh?!- arcai un sopracciglio e scossi la testa.
- Buonanotte- ricambiò il saluto e si chiuse la porta alle spalle. Lentamente mi avviai verso la mia camera e, senza accendere la lcue, andai verso il bagno. Mi diedi una risciacquata per togliere la puzza di frittura da dosso e il trucco dal viso. Indossai il pigiama e, dopo aver sistemato tutto, tornai in camera. Accesi l'abaujour e sistemai le scarpe nella scarpiera, mentre i vestiti erano nel cesto dei panni sporchi. Tolsi le pantofole e mi avviai al letto, scostando le coperte. Nel momento in cui sollevai il cuscino, qualcosa si imbattè al contatto con la mia mano. Sollevai il cuscino e trovai un piccolo pacchetto rosso con un biglietto vicino. Mi sedetti sul letto, non riuscendo ad immaginare cosa ci fosse al suo interno e tanto meno chi lo avesse messo lì. Presi il pacchetto con le mani tremanti e, lentamente, sciolsi il fiocco. Sentivo il cuore nel petto battere all'impazzata e pompare una quantità di sangue maggiore rispetto al normale.
Perchè mi sentivo così nervosa?
"Siamo legati da un filo sottissimo io e te, eppure, mai niente e nessuno riuscirà a spezzarlo"
"Come lo fai a sapere?"
"Lo so, proprio come so che tu mi apparterrai per sempre"
"E tu apparterrai per sempre a me"
Aprii lo scatolo e quasi non scoppiai a piangere.
"Perchè?"
"Perchè cosa? Non ti piace?"
"Perchè questo?"
Con le dita sfiorai il ciondollo appeso alla catenina d'oro bianco.
"E' il simbolo dell'infinito..."
Una lacrima scappò al mio autocontrollo, scivolando lenta sulla mia guancia. A queste ne seguirno altre, tante altre. Ma, nonostante fossero lacrime, queste erano accompagnate da un sorriso. Afferrai il biglietto tra le mani, aprendolo e, dopo aver asciugato gli occhi, lessi.

Da quando ci siamo rivisti, non te l'ho mai vista al collo. Se l'hai buttata, l'hai bruciata o non so cosa, posso anche comprenderti, eppure..
Eppure voglio che tu ce l'abbia ancora. Quella che ti ho regalato quattordici anni fa, fa parte dei vecchi Edward e Bella. Questo, invece, appartiene ai nuovi Edward e Bella. Maturi, cresciuti.. separati ma pur sempre "
legati da un filo sottissimo che mai niente e nessuno riuscirà a spezzare". Io ci credo Bella, perchè il nostro amore è infinito. E' nascosto da qualche parte del nostro cuore e, lentamente, riemergerà. Cosa succederà? Non lo so, tu non lo sai, nessuno lo saprà. Ma si una cosa posso esserne certo, che mai riuscirò a dimenticarti.
Buona Natale,
il tuo Edward.

Portai il biglietto alle labbra e scoppiai a piangere. Mi lasciai cadere sul letto stringendo il pacchetto al mio petto e affogando i singhiozzi al cuscino.
"Perchè credi così tanto in noi Edward?" la mia pelle si ricoprì di brividi quando le sue labbra si posarono sul mio collo.
"Perchè ti amo come nessuno ha mai amato nessuno" alzai i capelli lasciando il collo completamente scoperto. "E so.. sento che.. sì, che ci saranno delle difficoltà ma che tu sarai sempre mia" le sue dita fredde sfiorarono il mio collo.
"Bella tu.. tu hai preso tutto di me, anima e cuore, tutto. Non posso immaginare il mio futuro con un'altra persona e tanto meno riesco ad immaginare te tra le braccia di un'altro.. Al solo pensiero io.."
"Shh" sussurrai baciando la sua mano.
"Noi siamo destinati a stare insieme. Siamo destinati ad essere Edward e Bella" chiuse la catenina, lasciando un'ennesimo bacio sul collo, ma stavolta accompagnato da un sussurrato "Ti amo".
Ci credevo ancora? Credevo nel destino, nel vero amore, nei segnali e in tutto il resto?
Non avevo nulla che potesse darmi certezza, nessun gesto, nessun'azione. Solo pura immaginazione, credenze o speranze. Niente di più, niente di meno. Ma, per quanto volevo crederci, avevo ancora quell'enorme segreto che mi pressava il petto e che sapevo non avrebbe portato nulla di buono. Il mio gesto.. il mio segreto era iperdonabile e ne ero completamente consaevole.
Ma allora perchè non confesso tutto?
Perchè stava procedendo tutto così.. gradualmente.
Era come se ci stessimo conoscendo di nuovo, perchè in fondo, nonostante fossimo sempre gli stessi, eravamo cambiati.. crescuti, maturati. Ci stavamo avvicinando lentamente, nonostante il nostro amore fosse lì, dove lo avevamo lasciato anni fa. Gradualmente.. senza fretta, senza voler raggiungere una meta ancora troppo lontana.
E io non volevo che questo segreto ci riportasse a zero. Ma sapevo che la verità sarebbe dovuta spuntare fuori, lo sapevo e mi faceva male, ma soprattutto... mi faceva tirare indietro.
Mi addormentai con la collana al collo e col le mani chiuse intorno al ciondolo, pensando all'infinito.
Cos'era l'infinito in amore?
Cos'era il destino?
Solo concetti o qualcosa di.. vero, qualcosa in cui credere?

Quando la mattina dopo mi svegliai avevo ancora tra le mani il ciondolo, mentre la lettera era di fianco al mio viso sul cuscino. Un forte sospirò uscì dalle mie labbra e queste si arcuarono in un sorriso. Mi stiracchiai avvolgendomi tra le lenzuola a abbracciai, istintivamente, il cuscino freddo e vuoto al mio fianco. Mi alzai a sedere, portando la schiena poggiata alla tastiera del letto e mi girai a guardare l'orologio. Erano le nove di mattina, traguardo per la sottoscritta. Mi alzai e mi trascinai in bagno, e quando vidi la vasca un idea mi balenò in testa. James e Renesmèe minimo si sarebbero svegliati tra due ore, quindi meglio approfittarne. Feci riempire la vasca mentre mi spogliavo. Rimasi in intimo mentre feci scorrere un pò di bagnochiuma nell'acqua e chiudevo il rubinetto. Tolsi quello che rimaneva dal mio corpo e mi immersi, un piede alla volta. Subito il calore dell'acqua mi colpì e sentii un brivido partire dalla punta dei piedi alla testa. Mi stesi poggiando la testa sul bordo e lasciando che la schiuma mi coprisse e l'acqua mi riscaldasse. Chiusi gli occhi e mi sembrava di star galleggiando quanto ero rilassata. Navigavo con la mente mentre le bollicine dell'idromassaggio carezzavano il mio corpo nudo, coperto solamente dalla catenina e dall'acqua.
- Sei semplicemente meravigliosa.. una dea.. la mia dea..- i polpastrelli delle sue dita sfioravano il mio corpo immerso nell'acqua calda.
- Perfetta..- stavolta un sussurro al mio orecchio e un brivido sul mio corpo, nonostante la temperatura alta.
- E.. Edward..- un gemito fuoriuscì dalle mie labbra mentre le sue dita percorrevano il mio corpo. Aprii gli occhi, fino ad ora chiusi, e me lo ritrovai di fronte, più bello che mai con i capelli bagnati che scivolavano sulla fronte.
- Ti amo..- un bacio sulla gamba poggiata sul bordo della vasca. - Tanto..- un bacio sulla pancia. - Troppo..- stavolta al centro dei miei seni.
- Sempre..- sussurrai stavolta io, afferrandolo per i capelli e avvicinando il suo volto al mio. Afferrai le sue labbra tra le mie e lo baciai con tutta la passione accumulata in quei giorni nel mio corpo. Il suo corpò coprì il mio e intrecciai le gambe alle sue, incollando i nostri corpi caldi, e non grazie alla temperatura dell'acqua.
- Bella.. dio quanto ti amo- gli morsi le labbra muovendo il bacino nella sua direzione e cercando un contatto più profondo.
- Anche io ti amo..- sussurrò continuando a far scivolare le sue dita sul mio corpo.
- Tanto- continuò baciandomi le labbra uno, due, tre volte.
- Troppo- risposi io aggrappandomi alle sue spalle.
- Sempre-
Uscii dalla vasca dopo mezz'ora circa, decisamente più calda e rilassata. Dedicai un'altra mezz'ora a me stessa, ricoprendo il mio corpo di creme e, infine, indossando un vestitino in occasione del Natale. Quando uscii dalla mia camera la casa era ancora sovrana del silenzio, ma quando arrivai in cucina trovai James e Renesmèe intenti a preparare la colazione.
- Che state combinando?- chiesi entramdo e dando un bacio tra i capelli a mia figlia.
- Non riesco a preparare le frittelle- si lamentò James. Gli strappai il grembiule da mano e lo indossai io, mentre gli lasciavo un bacio sulla guancia.
- Faccio io. Ma davvero avere fame? Io sono ancora piena di ieri sera- borbottai passandomi una mano sulla pancia.
- Non è che sei incinta Bells? Di solito mangi come un animale- guardai James e scossi la testa.
- Sì, confesso. Sono incinta dello spirito Santo e nemmeno a farlo apposta oggi è anche Natale-
- Ma quanto è spiritosa la mia migliore amica?!- rispose sarcastico mentre si sedeva sullo sgabbello.
- Il problema non è come facciamo a mangiare, ma il problema è come fate a tenere una conversazione del genere di prima mattina!- si lamentò isterica Renesme mentre si portava le mani ai capelli.
- Prima mattina? Tesoro sono quasi le undici!- le risposi scoppiando a ridere insieme a James.
- Appunto! Un'altra oetta non avrebbe fatto male a nessuno- borbottò mentre friggevo le frittelle e glie le servivo nei piatti caldi. Mentre loro erano intenti a mangiare la colazione, io mi diedi alla cucina visto che quel giorno ero io ad aver a pranzo i miei genitori. Passai le due ore successive sui fornelli, da perfetta mammina e moglie di casa, peccato che ero solo mamma. A fine cucina, preparai la tavola con tovaglia rossa abbinata a tovaglioli, servizio di porcellana e candele. Proprio mentre spuntavano i miei coinquilini, bussarono alla porta dal quale spuntarono mio padre e mia padre, dopo che Renesmèe ebbe aperto.
- Bella! Tesoro, hai preparato tutto da sola?- esclamò meravigliata mia madre, mentre osservava tutto quello che avevo cucinato.
- Sì, altrimenti avresti trovato la cucina in fiamme- scoppiò a ridere mentre sevivamo le portate. Mangiammo tranquillamente, tra una chiacchiera ed un altra e, senza che ce ne rendessimo conto, si fecero le 4 del pomeriggio. Ci alzammo da tavola dopo aver mangiato il panettone ripieno di nutella e, mentre mio padre e James uscirono a fumare un sigaro, io, mia madre e Renesmèe iniziammo a sistemare il salone e la cucina.
- Hai raccontato tutto a papà, vero?- passai il piatto a mia madre mentre pulivo il resto.
- Come te ne sei accorta?-
- Beh, non faceva che passare lo sguardo dal mio volto a quello di Renesmèe- feci spallucce passandole un altro piatto.
- Si parla di me?- mia figlia fece la sua entrata con i bicchieri tra le mani che rovesciò piano nel lavandino.
- No, solo un piccolo riferimento- le risposi sorridendole. Arcuò un sopracciglio, vizio preso dalla sottoscritta.
- Altri segreti mammina?- fece incrociando le braccia al petto.
- No. Ho raccontato alla nonna che sai tutto, per questo- la sorpassai per buttare le rimanenze di cibo nel secchio sulla sedia.
- D.. davvero?- annuii mentre prendeva il mio posto nella pulizia dei piatti.
- Come ti sei sentita tesoro quando hai saputo la verità?- le chiese mia madre mentre iniziavo a spazzare a terra.
- Beh, un macello. Ma penso di averlo sempre saputo, dal primo momento che l'ho visto- misi più forza sulla mazza della scopa, tanto da temere di poter rompere il pavimento. - Non vedo l'ora di poterlo chiamare papà..- sussurrò sognante e la scopa mi cadde dalle mani, scontrandosi col pavimento.
- Tutto bene Bella?- mia madre si avvicinò mentre mi riabbassavo e afferravo la scopa.
- Sì, sì. Mi è scivolata- le feci un sorriso icominciando a spazzare. Mi persi nei miei pensieri mentre loro continuavano a chiacchierae, ma non le badai attenzione, intenta a non voler rovinarmi la giornata. Andai a posare la scopa nel ripostiglio, mentre il resto della famiglia era accomodata sul salotto. Li raggiunsi sedendomi al fianco di James e, proprio mentre sentivo il tessuto del divano dietro alle gambe, il campanello sbuffò.
- Destinata a non sederti- commentò quel deficente al mio fianco. Gli diedi uno schiaffio dientro alla testa e mi sollevai dirigendomi verso la porta. Quando aprii tutto mi aspettavo, tranne che Alice, Jasper, Emmett, Rose, i bambini e.. Edward. Deglutii mentre lo squadravo ma fui invasa da un abbraccio da parte di Alice.
- Auguri, auguri, auguri!- mi abbracciò forte, lasciando poi agl'altri la possibilità di scambiarci gli auguri.
- Ehm.. andate in salotto ci sono anche... gli altri- balbettai mentre li salutavo e gli indicavo la direzione da prendere.
- Sorellina!- Emmett strinse la presa intorno al mio corpo, mentre sentivo l'aria diminuire nei polmoni.
- Emm così la fai male- lo richiamò Edward mentre sentivo il volto andare in fiamme.
- Non te l'ammazzo, tranquillo- scoppiò a ridere mentre lasciava la presa e si allontanava. Improvvisamente, rimasta sull'entrata sola con Edward, mi sentii in completo inbarazzo nel mio vestito nero corto fino al ginocchio, leggermente largo e con una scollatura che lasciava libera la visuale della catenina. Gli occhi di Edward si fermarono su questa e lo vidi sorridere.
- Grazie...- mormorai imbarazzata, mentre mi spostavo per farlo passare.
- E' stato un piacere- mormorò entrando e chiudendosi la porta alle spalle. - Un vero piacere- si avvicinò lasciando un bacio sulla mia guancia e sentii il sangue pulsare violentemente.
- Edward- lo bloccai per un polso mentre si allontanava. Mi guardò confuso e si accigliò.
- Di là c'è.. mio padre, ecco...- mormorai con lo sguardo abbassato.
- Ah..- fu l'unica cosa che riuscì a dire.
- Eh.. beh, scusa per qualsiasi cosa dirà- sentivo il volto in fiamme.
- Non preoccuparti. Non mi ha ammazzato quattordici anni fa consapevole di aver reso la sua dolce figliola poco innocente, non penso che lo farà adesso con tutti questi testimoni- cercai di rilassarmi sorridendogli e iniziando a camminare.
- Buonasera- salutò Edward quando entrammo in camera e il silenzio riempì l'abitacolo. Mio padre cambiò colore in volto svariate volte, ma infine si fermò sul rosso. Edward fece un passo verso mia madre. - Salve Renèe, la trovo meravigliosa come ricordavo- vidi mia madre lanciarmi uno strano sguardo mentre cercava di sorridere.
- Ti trovo anche io in forma Edward- rispose lei.
- Capo Swan- salutò mio padre porgendogli una mano e sentivo l'ansia salire, salire, salire.
- Edward- rispose stringendogli la mano e mi rilassai quando vidi Edward dare gli auguri a James ancora vivo. Infine di avvicinò a Renesmèe e, lei, gli saltò completamente addosso.
- Auguri!!- Edward la strinse al suo corpo affondando il volto nei capelli. Sentii gli occhi pungere e mi girai dall'altra parte.
Non potevo osservare questa scena, non potevo.
Incrociai le sguardo di James che mi fece un mezzo sorriso e cercai di ricambiare. Sospirai e quando mi rigirai erano tutti intenti a discutere civilmente di fatti loro. Andai in cucina per tagliare il dolce e lo portai a tutti gli altri.
Mi incantai nel guardarli insieme, nel salotto a scherzare e parlare proprio come una vera.. famiglia. Renesmèe si divertiva con i bambini, le donne parlavano tra di loro così come Emmett, Jasper e Charlie. Edward, invece, parlava con James come se fosse stato un vecchio amico.
Con la mano asciugai velocemente una lacrima e cercai di sorridere, ma era tutto così... difficile.
Era così che doveva essere, che avevo sognato che fosse. Come una famiglia a festeggiare il Natale, spensierati e uniti.
Come avevo sempre voluto.
Ma interessava veramente ciò che io volevo?
Ripensai alle parole di James e di quante volte mi aveva detto di pensare un pò a me, a ciò che io volevo e alla mia felicità. Eppure, mentre guardavo mia figlia ridere con i suoi cugini, Edward conversare con il mio migliore amico, mio padre tranquillo e mia madre contenta con le mie amiche, mi sentivo felice. Nonostante fossero loro ad avere qualcosa in quel momento, era come se stessero regalando qualcosa anche a me.
Come se stessero rimettendo insieme i pezzi del mio cuore.
Come se...
Come se...
Come se...
 




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Baci!
   
 
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