ALLEGRIA.
A
NATALE NELLA VIA
C’è
UNA GRANDE ALLEGRIA,
LUCI,
ADDOBBI E STELLINE,
TANTI
BALOCCHI NELLE VETRINE,
PICCOLI
ABETI DAI RAMI IMBIANCATI,
FIOCCHI
DI NEVE TUTTI GHIACCIATI
E
UN
BABBO NATALE DA FOTOGRAFIA
PER
UNA FESTA IN COMPAGNIA.
Arrivarono nella via principale di Diagon Alley, dopo essersi smaterializzati dal manor dei Malfoy.
Due figure, con lunghi
mantelli neri,
camminavano a passo svelto nell’innevata via magica.
Alti
e con corporatura muscolosa si avviavano verso una
piccola villetta, tre scalini ghiacciati dopo e una ghirlanda di
vischio tutta
decorata con fili rossi e oro, li portò di fronte alla
dimora che i due
cercavano. Il moro, suonò il campanello facendo volteggiare
la pila di
pacchetti ricoperti di carta rossa di fronte al viso.
L’altro,
il biondo, sbuffava sonoramente osservando le
decorazioni e ghignò posando i suoi occhi argentei sui
pacchetti. Aveva scelto
una ricercata carta verde smeraldo, fregandosene allegramente delle
lamentele
della commessa quando ordinò di confezionare il tutto con
filo argenteo. Lui
era un Serpeverde nell’anima, lui era un Malfoy e anche a
Natale, il verde e
L’argento erano i suoi colori. Mai si sarebbe comportato come
Blaise;
ricorrere al rosso e oro era un disonore, lui, non era un Grifondoro,
anche se,
era a casa del Grifondoro per eccellenza che stava per passare la
vigilia di
Natale.
Dopo
pochi secondi, una chioma bionda dall’aria svampita,
con al collo una collana fatta di tappi di
burrobirra, lì
aprì.
Blaise sorrise
all’indirizzo di quella che era la padrona di casa: Luna
Lovegood.
L’ex
Corvonero era simpatica e a modo, nonostante le
innumerevoli stranezze e la convinzione che alcuni animali fantastici
esistessero nonostante fossero solo leggenda, riuscì,
sconvolgendo molti nel
mondo magico a rubare il cuore di Ron Weasley, che dopo un anno dalla
fine
della guerra, l’aveva sposata.
-oh
vi stavamo aspettando- disse la bionda salutando
calorosamente Blaise e limitandosi a un saluto formale con Draco che la
seguì
fino al salotto dove varie coppie si erano riunite per passare insieme
la
vigilia di Natale.
Lavoravano
tutti al ministero da più di sette anni, da
quando la guerra era finita, i loro rapporti erano divenuti
più distesi.
Passando dall’odio, all’indifferenza fino al
rispetto e all’amicizia e in
qualche caso all’amore. Infatti, era per quel motivo che
erano stati invitati
nella casa di Ron Wesley, Blaise da quasi due anni aveva intrapreso con
Ginevra, la sorella minore di Weasley, una relazione che non aveva
stupito
nessuno almeno non Draco che sapeva quanto la rossa piacesse al suo
migliore
amico fin dai tempi della scuola.
-Blaise
amore, sei in ritardo- disse una chioma rossa che
sfreccio senza alcun pudore ad abbracciare un Blaise alquanto eccitato
appena
la rossa gli finì tra le braccia.
-ok,
vi amate -disse Ron ridendo – ma per piacere abbiamo
ospiti e non è il caso …- disse il rosso Ron
all’indirizzò della sorella che lo
uccise con un solo sguardo mentre un imbarazzato Blaise la lasciava
andare.
-Draco,
vieni ti porto dai civili- disse ancora il
padrone di casa.
-questi
due non si possono definire tali- concluse il
rosso.
-Sono
innamorati e si comportano come tali- lo anticipò
Pansy che andò a salutare il suo miglior amico.
Sì, anche Pansy Parkinson, ex studentessa
di Hogwarts appartenente alla casa di Serpeverde era stata invitata e
il motivo
era semplicissimo. La mora, al settimo mese di gravidanza, portava nel
grembo il
figlio dell’eroe magico Harry Potter che aveva sposato tre
anni dopo la fine
della guerra.
-si
si- disse Ron alzando le spalle bofonchiando qualcosa
sull’inadeguatezza della situazione, avviandosi poi, verso il
camino dove
Neville e Harry parlavano di quidditch.
-ciao
Pansy- disse Draco, non appena furono soli,
abbracciando delicatamente la sua mora amica che lo guardava
dall’alto in basso
osservando ogni minimo dettaglio del viso del biondo.
-pensavo
che non saresti venuto?- disse la donna che ora
portava i capelli lunghi.
-pensavo
di non venire, infatti, Blaise però mi avrebbe
cruciato-ammise.
-Intende
chiederle?-.
-si
ci sono tutti- disse il biondo osservando con la coda
dell’occhio la sala dove molte coppie parlavano tra loro
incuranti dei due ex
serpeverde. - sai la tradizione degli Zabini prevede fidanzamento a
Natale e
matrimonio a Pasqua-disse Draco poggiando i pacchetti con carta verde
sotto
l’immenso abete.
-che
strani che sono gli Italiani- enunciò Pansy,
girandosi un poco verso la porta della cucina dalla quale
uscì una ragazza dai
lunghi capelli ricci che cadevano morbidi fino alle spalle, un leggero
abito in
seta rosso le avvolgeva il corpo, l’abito le arrivava fino al
ginocchio scoprendo
le lunghe e magre gambe.
Draco
sbiancò un attimo nel vederla li, sapeva che ci
sarebbe stata era da due mesi che non la vedeva da due mesi che il suo
cuore
aveva trovato pace. Da quando Hermione Granger si era trasferita a
Parigi Draco,
si era come svegliato dal torpore in cui per anni era caduto, in cui la
Grifondoro
inconsciamente l’aveva fatto cadere.
Lui,
il Serpeverde per eccellenza, lavorando fianco a fianco
alla Grifondoro l’aveva in un certo senso scoperta. Prima
l’apprezzò come
collega, sapeva della sua mente e delle sue doti, era sempre stata la
prima
della classe e con il tempo scoprì anche il suo fascino.
Dolce,
simpatica e discreta, premurosa con gli amici e
gentile con tutti anche con lui quello che per anni l’aveva
offesa, umiliata e derisa.
Il
suo profumo inebriante era per lui il miglior buon
giorno quando arrivava nel laboratorio di pozioni nel quale lavoravano,
il sorriso
della ragazza era l’unica cosa che per anni lo faceva andare
avanti. Hermione
era la donna che amava, ma per loro,
a differenza di Pansy con Harry, di Blaise con Ginny non vi era futuro.
Lei non
sarebbe mai diventata la sua compagna di vita, Draco lo sapeva in
partenza e
cercò in tutti i modi di scacciare dai suoi pensieri la
ragazza. Soffrendo e
chiudendosi nel mutismo sia con la riccia che con tutti gli altri. Si
era
isolato nell’ultimo anno fino a quando la Granger non
presentò a tutti il suo
nuovo fidanzato un auror Francese, che si chiamava Luc Fournier, che per un periodo
lavorò nella
squadra di Potter e Weasley.
Draco
sorrise amaro guardando la riccia, a Pansy quello
non sfuggi lei conosceva cosa Draco provasse per la ex Grifondoro, era
una
delle poche insieme a suo marito e Blaise.
Hermione, non si accorse
della presenza di Draco impegnata com’era a chiacchierare con
Luna sulle doti
senza uguali del suo bellissimo fidanzato francese.
-bene
ci siamo tutti- disse Ron quando sua moglie e
Hermione entrarono nella stanza – possiamo accomodarci a
tavola disse il rosso
invitando gli ospiti nella sala da pranzo addobbata per
l’occasione.
Draco
mangiò nel più assoluto silenzio, tutti parlavano
e
chiacchieravano del più e del meno, mentre lui guardava gli
agnolotti che
stavano sul suo piatto. Gli era passato l’appetito appena
l’aveva vista, gli si
era come piantato un grosso mattone sullo stomaco.
Non
poteva crederci solo la sua presenza lo riduceva a
uno straccio, non l’aveva nemmeno salutato, infondo, cosa
pretendeva l’ultima
volta che l’aveva vista prima della partenza per la Francia
avevano litigato in
un modo assurdo.
Arrivò
il secondo, il contorno, la verdura e i dolci il
tutto innaffiato da fiumi e fiumi di alcol e champagne, le chiacchiere
si
trasformarono in risate, passando poi ai vecchi ricordi fino a giungere
ai
numerosi aneddoti. Tutti erano allegri, tutti tranne lui che si era
accomodato
vicino al camino. Osservava la fiamma del fuoco che vorticava frenetica
nel
camino, Harry al suo fianco aveva in braccio sua moglie Pansy e le
accarezzava
dolcemente la pancia, mentre Luna rideva all’ennesima battuta
fredda di suo
marito Ron.
Ginny e Blaise,
invece, ballavano un lento romanticissimo dopo aver annunciato a tutti
il loro
matrimonio, lui però non riusciva a pensare ad altro che a
lei.
-oh
sono quasi mezzanotte- disse Neville Paciock
attirando l’attenzione su di se.
-che
bello- disse Ginny frenetica stringendo il suo
futuro marito, mentre tuti gli altri si alzarono dirigendosi verso
l’abete.
Draco
rimase ancora seduto guardando ancora il fuoco, si
sentiva un autentico cretino si era cacciato lui in quella situazione
avrebbe
dovuto rifiutare l’invito di Ron, avrebbe dovuto convincere
Blaise che la sua
presenza non era indispensabile, avrebbe inventato una scusa plausibile
per Pansy
e Harry ma era certo non sarebbe mai dovuto andare a quel cenone di
Natale.
-Stai
bene?- chiese la donna, mentre il cuore di Draco
mancò un battito. Le aveva rivolto la parola per la prima
volta durante tutta
la serata. Il biondo sollevò lo sguardo verso la ragazza,
permettendosi di
guardarla per la prima volta da quando si trovava in quella casa, era
bella Hermione,
il vestito rosso lasciava scoperte le spalle e le stava bene visto la
carnagione chiara della riccia.
-si-
rispose Draco, abbassando subito dopo il viso a
terra.
-Non
hai mangiato niente e stai zitto da quando sei
arrivato-
Hermione, l’aveva
osservato e la cosa lo stupì, anzi lo
fece sciogliere ma si ricompose un istante dopo. A lei, tu non
interesserai mai,
diceva la sua coscienza. Draco non si faceva illusioni, per lui non vi
era
speranza non ci sarebbe mai stata speranza Hermione non avrebbe mai
portato l’allegria
nella sua vita Hermione amava ed era amata da un altro uomo, un uomo
che la
meritava, un uomo che l’avrebbe resa felice. Tutti sarebbero
stati meglio di un
uomo come lui.
-Non
ho molta fame e avevo poche cose interessanti da
dire- rispose.
-Draco-
disse la ragazza avvicinandosi cercando di
sfiorargli il braccio ma il biondo fu più veloce nello
scansarsi.
Hermione
rimase delusa dal gesto del biondo, lui era
forse ancora adirato con lei, pensò la ragazza.
-credo
che dobbiamo andare, c’è lo scambio dei regali-
fece il biondo avanzando con il suo solito passo strascicato in
direzione del
grande abete, sentendo gli occhi della donna su di se.
Arrivato
nel grande salone si fermò a guardarli, tutti
felici si scambiavano auguri e regali.
-oh-
disse luna indicandolo – siete sotto il vischio-
continuò.
–
dovete baciarvi è la tradizione- disse Pansy
interrompendo la bionda ghignando sodisfatta della cosa.
Draco
si girò appena sperando di trovarsi al fianco
qualunque altra persona, anche un uomo, ma non lei, ma la fortuna lo
sapeva
Draco non girava da molti anni.
La
ragazza dai lunghi capelli ricci divenne rossa, ma si
avvicinò a lui, che immobile la guardava avvicinarsi al suo
viso. Il forte e inebriante
profumo di vaniglia gli penetrò dalle narici arrivando fino
al cervello, il
cuore batteva come un forsennato, sembrava quasi volesse uscire dal
petto.
Quando
Hermione sfiorò le sue labbra, le gambe quasi lo
abbandonarono, tanto che fu costretto a tenersi allo stipite della
porta per
non cadere. Il bacio fu leggero, dolce, delicato e come un soffio
leggero
sparì.
Rimase
con gli occhi vitrei a osservare quella scena,
come se fosse uno spettatore qualsiasi invece che uno dei protagonisti.
-Cavolo
Draco, sembri sconvolto- disse Ron ridendo –
eppure Hermione se ben ricordo non bacia male- per questa battuta il
rosso si
beccò i rimbrotti della riccia che ancora rossa in viso si
allontanò da Draco e
uno scappellotto della moglie.
Draco
dopo essersi ripreso consegnò i regali e dopo
nemmeno tre minuti esatti inventò la prima scusa per
andarsene. Hermione rimase
distante da lui fino ai saluti, saluti che Draco non gli fece,
evitandola, congedandosi
poi con un saluto generale.
Alla ragazza si spense il sorriso, quando il biondo si smaterializzò, ma questo lui non lo seppe mai.
SPAZIO AUTRICE.
Schizzo serale, con ispirazione tutta colpa del libro di filastrocche di mia nipote... la storia avrà una seconda parte, perchè diciamolo di allegro questo capitolo non ha niente.
Un bacio care.