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Autore: Lily_James    23/12/2011    3 recensioni
«Non ti avrei mai dovuto sposare! Non puoi comportarti così!»
«Stai zitta, puttana!»
Severus chiuse gli occhi.
Genere: Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Severus Piton
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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1. Il silenzio.

Severus non era mai stato un bambino agitato, arrogante o dispettoso. Era fermamente convinto del fatto che la sua vita fosse troppo triste, troppo vuota e troppo ingiusta per viverla a pieno. Passava la maggior parte delle giornate chiuso in camera, con indosso qualche abito vecchio e troppo grande per lui, a guardare il vuoto perso nei suoi pensieri.
Viveva a Spinner’s End, in una via sporca e grigia che veniva sempre evitata da tutti. Spesso i vicini gli lanciavano occhiate di compassione. Tutti sapevano che i suoi genitori litigavano tutto il giorno, si tiravano addosso gli oggetti o si insultavano. Ma lui odiava essere guardato così. Col tempo imparò a diventare un bambino sarcastico e taciturno, che si rifugiava in camera per scappare dalle urla dei suoi genitori.
Quella notte, come tante altre, era coricato sul letto e stringeva con forza le lenzuola. Sudava freddo e il cuore batteva all’impazzata.
I suoi genitori litigavano, come sempre, e lui non poteva fare niente. Poteva solo stare chiuso in camera e non fiatare.
«Nessun essere umano vorrebbe vivere in una casa del genere!»
«Sei solo uno schifoso ubriacone, dovresti imparare a stare più spesso con la tua famiglia!»
«La mia famiglia? Una casa con persone che fanno assurde stregonerie con dei bastoncini non è la mia famiglia!»
«Non ti avrei mai dovuto sposare! Non puoi comportarti così!»
«Stai zitta, puttana
Severus chiuse gli occhi. Cercò di pensare alla sua futura vita a Hogwarts. Non avrebbe più dovuto sentire le continui liti dei suoi genitori, sarebbe stato solo. Non desiderava altro che andare nella sua vera casa. Avrebbe dovuto aspettare solo due anni, e sarebbe stato libero. 
Solo due anni, pensò disperatamente.



2. La luce.

«Severus, dove pensi che si trovino le radici di Asfodelo?»
Il ragazzo alzò la testa dal grosso volume rilegato in pelle che stava leggendo: Antologia degli Incantesimi del Diciottesimo Secolo.
«N-non… non lo so» borbottò, assonnato; non desiderava altro che tornare in Sala Comune a riposarsi.
Lily si grattò il mento con la piuma, pensierosa.
Severus era rapito dai suoi gesti. Osservò con attenzione il modo in cui si portò un ciuffo di capelli folti dietro l’orecchio, come sbuffò, esausta, e con quanta lentezza appoggiò la piuma sopra il tavolo. 
Si voltò da lui e gli sorrise. Un sorriso radioso e luminoso come quello non l’aveva mai visto. Ricambiò anche lui, impacciato.
Pensò che Lily fosse la sua luce. Il sole sorto a illuminare una giornata dopo una lunga tempesta. La vita, la felicità, l’amore. Lily era tante cose, per lui.
«Che c’è?» chiese lei, strabuzzando gli occhi.
Evidentemente aveva notato l'espressione di Severus.
«Niente…» mormorò lui. «Pensavo solo che... che dovremo studiare anche domani».
Bugiardo.
Abbassò lo sguardo, sperando che lei non si accorgesse di niente.
«Va bene» sospirò Lily.
La guardò. Si stava alzando dalla sedia, i capelli rosso scuro che volteggiavano come fiamme.
E mentre sistemava le pergamene dentro la borsa, pensò inconsapevolmente che fosse bella, o non si sarebbe spiegato il battito impazzito del suo cuore quando lei gli sorrise.



3. L'oscurità.

«Mi hai ucciso, Severus» ripeteva Lily, folle di rabbia, gli occhi fuori dalle orbite.
Avanzava verso di lui, tendeva una mano e lui indietreggiava, spaventato.
«Mi dispiace, Lily, te lo giuro!»
«Hai ucciso me e la mia famiglia, è tutta colpa tua…»
«No, no...»
Aprì gli occhi, spaventato. Respirava affannosamente. Percepiva soltanto i rimbombi del suo cuore. Tremava. Si liberò dalle lenzuola con un improvviso scatto delle braccia, e sedette sul letto. 
Si ricordò del sogno: di Lily adulta che lo accusava, ferita, di lui che tentava di indietreggiare, fuggire da quella dolorosa immagine. 
Un singhiozzo, poi un altro, e un altro ancora.
«Scusa, Lily, scusa…» sussurrò nel buio.
Nessuno lo ascoltò, nessuno si curò di quel giovane uomo che piangeva come un bambino, raggomitolato sopra il letto di casa sua.
Continuò a sussurrare scuse, sperando che Lily lo sentisse, da qualche parte, in cielo o in terra. 
Con gli occhi appannati da un velo di lacrime, gettò uno sguardo al cielo fuori dalla finestra. Era buio, proprio come la sua vita. Seppe, senza sapere come, che non avrebbe mai più ritrovato un attimo di felicità. La sua luce era scomparsa, ormai, perché Lily era morta.
Improvvisamente il cielo si colorò di un rosa sbiadito. Il sole fece capolino all’orizzonte, pitturando di luce i profili delle case e degli alberi.
Mentre il sole disse buongiorno alla terra, Severus disse addio alla vita.




Note dell'Autrice:
La verità è che uno stupidissimo film horror non mi ha fatto dormire per tutta la notte e, beh, ho scritto questo. E sia ben chiaro, la situazione non è per niente migliorata, anzi. Ora non solo ho paura, ma sono anche pseudo depressa per Severus.
Come sempre, spero che vi sia piaciuta.
Un bacio a tutti! :)
Lily_James.
  
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